Klaus Drechsel,
Andreas S. Müller, Wolfgang Walenski
Andreas S. Müller,
Klaus Drechsel
1. GeneralitàLa stampa offset
è un processo di stampa planografica rotativa indiretta; l'inchiostro viene
trasferito dalla forma di stampa prima su un supporto intermedio -- il tessuto
gommato - e da qui giunge sul supporto da stampare. La forma di stampa e il
tessuto gommato sono montati su cilindri che ruotano uno contro l'altro durante
il processo di stampa. Gli elementi stampanti e non stampanti della forma, si
trovano allo stesso livello (stampa planografica).
Per la riproduzione dei grafismi (illustrazioni, testi) le macchine offset
hanno i seguenti gruppi funzionali: il gruppo inchiostratore, che immagazzina
l'inchiostro, lo riduce in uno strato uniforme e lo trasferisce sulla forma da
stampa; il cilindro lastra per il fissaggio della lastra; il cilindro gomma,
rivestito con un tessuto gommato, che agendo come intermediario trasferisce
l'inchiostro dalla forma alla materia da stampare, e il cilindro di pressione,
che mantiene premuta il supporto da stampare contro il tessuto gommato nella
fase di stampa.
La macchina offset si contraddistingue - rispetto alle macchine per la stampa
rilievografica o per quella incavografica - per un ulteriore gruppo funzionale,
il gruppo umidificatore. Poiché le parti stampanti e le parti non stampanti
della forma si trovano sullo stesso livello, l'umidificazìone, che nel processo
di stampa si effettua per prima, deve impedire la successiva inchiostrazione
delle parti di lastra libere da stampa. La forma da stampa è preparata in modo
tale, che le superfici non stampanti siano ricettive per una sostanza
umìdificante, mentre le parti stampanti siano ricettive all'inchiostro. Il mezzo
umidificante è costituito essenzialmente da acqua.
Le forme usate nella stampa offset consistono in sottili lastre metalliche -
inferiori a un millimetro - sulle quali viene riprodotto fotomeccanicamente il
soggetto da stampare. I materiali da stampare possono essere carta, cartone e
laminati dei tipi più diversi. Gli inchiostri, infine, sono miscele viseose
composte da pigmenti, o più precisamente, da sostanze coloranti, solventi e
leganti.
Nella offset (dall'inglese «to set off» = dedurre, riportare fuori -
allusione alla trasmissione indiretta della stampa) il materiale da stampare, a
seconda dei diversi principi costruttivi delle macchine, può venire lavorato
come foglio (stampa offset da foglio nelle macchine offset rotative da foglio) o
come nastro continuo in bobina (stampa offset da bobina nelle macchine offset
rotative da bobina). Il processo offset è oggi, prescidendo dalla latta e dai
contenitori tridimensionali, il sistema più universalmente usato per le diverse
esigenze di stampa. Dalle piccole tirature fino a quelle dell'ordine di milioni
di copie, tale procedimento può essere utilizzato in modo economicamente
vantaggioso.
Una gamma così vasta di prestazioni è sorprendente, perché i diversi stadi
del processo di stampa offset sono, in confronto a quelli di entrambi gli altri
principali processi di stampa, più numerosì, e i fattori che ne determinano
l'esito, a causa dell'umidificazione e della trasmissione indiretta della
stampa, più complessi. Sotto questo aspetto, la tecnica offset sembrerebbe
inferiore alle più semplici tecniche dei procedimenti di stampa rilievografica e
incavografica. Proprio questi fattori apparentemente più complicati si sono
invece dimostrati - man mano che si è imparato a dominarne gli effetti in modo
sempre più preciso - i vantaggi determinanti della tecnica offset. La stampa
indiretta sul tessuto gommato dà, inoltre, una resa delle figure morbida e
fluida nell'esito dei valori tonali, con una gradazione molto estesa tra il
chiaro e lo scuro. La resa dei più piccoli elementi di stampa - per esempio i
punti del retino - è tuttavia sufficientemente nitida.
L'emulsionamento dell'inchiostro con il mezzo umidificatore influisce sulla
consistenza dell'inchiostro - particolarmente nelle macchine a più colori - e
capacità di accettazione del colore da parte del materiale da stampare
favorevole sotto l'aspetto di una resa ottimale delle illustrazioni. Nel
processo offset tanto le stampe a più colori quanto le illustrazioni in bianco e
nero si possono riprodurre in qualsiasi entità di tiratura.
2. Situazione
tecnico-economica
2.1. Sviluppi tecnologiciLa
tecnica del processo di stampa offset è oggi contrassegnata, a tutti i livelli
di produzione, dal dilagare dell'automazìone. In stretta unione con la tecnica
di misurazione elettronica, sono state messe a punto delle apparecchiature che
eliminano sempre più dal procedimento tecnico le fasi di lavorazione manuali, e
quindi ampiamente soggettive. Questo vale per tutte le fasi del processo, dalla
preparazione del modello originale con lo scanner o con la moderna macchina per
riproduzione fotografica all'allestimento delle forme da stampa con i vari
sistemi di preparazione fino al comando delle macchine offset tramite circuiti
elettrici a pulsante, i dispositivi di regolazione a distanza dei singoli gruppi
e la regolazione della distribuzione degli inchiostri completamente
automatizzata. Importanti passi nella direzione di una tecnica produttiva sempre
più industrializzata per il processo offset sono stati compiuti nell'ultimo
decennio,sia per quanto concerne un più razionale sistema di lavoro, una
maggiore economicità e un accresciuto rendimento, sia anche per quanto concerne
una migliore qualità di stampa ottenuta con l'ausilio di tecnologie in continua
evoluzione.
Questo livello del processo offset è frutto di una concezione sistematica. Le
unità di produzione riguardanti la preparazione, la stampa e le lavorazioni
successive, riuniscono in sé in misura crescente le operazioni collaterali del
procedimento. Secondo l'opinione degli esperti del settore, questo trend
evolutivo è destinato a continuare.
Le macchine offset da foglio sono praticamente in grado di stampare 15.000
fogli all'ora, mentre le offset da bobina sono in grado di produrre 40.000
esemplari all'ora. Un'evoluzione corrispondente si ha per le prestazioni nel
campo della fotocomposizione. Una resa di varie centinaia di migliaia di segni
all'ora non è più eccezionale, Allo stadio attuale dello sviluppo la
fotocomposizione e la stampa offset si completano in modo tecnologicamente
significativo. La fotocomposizione si è affermata in modo eccellente, dalla
composizione dei titoli a quella di scritte pubblicitarie, fino alla
composizione di testi, e a sua volta ha accelerato la diffusione del processo
offset.
Lo stadio di sviluppo raggiunto nel campo della preparazione della forma da
stampa può essere chiarito con un esempio, che registra il numero delle fasi di
produzione e il tempo occorrenti rispetto al passato: il tempo di produzione per
una lastra da stampa offset si è ridotto dalla mezz'ora approssimativamente
richiesta intorno alla metà degli anni '60, a cinque-dieci minuti, e le 17 fasi
distinte di lavoro ai soli quattro stadi attuali. La tecnica di produzione dei
modelli originali per la stampa è determinata da dispositivi elettronici ad alto
livello. Apparecchi per la selezione dei colori come lo scanner, si sono
assicurati una notevole parte di mercato che vedranno probabilmente ampliarsi in
futuro; e con altrettanta incisività l'elettronica e l'automazione si sono
affermate nella tecnica di riproduzione fotomeccanica con la macchina
fotografica.
2.2. EconomicitàIl successo
della stampa offset è dimostrata dalla crescita costante della sua diffusione.
Anno dopo anno l'offset ottiene una quota sempre più alta nel giro d'affari dei
tre maggiori processi di stampa: dal 19,2% nel 1962 al 20,5% nel 1967; nel 1978
si era già al 37,4%. Ancora dieci anni fa era previsto per la stampa
rotocalcografica un simile frenetico sviluppo, che si è poi effettivamente
verificato per la tecnica offset. lì procedimento incavografico mantiene una
quota di mercato che èfinora soltanto il 19,1%.
Diverse tendenze sostengono questo bilancio «in attivo» del processo offset.
Determinanti sono, ad esempio, la tendenza all'uso del colore nella stampa e i
progressi nella foto-composizione. Tutto ciò parla a favore di un rapporto
almeno equilibrato nelle quote del volume d'affari tra la stampa rilievografica,
un tempo dominante, e l'offset. Negli USA la tecnica offset copre attualmente
una quota di mercato pari a circa il 45%.
La situazione economica complessiva della stampa offset è l'espressione dei
suoi progressi tecnici che, negli ultimi vent'anni, hanno conosciuto una forte
accelerazione. L'offset èriuscita a penetrare in quella che era precedentemente
l'area di competenza tipica della rilievografia, e persino a farla propria in
massima parte. Un esempio è costituito dalla stampa di libri e dal settore della
stampa commerciale; nel settore dei quotidiani e della stampa commerciale con
esigenze di qualità, vengono impiegati in misura crescente impianti offset da
bobina.
2.3. Forma da stampaLe lastre
da stampa presensibilizzate sono le più usate. L'autosensibilizzazione si limita
oggi quasi esclusivamente alla copia con lastre multistrati. Ma anche le lastre
offset plurimetalliche presensibilizzate da molto tempo non costituiscono più
una novità. Le macchine copiatrici offset vengono impiegate economicamente anche
nel settore della stampa commerciale come macchine a caricatori con selezione
automatica dell'originale. I vantaggi dell'abbinamento copia in
negativo/macchina copiatrice, sono indiscussi.
Nel montaggio manuale convenzionale, però, il procedimento in negativo ha
trovato impiego solo in minima parte. Soltanto se i problemi di registro nel
montaggio saranno risolti - ad esempio con l'ausilio di un fatier per rendere
trasparente l'annerimento -questa tecnica potrà guadagnare terreno in misura
notevole.
L'automatizzazione
delle macchine da stampa caratterizza lo stadio attuale del processo offset, sia
sotto l'aspetto tecnico sia sotto l'aspetto economico.
Per i formati medi noti produttori di macchine da stampa offrono macchine
commutabili per stampa in bianca e volta. La situazione di concorrenza tra
macchine offset da bobina per piccolo formato e macchine a più colori per stampa
offset da foglio di ogni ordine di grandezza è molto pronunciata. Per questo
motivo vengono offerte macchine offset da foglio a quattro, cinque e sei colori
per tutte le categorie di formati.
Le velocità di stampa massimali si trovano tra i 10.000 e i 15.000 fogli
all'ora. La costruzione delle macchine da stampa si sottopone a sempre maggiori
sforzi per ridurre il divario tra le velocità massime tecnicamente possibili e
gli effettivi rendimenti della stampa. Fasi di lavoro che venivano finora
compiute manualmente (ad esempio la regolazione dell'inchiostro) vengono ora
eseguite con dispositivi automatici.
Un altro obiettivo cui tende l'evoluzione tecnica nella costruzione di
macchine da stampa è il conseguimento di tempi di preparazione (tempi di messa a
registro) sempre più brevi; questi incrementano a loro volta l'economicità della
stampa offset. Ne costituiscono un esempio i sistemi di messa a registro e di
misura normalmente usati nel passaggio dalla fase della riproduzione alle fasi
di montaggio delle pellicole e di impressionamento della lastra, fino alla messa
in macchina. Anche nella bagnatura nuovi gruppi funzionali hanno conquistato il
loro posto nelle macchine offset, con sistemi di umidificazione ad alcool senza
prenditore (bagnatura continua) e impianti di umidificazione a nebulizzazione e
a getto centri fugato.
Non bisogna inoltre dimenticare la tendenza a una migliore qualità nella
stampa offset per piccoli formati. lì «ciclo-stile» di una volta viene sempre
più sostituito da macchine che possono raggiungere buoni risultati di stampa.
2.5. Supporto di stampaOggi
nella stampa vengono impiegate in misura crescente carte qualitativamente meno
buone e più sottili. Questa evoluzione fa sì che siano richiesti maggiori sforzi
ai produttori di inchiostri e di macchine da stampa, per mantenere e, se
possibile, migliorare ulteriormente il rendimento e il livello qualitativo nel
campo dell'offset.
Nelle grammature inferiori sono all'ordine del giorno carte che vanno dai 70
agli 80 g/m2, ma vengono lavorati anche cartoni da oltre 1000 g/m2, e persino
coperchi per i bicchieri da birra e cartoni microondulati. La popolarità della
carta granulata è ormai un po' sorpassata. Accanto alle carte calandrate e alle
carte patinate, si sono affermate le carte a superficie opaca.
2.6. Inchiostri da stampaCon
l'avvento dell'essicazione a raggi ultravioletti (UV) e infrarossi (IR), il
settore degli inchiostri da stampa è entrato in una fase di sviluppo di nuovi
tipi sia di inchiostri che di vernici. Tuttavia per la stampa offset l'attuale
stadio di essicazione degli inchiostri è da considerarsi una fase di
transizione, perché i costi in investimenti ed energia per gli impianti di
essiccazione, in termini di economia aziendale, sono spesso molto alti. Gli
inchiostri ad essicazione rapida sono oggi praticamente in concorrenza con gli
inchiostri da stampa per essicazione a raggi UV e IR. Con le cosiddette vernici
«ad acqua» abbiamo oggi a disposizione una nuova categoria di vernici da stampa.
2.7. Prodotti stampantiSe si
prescinde da prodotti stampati di tipo particolare, come oggetti rotondi,
lamiere, circuiti o altro, con la moderna stampa offset è possibile produrre
manufatti stampati, di qualsiasi genere; non esistono più limiti di natura
tecnica. È il criterio di economicità a determinare, nel caso concreto, se un
lavoro va eseguito con il processo di stampa rilievografico, offset o
rotocalcografico.
La gamma dei prodotti offset comprende stampati pubbicitari (ad es.
opuscoli), imballaggi (ad es. confezioni per surgelati, scatole per sigarette,
involucri per cioccolato), stampe commerciali (ad es. formulari, moduli per
offerta, carta da lettera), stampa di libri e calendari, manifesti, libri in
brossura e cartografia, come anche quotidiani e periodici e questa enumerazione
è di gran lunga incompleta.
2.8. Resa di stampaLa velocità
tecnica massima delle macchine viene ridotta all'80% e anche meno da proprietà
riduttive del supporto da stampare, dalla presenza sul foglio di estese
superfici da inchiostrare, da esigenze dell'arresto e, nelle offset da bobina,
dalla rottura del nastro. I tempi ausiliari per la messa in macchina, per il
lavaggio del tessuto gommato e della lastra, che vanno calcolati in termini di
economia aziendale, riducono questo tempo al 60% o meno; ciò equivale a
prestazioni medie di circa 6.000 fogli all'ora. Questo rendimento netto
ottenibile può essere mantenuto, e sicuramente ancora aumentato, con migliori
dotazioni fornite con le macchine, come ad esempio il mettifoglio continuo.
2.9. Qualità di
stampaInchiostri e lastre da stampa perfezionati, tessuti gommati elastici,
metodi di riproduzione standardizzati, pellicole fotografiche ad alta
sensibilità per ogni esigenza d'impiego e, non ultimo, uno straordinario
sviluppo delle tecniche di misurazione generiche e specifiche, hanno costituito
i presupposti per l'alto livello qualitativo raggiunto dalla stampa offset.
Questo incremento della qualità distampa è stato conseguito con una migliore
resa dei dettagli, e più precisamente con una più netta separazione sulla lastra
dei punti del grafismo che vanno stampati e di quelli che non vanno stampati.
Anche una maggiore uniformità di inchiostrazione degli stampati nell'intera
edizione - ad esempio con dispositivi per la regolazione del colore - asstcura
l'alto livello qualitativo del processo offset.
La determinazione dei punti critici nell'impiego delle macchine offset e il
conseguente adattamento negli stadi preparatori della riproduzione e
dell'impressiottamento della lastra, sono irrinunciabili per il conseguimento di
una accresciuta resa qualitativa. In un numero crescente di aziende grafiche si
affermano metodi sempre più raffinati di misurazione e verifica; essi si
estendono dai controlli iniziali ai controlli durante la produzione, fino al
controllo finale del prodotto stampato. L'impiego di densitometri per esami in
trasparenza nella riproduzione, di densitometri a luce riflessa nella stampa, e
la presenza di strisce per la misura degli allungamenti su tutti i lavori di
stampa, o almeno su quelli policromi, è quasi d'obbligo.
3. Preparazione degli originali e
delle forme da stampa
3.1 ComposizioneLa
preparazione fotoelettronica della composizione di titoli e di testi tipica
della stampa offset e rotocalcografica, ha condotto alla ristrutturazione dei
più tradizionali settori professionali e produttivi nell'industria grafica. La
tradizionale figura professionale del tipocompositore e del piombocompositore
non esiste quasi più. Compositori riqualificati, ma anche impiegati d'ufficio e
redattori da un lato, e specialisti EDP (electronic data processing)
dall'altro, si assumono la manovra o la manutenzione della compositrice
elettronica. lì personale che lavora nelle sale di preparazione dei layout,
ha ricevuto per lo più una formazione affine al ramo, ma certo non
specificamente professionale. La molteplicità e il perfezionamento dei
procedimenti nella formazione dei grafismi, facilitano il compito al grafico in
fase di progetto o di puro disegno.
3.1.1. Fotocomposizione mediante
tastiera Stazioni di lavorn centralizzate, ma più spesso anche singole,
sono le macchine per fotocomposizione a tastiera. Queste consistono di una
tastiera, un indicatore ottico per il controllo dei tasti, un computer con
programma di composizione specializzato e dell'unità fotografica. Il prodotto
finito ècomposto mettendo insieme diversi pezzi singoli, a causa della divisione
in strisce per le correztoni.
Nella preparazione delle pagine gli orli tagliati delle giunzioni nelle linee
corrette, causano un notevole lavoro di mascheratura. Per questo motivo i
modelli 'più recenti di macchine fotocompositrici a tastiera, memorizzano i dati
della composizine su un supporto separato (nastri perforati, nastri o dischi
magnetici); per la correzione il testo può essere richiamato dalla memoria senza
spreco di materiali.
3.1.2. Fotocomposizione a
nastroLa decifrazione del testo, la sua elaborazione e l'esecuzione della
composizione avvengono in stadi separati. I dati vengono trasferiti da una
stazione all'altra mediante un mezzo memorizzatore.
Il procedimento di lavorazione tipico può essere:
- - decifrazione del testo e preparazione dei supporti dati;
- - introduzione dei dati registrati su supporto nella macchina,
fotocompositrice con computer integrato;
- - esposizione e sviluppo della composizione su pellicola;
- - lettura di correzione;
- - introduzione dei supporti dati nella unità di correzione video;
- - elaborazione del testo in memoria sulla base delle bozze corrette;
- - emissione di un supporto dati corretto;
- - introduzione del nuovo supporto dati nella macchina fotocompositrice;
- - emissione del testo corretto come composizione finita; - montaggio delle
pagine con ricorso minimo a tagli e giunzioni.
3.1.3. Fotocomposizione
computerizzataIn un sistema di fotocomposizio,ne computerizzato,
apparecchiature e macchine per l'insenmento, memorizzazione, elaborazione ed
emissione dei testi sono collegate via cavo a un elaboratore centrale; questo
controlla tutti i processi di lavorazione. I testi, attraverso macchine da
scrivere, dispositivi di lettura o apparecchiature video collegate in linea,
giungono direttamente nel sistema centrale, e qui vengono memorizzati su dischi
magnetici, dai quali possono essere richiamati per elaborazioni successive su un
terminale video, rimandati al computer centrale dopo il completamento e quindi
trasmessi alla macchina fotocompositrice.
3.1.4. Video e terminaleNella
tecnica di fotocomposizione elettronica lo schermo televisivo rende visibili
tutti i segnali del testo immessi su terminali a tastiera e richiamabili in ogni
fase della composizione e dell'elaborazione del testo. Nei sistemi
computerizzati i terminali video sono collegati via cavo con la centrale di
controllo.
Il procedimento di lavorazione tipico può essere:
- - richiamo del testo memorizzato;
- - correzione e stesura;
- - rinvio alla giustificazione automatica e alla divisione sillabica;
- - nchiamo deI testo finito e controllo della successione delle linee;
- - rimemorizzazione su dischi magnetici;
- - trasferimento alla fotocompositrice o a una stampante veloce o
trasmissione su un altro terminale video.
Le macchine per scrivere automatiche fanno parte, ìnsteme alla
composizione fotoelettronica, della moderna tecnica di composizione. Nella
composizione è possibile richiamare simboli, parole, linee e paragrafi per
eflfettuare controlli e correzioni. I mezzi di memorizzazione, come le cassette
a nastro magnetico o i floppy disk, possono essere registrati e poi
nuovamente registrati in sala di composizione, tenendo conto delle indicazioni
compositive, su un secondo supporto dati, che comanderà a sua volta la macchina
per la composizione automatica.
3.2. FotoriproduzioneLe più
importanti esigenze a cui devono soddisfare le pellicole impressionate nella
macchina fotografica per riproduzioni, sono: l'esatta riproduzione in scala, la
definizione e la gradazione dei toni. Attrezzature sulla reprocamera per
l'automatizzazione della messa a fuoco, oppure strumenti indicatori per la
lettura del grado di definizione, facilitano la regolazione della nitidezza.
La giusta durata dell'esposizione viene influenzata dai seguenti fattori:
- - chiarezza dell'originale;
- - illuminazione dell'originale;
- - scala della riproduzione;
- - apertura dell'obiettivo (diaframma);
- - grado di sensibilità della pellicola fotografica.
Gli originali
da riprodurre vengono misurati con un densitometro. Il risultato della
misurazione viene immesso nell'apparecchio che programma l'illuminazione; questo
determina il fattore di correzione dei valori di esposizione. Gli apparecchi
fotoelettronici di dosatura della luce, compensano le oscillazioni di intensità
della luce che si verificano durante l'esposizione. Il sistema del diaframma
equivalente, compensa l'influenza delle scala della riproduzione sul tempo di
esposizione. Le riprese del retino richiedono una doppia esposizione. A una
pre-esposizione che interessa l'intera superficie di ripresa, segue la vera e
propria riproduzione della figura.
3.2.1. Ripraduzione mediante
macchina fotografica La tradizionale riproduzione avviene con macchina
fotografica per riproduzione a struttura orizzontale o verticale. La macchina
fotografica a caricatori ad ambiente unico e a fascio di raggi di ripresa
orizzontale, costituisce il tipo più classico. Le macchine fotografiche a due
ambienti, i cui obiettivi si trovano in ambiente chiaro e i caricatori in camera
oscura, rendono più agevole l'impiego.
Tecniche di riproduzione perfezionate e apparecchiature elettroniche ad alta
tecnologia oggi, anche in confronto con la riproduzione tramite scanner, possono
soddisfare qualsiasi desiderio e possibilità. L'offerta di pellicole da
riproduzione èin grado di rispondere a tutte le esigenze. La scomposizione di
originali a mezzatinta in punti di retino, risulta dalla interposizione del
retino graduato o mediante apparecchio con retino a contatto. La retinatura
diretta nella macchina da riproduzione, dà una resa migliore.
3.2.2. Riproduzione mediante
scanner Nella riproduzione con scanner i dati, in forma digitale, della
figura da esplorare, vengono trasmessi da un calcolatore di misura a un
calcolatore di controllo, e immagazzinati elettronicamente su una memoria a
dischi. Le memorie a dischi dei moderni impianti sono in grado di immagazzinare
i punti di retino di un formato di pellicola fino a 40x50 cm in retini di 60
linee/cm per tutte le quattro selezioni di colore.
Numerosi originali di soggetti diversi possono venire esplorati o memorizzati
uno dopo l'altro; per questo ogni figura riceve un codice che contraddistingue
la sua posizione specifica sulla pellicola che verrà successivamente
impressionata riproduzione. La riproduzione avviene quando tutte le
immagini a colori sono state elaborate e immagazzinate, vengono impressionate su
pellicola da iene in successione per il giallo, il cyan, il magenta e il nero.
Nello scanner un elaboratore analogico del colore esegue la correzione dei
colori e dei valori tonali. Inoltre lo scanner può riprodurre originali in scala
o anche con la modifica di una dimensione, le modificazioni di scala vanno dal
20 al 2000%. Per una composizione a colori in formato Uni A5, i tempi di
scrittura sono di circa 9 minuti per 150 linee al centimetro.
3.3. Impressionamento delle lastre
da stampaLa razionalizzazione tramite sistemi di elaborazione integrati,
contrassegna il processo prod uttivito dell'allestimento delle lastre offset.
Molti fabbricanti di lastre hanno trasferito i processi della tecnica di
riproduzione ad unità di produzione semi- o completamente automatiche, che unite
alla lastra e ai prodotti chimici per il suo trattamento, vengono offerte come
sistemi integrali.
Sostanzialmente si possono distinguere quattro diversi campo d'impiego per
altrettanti corrispondenti tipi di lastre:
- - bozze di stampa;
- - piccole tirature;
- - medie tirature;
- - grandi tirature.
