Cap. 3 - Pag. 101 | ||||
composizioni tipografiche più estese. Poi fu la volta del famoso torchio meccanico, costruito da FEDERICO KOENING e ANDREAS BAUER, progenitori dei costruttori di macchine tipografiche. Il nuovo torchio con la battuta di stampa automatica fu presto sostituito da una nuova macchina dove la stampa non avveniva più tramite contatto piano, ma attraverso un cilindro su cui aderiva il foglio per mezzo di pinze. Il cilindro, ruotando su se stesso, vedeva scorrere sotto il suo punto di contatto le composizioni di caratteri bloccate su di un carrello mobile che consentiva la successiva stampa con un andirivieni. Era nata la prima macchina tipografica, la quale, sebbene rudimentale, aveva le caratteristiche essenziali e soprattutto il principio di funzionamento identico a quello delle macchine tipografiche, via via perfezionate ed ulteriormente accessoriate, che hanno dominato il mercato fino al secondo dopoguerra. E ancora ruotano in migliaia di tipografie artigiane, come quella negletta di Via Purgatorio. Nel 1868 fu inventata la rotativa, costruita per il giornale Times, la quale produceva |
già allora oltre diecimila giornali l’ora. Una
cifra, come si suol dire, da capogiro, se si considera che fino a qualche
decennio prima i torchi non consentivano tirature superiori a mille copie
giornaliere di una sola forma. L’alta velocità di stampa fu possibile
perché la rotativa, come tutte le macchine moderne tipo offset e
rotocalco a bobina, sfruttano il principio della ruota, non erano
ostacolate, cioè, dall’arresto, sia pur fulmineo, e dall’abbrivaggio
dell’andirivieni del carrello delle macchine tipografiche. Determinante
per le rotative fu l’invenzione della stereotipia di Ged, poiché il
principio fondamentale di queste macchine è proprio la stampa cilindrica o
semicilindrica, quindi la possibilità dell’immissione della carta
continua a bobine. Le macchine, una volta abbrivate, non subiscono più
nessuna fase di rallentamento. Proprio come la corsa dell’uomo verso il
danaro, detto, in questo caso: lo sterco del diavolo.
|