alle quattro del mattino, ciclostila in fretta tutto ciò che
rimugina durante la notte. Alle dieci in punto esce la sua edizione
quotidiana che distribuisce a mano personalmente, ogni giorno in un
paesello della provincia. A Napoli non sarebbe mai più andato perché
un paio di volte «Mi indofarono di mazzate, chilli chiaveche!
Fai bene, va’!». Gli risposi che il prezzo che pagano i messia è
caro. Ci sedemmo su di una panchina nella Villa Comunale di Torre del
Greco, e gli chiesi perché ce l’avesse in particolar modo con i
fondelli dei suoi nemici. Ed egli per tutta risposta mi accuso di essere
certamente un tipografo venduto al sistema, una pedina della società
capitalistica. Le sue spontanee reazioni non mi irritavano. Era sincero,
in cuor suo, era solo un uomo mediocre affascinato dalla moda del
giornalismo. Ma qualche idea originale non mancava, anche se astratta,
fantasiosa ed utopistica. Non valeva la pena di compiere sforzi
intellettivi per dire la mia, in fondo gli volevo bene, perché finisco
col voler bene tutti, prima o poi, con la mia passionale tendenza all’analisi,
ma compromessa, spesso, da un sentimentalismo che più partenopeo non si
può.
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Dopo me stesso, vedo tutti come bambini cresciuti; in
questo modo si riesce ad intenerirsi a cospetto dei malvagi, dei pazzi,
dei maniaci pure cruenti. Veder le loro carcasse d’adulti, non
richieste, come scafandri sui loro corpi minuscoli, con quei ditini
mirmicolanti; quasi sempre bimbi vessati, soffocati dalle angherie forse
inconsapevoli dei genitori e degli educatori. Poveri assassini, poveri
maniaci, poveri malvagi, (si fa per dire) quanto male hanno ricevuto le loro testoline in
formazione, quanta indifferenza ed incuria, per essere condannati a
divenir tali, a vegetare nella loro irreversibile maledizione. Forse noi
sani che giustamente li condanniamo dovremmo espiare la nostra piccola
parte di colpa, non altro la diffusissima politica dello struzzo, proprio
quella che da noi talvolta fa pensare: Ad un palmo del mio sedere
faccia chi vuole! Ma noi genitori, meno degli educatori, non siamo
psicologi, e soprattutto molti di noi siamo degli incoscienti bambini
cresciuti, quindi agiamo in buona fede pur quando commettiamo errori
gravissimi. Per fortuna i casi gravi sono ancora contenuti, pure nella mia
terra. La maggioranza, male che vada, pecca solo di connivenza, forse allo
scopo
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