Quasi tutti i tipi di lastre sono
presensibilizzati. Nelle lastre presensibilizzate lo strato stampante è lo
stesso strato sensibile. In Europa predomina da vari decenni la riproduzione con
lastre presensibilizzate positive, che vengono impressionate mediante un foglio
di montaggio in positivo. Con le lastre presensibilizzate positive lo strato
sensibile rimane nelle aree stampanti come supporto di immagini, mentre nelle
a-ree non stampanti tali strati vengono eliminati dopo l'esposizione tramite lo
sviluppo.
La riproduzione in negativo (esposizione da foglio di montaggio in negativo),
proveniente dagli Stati Uniti, si sta diffondendo, anche se lentamente, in modo
particolare nell' allestimento automatico delle lastre e nella stampa dei
giornali. Anche in questo caso lo strato stampante coincide con lo strato
sensibile; lo strato sensibile, schermato dall'esposizione in corrispondenza
delle parti annerite della pellicola, nei punti liberi da immagini viene rimosso
dalla lastra in fase di sviluppo.
3.3.1. Montaggio della forma
Per il montaggio delle pellicole utilizzabili si costruisce sul tracciato
di un foglio di montaggio indeformabile la disposizione del foglio di stampa.
Disposizione, inizio di stampa, rifilature e tagli intermedi, crocini di
registro, numeri delle pagine, segnature, segni di piegatura, numero e posizione
delle pellicole del testo e altre informazioni necessarie, vengono tracciate in
modo preciso e al giusto posto sul foglio di montaggio, in scala 1:1. Su un
foglio di montaggio di poliestere, trasparente e di dimensione stabile, fissato
sul foglio tracciato, avviene il montaggio delle pellicole.
Queste vengono fissate sul foglio di montaggio a rovescio - con lo strato
sensibile verso chi guarda - mediante strisce autoadesive trasparenti o colle
liquide, per esempio collanti spray. Un montaggio preciso è uno dei più
importanti presupposti per un esatto registro nelle macchine offset.
Nella impressione della lastra, trasmissione fotomeccanica del soggetto sulla
lastra da stampa, lo strato della pellicola montata è in contatto diretto con lo
strato sensibile della lastra. Così si evitano le sottoesposizioni (incidenza
della luce) tra pellicola e lastra e la conseguente perdita di dettagli connessa
con questo problema particolarmente nei valori tonali più tenui. Ogni montaggio
dovrebbe comprendere strisce di misurazione per i controlli di qualità nella
stampa.
Per lavori policromi od ordinazioni ripetute, è possibile produrre dal
montaggio-base una cosiddetta «copia di riferimento» su un foglio apposito di
laminato plastico, presensibilizzato, di dimensioni precise. Questa copia di
riferimento, di colore blu o rosso, è la base per la messa a punto di tutti i
successivi montaggi di questa forma per le varie ordinazioni di stampa.
3.3.2. Riproduzione al telaio
L'impressionamento delle lastre al telaio, è ancor oggi la regola. I telai
da riproduzione sono stati perfezionati dal punto di vista tecnico. Dispositivi
di dosaggio della luce compensano le oscillazioni di tensione della corrente di
rete. La lastra da stampa non viene più impressionata dopo determinate unità di
tempo, ma di volta in volta con l'irraggiamento della medesima quantità di luce.
L'accresciuta efficacia del vuoto pneumatico assicura una pressione di contatto
uniforme, senza inclusione d'aria, tra la lastra e il foglio di montaggio su di
essa adagiato. Il problema della trasmissione della luce (e della relativa
correzione) ai bordi laterali viene considerevolmente ridotto tramite i
dispositivi automatici a lamine di dispersione. Questi possono influenzare, se
non impiegati correttamente, la tonalità della riproduzione, che diventa più
acuta.
3.3.3. Riproduzione a
macchinaLa riproduzione a macchina rende superfluo il montaggio delle
pellicole sull'intera forma di stampa. Per ogni soggetto viene adattata soltanto
una singola pellicola nel reticolo di un laio di vetro, che viene
automaticamente o semiautomaticamente predisposto dalla macchina nella posizione
programmata. Le macchine di riproduzione ripetitive sono conosciute nel settore
degli stampati commerciali e dei periodici, come pure nella stampa di etichette
e di imballaggi.
Relativamente nuove sono le macchine da riproduzione a sostituzione di
originali. Queste sostituiscono l'originale da riprodurre insieme alla maschera
corrispondente. Un dispositivo a luce diffusa rende la correzione ai bordi della
pellicola sulla lastra praticamente superflua. Di norma queste macchine da
riproduzione sono dotate di un sistema di registrazione. Su uno speciale
dispositivo di piazzamento del montaggio viene fissato sotto vuoto il foglio di
supporto fornito di perforazioni di registro. Le pellicole utili, senza fòri di
registro, vengono montate visualmente seguendo dei segni di registrazione. Dopo
la messa a registro della prima pellicola il montaggio delle selezioni di colori
- con il sistema di registro disponibile - è semplicissimo.
Le moderne macchine da n'produzione vengono comandate elettronicamente
tramite una tastiera. Un monitor mostra il programma memorizzato del processo di
lavoro. Una volta inseriti, i programmi possono essere successivamente
modificati a piacere e memorizzati sui supporti dati. I sistemi semi-automatici
sono adatti soprattutto per impieghi ridotti della macchina da riproduzione.
3.3.4. Sorgenti di luceLe
lampade ad alogenuro metallico hanno rimpiazzato completamente le lampade a xeno
nella riproduzione offset. In questo modo si e risposto alle esigenze di brevi
tempi di esposizione, maggiore durata di funzionamento, costi di esercizio
vantaggiosi e soprattutto di uno spettro di emissione della luce adeguato
alle emulsioni sensibili.
3.4. Bozze di stampaLe bozze
di stampa permettono un primo confronto con l'originale, ossia con il modello,
prima della tiratura definitiva. Esse costituiscono la base, come controllo
qualitativo per la riproduzione, delle correzioni cromatiche e dei valori
tonali. Le macchine tirabozze, a confronto con le macchine da stampa, sono
costruite in modo meno dispendioso. Hanno un dispositivo per la tiratura manuale
di un foglio singolo con arresto a tempo. La lastra viene bloccata su una base
piana. Il principio rotativo interessa solamente il cilindro di trasferimento.
Le macchine tirabozze dispongono di un gruppo inchiostratore con solo pochi
rulli.
Il presupposto necessario perché una bozza sia comparabile con la tiratura
definitiva, è che vi siano uguale carta, uguali inchiostri, uguale successione
dei colori, e la simulazione dell'ingrossamento dei punti rispetto alla tiratura
definitiva.
3.4.1. Bozze con macchine a banco
pianoNelle macchine a banco piano di costruzione tradizionale azionate a
mano o a motore, il foglio viene appoggiato manualmente e la lastra di stampa
viene fissata su una base piana che esercita contemporaneamente la funzione di
contropressione. Il tessuto gommato è teso su un cilindro, che gira rotolando
sulla lastra e prende da questa gli inchiostri, che trasferisce poi sulla carta
su una seconda base piana, che esercita contemporaneamente la funzione di
contropressione. Il tessuto gommato è teso su un cilindro, che gira rotolando
sulla lastra e prende da questa gli inchiostri, che trasferisce poi sulla carta
su una seconda base piana.
I vantaggi di questo procedimento a confronto delle macchine da stampa
sono:
- - basse spese di investimento per le macchine:
- - minor consumo di materiali:
- - facilita d'impiego,
Gli svantaggi sono:
- - svolgimento della stampa piano-rotativa anziché doppiamente rotativo:
- - bassa velocità di stampa;
- - differenza rispetto ai risultati della stampa definitiva, causata dal
sistema di inchiostrazione semplificato.
3.4.2. Bozza con macchina da
stampaAlcune stamperie producono le loro bozze su macchine da stampa di
piccolo formato. Le condizioni di stampa simili permettono la migliore
concordanza tra bozze e tiratura definitiva. Le differenze nella tecnologia dei
procedimenti industriali si limitano alle restanti disparita rispetto alla
stampa bagnato-su-bagnato nelle macchine offset a più colori,
I vantaggi di questo metodo di produzione di bozze sono:
- - migliore concordanza tra stampa delle bozze e stampa definitiva;
- - più rapida riproduzione nel caso di un certo numero di bozze o di
ridotte pretirature di prova.
Gli svantaggi sono;
- - più alte spese d'investimento:
- - maggior consumo di materiali:
- - sistema di lavoro più dispendioso per piccole quantita di bozze.
3.4.3. Produzione della bozza senza
la lastraI moderni sistemi di prova del colore simulano i risultati di
stampa con mezzi di tecnica riproduttivo che utilizzano la luce ambientale.
Permettono - più in fretta che con la bozza - la verifica della riproduzione per
la correzione delle pellicole prima della preparazione delle lastre. Le «stampe»
a prova di colore («proofs») possono, per la loro qualita simile alla stampa, la
loro convenienza e velocità di produzione, sostituire degnamente la prima bozza.
Le stampe a prova di colore si ottengono nel modo seguente: una pellicola
sensibile ai raggi UV viene rivestito con l'ausilio di un laminatoio con carta
verniciata a getto. Il foglio laminato viene impressionato a contatto con il
primo positivo su pellicola: per questo si deve impiegare una perforazione di
registro. Sul foglio così impressionato viene applicato un toner cromatico.
Questi tre stadi operativi - laminatura, esposizione, applicazione del toner -
vengono ripetuti per ogni colore. Infine viene sovrapposto per laminazione uno
strato protettivo polimerico che può essere trattato con un toner opaco.
3.4.4. Macchine tirabozzeIl
mercato delle macchine tirabozze viene spartito fra un numero relativamente
basso di ditte fornitrici. Ogni prodotto presenta determinati vantaggi. Con
l'eccezione di una macchina nel formato l20xl60 cm, i formati di circa 70xl00 cm
costituiscono la regola. In quasi tutte le macchine si è affermato il
raffreddamento del basamento, Anche l'azionamento automatico mediante pulsanti è
standard. Oggi vengono, inoltre, offerti velocità di stampa regolabile e gruppo
inchiostratore intereambiabile. In modo diverso, rispetto al classico sistema a
base piana, opera una macchina completamente rotativa umido-su-umido, che
intende cosi tener conto dei reali rapporti di sviluppo della stampa definitiva
(di edizione).
4. Macchine offset da foglio
4.1. Sistemi di gruppi di
stampaLe macchine offset da foglio hanno tre cilindri per la stampa di ogni
colore: il cilindro lastra come cilindro portaforma, il cilindro caucciù come
cilindro di trasferimento e il cilindro di contropressione. Tutte le macchine
offset hanno in comune il principio funzionale rotativo indiretto od «offset».
In questo settore non sussistono differenze fondamentali tra i tipi di macchine
attualmente prodotti dalle diverse ditte costruttrici.
4.1.1. Sistema atre cilindriI
produttori di macchine da stampa impiegano il sistema a tre cilindri tanto per
le macchine a un colore quanto per le macchine a più colori nel sistema
costruttivo ad elementi in serie. Prescindendo da poche eccezioni, le macchine
vengono progettate secondo il principio dei cilindri di uguale diametro.
4.1.2. Sistema costruito ad
elementi in serieIl sistema costruttivo ad elementi in serie consente di
installare un numero qualsi voglia di gruppi di stampa uno di seguito all'altro.
Nelle macchine offset del sistema costruttivo ad elementi in serie, il foglio
percorre lo stesso tragitto da un gruppo di stampa al successivo, quindi anche
gli intervalli di tempo fra le successive inchiostrazioni sono uguali. Sistemi a
tamburo o a catena con barre-pinze trasferiscono il foglio ai gruppi di stampa.
L'ingombro in pianta del sistema costruttivo ad elementi in serie è leggermente
maggiore di quello degli altri sistemi. I gruppi inchiostratori e umidificatori
nelle macchine con sistema costruttivo ad elementi in serie sono identici e sono
sempre situati al di sopra del cilindro lastra. Ogni singolo colore viene
stampato separatamente in successione.
4.1.3. Sistema a cinque cilindri (a
semisatellite)Intorno a un cilindro di contropressione si dispongono due
gruppi di stampa. I tre sistemi costruttivi più conosciuti hanno le seguenti
caratteristiche costruttive:
- - cinque cilindri di ugual diametro. Un gruppo di stampa lavora dall'alto,
l'altro trasferisce gli inchiostri di stampa dal basso;
- - cinque cilindri di ugual diametro, che sono disposti in forma di «V»;
- - quattro cilindri lastra e caucciù di uguale diametro, che agiscono su un
cilindro di contropressione di diametro doppio.
Le macchine offset del
sistema costruttivo a cinque cilindri a «V» oggi non vengono più prodotte. Il
sistema a cinque cilindri con il cilindro di pressione di diametro doppio è
relativamente nuovo. All'interno del gruppo di macchine del sistema a cinque
cilindri, i tipi con cilindri di diametro uguale - soprattutto nei grandi
formati - detengono una considerevole quota di mercato.
4.1.4. Sistema costruttivo a
satellitiLa disposizione del gruppo di stampa secondo il principio a
satelliti, viene impiegata soprattutto nella costruzione delle macchine offset
da bobina. Il principio a satelliti tuttavia viene inserito anche in un tipo di
macchina da foglio, che offre un'interessante alternativa per quanto concerne il
trasferimento del foglio: diversi gruppi di stampa, normalmente quattro, sono
disposti intorno a un cilindro di contropressione. In questo modo si possono
stampare quattro colori senza scambiare il foglio. Pertanto non si hanno
variazioni di registro durante lo scambio tra le pinze. È questione di opinioni,
se questo sistema costruttivo soddisfi le esigenze di accessibilità ottimale e
non sia invece inferiore a questo riguardo, alle macchine di altri sistemi
costruttivi.
4.1.5. Macchine per stampa in
bianca e voltaLa stampa contemporanea di entrambe le facciate della carta è
stata per lungo tempo una prerogativa delle macchine offset da bobina. I
conseguenti sforzi per estendere questo vantaggio alle macchine offset da
foglio, sono frattanto risultati in due sistemi costruttivi: macchine
commutabili, che possono essere convertite dalla stampa su una sola facciata a
quella su entrambe le facciate, e macchine che lavorano secondo il principio
cosiddetto «caucciù-contro-caucciù».
4.1.5.1. Macchine convertibili per stampa in bianca e volta.Tutte le
ditte produttrici importanti nel settore dei formati medi, costruiscono macchine
da stampa che possono essere convertite dalla stampa su una sola facciata a
quella su entrambe le facciate del foglio. Per quanto riguarda il principio
costruttivo, si tratta di normali macchine per più colori, nelle quali il
foglio, tramite un dispositivo di ribaltamento, prima di passare attraverso un
determinato gruppo di stampa, per lo più scelto a piacere, viene sottoposto a
un'inversione di marcia per la stampa sulla facciata posteriore. Una macchina
offset a quattro colori con dispositivo volta-fogli inserito dopo il secondo
gruppo di stampa può essere, per esempio, comandato in modo tale, che il foglio
venga stampato sulla faccia anteriore e su quella posteriore, ad ogni passaggio,
in due colori.
4.1.5.2. Principio a quattro cilindri (principio caucciù-contro-caucciù).
Questa disposizione dei gruppi di stampa risulta priva di un proprio
cilindro di contropressione; la necessaria contropressione viene esercitata dal
cilindro caucciù del secondo gruppo di stampa. Con le macchine del principio a
quattro cilindri vengono prodotti prevalentemente lavori di stampa su carta
naturale. Il principio caucciù-contro-caucciù viene impiegato nelle macchine
offset per formati medi con tre eccezioni. Le eccezioni sono costituite da un
modello da 50x70 cm e da altri due modelli nel settore dei formati molto grandi.
4.2. Ulteriori caratteri
distintiviI singoli tipi di macchine offset si differenziano nel modo più
notevole, oltreché per la costruzione del gruppo di stampa, per le modalità di
trasferimento del foglio, per la dotazione di accessori, per la facilità
d'impiego e per la loro velocità massima.
4.2.1. Trasferimento del
foglioPer il trasferimento del foglio all'interno delle macchine offset, si
sono affermati tanto il sistema a tamburi quanto il sistema con carrelli a
pinze. Le macchine del sistema costruttivo ad elementi in serie impiegano di
preferenza il trasporto e il trasferimento del foglio per mezzo di tamburi; nel
sistema a cinque cilindri s'impiegano, a questo scopo, carrelli a pinze
trasportati da catene. Nelle macchine offset del sistema costruttivo a
satelliti, il cilindro di contropressione conduce il foglio attraverso tutti e
quattro i gruppi di stampa.
4.2.1.1. Alimentazione a tamburo. Il foglio viene trasferito da
un gruppo di stampa all'altro tramite uno o più tamburi, Il frequente scambio
tra pinze viene perfettamente controllato e anche dopo un uso prolungato non
rappresenta un fattore di insicurezza nella stampa.catene, preleva il foglio dal
cilindro di pressione e lo trasporta senza ulteriori scambi di pinze al seguente
doppio gruppo di stampa. catene, preleva il foglio dal cilindro di pressione e
lo trasporta senza ulteriori scambi di pinze al seguente doppio gruppo di
stampa.
4.2.1.2. Carrelli a pinze. Questo metodo di trasferimento si trova
esclusivamente in macchine del sistema costruttivo a cinque cilindri. Uno
dei molti carrelli a pinze del circuito di Al momento dello scambio il carrello
viene sollevato rispetto alle catene. Di conseguenza, Io scambio è mantenuto a
registro tramite denti e forcelle di posizionamento, e il gioco delle catene non
ha influenza sulla precisione del meccanismo.
4.3. MettifogliIl mettifogli
ha il compito di separare un foglio per volta dalla pila e di accelerano fino
alla velocità della macchina. La separazione del foglio avviene per mezzo di
aria aspirata e soffiata. Mentre degli elementi aspiranti sollevano il foglio
dalla pila carta, gli ugelli soffiatori introducono un cuscinetto d'aria tra il
foglio superiore e la pila. Delle ventose trasportano quindi il foglio verso la
tavola di puntatura.
Alle macchine offset da foglio per medi e grandi formati possono essere
collegati dei mettifoglio non-stop con alimentazione ininterrotta dei fogli
(aumento della resa). I moderni mettifogli - nelle macchine offset da foglio più
grandi, mettifoglio a squame - dispongono di molteplici possibilità di
regolazione. Nel mettifogli sono incorporati dispositivi per l'allineamento
automatico del livello della pila carta con il piano della tavola di puntatura,
la regolazione in altezza della testa aspirante, una registrazione automatica
della pila carta e un motore per il sollevamento rapido della pila stessa.
1. Mettifogli a foglio singolo. Il mettifogli a foglio singolo si può
ancora trovare in alcune macchine olfset da foglio per piccoli formati, a marcia
più lenta. Ogni singolo foglio viene separato dalla pila carta per mezzo di una
barra a ventose che ne aspira il bordo anteriore. In seguito una serie di pinze
lo afferra e lo guida lungo la tavola di puntatura lino ai registri frontali.
Alle alte velocità e per i più grandi formati questo tipo di mettifogli é più
problematico. Nei piccoli formati ha invece il vantaggio che con molti passaggi
di stampa che si susseguono a brevi intervalli, nessun rullo o nastro viene ad
insistere sugli inchiostri ancora freschi.
2. Mettifogli a squame. Al bordo posteriore del foglio aderiscono due
o più ventose di separazione, esse aspirano il foglio con movimenti ascendenti
simultanei. Le macchine veloci e per grandi formati, dispongono di quattro
ventose rispettivamente di separazione e di trasporto. In luogo delle finora
consuete ventose di ribaltamento e di trasporto, vengono oggi preferite ventose
a molla e a caduta. Differenze di altezza all'interno della pila possono cosi
essere compensate. Dopo l'aspirazione entra in funzione un elemento soffiante
progettato a forma di piede, il piedino di pressione che si dispone da dietro
sotto il foglio aspirato e sopra la pila, impedendo così l'aspirazione di altri
fogli; per questo scopo, crea un cuscinetto d'aria sotto il foglio. In aggiunta
a questo, dei soffiatori supplementari disposti lateralmente alla pila carta
contribuiscono a facilitare la separazione del foglio superiore dalla pila;
contemporaneamente, i fogli sottostanti vengono separati. Il foglio superiore
viene ora prelevato dalle ventose di trasporto e consegnato alla prima serie di
rulli di avanzamento, che Io fa avanzare sulla tavola di puntatura; altri rulli
lo conducono ai dispositivi di registrazione. Questa procedura si ripete, mentre
il foglio copre ancora parzialmente la pila carta, per il foglio successivo,
ininterrottamente. In questo modo, i fogli vengono condotti ai dispositivi di
registrazione in successione scaglionata. La fitta successione di fogli lascia a
ogni foglio il tempo sufliciente per allinearsi sui registri frontali e disporsi
contro i registri laterali.
3. Mettifogli "a paternoster" o non stop. Sotto la pila carta che sta
per terminare di circa 500 fogli, che sono disposti su delle bacchette o su una
rastrelliera, viene introdotta una nuova pila, che viene sollevata direttamente
a contatto della rastrelliera. Con un'attenta estrazione della rastrelliera, la
nuova pila di carta viene unita al resto della pila precedente formando una pila
unica.
4. Tavola di puntatura. La tavola di puntatura è l'elemento d'unione
che collega il mettifogli al gruppo di stampa: la sua costruzione contribuisce a
determinare una velocità sempre più alta delle macchine da stampa.
particolarmente per quanto riguarda il percorso preciso del foglio. Il foglio
viene guidato e trasportato fra una serie di rullini e da quattro a sei nastri
continui. I rullini di gomma, materiale sintetico o setole sono fissati sopra la
tavola di puntatura al cosiddetto telaio ribaltabile. I rulli di gomma servono a
trasportare i fogli: i rulli di matteriale sintetico vengono regolati
direttamente sul bordo posteriore del foglio, quando questo si trova contro i
registri anteriori. si evita in questo modo che esso rimbalzi all'indietro. I
rulli di setola danno una spinta ulteriore al foglio e impediscono che esso si
sposti, quando si trova contro i registri anteriore. Il telaio ribaltabile è per
lo più costruito in modo da poter essere bloccato sulla tavola, così che i
cartoni pesanti non possono sollevarlo e il trasporto del foglio non ne debba
essere siavorevolmente influenzato. Le carte sottili oppongono resistenza a
entrare regolarmente nei registri anteriori; per questo motivo sono state
sviluppate speciali tavole di puntatura con inserto reticolare che portano un
notevole miglioramento.
5. Preregistrazione anteriore del foglio. Le macchine offset da foglio
per grandi formati, ma anche per formati medi, sono corredate di un meccanismo
di allineamento preliminare del foglio. Questo effettua un allineamento
preliminare del foglio sul bordo anteriore, lo rallenta gradualmente e lo guida
poi ai registri anteriori. Con la crescente velocità delle macchine e
particolarmente nei grandi formati, viene conseguito in questo modo un perfetto
registro nella puntatura del foglio.
Nella
puntatura ogni foglio viene arrestato a messo a registro tramite i registri
frontali e la squadra laterale. Un meccanismo di messa a registro preliminare
rallenta il foglio in alcuni tipi di macchine per medi e grandi formati e
provvede ad un'approssimativa preregistrazione del foglio.
I dispositivi di controllo dei doppi fogli, elettromeccanici o
fotoelettronici, impediscono il passaggio contemporaneo di più fogli dalla pila
carta sulla tavola di puntatura. I fogli che arrivano storti o in ritardo.
vengono segnalati dal dispositivo di controllo dei doppi fogli. Un arresto sui
registri frontali viene fatto scattare automaticamente per impedire che questi
fogli passino nella macchina.
4.3.1.1. Registri frontali. Il numero dei registri frontali dipende
dal formato massimo del foglio che ciascuna macchina èin grado di stampare. Le
macchine per grandi formati dispongono di un numero di registri frontali che va
da sei fino a dieci; i modelli per formati medi, ne hanno in dotazione da
quattro a sei. I canoni e le cane standard devono allinearsi sui due registri
frontali più esterni. che si trovano rispettivamente ad un quarto della
larghezza del formato da stampare partendo dai bordi laterali del foglio. I
registri più interni devono essere disposti in posizione appena arretrata
rispetto al bordo anteriore del foglio, dalla pane del cilindro di pressione.
Fanno eccezione a questa regola i fogli o i supporti di stampa molto sottili e
instabili, in formati grandi, e mal rifilati. Se la carta è molto sottile.
dovrebbe venire a contatto di almeno quattro registri regolati esattamente su un
identico allineamento. A seconda delle loro caratteristiche costruttive, le
macchine offset vengono equipaggiate con registri frontali che agiscono dal di
sopra o dal di sotto. Nelle macchine offset da foglio con il dispositivo
«feed-roll», i registri frontali si trovano direttamente sul cilindro di
pressione.
