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cliché tipografico, sudore dai pori come rotocalcografia. Furono dei pittori: DURER, tedesco e il nostro PARMIGIANINO a sperimentare un’altra tecnica per riprodurre illustrazioni: l’acquaforte. Eravamo intorno al 1500. Gli artisti stendevano sulla lastra di metallo una resina speciale e provvedevano a scalfire la vernice indurita senza intaccare il metallo. A di- segno ultimato si immergeva la lastra nell’acquaforte (acido nitrico) perché corrodesse le parti scoperte da vernice. Una volta ripulita la lastra da tutti i residui si procedeva per la stampa. Le matrici calcografiche e quelle ottenute con l’acquaforte non presentavano sostanziali differenze, sebbene ottenute con tecniche diverse. Quando l’acquafortista, però, incideva le lastre procedeva ad una vera e propria fase creativa. Impiegava tutto l’ingegno e l’estro nel comporre il disegno graffiando la vernice. E’ da notare, però, che a differenza delle altre tecniche ortodosse, non vi era molta possibilità di correzioni e modifiche.

IL PROTO NICOLA
Con l’acquaforte, aguardiente, alcool o che dir si voglia, voleva risolvere i suoi problemi Nicola, un anziano tipografo napoletano che conobbi una ventina d’anni or sono all’ingresso di uno stabilimento tipografico campano. Era una di quelle che si suol dire: fredda mattinata di febbraio cinerea di bruma. S’intravedeva la figura curva di Nicola che, malgrado il primo dilucolo, compiva il gesto ripetitivo di portarsi la bottiglia alle labbra. Lo osservavo incupito e sentivo le estremità inferiori gelare nella guazza, quando il comando automatico provoco al cancello il suo rigoroso dirugginio.
Qualche minuto dopo Nicola mi esibiva le foto della consorte e dei tre figliuoli in età scolare che diceva di adorare. Aggiunse che quel mattino aveva fatto storie con la moglie, forse per via del bere, ed era angosciato perché i ragazzi avevano assistito all’alterco. Quando il custode della fabbrica mi favorì l’ingresso, Nicola si era già dileguato nella nebbia trascinando una gamba. L’uomo mi prese sottobraccio e mi suggerì di non far caso a quello che diceva Nicola. Mi assicurò che una volta era il