Oggi una famiglia napoletana spende un terzo dello
stipendio tra detersivi, ammorbidenti, lucidanti, e carta igienica.
Ancora oggi a Napoli e in provincia si vedono i buzzurri o i fruttaroli
ambulanti confezionare la loro mercanzia con i famosi cuoppi,
ricavati dalle riviste rotocalco. Un bel giorno dei ragazzacci di Torre
del Greco ne combinarono una coi cosiddetti fiocchi ad un anziano fruttarolo
ambulante che sostava sempre innanzi ai sagrati delle chiese, in attesa
che le massaie devote, dopo le prime contrizioni mattutine,
provvedessero alla spesa quotidiana. Il malcapitato fruttarolo
era storpiato e mezzo cieco e raccattava dai ragazzi di strada i
giornali rotocalco per gli incarti. Una mattina gli appiopparono una
intera annata di un mensile pornografico. I cuoppi fiammanti di
policromie dei pornodivi finirono nelle borse delle bigotte a diecine
prima che scoppiasse lo scandalo.
Finché vi sarà legno sulla terra
sarà possibile fabbricare carta. Pure con la paglia e con gli stracci
si ottengono gli impasti per la produzione del principale supporto
relativo alla stampa. Napoli offre un valido contributo alla
fabbricazione della carta
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riciclata. Sono ormai numerosi i cartaroli campani, (un ennesimo mestiere
improvvisato), che hanno un po’ rimpiazzato i vecchi stracciaroli di una
volta, che offrivano quattro piatti e sei bicchieri, o una bacinella di
stagno in cambio di stracci vecchi, i quali, a pensarci bene, erano in
parte destinati alla produzione della carta. Pure quella dei giornali
invenduti o di quelli usati, raccolti porta per porta, spesso da
fantomatiche organizzazioni di beneficenza, viene riciclata.
La carta da imballo e quella dei giornali hanno una grande percentuale di
pasta di legno. Le normali carte da stampa, invece, contengono pasta di
legno e cellulosa. Migliore è la carta, maggiore è la percentuale di
cellulosa. La cellulosa è una fibra legnosa che viene trattata
chimicamente per dare candore e un bell’aspetto alla carta, e
soprattutto non ingiallirà nel tempo. L’antichissimo sistema, invece,
di fabbricare la carta con gli stracci prevede la macerazione di questi.
Essi vengono strizzati e fatti fermentare in appositi contenitori, quindi
macinati e ridotti in poltiglia. Un tempo la carta veniva prodotta un
foglio per volta con la lentezza che si può immaginare.
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