4.3.1.2. Squadre laterali . Per la messa a registro laterale il foglio
viene allineato sull'arresto della squadra laterale. Per i cartoni pesanti sono
state costruite negli ultimi anni delle squadre laterali che possono sia tirare
che spingere il foglio; la squadra laterale a spinta che si trova dalla pane
opposta collabora con la squadra a trazione per la corretta registrazione
laterale del foglio. La registrazione laterale ha luogo solo dopo che il foglio
è stato registrato sul suo bordo anteriore. Esso viene portato fin contro un
arresto tramite un martelletto mobile o tramite un'asta a trazione e un rullino
a cui è collegata una lamiera di copertura con la funzione di invito carta.
4.3.2. Immissione ed accelerazione
del foglioPoiché il foglio dev'essere rallentato prima di raggiungere i
registri frontali per un'accurata registrazione, esso deve poi essere nuovamente
accelerato fino a raggiungere la velocita della macchina. Un elemento di
immissione - pinze oscillanti o tamburo d'immissione - consegna il foglio al
cilindro di pressione, che lo fa passare attraverso la zona di stampa.
4.3.2.1.Pinze oscillanti. Questo sistema di pinze oscilla avanti e
indietro tra la tavola di puntatura e il cilindro di pressione. Si possono
distinguere sistemi oscillanti centrati oppure eccentrici, che possono essere
disposti al di sopra o al di sotto della tavola di puntatura. Nei sistemi
disposti al di sotto è necessario internorre un tamburo di alimentazione
supplementare tra le pinze oscillanti e il cilindro di pressione. Le pinze
oscillanti a sistema centrico, devono eseguire il loro movimento dai registri
frontali al cilindro di pressione e ritorno, in corrispondenza dell'incavo del
cilindro di pressione. Esse sono dunque adatte solamente per macchine a
movimento lento e di piccolo formato. Le pinze oscillanti a sistema eccentrico
hanno a disposizione, per il loro movimento in avanti e indietro, il tempo
corrispondente al passaggio di quasi tutto lo sviluppo periferico del cilindro,
ossia di 360 gradi. Esse vengono perciò impiegate nelle macchine di elevata
velocità e di grande formato.
4.3.2.2. Immissione a tamburo. A titolo di esempio, per le diverse
varianti dell'immissione a tamburo, si descrivono qui il tamburo con pinze a
movimento differenziale e il tamburo ad arresto.
1. Tamburo con pinze a movimento differenziale (tamburo di registro).
Il tamburo porta al suo interno un sistema separato di pinze mobili. Questo
cosiddetto «ponte a pinze» gira intorno a un centro di rotazione all'interno del
tamburo, con un movimento di rotazione diretto in avanti, il «ponte» gira più
velocemente del tamburo e realizza nei confronti di questo un anticipo sul
tempo. Non appena ha raggiunto la tavola di puntatura, il ponte a pinze ruota
all'indietro nella direzione opposta a quella di rotazione del tamburo. Da ferme
-in quanto la somma algebrica dei due movimenti è zero - le pinze prelevano il
foglio dai registri frontali. Mediante il rallentamento del movimento di
rotazione inversa delle pinze, il foglio viene ora gradualmente accelerato.
Quando il ponte a pinze si trova di nuovo alla pari con il tamburo di
immissione, il foglio ha riacquistato la medesima velocità del tamburo e del
cilindro di pressione. A questo punto il foglio viene consegnato al cilindro.
2. Tamburo di arresto. Il tamburo ad arresto si trova sotto la tavola
di puntatura e contiene due sistemi di pinze. Durante una rotazione vengono
immessi due fogli. Il tamburo ad arresto si ferma dopo un mezzo giro per la
chiusura delle pinze e in un quarto di giro porta il foglio alla velocità del
cilindro. In tal modo il movimento di ritorno delle pinze oscillanti è stato
trasformato in un movimento in avanti del tamburo, che dopo ogni rivolgimento di
180 gradi prende un foglio dalla tavola di puntatura.
3. Immissione a rullini (sistema «feed-roll»). Il foglio
precedentemente registrato viene trasportato tramite coppie di rullini dalla
tavola di puntatura ai registri del cilindro di pressione rotante, Durante la
messa a registro preliminare i rullini restano fermi; successivamente i rullini
superiori si abbassano su quelli inferiori. Solamente dopo la presa del foglio i
rullini si muovono nella direzione del cilindro di pressione e portano con sé il
foglio. I registri per la registrazione preliminare agiscono in sincronia con i
rullini e permettono l'assestamento del foglio. I rullini ora lo trasportano, a
una velocità che è appena più alta della velocità periferica del cilindro di
pressione, contro i registri del cilindro di pressione stesso.
4.4. Sistemi di
umidificazioneCome sempre la qualità di stampa dipende in misura
considerevole dalla erogazione costante del mezzo umidificatore. A questo
riguardo gli sforzi sono stati quindi particolarmente intensi. Sono stati
sviluppati molti sistemi, senza tuttavia riuscire, finora, a risolvere in modo
definitivo il problema dell'umidificazione. Tra i migliori sistemi di
umidificazione finora realizzati è da annoverare la categoria dei gruppi
umidificatori ad alcool. Alcuni tentativi di stampare senza alcun ricorso
all'umidificazione, non hanno dato buoni risultati pratici.
4.4.1. Gruppo umidificatore
convenzionaleIl classico trasferimento del mezzo umidificatore tramite
rulli rivestiti di materiali adatti, è del tutto semplice e senza problemi. In
molti casi gli stampatori tornano a questo collaudato sistema di umidificazione,
che pur presentando molti inconvenienti è tuttavia relativamente facile da
manovrare e da sorvegliare. Il gruppo umidificatore tradizionale è costituito da
un rullo erogatore, un rullo prenditore intermittente, un rullo va-e-vieni
cromato e due rulli umidificatori rivestiti di tessuto. Questi rivestimenti di
tessuto costituiscono una nserva d'acqua relativamente abbondante. Il sistema da
un lato è scarsamente soggetto ad anomalie di funzionamento, ma d'altro lato
reagisce in modo estremamente lento in confronto con altri sistemi di
umidificazione.
4.4.2. Gruppi umidificatori ad
alcool di tipo normaleAll'inizio degli anni '70 venne introdotto il sistema
di umidificazione ad alcool, particolarmente nelle macchine per piccoli formati,
per i tempi di lavaggio più brevi. Questo procedimento di umidificazione ad
alcool, con tempi di manutenzione minimi rispetto a quelli dell'umidificazione
tradizionale, è stato realizzato sostituendo i rulli rivestiti di tessuto con
rulli non rivestiti di uguale diametro. L'aggiunta di circa il 15-20% di alcool
isopropilico, diminuisce la tensione superficiale dell'acqua impiegata per
l'umidificazione e migliora la sua capacità di distribuirsi uniformemente sulla
lastra da stampa.
4.4.3. Gruppi umidificatori ad
alcool senza prenditore Il mezzo umidificatore viene distribuito sulla
lastra con continuità, cioè senza il moto intermittente del rullo prenditore.
Per la bassa capacità di immagazzinamento e l'erogazione uniforme del mezzo
umidificatore. l'equilibrio inchiostro/ acqua viene conseguito rapidamente.
Questi sistemi di umidificazione reagiscono quasi senza tempi d'inerzia, quindi
immediatamente, ad ogni modificazione del dosaggio. I rulli umidificatori non
sono rivestiti; sono così assenti svantaggi come la formazione di irregolarità
superficiali o riporti. In chiusura del lavoro o nel passaggio ad altri colori.
i rulli dei gruppi umidificatori ad alcool senza prenditore possono essere
lavati contemporaneamente ai rulli inchiostratori.
4.4.4. Gruppo umidificatore
Roland-MaticIl rullo erogatore ruotante viene azionato da un motore
separato. Il rullo dosatore asporta, comprimendolo. il mezzo umidificante in
eccesso che il rullo erogatore ha prelevato dal recipiente dell'acqua, fino a
ridurlo a uno strato sottile. Questo viene trasmesso al rullo distributore e da
qui giunge tramite un rullo umidificatore non rivestito sulla lastra.
Il rullo umidificatore e il distributore sono sincronizzati con la velocità
periferica del cilindro con comando positivo tramite ruote dentate. L'inchiostro
da stampa raccoltosi sul rullo umidificatore viene distribuito tramite il rullo
pulitore (cannella), per impedire la formazione di riporti.
4.4.5. Gruppo umidificatore
DahlgrenQuesto sistema di umidificazione è ampiamente impiegato soprattutto
negli Stati Uniti. Il gruppo umidificatore consiste nel rullo erogatore cromato
e nel rullo dosatore. Il mezzo umidificante viene trasferito sulla lastra
tramite il primo rullo inchiostratore. Perché l'acqua possa giungere per mezzo
del rullo inchiostratore, che porta il colore, sulla lastra da stampa viene
addizionata del 25-30% di alcool. I rulli inchiostratori svolgono
contemporaneamente il ruolo di rulli umidificatori e adempiono in questo modo ad
una doppia funzione.
4.4.6. Gruppo umidificatore e
centrifugazioneIl gruppo umidificatore a centrifugazione funziona senza
rullo erogatore e rullo prenditore. Dei rotori nebulizzano il mezzo umidificante
e lo spruzzano sul rullo umidificatore; il vantaggio di questo sistema sta nel
fatto che la distribuzione del mezzo umidificante può essere regolata zona per
zona. Il numero di giri dei rotori è indipendente dalla velocità della macchina.
Per la rapida rotazione l'acqua sale all'interno del disco dei rotori e viene
centrifugata. attraverso un'apertura del contenitore, sul primo rullo
inchiostratore. Tra i rotori e il rullo non sussiste quindi alcun collegamento
meccantco.
4.4.7. Altri sistemi di
umidificazione I tentativi di migliorare l'umidificazione hanno portato
anche allo sviluppo di gruppi umidificatori che svolgono soltanto un ruolo
subordinato. o sono adatti solo per macchine speciali. Così sono stati
sperimentati, ad esempio, rivestimenti per rulli umidificatori in materiali
simili alla carta. Nel sistema di umidificazione 3M i rulli umidificatori sono
rivestiti di un materiale sintetico che, una volta bagnato, si restringe e
aderisce ai rulli in modo irreversibile. Nel gruppo umidificatore a spazzola, il
rullo erogatore è costruito in forma di spazzola; tramite movimenti che
producono flessione e brusco rilascio delle setole elastiche, il mezzo
umidificante viene spruzzato sul rullo umidificatore. Il gruppo umidificatore a
linguette e il sistema di umidificazione a condensazione, sono montati nei
torchi tirabozze per stampa in piano. Nel secondo si ha un sistema di
umidificazione a precipitazione di condensa, tramite surraffreddamento del
basamento porta-lastre. Il sistema umidificatore ad ugelli spruzzatori non ha
trovato nella pratica alcun impiego nelle macchine offset da foglio.
4.5. Gruppi inchiostratoriI
gruppi inchiostratori nelle moderne macchine offset da foglio, per quanto
riguarda il flusso dell'inchiostro. la sua suddivisione e la sua tolleranza
all'acqua. sono progettati in modo tale. da garantire con un numero il più
possibile basso di rulli la migliore inchiostrazione. Numero, disposizione e
diametro dei rulli vengono predeterminati con l'aiuto di un computer. Il flusso
principale dell'inchiostro giunge ai due primi rulli inchiostratori.
I rulli rimanenti dei - per la maggior parte dei casi -quattro rulli
inchiostratori, vengono alimentati con una quota minore di inchiostro. L'ultimo
rullo inchiostratore esercita fondamentalmente un'azione di egualizzazione dello
strato d'inchiostro. 1 gruppi inchiostratori con quattro rulli inchiostratori si
sono affermati nei medi e grandi formati. La tendenza va verso gruppi
inchiostratori di dimensioni ancora più ridotte che reagiscono in modo molto
rapido, ma nell'equilibrio inchiostro-acqua sono anche particolarmente
suscettibili di diverse anomalie funzionali.
4.5.1. Rulli del gruppo
inchiostratoreI rulli del gruppo inchiostratore sono ricoperti di materie
plastiche e non più di gomma sintetica. La differente costituzione del
rivestimento di materiale plastico dipende dal tipo d'impiego. I rulli
va-e-vieni e i rulli trascinatori sono per Io più rivestiti di materiale
plastico, ma più raramente anche di rame.
I rulli del gruppo inchiostratore devono rispondere alle seguenti esigenze:
- - finitura superficiale perfetta, vellutata, leggermente cedevole, di
durezza Shore definita, con la massima resistenza a trazione. I rulli devono
trasferire bene i colori sulla lastra, ma anche evidenziare a sufficienza
l'immagine da stampare. e inoltre darne una definizione nitida;
- - perfetta forma cilindrica senza inflessioni:
- - buone proprietà elastiche per quanto concerne la cedevolezza e
l'adattamento della lastra, pur con la necessaria durezza per resistere ai
lavaggi in macchina;
- - insensibilità agli influssi della temperatura, degli inchiostri da
stampa, delle sostanze essiccanti e dei mezzi detergenti: mantenimento della
resistenza a trazione del diametro e della finitura superficiale, anche in
presenza di manenti e di alte velocità di lavoro;
- - resistenza all'invecchiamento e all'abrasione.
4.5.2. Regolazione del gruppo
inchiostratoreLe diverse possibili regolazioni dei gruppi inchiostratori
devono rispondere alle molteplici esigenze delle forme di stampa. Le viti che
regolano le zone di inchiostrazione devono realizzare sulla larghezza della
macchina il maggior numero possibile di zone singole. La lama del calamio non
può da sola deformarsi elasticamente in modo da ottenere regolazioni diverse per
le diverse zone adiacenti. Si esige una dosatura con variazione regolare e
continua. La corsa del rullo va-e-vieni deve potersi ridurre o essere del tutto
eliminata (Irisdruck = stampa iridata, con separazione di più colori nel
calamaio). La minore densità del colore alla fine del foglio dovrebbe essere
influenzata favorevolmente dalla variazione in direzione periferica della
striscia di riporto dovuta all'inversione del movimento va-e-vieni.
Diverse ditte
costruttrici offrono, per le macchine offset di medio e grande formato, dei
dispositivi di controllo dell'inchiostrazione. Due ditte hanno effettuato il
passaggio a dispositivi di regolazione dell'inchiostro completamente automatici
che sostituiscono la lama del calamaio con la progettazione totalemente
rinnovata di elementi singoli suddivisi per la regolazione del colore. In questo
modo per la prima volta si sono create le premesse per la ripetibilità di
qualsiasi tipo di regolazione in modo preciso.
4.6. Sviluppo di stampa e
rivestimento dei cilindriIl presupposto per l'esecuzione della stampa, per
la riproduzione delle figure in esatti colori e valori tonali, e per un sistema
di funzionamento meccanicamente preciso di ogni macchina offset è un corretto
sviluppo delle periferie dei cilindri. Lo sviluppo di stampa risulta dal
reciproco rotolare o svilupparsi l'uno contro l'altro, senza strisciare, dei
cilindri lastra caucciù e di pressione, ad uguali velocità angolari, sulla
superficie dei cilindri stessi nella zona di contatto o zona di stampa. Proprio
la riproduzione con retino richiede che vi siano tolleranze di lavorazione molto
ristrette nella costruzione delle macchine offset. Il retino a 60 linee/cm ad
esempio contiene 3600 punti per centimetro quadrato. Questi devono - anche se si
prende in considerazione un incremento infinitamente piccolo del valore tonale
sul singolo punto - venire riprodotti nella stessa grandezza della lastra sul
tessuto gommato e da questo sul materiale da stampare. Questa riproduzione viene
eseguita, per quanto riguarda la velocità delle macchine - per esempio nelle
macchine offset da foglio -fino a 15.000 giri di cilindro all'ora.
Diventa così evidente l'esigenza di alta precisione nella costruzione delle
macchine offset. I cilindri e le ruote dentate non possono avere tolleranze
superiori ai 0,06 mm. Il cilindro caucciu viene in contatto su due diverse linee
con cilindri massicci, il cilindro lastra e il cilindro di pressione (fig. 58a).
A causa della deformazione del tessuto gommato, in queste zone di contatto
sussistono problemi di sviluppo, che però, in virtù delle cognizioni sulle
correlazioni tecniche del fenomeno, sono stati definitivamente risolti.
Se si aziona un cilindro massiccio e se ne fa rotolare su questo un secondo
solo per contatto superficiale, le linee di contrassegno della posizione di
partenza risultano di nuovo esattamente contrapposte dopo un giro completo (fig.
58b). I cilindri si sono così correttamente «sviluppati». La velocità alla
superficie di entrambi i cilindri è uguale. Se si sostituisce uno dei due
cilindri massicci con uno rivestito di tessuto gommato per la stampa, si ha la
situazione che si crea in una macchina da stampa. Il diametro esterno del primo
cilindro addizionato del tessuto gommato è uguale a quello del cilindro
massiccio. Sotto una pressione di contatto, corrispondente a quella del processo
di stampa, il cilindro con rivestimento di gomma, dopo una rotazione di 3600 del
cilindro massiccio che fa da conduttore, non ha ancora compiuto una rotazione
completa. I cilindri non si sono sviluppati esaffamente nello stesso modo;
nonostante il diametro uguale, sulla linea di contatto sussistono velocità
diverse (fig. 58c).
Il tessuto gommato viene deformato dalla pressione (fig. 58d). In questo modo
viene modificata la sua superficie, ma non il suo volume (fig. 58e). Il tessuto
gommato si allunga, il cilindro caucciù gira più lentamente. Il sughero, ad
esempio, può venire compresso in modo tale da diminuire di volume. La gomma, al
contrario, non può essere compressa in un volume minore, ma modifica la sua
forma di superficie e mantiene un volume quasi identico a quello originale.
Per questo motivo un cilindro massiccio e un cilindro rivestito di gomma, pur
avendo uguali diametri, hanno sviluppi periferici diversi (fig. 58f). Senza un
dispositivo di trascinamento forzato, come le ruote dentate, un cilindro
rivestito di gomma e un cilindro massiccio con diametri uguali, dopo una
rotazione di 3605 del cilindro massiccio, non si ritrovano insieme nella loro
posizione di partenza. Se però entrambi i cilindri vengono azionati per mezzo di
ruote dentate, essi sono costretti a ruotare in sincronia. In questo modo la
superficie del cilindro caucciù si sposta in corrispondenza della linea di
contatto. Prima della linea di contatto, la gomma forma un rigonfiamento che si
sposta con essa (fig. 58g). Per limitare questa deformazione, il diametro del
cilindro caucciù nelle macchine offset viene mantenuto minore. Entrambi i
cilindri ruotano così in sincronia anche senza dispositivi a ruote dentate, e
sono quasi completamente evitati spostamenti e formazione di rigonfiamenti del
tessuto gommato (fig. 58h).
Per modificare la lunghezza di stampa di un soggetto sulla carta nella
direzione dello sviluppo periferico, bisogna modificare lo spessore del
rivestimento del cilindro lastra. I cilindri lastra e caucciù sono montati su
supporti eccentrici. In questo modo è possibile variare la distanza del cilindro
lastra rispetto al cilindro caucciù o quella del cilindro caucciù rispetto al
cilindro di pressione. Il cilindro di pressione è montato su un supporto fisso e
non regolabile.
Tramite il dispositivo di distacco della pressione di stampa «pressione
innestata e disinnestata» al cilindro caucciù viene impresso un movimento
supplementare (fig. 58i, direzione indicata dalla freccia tratteggiata). Il
soggetto trasferito sulla lastra e sul foglio stampato, nel caso di un adatto
spessore del rivestimento, è, nella direzione dello sviluppo periferico dei
cilindri, di uguale lunghezza. I cambiamenti di spessore del rivestimento del
cilindro lastra, così come lo spessore del foglio da stampare, influenzano
tuttavia la lunghezza di stampa.
Esempio 1.
Rivestimento del cilindro lastra maggiorato (fig. 58j)
Il diametro di partenza è rappresentato con linea tratteggiata. La lastra ora
sul cilindro ingrandito non si estende più per un arco così ampio; l'angolo
della lastra sul cilindro è minore. Poiché i cilindri non vengono messi in moto
per attrito tra le superfici di contatto, ma tramite le ruote dentate, tutte e
tre i cilindri ruotano sempre con la medesima fase angolare. L'immagine di
stampa sulla lastra viene pertanto accorciata nella direzione dello sviluppo
periferico del cilindro gomma, e da questo trasferita, ugualmente accorciata,
sul foglio di stampa.
Esempio 2.
Rivestimento del cilindro lastra ridotto (fig. 58k).
La lastra abbraccia il cilindro, ora più piccolo per diametro e
circonferenza, su un arco di maggiore ampiezza. L'angolo della lastra sul
cilindro viene così ingrandito, l'immagine di stampa è diventata più lunga.
La misura della variazione della lunghezza di stampa può essere calcolata
preventivamente. Se si toglie da sotto la lastra un foglio dello spessore di 0,2
mm, il diametro del cilindro si riduce di 0,40 mm. La differenza nella
circonferenza del cilindro è di 0,40 mm x 3,14 = 1,26 mm; quindi 3/4 (superficie
di stampa)= 0,94 mm cioè quasi cinque volte lo spessore del foglio eliminato.
Al contrario l'immagine di stampa si accorcia di 0,94 mm, se il rivestimento
viene maggiorato di uno spessore di 0,20 mm. Nella lavorazione di materiali di
stampa di differenti spessori, il diametro esterno del cilindro di pressione
addizionato del foglio, si modifica di conseguenza, e con esso anche la
lunghezza dell'immagine stampata.
Con un angolo di superficie attiva dei cilindri - poniamo di 2700 - si
lavorino, ad esempio, una volta carta dello spessore di 0,10 mm, un'altra volta
cartone dello spessore di 0,5 mm (fig. 581). Gli angoli dei tre cilindri sono in
entrambi i casi uguali, tuttavia la lunghezza da 1 a 2, con il cartone, è
maggiore della lunghezza da 1 a 3 della carta (fig. 581). La differenza di
spessore del materiale da stampare è di 0,40 mm. Il diametro del cilindro
differisce, nella zona interessata alla stampa, di 0,80 mm. La differenza nella
circonferenza del cilindro è di 0,80 mm x 3,14 = 2,51 mm. La variazione di
estensione, relativa ai 3/4 (superficie di stampa) della circonferenza, è di
1,88 mm. Sul foglio di cartone l'immagine di stampa è di 1,88 mm più lunga, se
esso è curvato intorno al cilindro di pressione e quindi risulta disteso sulla
sua superficie.
Nella disposizione del foglio in piano, l'immagine di stampa relativa alla
superficie distesa viene nuovamente accorciata di metà del valore
dell'allungamento precedente. L'allungamento dell'immagine di stampa con il
cartone in posizione piana, è quindi solamente di 0,94 mm.
Se l'immagine di stampa sulla carta spessa 0,10 mm e sul cartone spesso 0,50
mm dev'essere di uguale lunghezza, il rivestimento sotto la lastra dev'essere,
corrispondentemente, per il cartone, più spesso di 0,20 mm.
4.6.1. Cilindri con fasce a
contattoLe correlazioni nello sviluppo di stampa e le possibilità di
intervenire sulla lunghezza di stampa, risultano modificate nelle macchine
offset che funzionano con le fasce dei cilindri a contatto. In queste macchine,
i cilindri lastra e caucciù sono montati su supporti fissi. Le fasce di
misurazione ruotano in contatto una dell'altra. Il funzionamento con le fasce a
contatto dipende in modo particolare dalla tecnica di supporto adottata per i
cilindri. Se con i cilindri con fasce a contatto si vuole ottenere una
riproduzione in rapporto 1:1, ad esempio per imballaggi, tanto i rivestimenti
dei cilindri lastra quanto quelli dei cilindri caucciù devono essere modificati.
Questo significa un dispendio maggiore rispetto alle macchine che non funzionano
con le fasce a contatto.
D'altra parte la stampa con fasce a contatto ha il vantaggio che si possono
impiegare normalmente rivestimenti sempre di uguale spessore. Dal punto di vista
delle spese di addestramento, la stampa con fasce a contatto è più semplice da
organizzare e padroneggiare.
4.6.2. Trasporto del
foglioCome già ricordato nel paragrado 4.2.1., il trasporto del foglio
avviene mediante trasferimento con tamburi o tramite sistemi a pinze comandate
da tamburi. Oltre all'esigenza di un trasferimento sicuro per quanto riguarda il
registro, bisogna evitare di macchiare il foglio, poiché, in corrispondenza dei
tamburi di trasferimento, in entrambi i sistemi il foglio, con la sua facciata,
appena stampata, viene a trovarsi disteso su questi tamburi.
Un sistema di cassette soffianti, che mantengono il foglio di stampa disteso
,(paradosso aerodinamico - Effetto Bernoulli), provvede a ciò.
