L’arte nera, meccanizzata ed automatizzata,
sfociava a mo’ di estuario nella vastità del popolo in continuo
espansione, attraverso la realizzazione di opere massicce relative al
sapere ed alla informazione. Nacque in quel periodo il giornale da
rotativa. Furono realizzati i primi lessici, le prime raccolte
antologiche ed encidopediche, non certo facilmente riproducibili,
bisogna riconoscere, con l’allineamento certosino dei rudimentali
soldatini di piombo e con la insufficiente produzione di carta
fabbricata a mano. Ma solo agli albori del XX secolo si è raggiunti 1’Everest
della diffusione della stampa come meccanizzazione dell’alfabeto,
tanto che la letteratura, di fronte ad un nuovo pubblico, ha modificato
il contenuto e trasformato o sovvertito l’orientamento. Arte
letteraria ed informazione sono penetrate in tutte le fasce sociali. Il
linguaggio aulico e ricercato ricco di virtuosismi strategici, frutto,
secondo me, di un allenamento assiduo ed estenuante, resta quello dei
filosofi, degli scrittori e dei poeti di puro stampo intellettuale che,
spesso, grazie a sperimentalismi e sovvertimenti garantiti dalla fama
del proprio nome, si guadagnano
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1’attributo di capiscuola, provocando così, una
pluralità vastissima di correnti artistiche. La diffusione della stampa
ha creato un’altra esigenza, quella di classificare un linguaggio
fedele alla realtà sociale di massa per consentire lo smaltimento della
grossa produzione destinata proprio al popolo, nel consumismo fino al
collo. Mi riferisco alla letteratura cosiddetta di terz’ordine,
il fumettone, la novella da settimanale femminile, insomma ciò che
viene detta in gergo zavorra letteraria, ma si tratta, appunto,
di un prodotto di largo consumo, che la massa mastica facilmente.
Attenzione a non far confusione con gli sperimentalismi moderni ricchi
di voluti solecismi, anacoluti, dialettalismi ecc. che, alla fine, sono
entrati nel vocabolario per il loro largo uso. (Vedi Gadda, Pasolini,
ecc.).
L’evoluzione della stampa, grazie alla notevole meccanizzazione del
XIX secolo, è intesa pure come rivoluzione culturale, per così
dire, demotica, al di là delle grosse riforme cattedratiche di un
De Sanctis, di un Croce, di un Flora. La terza età delle arti grafiche ha
visto la luce negli anni 80 con 1’informatica.
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