4.6.2.1. Cilindri. I cilindri delle macchine offset da foglio sono
elementi strutturali, ai quali sono richieste prestazioni molto alte, a
cominciare dalla qualità dell'acciaio fuso. In molti passaggi di lavorazione i
cilindri assumono l'indispensabile esattezza e finitura superficiale; inoltre
vengono bilanciati per una rotazione precisa e senza gioco. Un trattamento
speciale rende la superficie resistente agli agenti chimici, ad esempio alle
sostanze detergenti e ai solventi. Il cilindro di pressione è provvisto di
pinze; i cilindri lastra e gomma sono corredati da elementi di bloccaggio. Gli
elementi di bloccaggio e le pinze si trovano nell'incavo previsto nel cilindro a
questo scopo. I cilindri pertanto comprendono la superficie d'appoggio per la
lastra oppure per il tessuto gommato o per il foglio, l'incavo e le fasce di
misurazione o di contatto. Il gioco e l'usura degli ingranaggi sono minimizzati
tramite la dentatura elicoidale delle corone dentate dei cilindri. La tensione
uniforme del tessuto gommato viene risolta con diverse soluzioni costruttive. Il
tessuto gommato dev'essere «tirato» con una tensione uniforme sull'intera
larghezza della macchina; non dev'essere nè troppo teso nè troppo allentato.
4.6.2.2. Elementi di bloccaggio. Le barre di bloccaggio delle lastre
da stampa abbassano i tempi di preparazione della macchina. Nelle macchine
offset da foglio per piccoli e medi formati, hanno dato buoni risultati le barre
a bloccaggio rapido; in esse la lastra viene fissata con non più di tre viti.
Nelle macchine offset da foglio per medi e grandi formati la barra di bloccaggio
può essere divisa in più parti, per poter effettuare un esatto pareggiamento
sulla fine stampa.
4.6.3. Sistemi di
registrazioneIl bloccaggio delle lastre da stampa con esatta registrazione
viene reso possibile tramite sistemi di messa a registro. Nel processo
produttivo che si svolge nella stamperia i sistemi di messa a registro possono
accompagnare ogni stadio del processo, dalla riproduzione fino alla stampa. Fori
calibrati e spine di registrazione, piazzati in identica posizione,
sostituiscono progressivamente l'aggiustamento visuale delle pellicole, dei
fogli di montaggio e delle lastre da stampa nella riproduzione fotografica, nel
montaggio, nella riproduzione sulla lastra e nella macchina da stampa. In questo
modo i tempi di preparazione, e quindi i costi, vengono notevolmente ridotti.
4.6.3.1. Pinze. Tutti gli elementi meccanici del trasporto del foglio,
nonostante le differenze di principio, dispongono di pinze. La loro forza di
tenuta determina in misura cqnsiderevole la capacità della macchina di tenere il
registro. È conveniente disporre del maggior numero possibile di pinze in
rapporto alla larghezza dei formati di stampa utilizzabili, nonché di un
appropriato scaglionamento. Le estremità delle pinze vengono rifinite con
riporti di carburi metallici. Esse sono soggette ad usura, e in molte macchine
sono sostituibili. La loro superficie può essere conformata in modo
corrispondente alle esigenze, ad esempio rivestita con diamante nelle macchine
per la stampa del cartone, zigrinata a croce per le carte normali o con
rivestimento in «kengerit» per materiali di stampa verniciati.
4.6.4. Uscita fogli Il
dispositivo per l'uscita fogli contribuisce in misura notevole a determinare la
velocità di stampa ottenibile. Essa deve formare una pila carta squadrata in
modo regolare con qualsiasi tipo di materiale stampato, con qualunque genere di
ripartizione e con le più diverse velocità di funzionamento. Gli elementi che la
compongono sono il dispositivo di rallentamento dei fogli, i pareggiatori, gli
ugelli soffiatori e le pinze di presa e deposito del foglio.
4.6.4.1. Dispositivo di rallentamento dei fogli. Col dispositivo di
rallentamento il foglio viene frenato in uscita e mantenuto teso fino al suo
deposito, i modelli più conosciuti sono il tradizionale rullo aspiratore e un
dispositivo di rallentamento del foglio che frena il materiale stampato
servendosi dell'effetto Bernoulli. L'intensità di aspirazione e la velocità di
rotazione del rullo aspiratore possono venir adattati tanto al materiale
stampato quanto alla velocità della macchina.
4.6.4.2. Ugelli soffiatori. Non appena il foglio ha raggiunto la
posizione di deposito e viene rilasciato dalle pinze, getti d'aria pilotati lo
spingono verso il basso. La quantità d'aria è dosabile e regolabile
nell'ampiezza del raggio d'azione. Il getto d'aria deve distribuirsi
uniformemente sull'intera superficie della pila carta.
4.6.4.3. Pareggiatori. I pareggiatori, con movimenti di spinta
effettuano il regolare allineamento del bordo dei singoli fogli depositati sulla
pila carta.
4.6.4.4. Apertura delle pinze. L'apertura delle pinze viene regolata,
in sincronia con i tempi della macchina, in modo che si compia nell'istante di
volta in volta più opportuno. In molte macchine offset da foglio è possibile la
regolazione della sagoma di apertura delle pinze durante il funzionamento delle
macchine.
4.6.4.5. Pinze di presa e deposito del foglio . Alcune macchine per
grandi formati hanno delle pinze di presa e deposito del foglio, che guidano il
foglio ai rismatori anteriori, in tal modo si evita la regolazione della sagoma
di apertura delle pinze.
4.6.4.6. Comando della tavola d'impiallaggio. Il movimento discendente
della pila carta viene comandato, nel maggior numero di macchine, senza contatti
meccanici, tramite cellule fotoelettriche o teste tastatrici capacitive, ai
variare del livello della pila carta.
4.7. Differenze tra piccole offset
e macchine industriali per stampa offset da foglio per piccoli e grandi
formatiCon le piccole offset si possono riprodurre semplici originali in
più copie con procedimento facile ed economicamente vantaggioso: la qualità di
stampa è tuttavia comparativamente bassa. Importanti campi d'applicazione sono
gli stampati per ufficio, come i moduli in un solo colore, o i testi battuti a
macchina da riprodurre. Sono prevalentemente le stamperie artigiane e i centri
reprografici a consegna rapida a servirsi delle piccole macchine offset. Le
piccole offset sono oggi in diretta concorrenza con le macchine fotocopiatrici
percarta normale ad alto rendimento. La dotazione tecnica delle piccole offset è
conforme alle esigenze di semplicità e manegg,evolezza, determinate dalla
frequente presenza di personale inesperto nelle stamperie artigiane o centri
reprografici. La stampa con piccole offset è limitata ai formati DIN A4 e A3. La
velocità di stampa raggiunge, nelle macchine più progredite, i 15.000 giri
all'ora. Dispositivi supplementari sono i gruppi numeratori, quelli perforatori.
quelli di sovrimpressione, i classificatori. I brevi tempi di preparazione delle
macchine - tra i tre e i dieci minuti - le rendono economicamente vantaggiose
per le piccole e piccolissime tirature.
La categoria intermedia tra le piccole macchine offset e le macchine offset
industriali per grandi formati è costituita dalla classe delle macchine offset
per piccoli formati; esse coprono la gamma di formati che va dal DIN A3 all'A2
(UNI A3-A4). Tramite gruppi inchiostratori di maggiori dimensioni, un
trasferimento del foglio più dispendioso e sistemi di puntatura dal
funzionamento molto preciso, sono in grado di riprodurre anche stampati con
esigenze di qualità. Il grande mercato dei moduli, della carta da lettera
intestata e di altri generi di stampe commerciali in piccole tirature viene
rifornito da queste macchine. La parola d'ordine in questo campo è: «stampa
veloce e di alta qualità».
4.7.1. Sistemi costruttivi delle
piccole macchine offsetPrescindendo da poche eccezioni, anche le piccole
macchine offset vengono costruite nel sistema a tre cilindri disposti
verticalmente. Solamente le macchine di modello più semplice hanno due soli
cilindri di grandezza differente, il cilindro di diametro doppio fa da supporto,
su una metà della sua circonferenza, alla forma da stampa; la seconda metà funge
da cilindro di contropressione rispetto al cilindro caucciù.
Un'alternativa per la stampa contemporanea in bianca e volta - accanto al
noto sistema costruttivo caucciù-su-caucciù -, è la variante costruttiva con due
cilindri di diametro doppio. Il cilindro superiore supporta la forma da stampa,
il secondo un tessuto gommato e un'altra forma da stampa; un terzo cilindro con
diametro dimezzato rispetto ai precedenti, porta un tessuto gommato. Mentre i
cilindri più grandi compiono, in una rotazione, le operazioni
dell'inchiostrazione, del trasporto e della stampa, il cilindro più piccolo
compie due rotazioni. In questo modo l'inchiostro viene alternativamente preso
dal tessuto gommato e stampato sulla carta.
Le piccole macchine offset e le macchine offset industriali si differenziano
chiaramente per la pressione di contatto, che si regola automaticamente in
presenza di diversi materiali da stampa o di diverse forme da stampa, Nelle
piccole macchine offset è assente la regolazione manuale della pressione di
contatto, mentre i cilindri caucciù o di contropressione sono montati su
supporti molleggiati e quindi, nello svolgimento della stampa, si adattano agli
spessori dei materiali da stampare. In queste condizioni lo sviluppo di stampa
non si svolge sempre nel modo ideale, ma corrispondenti limitazioni di qualità
sono accettate come inevitabili.
4.7.2. Trasporto dei fogliLe
piccole offset dispongono di dispositivi mettifogli e di puntatura di
costruzione molto semplice: solo raramente hanno un'uscita fogli a catene. Un
sistema di separazione dei fogli solleva un foglio per volta dalla pila carta e
lo fa passare tra due rulli che ruotano l'uno contro l'altro (sistema «feed
roll»), i quali lo trasportano tra il cilindro caucciù e il cilindro di
contropressione. Il foglio viene fatto avanzare ulteriormente da cilindri che
ruotano uno contro l'altro, fino al passaggio completo della zona di stampa.
Quindi due rulli lo afferrano sul bordo anteriore e lo trasferiscono all'uscita
fogli.
Le macchine offset industriali di piccolo formato, al contrario, hanno un
preciso dispositivo di separazione fogli e un esatto sistema di messa a registro
o di allineamento dei fogli. Delle pinze sul cilindro di pressione trasportano
il foglio, come nelle macchine di grande formato, affraverso la zona di stampa;
sistemi di catene a pinze lo depositano all'uscita fogli.
4.7.3. Gruppi umidificatori e
inchiostratoriBisogna distinguere i gruppi umidificatori separati da quelli
uniti al gruppo inchiostratore (gruppo umidificatore «Hydrocolor»). Il gruppo
umidificatore separato è costruito in modo simile a quello di una macchina
offset industriale. Il gruppo «Hydrocolor» ha due rulli: uno preleva il mezzo
umidificante dal recipiente dell'acqua, l'altro lo trasferisce al prima rullo
inchiostratore. Questo, quindi, distribuisce tanto il mezzo umidificante quando
l'inchiostro sulla forma da stampa.
I gruppi inchiostratori si distinguono per il numero dei loro rulli. Le
macchine di modello semplice dispongono unìcamente di un rullo inchiostratore,
che è sufficiente solamente per la stampa di semplici riproduzioni al tratto. Il
maggior numero delle piccole macchine offset possiede due rulli inchiostratori:
l'inchiostrazione è, corrispondentemente, migliore. Le stampe di mezze tinte e
di fondi richiedono tre rulli i nebiostratori con diametri differenti.
4.7.4. Dispositivi
automaticiNelle piccole offset, più che la velocità della macchina, sono
significativi i tempi di preparazione. Nelle usuali tirature molto ridotte, i
tempi rapidi occorrenti per il cambio della forma da stampa e del materiale da
stampare sono decisiviper ottenere una produzione economica. Una dotazione di
accessori automatici. che non fa parte assolutamente dell'equipaggiamento delle
grandi macchine offset, è compresa normalmente in quella di molte piccole
offset. Tra questi accessori si trovano dispositivi quali il preselettore della
tiratura, i dispositivi per tendere sul cilindro le lastre sottili, gruppi
umidificatori automatici, espulsione automatica delle lastre sottili,
dispositivo automatico di lavaggio del tessuto gommato e il dispositivo di
ritorno automatico alla posizione di partenza.
5. Macchine offset da bobina
5.1. Sistemi costruttiviI
sistemi costruttivi oggi usuali, sono stati sviluppati già nei primi anni della
stampa offset da bobina. Inoltre, esistono macchine che combinano diversi
procedimenti di stampa (macchine ibride). Cosi, fin dagli inizi, si sono avute
combinazioni della stampa offset da bobina con la stampa rilievografica o con la
stampa incavografica. Anche il numero dei grupPi di stampa e il percorso del
nastro di carta, o dei diversi nastri di carta, può presentarsi in molteplici
varianti. Anche le stazioni di collegamento nei gruppi di stampa o nell'essicazione sono progettati diversamente di volta in volta a seconda delle
esigenze di produzione. Sono possibili tutte le vananti, dalla disposizione di
uscita in piano (con dispositivo di taglio trasversale), fino alle più diverse
versioni con dispositivi di piegatura.
Più di 50 ditte costruttrici sul mercato mondiale offrono macchine offset da
bobina. Nonostante le molte caratteristiche individuali, si possono individuare
schematicamente sei sistemi costruttivi fondamentali:
- - sistema a quattro cilindri caucciù-contro-caucciù (banketto-blanket);
- - sistema a tre cilindri;
- - sistema a cinque cilindri;
- - sistema a satelliti o sistema a tamburi;
- - sistema costruttivo a formato variabile;
- - sistema combinato (sistema ad H).
I modi di realizzazione dei
prodotti di stampa, si differenziano in primo luogo per il sistema costruttivo
delle macchine offset da bobina.
5.1.1. Sistema a quattro cilindri
(sistema costruttivo caucciù-contro-caucciù)È il sistema costruttivo più
antico. Il gruppo di stampa comprende due cilindri porta-lastra e due
cilindri caucciù; questi ultimi lavorano uno contro l'altro. Tra di essi scorre
il nastro della carta, la bianca e la volta vengono stampate contemporaneamente.
L'elemento di pressione è costituito rispettivamente dall'altro cilindro
caucciù.
Nel sistema a quattro cilindri a struttura orizzontale i gruppi
inchiostratori e umidificatori sono facilmente accessibili, e il percorso della
carta è breve. L'erogazione dell'inchiostro avviene dall'alto o dal basso.
Nel trasporto verticale del nastro gli inchiostri da stampa vengono applicati
al nastro da entrambi i lati. Le macchine di questo tipo possono essere
costruite con risparmio di superficie d'ingombro in pianta, utilizzando gruppi
di stampa disposti verticalmente uno sopra l'altro. Sono in questo caso
caratterizzate da un'accessibilità meno buona e da un percorso della carta più
lungo.
Nel sistema con gruppi di stampa disposti orizzontalmente uno in fila
all'altro, per contrastare l'oscillazione del nastro di carta, i cilindri dei
gruppi di stampa vengono disposti in modo sfalsato uno rispetto all'altro. In
questo modo sussiste un determinato angolo di avvolgimento del nastro di carta
interno ai cilindri e il trasporto del nastro è conseguentemente più stabile. Un
altro provvedimento per la stabilizzazione del nastro di carta consiste nel
collegare tutti i gruppi di stampa fra loro.
5.1.2. Sistenta a tre
cilindriFinché il sistema a quattro cilindri rimase protetto dai diritti di
brevetto, i costruttori ripiegarono sul sistema costruttivo a tre cilindri.
Questo principio si è affermato in diversi campi d'applicazione (ad esempio per
gli imballaggi). A causa della stampa su un solo lato del nastro che ne risulta,
questo principio costruttivo è meno flessibile. In suo favore sussiste la
possibilita d'installare più gruppi di stampa in serie e, ad esempio dopo l'essicazione, di stampare la volta separatamente, per mezzo di altri gruppi di
stampa.
5.1.3. Sistema a cinque
cilindriOgni coppia di gruppi di stampa ha un cilindro di contropressione
in comune, che può essere di diametro semplice o doppio. Più gruppi possono
essere disposti in serie, cosi da rendere possibile la stampa su un solo lato
del nastro, a due o quattro colori. Tra i vantaggi del sistema a cinque cilindri
è da annoverare la precisione del registro nel corso di ogni passaggio di
stampa. Le macchine di questo tipo richiedono grandi superfici d'ingombro in
pianta e un lungo percorso del foglio. Tra la stampa della bianca e quella della
volta, il nastro di carta deve esser essiccato, e per conseguenza tra le due
stampe è inevitabile un restringimento del nastro stesso.
5.1.4. Sistema costruttivo a
satelliti o a tamburoIl sistema costruttivo a satelliti è un ulteriore
sviluppo del sistema a cinque cilindri. Intorno a un unico grande cilindro di
contropressione, sono disposti fino a cinque gruppi di stampa per la stampa in
bianca umido-su-umido. Il sistema costruttivo a satelliti delle macchine offset
da bobina presuppone molto spazio in altezza, ma occupa superfici in pianta
ridotte.
La precisione del registro e la resa di stampa sono eccellenti; non
sussistono problemi di sviluppo o dilficoltà di messa a registro dovute alla
carta. L'accessibilità è leggermente meno buona, perché tutti i gruppi sono
continuamente e contemporaneamente in funzione, essendo a contatto del tamburo.
Su un secondo impianto, comandato in successione, è possibile stampare la
volta. Nel passaggio tra i due impianti è quindi indispensabile un'essiccazione.
5.1.5. Sistema costruttivo a
formato variabileQuesto tipo di macchina nel principio di stampa
caucciùcontro-caucciù non si è affermato. Il gruppo di stampa completo poteva
venire estratto dalla struttura composita e sostituito con un gruppo di stampa
avente una diversa periferia dei cilindri.
5.1.6. Altri sistemiTra i
sistemi più nuovi si colloca il cosiddetto sistema costruttivo ad H; esso offre
molteplici possibilità di variazioni. Un gruppo di stampa 2/1 ha
complessivamente sei cilindri. Con tre gruppi di stampa è possibile, nello
spazio più ridotto, stampare il nastro di carta, in un solo passaggio, a due
colori su una facciata e a un colore sull'altra facciata; oppure si può stampare
il nastro di carta in tre colori, se un colore viene applicato in stampa
planografica diretta.
5.2. Confronti fra i diversi
processi di stampa
5.2.1. Offset da bobina/offset da
foglioIn confronto con la stampa offset da foglio, la stampa offset da
bobina richiede impianti di grandi dimensioni, che sono conseguentemente molto
costosi. Per poter stampare contemporaneamente la facciata anteriore e
posteriore, e indispensabile, nel maggior numero di macchine, una stazione di
essiccazione. Essa consente una più elevata brillantezza dei colori e rende
possibile l'immediato proseguimento della lavorazione nei gruppi di piegatura
collegati.
Semplici stampe su carta leggera e di mediocre qualità, si stampano più
facilmente con le offset da bobina, piuttosto che con le offset da foglio. La
velocità di produzione nelle offset da bobina è, per quanto riguarda il sistema,
più alta che nella stampa offset da foglio. L'emissione può raggiungere, con una
velocità di rotazione dei cilindri tra i 18.000 e i 40.000 giri all'ora, lino a
80.000 prodotti di stampa all'ora. Uno svantaggio nei confronti delle macchine
offset da foglio è il fatto che il formato può essere variato solo
trasversalmente rispetto alla direzione di stampa. La lunghezza fra i tagli è
data dalla circonferenza dei cilindri. Inoltre il cartone può essere lavorato
solamente entro certi limiti, perché il maggior numero di macchine offset da
bobina lavora con cilindri aventi le fasce a contatto. La quantità di carta
stampata da scartare è relativamente alta; il processo diventa economicamente
vantaggioso solo oltre un certo livello di tirature.
5.2.2. Offset da bobina/stampa
tipograficaA causa dei prezzi crescenti della carta, l'alto numero di fogli
stampati da scartare ha un influsso negativo sulla stampa dei libri con le
macchine offset da bobina; a questo inconveniente si cerca di ovviare adottando
misure di automatizzazione. La predisposizione, il comando e la regolazione
dell'inchiostrazione, gruppi umidificatori a risposta più rapida e dispositivi
di lavaggio dei tessuti gommati, hanno lo scopo di diminuire la quota di fogli
di scarto.
Nella qualità di stampa, per l'influsso livellatore svolto dai progressi
tecnici, non si hanno più differenze sostanziali. Nelle illustrazioni a colori e
in bianco e nero la tecnica del processo offset da bobina ha completamente
eguagliato la stampa tipografica (per la nitidezza) e l'ha superata nella resa
dei valori tonali. Le forme da stampa più convenienti e più veloci da preparare,
accelerano il progredire del successo della stampa offset da bobina rispetto
alla stampa tipografica.
5.2.3. Offset da bobina/stampa
rotocalcograficaI costi di produzione delle forme da stampa hanno un peso
ancora più forte nella stampa rotocalcografica in confronto con la stampa
tipografica. La resa dei testi nella stampa offset è chiaramente migliore che
nella stampa rotocalcografica. La variabilità del formato e l'estesa scala di
mezzetinte sono a favore della stampa rotocalcografica. Tirature molto alte
tornano ad equilibrare i costi per la preparazione di cilindri per la stampa
rotocalcografica.
5.3. Gruppi singoliLe macchine
offset da bobina comprendono unità cambia bobine o «autopaster», unità di stampa
con gruppi inchiostratori e umidificatori, l'unità di regolazione della tensione
del nastro, una sezione di essiccazione con unità a rulli di raffreddamento, il
dispositivo di piega e/o un dispositivo di taglio trasversale, nonché la
consolle di comando.
Particolari esigenze nelle moderna macchine offset da bobina sono per
esempio; gruppi inchiostratori e umidificatori facilmente accessibili; spazio
sufficiente per il bloccaggio delle lastre e dei tessuti gommati; possibilità di
disinnesto del gruppo di stampa; insonorizzazione; lubrificazione a circolazione
d'olio; dispositivi di regolazione della messa a registro; dispositivi di
aspirazione; impianti di recupero del solvente; semplicità di manovra.
5.3.1. Sistema di supporto delle
bobineSi distinguono sistemi portabobine singoli, senza asse, che sono
generalmente dotati di dispositivi completamente automatici per la regolazione
della tensione del nastro, e sistemi portabobine a stella, a tre bracci. Questi
consentono, in unione con il cosiddetto dispositivo «autopaster», il cambio di
bobina senza diminuzione della velocità di marcia della macchina. Un portabobine
a stella è costituito da un comando di azionamento della bobina, da un
dispositivo di regolazione dello svolgimento della bobina, diverse a seconda del
tipo di carta impiegato, dal regolatore di tensione del nastro di carta, o da un
dispositivo per l'aspirazione della polvere dalla carta. Dei sistemi portabobine
integrati nei singoli gruppi di stampa, comportano notevoli risparmi di spazio
per la macchina complessiva.
5.3.2. Gruppo inchiostratoreI
gruppi inchiostratori nelle macchine offset da bobina sono meno costosi di
quelli delle macchine offset da foglio. Di regola sono sufficienti due o tre
rulli inchiostratori. Il maggior numero di costruttori di macchine oggi produce
il cosiddetto gruppo inchiostratore a film continuo, senza prenditore. Il
movimento intermittente del rullo prenditore portava con sé, soprattutto alle
alte velocità di lavoro, una distribuzione irregolare dell'inchiostro. Il
movimento del va-e-vieni, regolabile nel maggior numero di gruppi inchiostratori, tiene conto della velocità di stampa e della distribuzione il
più possibile costante dell'inchiostro. Il rullo erogatore è azionato da un
proprio motore elettrico indipendente; il suo numero di giri può essere regolato
con variazione continua dalla consolle di comando. Le zone d`inchiostrazione in
diversi tipi di macchine sono numerate; la regolazione dell'inchiostrazione può
essere eseguita agendo direttamente sugli elementi di erogazione del calamaio o
comandata a distanza dalla consolle di comando.
5.3.3. Gruppo umidificatoreLe
velocità delle macchine offset da bobina presuppongono gruppi umidificatori
senza prenditore. I gruppi umidificatori ad alcool ed i sistemi di
umidificazione a nebulizzazione sono molto diffusi. Il mezzo umidificatore viene
portato senza interruzione sulla forma da stampa, filtrato e pulito in un
sistema a circolazione. Il livello dell'acqua deve rimanere sempre costante.
5.3.4. Gruppi di stampaLe
caratteristiche distintive fondamentali dei gruppi di stampa nelle macchine
offset da bobina sono già state menzionate (paragrafo 5.1. e segg.). Oltre a
quelle, sussistono altre differenze rispetto ai gruppi di stampa delle macchine
da foglio. L'incavo del cilindro, previsto piuttosto largo nelle macchine offset
da foglio per collocarvi i sistemi di pinze, può essere mantenuto nelle macchine
offset da bobina notevolmente più stretto. Certi problemi delle macchine offset
da foglio, dovuti alla presenza di questo incavo nel cilindro, come ad esempio
la diminuzione dell'inchiostrazione verso la fine del foglio, nelle offset da
bobina assumono minore importanza. L'intaglio del cilindro è grande quanto basta
per accogliere le sbarre di bloccaggio delle lastre e del tessuto gommato; le
lastre si possono cambiare in pochi minuti. Con un dispositivo di tensione. che
si trova nell'intaglio, estremamente ridotto, del cilindro, la lastra viene
messa a registro e bloccata. Quindi viene incurvata in un dispositivo
curvalastre. A seconda del tipo di macchine, il cilindro lastra può portare più
lastre se motivi di tecnica produttiva le richiedono. Il tessuto gommato viene
teso ad entrambe le estremità.
I cilindri della macchina offset da bobina vengono fatti ruotare con le fasce
a contatto con una maggiore silenziosità e assenza di vibrazioni nel
funzionamento; tuttavia alcune macchine fanno a meno delle fasce a contatto, e
possono in questo modo lavorare materiali di stampa di differenti spessori senza
dover sostituire i rivestimenti dei cilindri caucciù (cfr. paragrafo 4.6.,
Sviluppo di stampa e rivestimenti dei cilindri.
Il registro laterale e quello circonferenziale possono essere regolati
durante il funzionamento nei gruppi di stampa e tramite comando a distanza dalla
consolle di comando. La correzione del registro tramite modificazione della
posizione dei cilindri - al massimo -+ 3 mm nella direzione periferica e in
quella laterale - come pure l'inclinazione dei cilindri per montaggi disposti
inclinati nella riproduzione della lastra, si effettua, a seconda del modello di
macchina, manualmente o per mezzo di comandi a pulsante.
I gruppi di stampa a costruzione completamente chiusa, dispongono di
lubrificazione automatica a bagno d'olio, oppure tramite un sistema di
lubrificazione centralizzata. Errori di messa a registro nella direzione
longitudinale del nastro di carta intervengono raramente nelle macchine offset
da bobina, perché la direzione delle fibre del nastro di carta corrisponde alla
direzione di percorso del processo di stampa. Le differenze di registro che
possono intervenire per variazioni delle dimensioni dei materiali da stampare
sono irrilevanti. e non si notano quasi. Gli errori di registro causati da
oscillazioni della tensione del nastro. vengono rilevati e corretti
elettronicamente.
5.3.5. Apparecchi
essiccatoriLa lavorazione successiva «in linea», nella stampa offset da
bobina, richiede che il nastro della carta sia perfettamente asciugato; per
mezzo dell'essiccazione, inoltre, l'inchiostro guadagna in brillantezza. Sono
stati sviluppati diversi sistemi di essiccazione; è controverso, tuttavia, quale
sia il metodo di essiccazione «ideale» per l'offset da bobina.
L'essiccazione con fiamme a gas e l'essiccazione ad aria calda si sono andate
affermando in misura crescente. E si stanno sviluppando metodi alternativi quali
l'essiccazione a raggi ultravioletti e l'essiccazione a raggi infrarossi. Il
miglioramento degli inchiostri da stampa corrispondenti, rafforza le prospettive
di successo dell'essiccamento a energia radiante.
5.3.5.1. Essiccazione con fiamme a gas. Il nastro di carta stampato
viene investito direttamente - su una o su entrambe le facciate - con fiamme a
gas. Un interruttore automatico impedisce, nel caso di arresto della macchina o
di strappo del nastro, che questo s'incendi. Il nastro scorre tra batterie di
fiamme che, a seconda dei sistemi, sono orientate nella direzione di scorrimento
o in senso contrario. Le componenti volatili degli inchiostri, se non sono
bruciate, vengono aspirate. Contrazioni, infragilimento e formazione di
bollicine sul nastro di carta, a seconda dei sistemi, vanno accettati come parte
del sistema.
5.3.5.2. Essiccatori ad aria calda o tiepida. L'aria, riscaldata per
mezzo di fiamme a gas, viene soffiata sul nastro con movimento circolare.
L'azione è leggemente meno intensa che nel caso dell'applicazione diretta delle
fiamme. Questo metodo di essiccazione, già noto nella fabbricazione della carta,
è stato portato, tramite speciale apparecchiature costruite appositamente per la
stampa su offset da bobina, a un grado di efficacia tale da permettere elevate
velocità di stampa. Per sfruttare sia i vantaggi dell'essiccazione con fiamme a
gas, sia quelli dell'essiccazione ad aria calda, e minimizzare certi svantaggi
come la formazione di bollicine, vengono anche usati i due sistemi in
combinazione.
5.3.5.3. Essiccazione a raggi ultravioletti. I leganti degli
inchiostri per essiccazione a raggi ultravioletti contengono un
fotocatalizzatore che, in presenza di irradiazione con raggi ultravioletti
(lunghezze d'onda inferiori a 300 nm), polimerizza e produce in tal modo
l'essiccazione. La sorgente delle radiazioni consiste in un tubo di vetro di
quarzo riempito di vapori di mercurio. Un riflettore concentra le radiazioni
sulla superficie del materiale da stampare; dell'aria di raffreddamento
raggiunge la lampada, sfiora il lato superiore del riflettore e viene scaricata
sul lato anteriore della lampada; un ventilatore per l'aria di raffreddamento
provvede alla rimozione del calore. Il telaio che porta la lampada ha un
cosiddetto «shutter»; esso si chiude con un arresto a tempo, per prevenire che
il materiale di stampa s'incendi. Contemporaneamente viene arrestata
l'alimentazione della lampada e generalmente interrotta l'alimentazione della
corrente.
5.3.5.4. Essiccazione a raggi infrarossi. Come per l'essiccazione a
raggi UV, anche per l'essiccazione a raggi infrarossi sono stati sviluppati
degli inchiostri da stampa, che reagiscono in presenza di radiazioni della
corrispondente gamma di lunghezze d'onda (da 0,76 fino a 200 nm). Sperimentato
nell'offset da foglio, il sistema di essiccazione a raggi infrarossi non ha
ancora trovato il suo massimo sviluppo nella stampa offset da bobina.
5.3.6. Lavorazione successiva
(dispositivo di piegatura) Le macchine offset da bobina possono essere
equipaggiate con uscita fogli in piano; tuttavia per lo più sono collegati ad
esse, in numero maggiore o minore, dispositivi di piegatura a formato fisso. Qui
i prodotti di stampa vengono separati mediante coltelli a dentatura fine. Coni
di piegatura a cuscino d'aria e aste di ribaltamento riducono l'eventualità di
macchiare di inchiostro fresco i rispettivi bordi. Una combinazione,
selezionabile, di piegatura a ribaltamento, a tamburo, a cono e a coltello, con
o senza dispositivi di perforazione o di cucitura, piega i prodotti di stampa
con due o tre pieghe nella grandezza desiderata. In questo modo si possono
lavorare simultaneamente anche più nastri di carta. Dispositivo di piegatura e
macchine possono essere disimpegnati uno dal'altra, anche a nastro inserito, per
la pulizia della macchina, mantenuti costanti, la qualità di stampa rimane
inalterata durante l'intera tiratura, e quindi anche la stampa non diventa
«acuta». Il raffreddamento dell'acqua, a questo riguardo, può arrecare solo un
minimo miglioramento.
6. Tecniche d'impiegoLe
fasi di lavoro della macchina offset vanno suddivise in due gruppi: «di
preparazione» e «di stampa». Mentre la preparazione è composta da molte singole
fasi di lavoro, la stampa è essenzialmente una costante operazione di
sorveglianza e controllo della qualità di stampa messa a punto precedentemente o
dei miglioramenti qualitativi stimati opportuni dai clienti o dai responsabili
all'interno dell'azienda.
Il rapporto di durata della fase preparatoria rispetto alla fase di stampa
dipende dall'entità della tiratura, dal grado di difficoltà della forma da
stampa e dal numero dei colori. Quanto più bassa è la tiratura, tanto più alto è
il grado di difficoltà e quanto più i colori sono numerosi, tanto più il
rapporto sarà svantaggioso.
Per non perdere tempo nelle fasi iniziali dell'espletamento di un nuovo
ordine di stampa, già durante l'ordinazione in corso devono essere approntati
attraverso la preparazione del lavoro:
1. Busta di ordinazione con documenti di base per la sala macchine:
- - istruzioni di lavoro;
- - foglio di riferimento per il montaggio.
2. Scala delle bozze
o foglio di "sincronizzazione"
- - campioni dei colori;
- - successione dei colori e sua determinazione;
- - modello d'impiego dei colori.
3. Inchiostri da stampa
- - inchiostri preparati dal laboratorio interno o dal fabbricante;
- - numero degli inchiostri;
- - tonalità degli inchiostri;
- - proprietà resistenza;
- - numero della ricetta di preparazione;
- - quantità.
4. Lastre da stampa
- - lastre da stampa controllate e (nelle ordinazioni ripetute) pulite sulla
facciata posteriore, ottenute con la riproduzione fotografica;
- - misure delle lastre da stampa e dei fogli di rivestimento.
5.
Materiale da stampare:
- - materiale necessario per la tiratura, precedentemente impilato (o
fornito dalla cartiera confezionato su palette);
- - fogli di prova (da scartare), fogli per la tiratura preparatoria.
6. Accessori:
- - detersivi, additivi e lubrificanti confezionati in flaconi.
7.
Varie:
- - fogli tagliati nel formato adatto per il rivestimento del cilindro
caucciù;
- - rulli umidificatori di riserva (rivestiti);
- - tessuti gommati montati su ganasce;
- - fogli di sottorivestimento tagliati nel formato adatto per i cilindri
lastra.
6.1. Fase preparatoriaSistemi
di lavorazione razionali in fase preparatoria, con il corrispondente
coordinamento del personale di servizio nelle singole fasi di lavoro, consentono
di formulare le seguenti tabelle A e B.
La tiratura di un
lavoro richiede allo stampatore una costante osservazione, guida e controguida.
Modello della tiratura è il foglio «campione» riconosciuto come ottimale per la
tiratura intera.
Riguardo alla tiratura, variano i fattori d'influenza sui processi:
componenti meccanici riscaldati variano il dosaggio del colore e il grado di
umidificazione, per cui si richiedono nuove dosature; così pure grandi fogli di
stampa, varianti nella qualità, differenti piste di scorrimento della carta o
differenti dimensioni, possono essere causa di difetto di registro nella
sovrapposizione dei colori. La messa a punto delle macchine offset deve pertanto
essere adattata alle diverse variabili del processo di stampa.
Mezzo classico per rendersi conto del lavoro di stampa, sia da parte dello
stampatore, sia da parte della macchina, è la scheda giornaliera. Essa informa
sulla situazione dei costi, commissione, tempi di tiratura, di preparazione,
conclusione, quantità per portare a termine il lavoro, ecc.
Tutte le schede giornaliere vengono poi registrate sulla contabilità in base
all'ordinazione e sulla tabella in base alla messa in opera. I dati di
produzione sono cosi accertabili direttamente e senza processi manuali mediante
elaboratori di dati. lì lavoro meccanico viene registrato automaticamente,
mentre gli ulteriori tempi in questione li registra a macchina lo stampatore a
seconda del tipo. L'elaborazione può aver luogo per singola macchina o in
maniera centralizzata.
L'elaborazione automatica dei dati rende trasparente l'andamento
dell'azienda, così che punti deboli vengono rapidamente individuati in modo
attendibile nelle loro cause a altrettanto rapidamente possono essere intrapresi
interventi specifici.
6.3. Stampa con macchina a un
coloreNella stampa di lavori a più colori con macchina monocolore, si deve
badare specialmente al registro e alla stesura del colore. Allo stampatore è
pertanto richiesta molta cura; egli dev'essere esperto del colore si che nella
tiratura del primo colore deve già vedere se la stesura è ottimale, giacché una
correzione supplementare è difficilmente o per nulla possibile. Altrettanta cura
occorre per il registro; differenze nella prima tiratura non sono facilmente
appianabili.
Si raccomanda prima della tiratura definitiva di stampare 20-30 fogli di
prova due volte, onde provare l'esattezza del registro; il controllo del
registro deve avvenire alla velocità regolare di tiratura, poiché con varianti
di velocità di stampa il registro può venir meno in vario modo.
6.4. Stampa con macchina a più
coloriLo stampatore che lavora con macchine bi- o quadricolore, ha già
davanti agli occhi il foglio semifinito e finito del tutto. Nella correzione del
colore esso deve poter definire esattamente quale colore è da variare: in modo
analogo devono essere predisposte variazioni di registro di un certo colore.
Macchine a più colori, in paragone a macchine monocolore, offrono chiaramente
più sicurezza, sebbene tutte le stampe vanno sorvegliate ugualmente e il
risultato della tiratura vada mantenuto a un livello costantemente ottimale.
6.5. Dizionarietto degli
inconvenienti nella stampa offset Wolfgang WalenskiDescrizione degli
inconvenienti
Accumulo di inchiostro da stampa sui rulli (pelle)
Per un'anomalia nel trasferimento dell'inchiostro dalla lastra sul tessuto
gommato e da qui sulla carta, l'inchiostro che fluisce dal calamaio si raccoglie
gradualmente sui rulli va-evieni e sui rulli macinatori intermedi. L'inchiostro
si accumula, i rulli «frusciano».
Affioramento di inchiostro da stampa
L'affioramento dell'inchiostro da stampa interviene nella verniciatura oppure
nella laminatura, se nella stampa dell'edizione vengono impiegati inchiostri non
adatti alla verniciatura o alla calandratura a caldo.
Talvolta la causa risiede anche in una verniciatura troppo spessa, se per
questo motivo la vernice non può venire essiccata abbastanza rapidamente.
Un affioramento può anche venire osservato nella ricopertura di stampati con
laminati autoadesivi trasparenti. Qui ha luogo una mutua influenza e una
reazione tra il plastificante contenuto nella sostanza adesiva e nella lamina e
gli inchiostri (migrazione del plastificante).
L'affioramento dell'inchiostro da stampa si può osservare anche nella
neutralizzazione di moduli continui.
Appassimento di inchiostro sui rulli
Le cause di questo inconveniente risiedono esclusivamente nell'impiego
eccessivo di sostanza essiccante e in tempi di inattività della macchina troppo
lunghi, quando vengono impiegati degli inchiostri che, a causa dello speciale
materiale da stampare, devono asciugare con una forte ossidazione.
Arresto di inchiostro
L'inchiostro rimane fermo nel calamaio, se non ha raggiunto un appropriato
peso specifico, come forza motrice, sufficiente a farlo scorrere fino al rullo
erogatore. L'afflusso d'inchiostro dal rullo erogatore tramite il prenditore
fino al gruppo di stampa è interrotto.
L'arresto dell'inchiostro interviene con inchiostri fortemente tissotropici
(che sono cioè allo stato di gel quando sono in riposo, e diventano scorrevoli
se sottoposti ad agitazione).
Arrotolamento della carta
L'arrotolarsi della carta all'uscita fogli durante la tiratura interviene
particolarmente lungo il bordo posteriore, ma anche al bordo anteriore. In
questo caso la carta, durante la tiratura, può non essere stata impilata in modo
corretto, e questo appare all'uscita dei fogli.
Una tendenza più o meno marcata all'arrotolamento, può essere dovuta a
un'adesività eccessiva dei tessuti gommati, ma anche all'uso di inchiostri
troppo consistenti con carte troppo sottili.
Rimedi
Controllare attentamente la regolazione dei rulli umidificatori, perché
l'anomalia nel trasferimento dell'inchiostro è collegata a un'erogazione troppo
abbondante dell'acqua di bagnatura. Osservare che lo strato d'acqua sulla
superficie della lastra sia sottile e uniforme. Verificare il valore del pH
dell'acqua per il lavaggio dei rulli (valore prescritto: 6,0 - 6,5).
Sperimentare altri inchiostri da stampa.
In tutti i lavori che devono essere verniciati o provvisti di una laminatura,
devono assolutamente essere impiegati inchiostri resistenti alla verniciatura o
alla calandratura a caldo; questo è molto importante anche quando si mescolano
inchiostri di diverse tonalità.
Probabilmente le difficoltà possono essere superate con una verniciatura
leggera e una essiccazione più rapida.
Nei lavori per i quali si deve realizzare una ricopertura con laminati
autoadesivi, impiegare inchiostri resistenti al plastificante; consultare a
questo proposito il fornitore degli inchiostri.
All'occorrenza conviene eseguire una verniciatura a pressione; in questo modo
non può verificarsi alcun affioramento, perché le vernici da stampa non
contengono alcun solvente.
Usare un altro inchiostro da stampa, che non contenga pigmenti da
neutralizzare.
Effettuare l'aggiunta delle sostanze essiccanti di qualsiasi genere agli
inchiostri da stampa seguendo strettamente le prescrizioni, e impiegare a questo
scopo una bilancia. Osservare le speciali prescrizioni soprattutto con gli
essiccanti ad effetto veloce e ad effetto intenso.
Nei tempi di inattitivà spruzzare sui rulli un liquido per conservarli
freschi. Se s'impiegano inchiostri che asciugano per ossidazione, lavare la
macchina, se rimane ferma più a lungo del solito. Oggi esistono anche degli
inchiostri da stampa, che rimangono freschi sui rulli per tutta la notte.
Impiegare un altro inchiostro da stampa o migliorare la scorrevolezza con un
additivo che facilità la stampa. Agitatori automatici o valvole a saracinesca
per i gruppi inchiostratori impediscono l'arresto, particolarmente nel caso di
inchiostri speciali.
Una possibilità di ridurre la tendenza del foglio ad arrotolarsi consiste in
primo luogo nel tagliare l'inchiostro da stampa con l'aggiunta di paste,
diluenti, ecc.
Occorre controllare l'adesività del tessuto gommato, facendo una stampa di
prova su un pezzo della carta da usare per la tiratura. Eventualmente, cambiare
il rivestimento gommato.
Una forte tendenza all'arrotolamento è stata già osservata anche in diversi
tipi di carta, che vengono stampati nelle macchine a quattro colori. In questo
caso, le cause sono da ricercare in una eccessiva sensibilità agli effetti
dell'umidità.
Nella stampa di soggetti a strisce, e di figure che sono disposte
parallelamente all'asse del cilindro, a seconda della qualità della carta, si
stabilisce ugualmente una tendenza più o meno forte all'arrotolamento.
Assunzione di bronzo da parte dell'inchiostro da stampa
Nella bronzatura a polvere soltanto il colore oro di base stampato
immediatamente prima deve ricevere la polvere di bronzo nella macchina
bronzatrice. Non è desiderabile che il bronzo sia assorbito dagli altri colori e
dalle aree non stampate del supporto di stampa.
L'assunzione più o meno parziale di bronzo da parte degli inchiostri da
stampa, può essere la conseguenza visibile di un inchiostro non ancora
perfettamente asciugato. I fogli stampati sono ancora troppo freschi di stampa.
Anche in condizioni di completa essiccazione, gli inchiostri da stampa
possono tuttavia presentare una patina untuosa, e quindi tendere ad apiccicarsi,
il che può essere collegato, in caso di bronzatura, con una più o meno forte
assunzione indesiderata di bronzo. Questa è particolarmente forte nei punti di
caduta, nei quali vi sono molti strati di inchiostro sovrapposti.
Assunzione di bronzo da parte del supporto di stampa
L'assunzione di bronzo da parte della carta può essere dovuta alla presenza
di elettricità statica e al conseguente fenomeno di adesione. Ma anche la
regolazione dei nastri aspira-polvere può influire.
La causa può anche risiedere in un'erogazione troppo forte di bronzo.
Avvallamenti nella carta
Gli avvallamenti nella carta vengono anche designati come «distorsioni per
tensione». Come nel caso dell'ondulazione ai margini, i fogli non hanno più una
perfetta disposizione piana. Le cause sono da ricercare nella essiccazione delle
zone ai bordi, se la carta è troppo umida o l'umidità relativa dell'aria
nell'ambiente di stampa è troppo scarsa. La carta perciò, partendo dalle zone ai
bordi, cede umidità, le strisce ai bordi diventano perciò più corte e al centro
del foglio si crea una tipica «coppa», o diversi rigonfiamenti più o meno
grandi.
Barrature da rulli
Segnature di strisce parallele all'asse dei cilindri nella stampa di fondi, o
anche in forma di strisce di colore sulle aree non stampate del foglio, si hanno
spesso a causa di una cattiva regolazione dei rulli inchiostratori, ma anche a
causa di una regolazione non esatta dei rulli umidificatori.
Le carte che si arrotolano, a causa dell'umidità, nelle macchine a quattro
colori, devono essere stampate in due soli colori alla volta per ogni passaggio.
Verificare se si può stampare la carta nella direzione del senso di fibra. In
questo caso la tendenza all'arrotolamento è notevolmente più ridotta. Anche
nella disposizione dei grafismi sullo stampato, almeno nel terzo posteriore,
evitare una disposizione delle figure a strisce parallele all'asse del cilindro.
In considerazione di ciò, installare un dispositivo spianafogli («Decurler»)
nell'uscita fogli della macchina offset.
Occorrerebbe evitare l'aggiunta di essiccanti molto spinti, con la loro
tendenza alla untuosità appiccicosa anche ad asciugatura avanzata, nelle stampe
che devono essere ancora sottoposte a bronzatura.
Impiegare inchiostri compatibili con la bronzatura e consultarsi con il
fornitore. Eventualmente aggiungere all'inchiostro della polvere di gesso o una
speciale pasta opacizzante, cosi da ottenere un'asciugatura opaca. Strofinare le
copie già stampate con gesso o magnesia; tirature più grandi possono essere
ripassate nella macchina bronzatrice, che dev'essere pulita a questo scopo.
Nella bronzatura si può aggiungere al bronzo anche della magnesia, o della
polvere di gesso, perché così il bronzo diventi più opaco e più facile da
spolverare. A questo scopo ci sono però anche degli speciali additivi per il
bronzo, dei quali, secondo le indicazioni delle ditte produttrici, bisogna
aggiungere, a seconda dei casi, da 2 al 10%.
In caso di elettrizzazione statica, si veda oltre Elettricità statica.
Inoltre eseguire controlli dei nastri aspira-polvere, per vedere se sono
alla giusta altezza.
Ridurre l'erogazione del bronzo e impiegare un bronzo più facile da
spolverizzare (a grana più grossa). Aggiungere al bronzo un additivo per
facilitare la bronzatura.
Proprio come nel caso della carta ondulata ai bordi, bisogna porre molta
attenzione tanto all'umidità della carta quanto alla climatizzazione,
particolarmente l'umidità relativa dell'aria nell'ambiente di stampa. Ideale è
una condizione uniforme e stabile, all'incirca sul 50-60% di umidità relativa
dell'aria. Effettuare dei controlli con un registratore dei dati climatici e con
un igrometro ad asta. Cercare di migliorare la disposizione piana della carta
sospendendola o stirandola.
In caso di forte distorsione per tensione, parlare con il fornitore e
concordare una sostituzione della carta. Un materiale di questo tipo crea
difficoltà nella tiratura con la formazione di grinzature, irregolarità di
registro e macchiature da strisciamento.
Controllare attentamente la regolazione dei rulli inchiostratori, perché o
sforzano, o non hanno alcun contatto con la lastra, così che non rotolano su di
essa nel modo giusto. Forse essi hanno anche troppo gioco laterale, e con il
movimento va-e-vieni hanno un leggero spostamento assiale. Montare dei dischi
distanziatori. Tuttavia, può anche essere necessario sostituire il rivestimento
superficiale del va-e-vieni. La cosa migliore è consultare il fornitore della
macchina.
Nelle macchine più vecchie, eventualmente può anche trattarsi di un
logoramento dei supporti dei cilindri.
Bolle sulla superficie del cartone
Formazione di bolle sulla superficie del cartone, prodotte dalla trazione
dell'inchiostro durante la stampa definitiva (soprattutto nei cartoni a pasta
pressata o a strati incollati). Le cause vanno ricercate in una resistenza
strutturale del cartone troppo bassa, oppure in un eccessivo tiro
dell'inchiostro o della vernice di stampa, se questo fenomeno compare nella
verniciatura di stampati.
Bronzo, cattiva aderenza del
Si ha una cattiva aderenza del bronzo, se la polvere di bronzo non s'incolla
saldamente all'inchiostro color oro di base, e viene facilmente asportata, con
un leggero sfregamento, dal color oro di base. Una cattiva aderenza del bronzo
interviene se la stampa è stata eseguita con un'erogazione troppo scarsa di
inchiostro. In questo caso l'inchiostro oro di base penetra nella superficie del
supporto da stampare, senza legare e fissare alla superficie la polvere
bronzo-oro.
La causa tuttavia può anche risiedere in un supporto di stampa troppo
assorbente. Anche in questo caso, nonostante l'erogazione di una quantità
sufficiente di inchiostro, nella superficie del foglio penetra una quantità
eccessiva di legante dell'inchiostro oro di base.
Un altro motivo può essere, che l'inchiostro color oro di base è stato
mescolato con additivi inadatti, oppure che la ricetta prescritta non è stata
seguita correttamente.
Una cattiva aderenza del bronzo è anche possibile in seguito a inchiostri oro
di base genericamente inadatti.
Bronzo, ossidazione del
L'ossidazione della doratura a bronzo risulta in uno sbiadimento più o meno
forte, che spesso vira in grigio scuro (il bronzo diventa «nero»).
Uno sbiadimento del bronzo può essere dovuto a un valore di pH del supporto
da stampare troppo basso. Ma le cause vanno anche ricercate in un'acqua per il
lavaggio dei rulli troppo acida.
Una bronzatura ritardata di supporti bronzati quali etichette, scatole
pieghevoli, lamine tagliate a misura, ecc., può tuttavia essere anche collegata
a un immagazzinaggio in luogo troppo umido, e, per quanto riguarda la
lavorazione, al tipo di colla impiegata.
Consultare il fornitore della macchina sarebbe necessario, anche se si ha il
sospetto che la formazione di barrature sia causata dai supporti dei cilindri.
Un possibile rimedio consiste nel tagliare l'inchiostro da stampa, per
diminuirne il tiro. Occorrerebbe anche fare una prova di stampa sul retro del
materiale, perché la sua resistenza strutturale potrebbe essere migliore.
All'occorrenza cambiare il supporto di stampa.
Nella bronzatura l'inchiostro color oro di base dovrebbe essere impiegato
sempre con una carica abbondante e leggera. Ai contorni delle immagini di stampa
esso può essere sfumato («tirato») leggermente fino ad arrivare ad un voluto
grado di indeterminatezza.
In presenza di supporti molto assorbenti, per un grafismo che non consente
una erogazione molto abbondante d'inchiostro, sarebbe il caso di pensare a una
prestampa a vernice. Altrimenti, già nella riproduzione fotografica sotto l'oro
dovrebbe essere previsto un altro colore. In questo caso, erogazioni
d'inchiostro scarse o non regolari, non sono immediatamente collegate al
pericolo di una cattiva applicazione e aderenza del bronzo.
Con speciali supporti di stampa andrebbero anche impiegati degli inchiostri
di base color oro particolari. Tirare delle bozze di stampa e sottopone al
fabbricante d'inchiostri.
Le tirature nelle quali l'oro non tiene, possono ancora essere recuperate con
delle verniciature successive. Il presupposto di questa soluzione è che
l'inchiostro colorato sia resistente alla verniciatura. La verniciatura a stampa
della tiratura sarà difficilmente possibile, perché il tiro della vernice
sottrae il bronzo sciolto.
Le lastre d'alluminio anodizzato nei lavori con bronzatura con poca
inchiostrazione, hanno una resa migliore delle lastre plurimetalliche.
Le carte e i cartoni che devono essere bronzati non devono avere un grado del
pH inferiore a 5. Tuttavia non bisogna considerare soltanto il valore del pH
della facciata superiore, ma anche quello della facciata posteriore! Usare
possibilmente supporti di stampa alcalini, ad esempio carte patinate o carte
verniciate a getto.
Nella bronzatura, fare a meno degli additivi nell'acqua del lavaggio.
Aggiungere additivi eventualmente necessari solo dopo attento controllo, ed
evitare valori di pH inferiori a 5,5.
Osservare che nell'ambiente dove vengono immagazzinati gli stampati con
bronzature l'umidità relativa non sia superiore al 50%.
Bruscoli
Con il termine «bruscoli» gli stampatori intendono la stampa indesiderata di
particelle estranee, che conducono a zone di stampa mal riuscita nell'immagine
di stampa. Sono noti anche con altri termini.
Le cause che portano alla formazione di zone di stampa mal riuscite possono
risiedere in primo luogo nella carta. Dei corpuscoli lineari della carta possono
sollevarsi dalla superficie o esserne staccati. Per verificare le cause precise,
scorrere i fogli stampati nella pila di carta fino a trovare il foglio
«responsabile».
Anche orli di taglio non rifiniti possono essere cause della formazione di
bruscoli.
Anche i rulli costituiscono una fonte di bruscoli, se sono logori, oppure se
una pellicola secca di inchiostro dai bordi del rullo giunge nell'inchiostro e
da qui sulla lastra.
Anche i rulli umidificatori possono provocare la formazione di bruscoli.
Infine i bruscoli possono anche essere dovuti agli inchiostri da stampa.
Cattiva essiccazione degli inchiostri da stampa
L'essiccazione, cioè il consolidamento della pellicola d'inchiostro che
avviene tramite la penetrazione e l'ossidazione, si compie nelle varie fasi in
modi molto differenziati a seconda del supporto, dell'inchiostro e delle
condizioni di stampa. L'essiccazione completa e la resinificazione durano tra le
12 e le 24 ore; talvolta il consolidamento richiede un tempo anche maggiore. Le
cause vanno ricercate in un valore di pH troppo basso della carta, oppure in
un'acqua del lavaggio troppo acida.
L'essiccazione dell'inchiostro da stampa può essere cattiva anche nel caso in
cui siano stati impiegati degli additivi di stampa sbagliati.
Ugualmente, si possono avere difficoltà dovute a una cattiva essiccazione nel
caso di inchiostri emulsionati.
Cattiva resistenza dell'inchiostro agli sfregamenti
L'inchiostro da stampa dovrebbe presentare una buona adesione sulla
superficie della carta o del cartone. Se si lascia danneggiare meccanicamente in
modo relativamente facile, allora ha una insufficiente resistenza agli
sfregamenti.
Le cause sono da ricercare nell'impiego di una polvere essiccante a grana
troppo grossa o genericamente in un impiego eccessivo di polvere essiccante. In
questo caso la polvere essiccante ha un effetto abrasivo.
Possibilmente liberare la carta, con un passaggio di stiramento, dai
corpuscoli lineari che si trovano su di essa, o da altre impurità. Inoltre
lavare più frequentemente il tessuto gommato. Fare in primo luogo un passaggio
di stiramento di prova su alcuni fogli e valutare gli eventuali depositi sul
tessuto gommato. Nel caso di distacco di impurità dalla superficie del foglio, è
preferibile cambiare la fornitura.
Controllare attentamente gli orli di rifilatura. Molto spesso sono ruvidi, e
in questo caso strofinarli con uno strofinaccio imbevuto di glicerina. Non
sfregare con una spazzola, perché in questo modo gli orli diventano ancora più
ruvidi. Eventualmente rifilare di nuovo il taglio della carta. Nel taglio di
fogli grandi in un più piccolo formato di stampa, fare assolutamente un
controtaglio.
Controllare attentamente lo stato dei rulli inchiostratori. I rulli fragili
cedono particelle di gomma che causano i bruscoli. Raschiare ed eliminare anche
le croste sporgenti di inchiostro indurito. Estraendo alcuni rulli, controllare
attentamente anche i rulli più interni del gruppo inchiostratore.
Rinnovare i rivestimenti dei rulli umidificatori. Invece dei rulli
umidificatori con rivestimenti di tessuto, impiegare rulli per umidificazione ad
alcool senza rivestimento.
Verificare attentamente gli inchiostri da stampa e fare diverse prove
spalmandone un sottile strato sulla pietra per mescolare i colori, per
controllare se l'inchiostro contiene eventualmente frammenti di «pelle».
Le carte per la stampa offset non dovrebbero avere un valore di pH inferiore
a 4,5. Se si deve effettuare una bronzatura, è persino meglio che il valore del
pH non scenda al di sotto di 5. Misurare il valore del pH con carta reagente e
acqua distillata. Controllare anche il valore di pH della facciata posteriore
della carta!
Dosare con attenzione gli additivi acidi aggiunti all'acqua di lavaggio.
Evitare possibilmente aggiunte di acido fosforico e solforico. Usare acqua
neutra.
Impiegare inchiostri di stampa presi direttamente dalla lattina. L'aggiunta
di paste e diluenti può ritardare o impedire del tutto l'essiccazione.
Nel caso che il diluente sia necessario, aggiungere contemporaneamente una
sostanza essiccante, secondo le istruzioni del fornitore di inchiostri. Per
supporti di stampa speciali, come lamine, ecc., impiegare inchiostri speciali.
Su tali materiali gli inchiostri normali non essiccano, spesso neppure con
l'ausilio di sostanze essiccanti.
Mandare dei fogli di campione al fornitore per effettuare delle bozze di
prova. Appendere gli stampati che stentano ad essiccare, oppure provvedere ad
una verniciatura a stampa o a macchine. Si può anche effettuare una
sovraimpressione con vernice essiccante. La cosa migliore è parlarne con il
fornitore.
Ridurre al minimo le polveri essiccanti o eliminarle del tutto.
Forse anche l'inchiostro da stampa non è stato scelto in accordo con il
supporto da stampare, o è stato addizionato con un additivo inadatto. Per i
cartonaggi esistono inchiostri da stampa particolarmente resistenti agli
sfregamenti.
Anche gli oggetti di stampa verniciati possono essere danneggiati dagli
sfregamenti, se sono imballati male e soggetti a piccoli movimenti durante il
trasporto. Osservare che l'imballaggio sia buono!
L'oggetto della stampa è stato imballato male, e si è quindi molto rovinato a
causa degli sfregamenti prodotti dai movimenti avanti e indietro durante il
trasporto.
Le carte patinate opache hanno fondamentalmente una cattiva resistenza agli
sfregamenti.
Deposito sul tessuto gommato
Impiegando carte o cartoni patinati dei tipi più diversi, può succedere, nel
corso della tiratura, che si formi prima o poi un deposito bianco sul tessuto
gommato. La qualità di stampa ne viene notevolmente influenzata, perché tanto il
trasferimento dell'inchiostro dalla lastra al tessuto gommato, quando quello dal
tessuto gommato al supporto da stampare, vengono disturbati.
Per lo più si tratta di diversi corpuscoli lineari, che si scollano dalla
superficie della carta, soprattutto in presenza dell'umidità. Per questa
ragione, il deposito bianco appare più forte non sul tessuto gommato del primo
cilindro caucciù, ma su quello del cilindro successivo.
Elettricità statica
Le cause risiedono in una carta troppo secca o in un'umidità relativa
dell'aria troppo ridotta, particolarmente nelle stagioni fredde, se l'ambiente
di stampa è riscaldato ma non sufficientemente umidificato.
Una comparsa di elettricità statica può essere anche dovuta alle condizioni
atmosferiche. Una carica elettrostatica produce un'aderenza più o meno forte dei
fogli tra loro, ciò che può portare, nel mettifogli, alla presa di fogli doppi
o, più generalmente, a irregolarità nel percorso del foglio. Anche
un'asportazione dell'inchiostro fresco viene favorita da una carica
elettrostatica.
Emulsionamento degli inchiostri da stampa
L'emulsionamento si presenta se, per un'assunzione d'acqua molto forte,
l'inchiostro forma dei riporti sui rulli inchiostratori, non viene più
trasferito in modo corretto sulla carta e si presentano anche delle variazioni
di tono.
Questo fenomeno quasi sempre dipende da additivi inadatti aggiunti all'acqua
dell'umidificazione, e generalmente da un'erogazione d'acqua troppo intensa.
Usare inchiostri anti-attrito speciali per la stampa di imballaggi e
resistenti agli sfregamenti. Mettere a disposizione del fornitore degli
inchiostri il cartone che s'intende usare per la tiratura, per fare delle bozze
di prova ed elaborare gli inchiostri adatti.
In linea di massima non diluire gli inchiostri e impiegare solamente additivi
adatti. Eventualmente aggiungere soltanto un po' di pasta protettiva contro le
abrasioni.
Sottoporre la tiratura a una verniciatura a stampa o a macchina, per
migliorare la resistenza agli sfregamenti. Anche a questo scopo esistono delle
vernici da stampa particolarmente resistenti. Non tutte le vernici hanno anche
una ottimale resistenza agli sfregamenti.
Utilizzare inchiostri per imballaggi e provvedere a una buona essiccazione.
E' possibile la verniciatura opaca!
L'unico rimedio che lo stampatore offset può adottare è il ricorso a
frequenti lavaggi dei tessuti gommati. I depositi solubili in acqua possono
essere eliminati con una spugna imbevuta d'acqua. I depositi molto induriti e
persistenti, si possono eliminare soltanto con speciali detergenti per il
tessuto gommato, molto attivo.
E' consigliabile una prova con un additivo detergente acido per l'acqua di
lavaggio dei rulli; il valore del pH non deve però essere sotto il 5 altrimenti
possono insorgere difficoltà nell'essiccazione; aggiungere dell'alcool all'acqua
di umidificazione.
Si potrebbe anche provare a ridurre i depositi, e quindi lo scollamento dei
corpuscoli lineari dalla superficie della carta, aggiungendo un po' di gomma
arabica all'acqua per il lavaggio.
In casi difficili mettersi immediatamente in contatto con il fornitore della
carta e concordare le misure necessarie. Trattare i tessuti gommati con una
soluzione all'uno per cento di acido tartarico (10 g di acido tartarico per 1
litro d'acqua). Questa soluzione non presenta pericoli e scioglie ispessimenti
bianchi molto leggeri, che si formano sul tessuto gommato durante la tiratura
con alcune carte patinate.
Appendere la carta e curare che l'ambiente di stampa abbia un grado più alto
di umidità. L'umidità relativa dell'aria dovrebbe essere tra il 50 e il 60%. Se
non è disponibile un impianto di climatizzazione o un umidificatore, bagnare il
pavimento con acqua e appendere degli evaporatori ai caloriferi; talvolta sono
sufficienti anche dei panni bagnati.
Disporre sulla tavola di puntura delle lamine metalliche e spruzzare le parti
metalliche con una sostanza antistatica liquida. Rivestire anche la tavola di
puntatura con una sottile lamina di alluminio. Prendere in considerazione
l'eventualità di installare un'apparecchiatura elettrica antistatica.
Nella bronzatura, bagnare anche i nastri trasportatori e a intervalli, invece
di una miscela di glicerina e acqua, spruzzare sui nastri spolveratori un
liquido antistatico.
Controllare attentamente e ridurre l'erogazione dell'acqua. Evitare gli
additivi nell'acqua dell'umidificazione, oppure controllare accuratamente il
valore del pH, che non dovrebbero essere inferiore a 5. Stampare preferibilmente
con acqua neutra.
L'emulsionamento può intervenire anche in presenza di inchiostri troppo
diluiti e privi di corpo. Per questo l'inchiostro, benche si trovi in abbondanza
sui rulli. non viene suddiviso e trasferito; non ha più tiro, come si può
facilmente verificare toccandolo con la punta delle dita.
Graffi nella cromatura delle lastre plurimetalliche
Un danneggiamento meccanico della superficie cromata nelle lastre
plurimetalliche in forma di sottili graffi, che vengono poi stampati, può
verificarsi gia nel tendere la lastra.
Inoltre tali difetti sono possibili ad opera di componenti abrasive che,
provenienti da carte molto polverose, si depositano sul tessuto gommato e
possono agire sulla superficie della lastra.
I graffi sono anche dovuti a componenti abrasive che possono trovarsi nella
spugna (resti di conchiglie nelle spugne naturali). Anche gli strofinacci
possono avere delle componenti graffianti.
Grinzature nella carta
Le grinzature si formano se la carta e diventata ondulata ai bordi in seguito
ad assorbimento di umidità, oppure in seguito a perdita di umidità e diventata
troppo tesa o con rigonfiamenti (avvallamenti). Per questo le ondulazioni o i
rigonfiamenti, nella tiratura, per compressione formano grinzature più o meno
marcate. Nei casi più leggeri si formano anche solo degli accenni di grinzatura,
le cosiddette grinzature di trazione.
Le cause della formazione di grinzature, tuttavia, possono anche ricercarsi
nella immissione dei fogli. Questi potrebbero cioe essere ricalcati, non
arrivare ben distesi alla puntatura, rifollare nell'immissione e cosi via. In
caso di grinzature che compaiono dal bordo di puntatura del foglio fino alla
terza parte posteriore, si tratta generalmente di grinzature dovute ad una
cattiva distensione in piano del foglio. Se però le grinzature partono dal bordo
di puntatura del foglio e vanno verso il centro, allora derivano per lo più da
una puntatura sbagliata. Anche le pinze di immissione possono essere regolate in
modo sbagliato e provocare la formazione di grinzatura. Ugualmente, uno sviluppo
irregolare dei cilindri può essere causa di grinzature nella carta.
Incollamento dei fogli di stampa
I singoli fogli aderiscono uno all'altro e possono essere staccati sono con
uno sforzo, venendo così rovinati e diventando inservibili. Si può arrivare ad
un incollamento dei fogli soprattutto nelle carte lisce, se si e effettuata la
stampa con troppo inchiostro o si e aggiunta all'inchiostro una sostanza
essiccante troppo forte.
Un incollamento dei fogli può intervenire con particolare facilità nella
verniciatura a pressione, se non si e iniziata la ventilazione dei fogli al
momento giusto. Utilizzando inchiostri molto brillanti sussiste il pericolo di
un incollamento, se si fa una pila carta troppo alta o se si e trascurato
completamente l'uso delle polveri essiccanti.
In ogni caso anche la capacità assorbente e il tempo di impressione
dell'inchiostro di stampa svolgono un ruolo importante. Nei materiali con
elevati tempi di impressione (cattiva capacità assorbente) esiste un maggior
pericolo di incollaggio che con i materiali assorbenti che lasciano penetrare
immediatamente gli inchiostri.
Preparare sempre l'inchiostro prelevandolo compatto e non diluito
direttamente dalla scatola. Usare inchiostri da stampa di buona qualità. Lavare
i rulli e iniziare il lavoro con l'inchiostro fresco. Aggiungere agli inchiostri
già mescolati un po' di vernice.
Nel tendere la lastra osservare che la lastra sia provvista di un foglio
protettivo.
L'eliminazione dei graffi che interferiscono con la stampa, con una
galvanizzazione correttiva è possibile con l'aiuto di opportuni dispositivi, se
il difetto non attraversa il grafismo di stampa. In questi casi è necessario
incidere la lastra un'altra volta.
Verificare che le spugne naturali non contengano resti di conchiglie, se sono
nuove, e in questo caso disincrostarle.
Migliorare la distensione in piano della carta mediante sospensione o
stiramento. In casi molto difficili si raccomanda anche di cambiare la carta.
Se il grafismo di stampa Io consente, per impedire la formazione di
grinzature, si può anche ritagliare in corrispondenza il rivestimento sotto il
tessuto gommato. Questa possibilità si presenta talvolta nel caso di ondulazioni
ai bordi, più raramente nel caso di carta troppo tesa.
Controllare attentamente il percorso del foglio sulla tavola di puntatura e
l'immissione, come pure il trasferimento del foglio, e osservare se il flusso
dei fogli non viene in qualche modo ostacolato (posizione dei rullini e delle
spazzole). Nel caso di carta con ondulazioni ai bordi si consiglia a volte un
irraggiamento dai lati della pila carta nel mettifoglio con calore radiante. In
questo modo si produce una leggera essiccazione delle zone laterali e quindi un
riassorbimento delle ondulazioni. Verificare attentamente le pinze di
trasferimento e lo sviluppo dei cilindri; in particolare il comportamento
reciproco del cilindro di pressione e del cilindro caucciù.
Impiegare principalmente inchiostri compatti, che consentano una ridotta
erogazione di inchiostro. Le sostanze essiccanti forti tendono a produrre
appiccicosità e quindi un incollamento dei fogli tra loro; dovrebbero essere
evitate o venire impiegate solamente in casi particolari e in quantità ridotte.
Nella verniciatura a pressione, fare pile di carta piuttosto basse e
controllare di ora in ora il procedere dell'essiccazione toccando la superficie
dei fogli. Se la vernice «tira», mettere in moto la ventilazione. Oggi esistono
tuttavia delle vernici che non necessitano più di un tale trattamento.
In caso di materiali con una cattiva capacità assorbente oppure con un retro
molto liscio, stampare con l'uso di polveri per l'essiccamento e disporre la
carta in pile ridotte; verificare il dispositivo di essiccamento a polvere, per
vedere se tutti gli ugelli funzionano. Sintonizzare lo spessore e la qualità del
supporto da stampare con la qualità e la gamma della polvere essiccante.
Ingiallimento per contatto
Nell'ingiallimento per contatto (erroneamente anche noto come «ombratura») si
tratta di un ingiallimento parziale, più o meno forte, del retro del foglio,
causato dai prodotti di fissione volatili provenienti dall'inchiostro da stampa
del foglio che si trova ogni volta in posizione sottostante nella pila carta.
Gli ingallimenti per contatto sono favoriti da inadatti additivi per la stampa e
da essiccanti troppo forti. Alcuni inchiostri da stampa sono più inclini di
altri alla formazione di ingiallimenti per contatto. Gli inchiostri che si
mantengono freschi sui rulli per tutta la notte sono particolarmente soggetti a
questo inconveniente.
Accanto agli inchiostri da stampa, anche la carta gioca un ruolo
determinante; si tratta in questo caso di una complicata azione reciproca tra
inchiostro e carta. Le carte bianche hanno una tendenza all'ingiallimento
maggiore di quelle gialline.
Ispessimento dell'immagine di stampa
Un'ispessimento dell'immagine di stampa, cioè il chiudersi dei puntini di
aree retinate ad elevata densità, o di una scrittura fine in negativo e
complessivamente anche un «riempirsi» di altre aree del grafismo di stampa, può
essere collegato a un'erogazione d'acqua troppo ridotta, ma anche a
un'erogazione d'inchiostro troppo intensa.
L'inchiostro è stato troppo schiarito? Si è aggiunta all'inchiostro di stampa
una quantità eccessiva di additivo, e l'inchiostro è perciò troppo liquido e
diluito?
Il tessuto gommato è abbastanza teso? Forse anche lo sviluppo dei cilindri
non è corretto. La pressione di stampa ètroppo elevata?
Forse è sbagliato anche il posizionamento dei rulli umidificatori rispetto
alla lastra da stampa.
Macchiatura per strisciamento
Con il termine «macchiatura» (per strisciamento) s'intende una macchiatura
dell'inchiostro da stampa appena depositato sulla facciata anteriore di un
foglio in seguito alla pressione di strisciamento contro la facciata posteriore
del foglio che si trova di volta in volta nella posizione immediatamente
superiore sulla pila carta. In questo modo spesso l'immagine di stampa viene
danneggiata e la facciata posteriore del foglio di stampa sporcata. Macchiature
molto forti possono anche presentarsi congiuntamente ad una parziale incollatura
dei fogli uno con l'altro. Le cause possono risiedere in una cattiva capacità di
assorbimento da parte del materiale da stampare. Una cattiva disposizione in
piano del materiale di stampa favorisce la formazione di macchiature. Fogli
particolarmente ondulati ai bordi, troppo tesi da un bloccaggio difettoso o che
tendono ad arrotolarsi sono tacilmente inclini alle macchiature.
Per i lavori importanti impiegare possibilmenté degli inchiostri che siano
scarsamente soggetti all'ingiallimento per contatto. Diverse ditte produttrici
di inchiostri hanno elaborato delle speciali serie di inchiostri a questo scopo.
Questi inchiostri devono essere impiegati senza nessun additivo, o solamente con
quelli prescritti. Soprattutto non impiegare sostanze essiccanti.
Disporre le tirature in pile ridotte, e aerarle spesso. Evitare di
immagazzinare in luogo caldo o di lasciare in giacenza troppo a lungo l'edizione
stampata, perché il magazzinaggio troppo prolungato e il calore favoriscono
l'ingiallimento per contatto.
Nella riproduzione, effettuare una estesa riduzione dei colori di base,
perché l'ingiallimento per contatto sarà tanto maggiore, quanti più strati
d'inchiostro sono stati sovrapposti.
La carta e l'inchiostro da impiegare possono essere controllati con l'ausilio
del cosiddetto «Sandwich-Test», per quanto riguarda la loro tendenza
all'ingiallimento per contatto. È anche rnccomandabile una verifica con il
metodo Fogra.
Rafforzare leggermente l'erogazione d'acqua e facilitare l'«apertura» del
grafismo con l'aggiunta di un additivo di uso commerciale per l'acqua di
lavaggio (attenzione al valore del pH!).
L'inchiostro da stampa dovrebbe essere impiegato generalmente il più
possibile compatto e non diluito. Ogni diluizione richiede un'erogazione più
intensa e porta con sé il pericolo di una stampa troppo ispessita. Impiegare
inchiostri più consistenti ed evitare gli additivi.Verificare il tessuto gommato
ed eventualmente eseguire una stampa in piano come controllo. Forse è necessaria
una registrazione. Verificare attentamente Io sviluppo dei cilindri nella
macchina secondo le indicazioni della ditta costruttrice.
Verificare la disposizione dei rulli umidificatori rispetto alla lastra da
stampa. Eventualmente sostituire i rivestimenti dei rulli umidificatori. Qualora
si sia stampato con un rivestimento troppo morbido, fare un rivestimento duro o
semiduro (1 tessuto gommato + un foglio di cartone, oppure: 1 tessuto gommato, 1
tessuto di appoggio + un foglio di cartone o un foglio di carta).
Possibilmente utilizzare inchiostri da stampa che non richiedono un largo
impiego di polveri essiccanti. In presenza di materiali delicati e con cattive
capacità di assorbimento, intensificare l'impiego della polvere asciugante e
asportare il prodotto stampato all'uscita suddividendolo in pile carta più
ridotte. Migliorare la distensione in piano del materiale mediante un passaggio
di stiramento o mediante sospensione, se l'eccessiva tensione oppure
l'ondulazione ai bordi sono dovute a motivi climatici. All'occorrenza sostituire
il supporto da stampare.
Fenomeni di macchiatura per strisciamento possono intervenire anche per una
cattiva regolazione dell'uscita fogli.
La macchiatura per strisciamento dell'inchiostro fresco può essere provocata
anche maneggiando senza attenzione il prodotto stampato fresco di stampa durante
l'estrazione della pila carta dalla macchina.
Un'altra causa possibile può risiedere nel fatto che il dispositivo
antiscartino a polvere non è stato attivato, oppure è stato attivato in misura
troppo ridotta, oppure è stata scelta una polvere troppo fine.
Un considerevole effetto di macchiatura per strisciamento dell'inchiostro da
stampa è da tenere anche in caso di un'erogazione troppo intensa dell'inchiostro
e in caso di stampa sovrapposta di diverse superfici colorate.
La macchiatura per strisciamento dell'inchiostro di stampa sul bordo
posteriore del foglio viene normalmente provocata da una spiccata tendenza del
foglio ad arrotolarsi quando esso viene completamente occupato dalla stampa in
tutto il suo formato, oppure dall'impiego di una carta troppo sottile in
presenza di soggetti ad ampie superfici di stampa.
Neutralizzazione della lastra da stampa
Nella neutralizzazione, o ingrigiamento, delle lastre da stampa, i diversi
grafismi non prendono più l'inchiostro nel modo dovuto, sono «neutri». Questo
fatto può verificarsi a causa di componenti abrasive della carta, come polvere,
canche e corpuscoli lineari.
Queste aderiscono con maggiore o minore intensità al tessuto gommato durante
la stampa della tiratura, e al contatto con la lastra asportano poi gradualmente
lo strato lipofilo (azione meccanica).
I rulli duri e incrostati portano a una forte sollecitazione meccanica della
superficie delle lastre.
Anche tessuti gommati con una tensione troppo debole o con delle follature
causano, con una pressione di stampa troppo forte, degli «effetti di usura».
Ma lo strato sensibile delle lastre metalliche monostrato può consumarsi
anche ad opera di componenti dell'acqua di umidificazione particolarmente acide
e inadatte (decomposizione chimica): evitare un valore del pH dell'acqua di
umidificazione inferiore a 5!
La neutralizzazione dei grafismi talvolta è anche un fenomeno conseguente a
una cattiva pulizia della lastra durante il lavaggio dello strato sensibile.
Anche una essiccazione insufficiente della vernice dopo la laccatura può essere
la causa di una precoce neutralizzazione della lastra.
Le stampe sbiadite si osservano anche se si stampa con troppa acqua, e
l'inchiostro risulta troppo emulsionato.
Si può inoltre osservare una stampa sbiadita con le lastre plurimetalliche,
se lo strato di cromo è troppo spesso. I punti del retino si trovano troppo
ribassati e non vengono inchiostrati.
I fogli di stampa all'uscita fogli dovrebbero cadere verticalmente,
mantenendosi paralleli al foglio sottostante. Regolare il dispositivo di
rallento carta e i rismatori frontali in modo tale che i fogli freschi di stampa
non vengano fatti strisciare o rifollati.
Depositare la pila di carta fresca di stampa con il carrello elevatore usando
particolare attenzione e senza scosse brusche. Nel gruppo di uscita fogli della
macchina scaricare la paletta con i fogli freschi di stampa lentamente.
Verificare con cura il dosaggio della polvere nel dispositivo antiscartino
con un cartone nero, e regolare diversamente il dispositivo ai fini di una
spruzzatura più intensa. Ad esempio, con il cartone impiegare una polvere
asciugante a grana più grossa. La gradazione della grana della polvere
dev'essere regolata anche tenendo conto della ruvidità della facciata posteriore
del supporto da stampare.
Impiegare per la stampa inchiostri compatti e non diluiti. così che
l'erogazione dell'inchiostro non sia eccessiva. Già nella preparazione degli
inchiostri bisogna prevedere una riduzione dei colori sottostanti.
Già nella ordinazione della carta, ma anche nella sua preparazione, prevedere
al bordo posteriore del foglio un margine bianco libero da stampa di circa due
centimetri. Se la tendenza del foglio ad arrotolarsi è forte, provare se è
possibile stampare nel senso della larghezza. Alcuni tessuti gommati
favoriscono, per il fatto di aderire al foglio di carta, la tendenza del suo
bordo posteriore ad arrotolarsi. Perciò èmeglio provocare anche un altro tipo di
tessuto gommato; non impiegare cane troppo sottili.
Lavare i tessuti gommati più spesso del solito, cosicché non si formi alcun
deposito indurito e abrasivo. Può essere necessario liberare la carta occorrente
per la tiratura dalla polvere passandola in un impianto a vuoto, oppure
effettuare una stampa planografica a vernice. Osservare che i rulli siano privi
di difetti e puliti.
Verificare la stabilità dei tessuti gommati. Dovrebbero essere tesi così da
risuonare, percorsi, come metallo. Controllare la registrazione e Io sviluppo
dei cilindri.
Verificare attentamente l'acqua di umidificazione con una carta reagente. Non
impiegare additivi dell'acqua di umidificazione acidi, ma solamente quelli
prescritti dai costruttori di lastre.
Pulire le lastre seguendo attentamente le prescrizioni indicate nelle
istruzioni d'uso, così che la base oleosa possa ancorarsi saldamente sulla
superficie della lastra.
Far essiccare bene la vernice.
Lavare il gruppo di stampa e ricominciare a stampare con inchiostri freschi e
una quantità d'acqua ridotta. La lastra da stampa va riprodotta.
Occorre controllare se con un diverso posizionamento dei rulli
dell'inchiostrazione si può ottenere una migliore penetrazione dell'inchiostro.
Ombratura (Effetto lucido/opaco)
Negli effetti di ombratura, l'immagine di stampa della facciata posteriore si
evidenzia sull'immagine di stampa della facciata anteriore come una marcatura
lucida o opaca. L'effetto lucido/opaco compare unicamente con carte patinate. Si
presume che l'inchiostro della facciata anteriore di un foglio indurisca un po'
il retro del foglio che si trova al di sopra in corrispondenza dell'immagine di
stampa. Quando viene poi stampata la facciata della volta, l'inchiostro aderisce
più lentamente alle parti indurite, il che è connesso con un aumento della
brillantezza.
Altre supposizioni sono che l'inchiostro, non ancora ben essiccato sul lato
della bianca, interferisca con il processo di essiccazione dell'inchiostro sul
lato della volta. A causa della essiccazione differenziata che si produce in tal
modo, si ha una brillantezza differenziata dell'inchiostro da stampa.
Effetti di lucido/opaco appaiono anche dopo la verniciatura a stampa. In quel
caso si può osservare che alcune aree presentano dopo la verniciatura la
brillantezza desiderata, altre al contrario appaiono opache o appiattite.
Ondulazioni ai bordi della carta
La carta dovrebbe essere sempre perfettamente piana. Le zone marginali delle
pile carta si alterano a causa dell'assorbimento di umidità. Le fibre della
carta risultano un po' gonfiate, e hanno così sollevato i bordi.
La causa delle ondulazioni ai margini risiede in una carta troppo secca
oppure in una umidità relativa troppo elevata nell'aria degli ambienti di lavoro
e di immagazinaggio.
Forse la pila carta era surraffreddata. In questo caso, dopo il
disimballaggio nell'ambiente di lavoro più caldo, l'umidità di condensa si
deposita sulle zone marginali, il che, ugualmente, si traduce ben presto in
ondulazioni della carta ai bordi.
Ossidazione delle lastre d'alluminio
Le lastre d'alluminio si ossidano se non vengono essiccate immediatamente, se
vengono immagazzinate in ambienti umidi oppure se rimangono troppo a lungo umide
nella macchina da stampa senza essere gommate.
Ossidazione delle lastre plurimetalliche
Le lastre plurimetalliche si ossidano molto raramente; eventualmente può
ossidarsi lo strato cromato.
Polvere
Le difficoltà legate alla polvere possono presentarsi soprattutto nella
lavorazione di carte contenenti pasta di legno, e molto porosa. Ma anche con
qualità migliori e anche con carte patinate la polvere crea difficoltà. Si
tratta in genere di difetti di fabbricazione. Ma la polvere può essere anche
prodotta da tagli malfatti (coltello che ha perso il filo, mazzette troppo alte,
mancanza di controtaglio).
Bisognerebbe stampare per prime le forme di stampa con fondi o motivi a fondo
pieno. Aerare e smazzare molto frequentemente la tiratura dopo la stampa.
Bisogna porre attenzione a che gli inchiostri del lato della bianca siano
essiccati alla perfezione. Perciò non stampare i lati della bianca e della volta
in una successione troppo rapida. Una tiratura che presenti, nella stampa della
volta, un fastidioso effetto di lucido/opaco, può forse essere salvata con una
sovraimpressione con vernice da stampa o con bianco trasparente. È consigliabile
una prova.
Le stampe devono essere essiccate perfettamente prima della verniciatura a
stampa. Aerare i fogli e attendere 24 ore prima della verniciatura.
Controllare attentamente la climatizzazione degli ambienti di stampa e di
immagazzinaggio. A questo scopo installare un registratore dei dati climatici.
Per evitare la formazione di ondulazioni ai bordi, dovrebbe sussistere uno stato
di equilibrio tra l'umidità della carta e quella del luogo di immagazzinaggio.
Qualora sussistessero delle differenze per quanto riguarda l'equilibrio
dell'umidità, occorrerebbe sospendere o stirare il materiale di stampa,
soprattutto prima di iniziare lavori a registro. In caso di differenze molto
forti, parlarne al fornitore della carta.
La carta surraffreddata non va disimballata immediatamente. Attendere prima
un equilibrarsi della temperatura, poi disimballare. Nella stampa di supporti
che presentano ondulazioni ai bordi, eventualmente ritagliare lo strato di
rivestimento sotto il tessuto gommato nelle zone dei bordi, cosi che non vi
siano grinzature da compressione.
Nel caso che il formato lo consenta, rifilare anche i fogli tutt intorno.
Una leggera ossidazione sulle lastre già impressionate può essere rimossa con
una soluzione al 5% di acido fosforico o con una soluzione al 10% di soda
caustica.
Osservare le istruzioni d'uso dei rispettivi produttori di lastre.
Pulire le lastre strofinandole con prodotti chimici d'uso commerciale adatti
allo scopo.
Eliminare la polvere dalla carta mediante un passaggio di stiratura. Inoltre
lavare il tessuto gommato con più frequenza. Nel caso di una quantità di polvere
molto grande, fare una sovrastampa in piano con vernice. Nelle carte patinate su
un solo lato, sovrastampare prima il retro con un fondo di vernice per «fissare»
la carta, e quindi liberare dalla polvere la facciata anteriore patinata tramite
un passaggio di stiratura. Quindi mettere in funzione le spazzole aspira-polvere
eventualmente predisposte sulla macchina.
Registro irregolare
Le irregolarità di registro sussistono quando nella stampa in policromia i
diversi colori non coincidono esattamente. Le difficoltà intervengono
soprattutto nelle macchine offset monocolore e bicolori, più raramente nella
stampa umido-su-umido delle macchine offset a quattro colori.
Le difficoltà di registro possono dipendere in primo luogo dall'impiego del
supporto di stampa in una direzione di percorso sbagliata.
Tuttavia può anche trattarsi di irregolarità prodotte dalla puntatura, cosa
che è molto facile da dedurre basandosi sul foglio stampato. Le irregolarità di
puntatura determinate dalla macchina si evidenziano ai crocini di puntatura. In
certi casi, è però da considerare anche una instabilità nelle dimensioni della
carta.
Le irregolarità di registro possono anche dipendere da una
sovrasollecitazione della carta, ad esempio se grandi superfici o immagini di
stampa piena vengono stampate su una carta molto leggera e magari anche in un
grande formato.
La distensione in piano del foglio ha un notevole influsso sul registro di
stampa. Così i fogli ondulati ai bordi o troppo tesi, con rigonfiamenti,
produrranno difficoltà di registro.
La carta troppo secca «gonfia» assorbendo umidità e provoca irregolarità di
registro nella stampa a più colori.
Anche il taglio della carta va osservato. Un taglio concavo, con un angolo di
taglio non esatto e anche una sbavatura di taglio possono causare irregolarità
di registro.
È anche importante l'osservanza di un giusto sviluppo di stampa. Uno sviluppo
errato, causato da una fallatura da rotolamento del tessuto gommato, produce
delle sollecitazioni meccaniche sulla carta e quindi irregolarità di registro
nei lavori in policromia.
Repulsione dell'inchiostro da stampa
Normalmente con il termine «repulsione dell'inchiostro da stampa» s'intende
la mancata adesione dell'inchiostro di stampa dovuta alla presenza di un colore
stampato precedentemente e già asciugato completamente. Le cause si trovano in
primo luogo in un essiccamento troppo intenso del colore stampato
precedentemente, che non permette alla stampa successiva di aderire.
Probabilmente il prodotto stampato è stato lasciato in deposito troppo a
lungo tra la stampa dei successivi colori, o il colore stampato precedentemente
si è indurito eccessivamente a causa di un'aggiunta eccessiva di sostanza
essiccante. Attenzione soprattutto nella stampa su carta molto trasparente!
Nella stampa umido-su-umido viene talvolta indicata sotto il termine di
repulsione anche una mancata adesione dell'inchiostro di stampa causata dai
colori stampati nei primi gruppi di stampa.
In linea di massima nella macchina da stampa offset a uno o due colori tanto
il cartone quanto la carta vanno lavorati in direzione normale alla direzione di
fibra (quindi con il senso di fabbricazione del supporto di stampa parallelo
all'asse del cilindro). In questo modo sussiste la possibilità di contrastare le
naturali variazioni nelle dimensioni della carta mediante variazioni e
registrazioni dello sviluppo dei cilindri delle macchine offset.
Verificare attentamente la puntatura ed eseguire quindi la doppia tiratura di
un foglio prima di iniziare a stampare la tiratura vera e propria. Fissare dei
contrassegni sulla lastra per permettere controlli continui durante la stampa
definitiva (contrassegni per la tiratura).
Per grafismi a stampa piena o fondi a grandi superfici, impiegare una carta
consistente. Nella distribuzione dei grafismi, porre attenzione che i motivi più
critici per il registro siano sempre disposti il più vicino possibile agli
organi di puntatura. Lasciare anche un margine bianco sul lato posteriore in
modo che il foglio abbia meno tendenza ad arrotolarsi all'uscita fogli.
Migliorare la distensione della carta tramite sospensione o stiratura, se si
devono stampare lavori in cui la precisione di registro è importante.
Misurare l'umidità della carta con un igrometro ad asta prima di iniziare a
stampare. L'umidità relativa dell'aria dovrebbe essere tra il 50 e il 60%, e
dovrebbe anche coincidere con il clima dell'ambiente.
Verificare il taglio della carta e, all'occorrenza, rifare il taglio con la
giusta angolatura, nel caso che il difetto sia stato riscontrato prima
dell'inizio della tiratura.
Controllare lo sviluppo dei cilindri. Fare una ripassatura e lavorare con un
rivestimento duro, nel caso che fino ad allora si sia stampato con un
rivestimento morbido.
Possibilmente non aggiungere alcuna sostanza essiccante ai colori stampati
per primi (vecchia regola). Se l'aggiunta ènecessaria o prescritta, usare una
bilancia per il controllo della quantità aggiunta.
Il tempo intercorrente tra la stampa dei singoli colori non dovrebbe essere
troppo lungo.
Nella stampa umido-su-umido non si dovrebbero stampare superfici di colore
nei primi gruppi di stampa, se deve ancora seguire la stampa sovrapposta di un
altro colore: quindi occorre modificare la successione dei colori. In caso di
repulsione del colore a causa di un essiccamento troppo intenso, sovrastampare
una apposita vernice. Tuttavia. prima della sovrastampa del colore successivo,
questa dovrebbe risultare ancora piuttosto umida e leggermente appiccicosa.
Per piccole tirature i fogli possono anche essere strofinati con gesso,
eventualmente anche in un macchina bronzatrice. Fare prima delle prove manuali!
Repulsione dell'inchiostro da stampa dovuta alla carta
Una repulsione dell'inchiostro di stampa nelle macchine a più colori può
anche essere provocata dal fatto che il mezzo umidificante che viene a contatto
della superficie del foglio nel primo gruppo stampante non passa sulla
superficie con sufficiente rapidità. Nei gruppi di stampa successivi
l'inchiostro viene rifiutato a causa di questo velo di umidità.
Riporti
La formazione di riporti dell'inchiostro di stampa sui tessuti gommati si
verifica tanto nella stampa offset da foglio quanto in quella da bobina. È un
fenomeno che si riscontra prevalentemente nella stampa umido-su-umido a più
colori. ln questo caso si forma uno strato di inchiostro in rilievo de! colore
stampato nel primo o secondo elemento di stampa sui tessuti gommati del terzo o
quarto elemento. Tuttavia si possono osservare dei riporti anche sul tessuto
gommato delle macchine a un colore.
Le cause risiedono spesso in un'applicazione troppo rapida dell'inchiostro
nel percorso dal primo all'ultimo gruppo di stampa. Il supporto di stampa ha un
tempo di impressione troppo breve, è troppo assorbente, oppure l'inchiostro
stesso ètroppo «rapido». I riporti possono essere dovuti anche a microrotture
della carta.
Rottura della carta e del cartone
Le carte e i cartoni patinati possono, in corrispondenza di pieghe o solchi,
logorarsi o strapparsi. Lo stampato risulta esteticamente rovinato, soprattutto
se l'orlo della piega attraversa una superficie inchiostrata.
Rulli funzionanti a vuoto
Con la denominazione «rulli funzionanti a vuoto» s'intende il rifiuto o la
non assunzione dell'inchiostro di stampa da parte dei rulli va-e-vieni in
acciaio della macchina offset nel corso della tiratura. In questo modo vengono
perturbate tanto la trasmissione dell'inchiostro quanto l'inchiostrazione della
lastra. Non è possibile una erogazione uniforme dell'inchiostro. Anche i rulli
inchiostratori possono girare a vuoto. senza prendere l'inchiostro. Le cause
risiedono in un'erogazione d'acqua troppo abbondante oppure in un'acqua per
il lavaggio con un valore del pH troppo basso, dovuto a un additivo
detergente troppo acido. lì funzionamento «a vuoto» dei rulli si verifica
soprattutto con i rulli va-e-vieni in acciaio, più di rado con i rulli
va-e-vieni ramati, e praticamente mai con i rulli di materiale sintetico, oggi
prevalentemente usati.
Scioglimento di inchiostro nell'acqua
Lo scioglimento d'inchiostro da stampa, collegato ad una errata e
considerevole migrazione dell'inchiostro sui rulli umidificatori rivestiti di
tessuto e nell'acqua dell'umidificazione, cosa che, di nuovo può avere come
conseguenza uno sbiadimento del colore sulla carta o. similmente, un viraggio di
tonalità, è per lo più un fenomeno conseguente a una presenza eccessiva di
additivi nell'acqua dell'umidificazione o a un inchiostro di stampa troppo
sensibile all'acqua.
Alcune carte possono essere inadatte per la stampa umido-su-umido in macchine
offset a quattro colori, e talvolta anche in macchine a due colori. Occorrerebbe
provare se l'erogazione d'acqua nei primi gruppi può essere ridotta tramite
lastre multistrato (bi- o trimetalliche) oppure tramite aggiunta di alcool al
mezzo umidificante.
Si può cercare di aggiungere agli inchiostri, a goccia a goccia, un po' di
olio di stearina, cosicché l'inchiostro nmanga fresco nel percorso che compie da
un gruppo di stampa all'altro, e non si fissi tanto in fretta. Impiegare
inchiostri con un diverso comportamento per quanto riguarda l'impressione.
Aumentare l'erogazione dell'acqua.
Le difficoltà possono anche essere evitate modificando la successione di
stampa, in modo che i colori più delicati vengano stampati in uno degli ultimi
gruppi di stampa. Bisognerebbe inoltre provare ad aumentare leggermente
l'erogazione dell'acqua nel gruppo che presenta la formazione di riporti.
Altrimenti, prendere in considerazione la necessità di lavaggi più frequenti del
tessuto gommato e anche una sostituzione della carta.
Impiegare altri inchiostri da stampa; questo è raccomandabile soprattutto
nella formazione di riporti sul tessuto gommato delle macchine monocolori.
Osservare la giusta direzione di macchina: disporre gli orli di piegatura e
la linea della solcatura parallelamente alla direzione di macchina. Non far
essiccare completamente il supporto. Nel progettare lo stampato porre
attenzione alla disposizione delle piegature, e non farle cadere nelle superfici
inchiostrate. Per le ondulazioni utilizzare le seguenti regole:
1. Larghezza del dorso più conveniente = spessore del cartone.
2. Larghezza del solco più conveniente = 2 x spessore del cartone (mm) +
larghezza del dorso (mm) + 0,2 mm.
3. Profondità del solco più conveniente = spessore del cartone.
In casi difficili rivestire con una lamina.
Stampare con acqua neutra ed erogazione ridotta di mezzo umidificante.
Evitare l'uso di additivi acidi per l'acqua del lavaggio. Aggiungere
all'inchiostro di stampa un po' di olio per stampatori, e trattare il rullo
va-e-vieni in acciaio con una sostanza che faciliti la presa dell'inchiostro
(«Antiblank»). Trattare i rulli del gruppo inchiostratore con una soluzione di
10 g di acido tartarico in 1 litro d'acqua, quindi lavare bene i rulli con un
detergente per rulli.
Potrebbe anche trattarsi di un contatto difettoso tra i rulli inchiostratori
e i rulli intermedi, perciò occorre verificare la regolazione dei rulli.
Aggiungere all'inchiostro di stampa un po' di vernice e fare a meno di
qualsiasi additivo nell'acqua dell'umidificazione. Occorrerebbe anche impiegare
un inchiostro diverso ed esporre le difficoltà al proprio fornitore
d'inchiostro.
Sdoppiamento
Con il termine «sdoppiamento» s'intende una sovrapposizione non sempre
esattamente coincidente dei colori stampati per primi sul tessuto gommato del
gruppo di stampa successivo. A causa di ciò gli elementi dell'immagine ricevono
per riporto una stampa aggiuntiva più leggera. (Lo sdoppiamento non va confuso
con uno slittamento o con gli ispessimenti di stampa!)
Lo sdoppiamento dell'immagine di stampa puo essere collegato ad una carta
ondulata ai bordi o mal tesa, che presenta rigonfiamenti.
Ma lo sdoppiamento - una doppia stampa del grafismo -può intervenire anche in
seguito a dilatazioni molto diverse della carta da un foglio all'altro nella
stampa su macchine a quattro colori. Queste dilatazioni differenziate fanno sì
che i fogli, durante il passaggio attraverso la macchina, cedano l'inchiostro ai
cilindri gomma in posizione non perfettamente coincidente e che non vengano
ricoperti dai cilindri caucciù in modo perfettamente coincidente con i fogli
successivi.
Lo sdoppiamento interviene anche in relazione a una difettosa tenuta delle
pinze dei cilindri, per cui, durante il passaggio di stampa, il foglio viene
leggermente tirato indietro da sotto le pinze.
Lo sdoppiamento è già stato osservato anche impiegando tessuti gommati nuovi.
Sfarinatura dell'inchiostro da stampa
In caso di sfarinatura l'inchiostro da stampa può essere asportato,
strofinandolo, dalla superficie della carta o del cartone come uno strato secco
e farinoso. I pigmenti dell'inchiostro non fanno presa sulla superficie del
supporto di stampa. I leganti sono penetrati con troppa forza e troppo in fretta
nella superficie del supporto di stampa. senza avvolgere e legare i pigmenti.
Le cause consistono in un supporto di stampa troppo assorbente oppure in un
tempo di applicazione troppo ridotto, ma possono anche essere dovute ad un
inchiostro troppo liquido e diluito.
Spellature
Con il termine «spellature» s'intende lacerazioni o strappi più o meno
marcati della superficie della carta o del cartone, causati dalla loro
sollecitazione meccanica durante il procedimento di stampa. Si presenta tanto
con materiali di stampa patinati quanto con materiali non patinati, se la
sollecitazione meccanica è maggiore della resistenza meccanica della carta o del
cartone.
Si possono distinguere lacerazioni del supporto e lacerazioni della
patinatura. Nel caso di una lacerazione del supporto si tratta per Io più di
carte non patinate. Tuttavia si può pervenire ad uno strappo del supporto anche
nel caso di carte patinate, se per la loro produzione è stata impiegata una
carta greggia troppo debole e non resistente agli strappi.
Migliorare la distensione in piano della carta mediante sospensione o
stiratura. All'occorrenza effettuare una sostituzione della carta.
Sospendere o stirare la carta, per egualizzare le differenti dilatazioni. In
lavori molti delicati, e con grosse tirature, mettersi in contatto con il
fornitore della carta, per disporre eventualmente forniture della carta
separate, a seconda che provengano da zone centrali o laterali del nastro carta
(della macchina continua).
Controllare se lo sdoppiamento si presenta con un determinato ritmo, ad
esempio ogni terzo o quarto foglio (ritmo del dispositivo di taglio
trasversale). La carta con taglio a foglio singolo proveniente dal tagliacarta
trilaterale selezionabile è migliore.
Effettuare la regolazione delle pinze secondo le prescrizioni della ditta
costruttrice. Effettuare controlli accurati anche dei carrelli portapinze.
Un altro tipo di tessuto gommato può talvolta eliminare lo sdoppiamento.
Aggiungere all'inchiostro da stampa un po' di vernice viscosa. Fare
preliminarmente una stampa superficiale con la vernice, per ridurre la capacità
assorbente del supporto da stampare. Forse apparirà anche opportuno mescolare un
nuovo inchiostro, con il quale si può ormai quasi completamente fare a meno di
additivi per la stampa. L'aggiunta di sostanze essiccanti è necessaria in caso
di inchiostri lòrtemente schiariti!
Le tirature che presentano una tendenza alla sfarinatura possono essere
salvate mediante una sovrnstampa eseguita con una speciale vernice essiccante.
Contattare il fornitore di inchiostri da stampa. Anche una verniciatura a
pressione o a macchina può rimediare alla sfarinatura. Sono consigliabili delle
stampe di prova.
Queste difficoltà possono essere ridotte «tagliando» l'inchiostro da stampa,
nella misura in cui esso rimanga rispondente alle altre esigenze della tecnica
di stampa.
Se gli strappi intervengono solamente nella fase di avviamento, allora
rendere i colori più plastici spruzzandoli con un diluente. Forse è anche
sufficiente far semplicemente girare la macchina a vuoto per scaldarla.
Stampe marmorizzate
Con questa espressione s'intendono le stampe irregolari di fondi pieni, ma
anche di aree retinate, nell'immagine di stampa. Presupponendo che la
riproduzione della lastra sia fatta a regola d'arte, le cause di una stampa
marmorizzata possono trovarsi nei tessuti gommati impiegati, nei fogli di
rivestimento posti sotto il tessuto gommato o sotto la lastra, oppure nella
carta.
Stampa schiacciata
Si tratta in questo caso di fenomeni simili allo sdoppiamento. Le cause
risiedono per Io più in una pressione di stampa troppo forte tra il cilindro
gomma e il cilindro lastra. Il punto viene stampato non nitidamente, subisce
delle deformazioni e degli slittamenti.
Può darsi che il tessuto gommato non sia abbastanza teso.
Anche una erogazione di inchiostro troppo intensa può causare una certa
formazione di stampa schiacciata.
Trasudamento di inchiostro da stampa
Nel trasudamento alcune componenti dell'inchiostro da stampa (leganti)
penetrano attraverso la carta fino al lato posteriore. Questo fenomeno è raro.
Le cause consistono in una carta troppo debolmente collata o in un inchiostro
troppo liquido e diluito.
Velatura
Con il termine «velatura» s'intende la stampa indesiderata di un velo
aggiuntivo di inchiostro, per lo più visibile sull'intera superficie del foglio.
Aree che devono rimanere libere dalla stampa ricevono inchiostro. Verificare il
valore di pH della carta e in modo particolare la sua resistenza all'acqua. Le
carte patinate sono quasi sempre alcaline, il che però non è necessariamente
equivalente. La velatura può sussistere nella stampa di carte alcaline,
sensibili all'umidità. In questo caso vengono sciolte determinate componenti
chimiche (ad esempio la caseina nelle carte patinate), che alterano la polarità
tra inchiostro e umidità.
Una velatura può anche essere provocata da inchiostri troppo liquidi, ma
anche da un'errata regolazione dei rulli umidificatori.
In seguito ad un trattamento non appropriato delle lastre metalliche
monostrato, nel corso dell'avviamento si può avere una velatura sull'intera
lastra.
Strisce di velatura possono talvolta anche formarsi per una regolazione
sbagliata dei rulli inchiostratori. Durante la tiratura, per un imperfetto
contatto di rotolamento, la lastra non viene inchiostrata in modo corretto,
soprattutto se contemporaneamente l'inchiostro è molto liquido.
Delle velature possono trovarsi sulla lastra già prima della riproduzione, le
velature di impressionamento, ad esempio nelle lastre metalliche monostrato.
Verificare l'adesività del tessuto gommato ed eventualmente sostituirlo.
Forse è anche sufficiente trattarlo con alcool.
Provocare la resistenza della carta alle spellature con un apparecchio IGT e
mettersi in contatto con i fornitori della carta.
Nel caso di spellatura di carte gregge, un passaggio di verniciatura può
fissarne la stuttura delle fibre.
Nel caso di altri supporti di stampa soggetti a spellature, si può anche
provare a stamparli sulla facciata opposta. Può darsi che il comportamento sulle
due facciate sia notevolmente diverso, e che l'altra facciata magari abbia una
maggiore resistenza alla spellatura.
Cambiare i tessuti gommati, usare come fogli di sottorivestimento soltanto
materiali perfetti e appositamente calibrati. In caso di stampe marmorizzate di
determinate aree di illustrazioni, mettere, nelle macchine offset a quattro
colori, i colori critici nel terzo o quarto gruppo di stampa. Consultare il
fornitore della carta.
Verificare attentamente la pressione di stampa e lo sviluppo dei cilindri.
Controllare l'interferenza tra il tessuto gommato e la lastra misurando sulle
fasce con una sonda da 1/10 mm o con un comparatore a quadrante. Fare un
avviamento secondo le regole della stampa planografica.
Tendere il tessuto gommato.
Usare una quantità ridotta di inchiostro. Non sovraccaricare la stampa; usare
inchiostri migliori.
Impiegare un altro inchiostro meno fluido. Eventualmente eseguire una
sovraimpressione con un fondo di vernice, in modo da ridurre la capacità di
assorbimento e l'attitudine a ricevere inchiostro da parte della carta.
Far verificare. con i controlli della qualità, la durata di galleggiamento
dell'inchiostro ed eventualmente effettuare una sostituzione della carta.
Fare eventualmente un test IGT di velatura. Una velatura nelle carte acide è
straordinariamente rara, tuttavia non del tutto impossibile.
In caso di inconvenienti di velatura, impiegare gli inchiostri in forma il
più compatta possibile pur rimanendo scorrevoli. Controllare i rulli
umidificatori ed eventualmente cambiare i rivestimenti.
In primo luogo non lasciare a lungo le lastre asciutte durante l'avviamento;
soprattutto inizialmente, è raccomandabile una gommatura.
Nel portare i rulli inchiostratori sulla lastra gommata, verificare e
regolare la loro disposizione rispetto alla lastra. Sostituire i rulli
inchiostratori vecchi e induriti con nuovi rulli.
Se la velatura si presenta nelle aree lucidate con scisto per correzione, si
tratta per Io più di una velatura da impressionamento o di una velatura che si è
formata per un trattamento inadatto della lastra (ossidazione). Cambiare la
lastra.
Carte molto polverose possono provocare velature. perché la formazione di uno
strato abrasivo sul tessuto gommato rovina gradualmente le aree della lastra che
devono trasmettere l'acqua.
Visibilità dell'inchiostro da stampa in trasparenza
La visibilità dell'inchiostro da stampa in trasparenza, è il grado di
visibilità dell'immagine di stampa dal retro della carta. L'immagine di stampa è
più visibile dal retro nelle carte sottili, piuttosto che in quelle spesse. Le
carte senza pasta di legno e contemporaneamente molto bianche, lasciano
trasparire l'immagine di stampa dalla faccia posteriore in misura maggiore delle
carte contenenti pasta di legno e di colorazione giallina.
Non usare acqua per l'umidificazione con un valore di pH inferiore a 5,
altrimenti possono insorgere altre difficoltà, come ad esempio
un'essiccazione imperfetta.
Scegliere la qualità della carta a seconda dell'immagine di stampa e delle
esigenze. Fare delle verifiche della visibilità dell'inchiostro in trasparenza
con un opacimetro.
6.6. Lastre da stampaI
crescenti costi della mano d'opera hanno incrementato la tendenza ad usare
lastre presensibilizzate. La riproduzione su questa lastre può essere
padroneggiata anche da personale inesperto in breve tempo. Dal momento che le
lastre presensibilizzate non sono quasi per niente soggette a variazioni nella
tecnica di riproduzione, offrono un presupposto ottimale per la meccanizzazione
del procedimento di riproduzione con le relative apparecchiature.
6.6.1. Metallo di supportoIl
metallo di supporto per le moderne lastre offset è l'alluminio laminato e
perfettamente levigato, in spessori compresi tra 0,1 e 0,4 mm. Le lastre
plurimetalliche sono meno utilizzate.
La finitura
superficiale della lastra si differenzia notevolmente per quanto riguarda la
definizione dell'immagine e la sua stabilità nel corso dell'intera tiratura. La
rugosità superficiale - vista micro-geometricamente - deve possedere una
determinata conformazione ideale. La rugosità o granulazione superficiale
aumenta la superficie fino al 75% e offre allo strato sensibile della lastra una
presa maggiore di una superficie liscia. Le lastre di stampa vengono granulate
tramite procedimenti di micro-granitura. anodizzazione o trattamento con
spazzole.
6.6.3. Strati sensibili per la
riproduzioneLe lastre offset prericoperte e presensibilizzate hanno una
azione:
a) autopositiva - sottrattiva
riproduzione in positivo
La luce del riproduttore agisce nel senso di eliminare le aree dello strato
sensibile che non devono stampare. Il supporto dell'immagine è lo strato che
rimane e viene fissato dallo sviluppo. Le sostanze fotosensibili nello strato
sono diazocomposti;
b) negativa - additi va
riproduzione in negativo
La luce del riproduttore produce insolubilità nello strato sotto l'azione
dello sviluppo. Le aree illuminate sono supporto dell'immagine. I materiali
sensibili alla luce sono diazoresine:
c) fotopolimerica - additi va
riproduzione in negativo
Gli strati fotopolimerici, per effetto dell'illuminazione. perdono la loro
solubilità allo sviluppo.
Gli strati sensibili fotopolimerici aventi funzione additiva costituiscono
una parte degna di nota tra le lastre otfset negative.
6.6.4. SviluppatoreNegli
strati sensibili di riproduzione in positivo e nello sviluppo a mano si lavora
con sviluppatori alcalini.
Migliori sono i cosiddetti sviluppatori a bloccaggio. Essi impediscono
l'erosione dei punti di retino e della loro base.
Le istruzioni d'uso prevedono temperature per lo sviluppo che partono dai 20
0C. Livelli di temperatura di * 6 ºC alterano i tempi di sviluppo ognuno
di + 50%. Nello stesso tempo dev'essere preso in considerazione uno
spostamento di valore tonale della scala dei retini, e quindi dell'immagine di
stampa.
6.6.5. AllestimentoIl
fissaggio arresta lo sviluppo. Esso segue in modo immediato al lavaggio dello
sviluppatore. La posa di uno strato protettivo e la gommatura danno infine
all'immagine l'indispensabile stabilità e la protezione contro le azioni
meccaniche fino alla stampa.
6.7. Inchiostri da stampaGli
inchiostri da stampa offset, nella loro composizione, per le loro qualità
chimiche, fisiche e inerenti alla tecnica di stampa, devono rispondere a diverse
esigenze. Fattori determinanti sono: la forma da stampa: il soggetto; il sistema
costruttivo del gruppo inchiostratore; lo sviluppo di stampa; la struttura
chimica e fisica del supporto di stampa; il grado di assorbimento d'acqua: la
viscosità; la consistenza: l'adesività; l'essiccamento; la stabilità.
Al momento del procedimento di stampa l'inchiostro èsempre più o meno fluido
oppure pastoso, e dopo la stampa consolidato e secco. Le componenti principali
degli inchiostri da stampa sono la sostanza colorante o pigmento, la vernice o
legante e gli additivi, come solventi. diluenti ed essiccanti.
La sostanza colorante o il pigmento rende visibile il grafismo stampato sul
supporto di stampa. Il legante trasporta la sostanza colorante e la àncora al
supporto di stampa. Gli additivi per la stampa devono adeguare alle esigenze
particolari le proprietà dell'inchiostro da stampa, come ad esempio la
stampabilità, l'essiccamento, la scorrevolezza, la brilìantezza, la resistenza
agli sfregamenti, ecc.
6.7.1. Coloranti (pigmentati e
sostanze coloranti)Per quanto riguarda i coloranti si distinguno:
- - pigmenti inorganici;
- - pigmenti organici;
- - sostanze coloranti organiche.
Ai pigmenti inorganici
appartengono le terre, i pigmenti minerali, i pigmenti metallici e i pigmenti a
base di carbonio. I pigmenti metallici vengono generalmente indicati come
bronzi. Quanto più finemente i bronzi metallici sono stati rettificati, tanto
più la loro brillantezza è opaca. I pigmenti a base di carbonio (nerofumo) si
differenziano notevolmente uno dall'altro per motivi qualitativi e di tecnica di
stampa. I tipi di nerofumo più fini e più abbondanti sono quelli ottenuti per
combustione di gas metano o di vapori di oli minerali. Poiché la profondità di
colore del nerofumo non è sufficiente per tutte le applicazioni, viene loro
aggiunto per l'impiego come inchiostri da stampa un abbellente.
Un tempo i pigmenti naturali svolgevano un ruolo considerevole tra i
coloranti inorganici, per quanto riguarda la fabbricazione di inchiostri da
stampa. Oggi la base della sostanza colorante è costituita da pigmenti minerali
prodotti artificialmente: pigmenti a base di ossido di ferro, pigmenti a base di
cromo e di molibdeno come il giallo cromo, l'arancio molibdeno, pigmenti al
cianuro di ferro («Blu Milori») ed altri.
Ai pigmenti organici appartengono i pigmenti animali e vegetali
naturali, pigmenti sintetici come lacche e sostanze coloranti pigmentate. Essi
vengono preparati in forma solubile e anche come vernici solubili. La materia
prima per la produzione di un colorante organico sintetico è principalmente il
catrame di carbon fossile. Ma anche l'olio minerale viene impiegato per la
produzione di alcune materie prime. Un numero compreso tra i 300 e i 500
prodotti chimici derivati dalla distillazione del carbon fossile, si presta per
la fabbricazione degli inchiostri da stampa. L'industria chimica ha ricavato i
pigmenti e coloranti più importanti per la preparazione degli inchiostri
diazocomposti come prodotti intermedi del benzolo e del tuluolo.
Tra i coloranti organici al catrame si distinguono prodotti solubili
in acqua, in alcool, in idrocarburi saturi e in acidi grassi.
6.7.2. Leganti (o vernici)La
composizione dei leganti dipende dal procedimento di stampa, dalle necessarie
qualità di essiccazione, dal supporto di stampa e dalle desiderate proprietà di
stabilità dei prodotti di stampa. Per la fabbricazione delle vernici occorrono
prodotti naturali e prodotti ottenuti artificialmente. Olio di lino. olio di
legno, olio di ricino e olio di soia vengono fatti addensare insieme a resine
sintetiche fino a ottenere vernici, le cosiddette vernici composite.
Il legante partecipa in misura notevole alla determinazione delle proprietà
reologiche dell'inchiostro (reologia, ossia studio della scorrevolezza
delle sostanze), che lo stampatore valuta come stampabilità (comportamento
generale dell'inchiostro nel percorso dai rulli del gruppo inchiostratore fino
al trasferimento sul supporto di stampa) e indica con il termine generico di
consistenza. La consistenza, come somma di tutte le proprietà reologiche, viene
essenzialmente determinata dalla viscosità (misura della fluidità,
scorrevolezza) di un inchiostro, ed è definita secondo le norme DIN 16515.
Un inchiostro può essere:
- - fluido, contemporaneamente privo di consistenza oppure
filamentoso;
- - denso, contemporaneamente privo di consistenza oppure
filamentoso;
- - filamentoso, contemporaneamente fluido oppure denso;
Se
un inchiostro scorre rapidamente, lentamente o non scorre affatto dalla spatola,
esso è fluido, oppure denso (prova con la spatola). Se, intingendo un dito, si
formano filamenti brevi o lunghi, l'inchiostro è privo di consistenza, oppure
filamentoso (prova col dito).
6.7.3. Additivi per la
stampaGli additivi per facilitare la stampa riducono l'adesività e la
tendenza alle spellature, migliorano la resistenza agli sfregamenti, la
brillantezza e l'essiccamento. Essi facilitano inoltre la suddivisione dei
pigmenti.
6.7.4. Leganti essiccanti per
azione fisicaSoluzioni di resine sintetiche o naturali in solventi
elaborati appositamente per il particolare materiale e procedimento di stampa.
L'essiccazione avviene per eliminazione del solvente, ad esempio per
volatilizzazione (inchiostri con fissaggio per calore o «heat-set») oppure per
penetrazione nella carta. Dopo la rimozione del solvente, la resina che rimane
sulla superficie del supporto di stampa ancora il pigmento alla carta.
L'essiccazione può essere accelerata solamente con l'addizione di solventi a
volatilizzazione rapida, oppure con un perfezionamento dei dispositivi per
l'essiccamento.
6.7.5. Leganti ossidanti per
ossidazione chimicaL'essiccazione avviene per polimerizzazione e
ossidazione degli oli essiccativi. La polimerizzazione può avvenire con
sufficiente rapidità solamente per l'addizione di ossigeno in presenza di
composti per accelerare l'essiccamento, i cosiddetti «essiccativi».
Il fissaggio
dell'inchiostro è dato dalla penetrazione dei leganti nel supporto di stampa, e
ha un'importanza essenziale per l'essiccazione degli inchiostri da stampa. La
condizione superficiale del supporto di stampa è altrettanto decisiva per la
penetrazione quanto la capacità di assorbimento da parte della struttura
fibrosa.
6.7.7. Produzione degli inchiostri
da stampaGli inchiostri da stampa che contengono pigmenti - particolarmente
gli inchiostri per stampa offset ad alta pigmentazione - vengono prodotti in
impianti speciali, come i mulini a sfere. Essi soddisfano le esigenze di una
distribuzione uniforme, senza inclusione d'aria, del colorante nella vernice.
Per sfruttare in modo ottimale il potere colorante, la resa e le numerose
altre proprietà inerenti alla tecnica di stampa dei coloranti di elevato valore,
i pigmenti nell'inchiostro da stampa pronto per l'uso devono presentare una
grossezza di granulazione tra 0,2 e 1 mm.
6.7.7.1. Flushing. Il procedimento «flushing» riduce le spese di
produzione degli inchiostri da stampa. Tramite impasto e riscaldamento della
mescola di fabbricazione in un impastatrice sotto vuoto, l'acqua aderente al
pigmento viene sostituita con la vernice. Si ha così una pasta concentrata di
componente solido con il pigmento distribuito in modo finissimo. Dopo questo
trattamento, le paste di concentrato solido vengono lavorate nella forma di
inchiostri da stampa con l'aggiunta degli additivi necessari.
6.7.8. Proprietà di
resistenzaLa resistenza degli inchiostri da stampa definisce la loro
stabilità alle azioni chimiche e fisiche nel successivo impiego dei prodotti di
stampa. Queste esigenze sono decisive, prima di iniziare a stampare,
essenzialmente per la scelta degli inchiostri. Lo stampatore può tutelarsi,
mediante appropriati criteri di scelta, contro successive critiche causate da
difetti.
Si distinguono le seguenti proprietà di resistenza (i rispettivi metodi di
prova sono stabiliti dalle norme DIN 16524 e DIN 16525):
- - resistenza all'acqua (UNI 5774);
- - resistenza alla sterilizzazione:
- - resistenza ai solventi delle vernici (UNI 5775);
- - resistenza alla verniciatura;
- - resistenza agli alcali (UNI 5776);
- - resistenza ai detersivi e ai saponi (UNI 5777):
- - resistenza ai formaggi (UNI 5778):
- - resistenza ai grassi alimentari (UNI 5779);
- - resistenza alla paraffina e alla cera (UNI 5780):
- - resistenza agli aromi e alle spezie (UNI 5781);
- - stabilità al calore;
- - resistenza alla luce (UNI 5773).
6.8. Supporti di stampaI più
importanti supporti di stampa sono la carta e il cartone. Materiali speciali
come i laminati o la lamiera non vengono presi in considerazione in questa sede.
La carta èuno strato di fibre prodotto a nastro continuo. Le principali materie
prime sono il legno, quindi le fibre di paglia, stracci, cotone e, recentemente,
le fibre sintetiche. A seconda del tipo di legno le fibre presentano strutture
ditferenti. Le fibre di legno di conifere (abete rosso e pino) sono più lunghe
di quelle di legno di faggio e di betulla. Prima di essere utilizzabile per la
fabbricazione della carta, il legno subisce dei trattamenti appositi.
6.8.1. Decomposizione meccanica del
legnoLa decomposizione meccanica del legno avviene, dopo l'aggiunta
d'acqua, nei cosiddetti sfibratori. lì campo d'impiego della carta determina la
lunghezza delle fibre. Si distingue la pasta di legno grossolana o fine. La
pasta di legno può essere sbiancata secondo le necessità.
Nella decomposizione le componenti naturali dei legno (resina, lignina) si
conservano, e ad esse è dovuta la tendenza della carta ad ingiallire. Le carte
fabbricate con pasta di legno hanno la denominazione «a base di legno».
6.8.2. Decomposizione chimica del
legnoNella decomposizione a base di acidi, come anche in quella a base di
alcali, vengono estratte da piccoli pezzi a forma di scaglie ricavati dal legno,
grandi all'incirca come una scatola di fiammiferi, tramite pressione, calore e
addizione di prodotti chimici, le resine e le lignine.
Dopo questo procedimento di lisciviazione, le scaglie di legno, rese tenere,
si scindono in singole fibre; il prodotto ottenuto è la cellulosa. Questa viene
selezionata, lavata ed essiccata. La carta che è prodotta esclusivamente con
cellulosa ha la denominazione «priva di pasta di legno».
6.8.3. Cariche e
additiviCariche, colle, coloranti e sbiancanti ottici conferiscono alla
carta proprietà particolari. Essi danno alla carta una alta opacità (non
trasparenza), la rendono flessibile e ne migliorano la stampabilità. Come
cariche vengono impiegati minerali come il caoiino («China Clay»), il talco, il
bianco fisso (solfato di bario) e l'ossido di titanio.
6.8.4. Macchina
continuaL'alimentazione della materia prima al gruppo della tela, al gruppo
delle presse, ai gruppo essiccatore, al gruppo lisciatore, alla pressa per la
collatura, al gruppo di essiccazione finale, al gruppo di levitatura e di
bobinatura sono le stazioni della macchina continua per la carta.
Nell'alimentazione della materia prima il materiale fluido - pasta di legno,
cellulosa, additivi e cariche - viene uniformemente distribuito ed esce
attraverso una fessura nella larghezza della macchina continua sulla tela. La
tela è un tessuto di metallo o materiale sintetico, continuo e ruotante su sè
stesso. L'acqua presente nel materiale viene estratta attraverso le maglie della
tela. Le vibrazioni della tela producono la distribuzione regolare e la
feltratura interna delle fibre.
Il nastro di carta giunge nel gruppo presse contenendo pur sempre il 20% di
sostanza solida. Nel corso della formazione del foglio e della prima
disidratazione si formano due qualità importanti per lo stampatore:
l'orientamento delle fibre nella direzione di marcia e la bilateralità
superficiale (lato tela e lato feltro).
La carta
lascia la macchina continua con una superficie ruvida, «finita di macchina»; per
una ulteriore levigatura la carta può essere satinata o patinata. Per la
satinatura (levigatura) la carta passa attraverso rulli di acciaio e materiale
sintetico per la calandratura. Poiché soltanto i rulli inferiori, su un numero
totale da otto a dieci, vengono azionati, nel gruppo delle calandre interviene
uno strisciamento; questo attrito produce la brillantezza della superficie della
carta.
Carte con
superfici molto pregiate sono il risultato del processo di patinatura. Come
«vernice», nella macchina continua, viene applicata sulla superficie della carta
una massa di sostanze di carica e amidi naturali, o leganti sintetici. Infine ha
luogo la patinatura.
Si distinguono carte patinate verniciate da entrambi i lati, carte ai cromo
patinate su un lato solo, carte patinate in macchina (cioè nella stessa macchina
continua) e carte patinate a getto. Nelle carte patinate a getto l'essiccazione
della vernice bagnata avviene per mezzo di un cilindro di essiccamento cromato
con finitura a specchio. Questo essiccamento per contatto produce una superficie
del supporto di stampa uniforme e di alta lucidità.
6.8.7. AllestimentoI supporti
di stampa escono dalla macchina continua in forma di bobina o in fogli di
determinato formato. li taglio in formato del nastro di carta differisce a
seconda che le fibre della carta corrano parallele al lato lungo dei foglio o al
lato più corto.
Il foglio per stampa offset dovrebbe venire stampato con le fibre parallele
al lato lungo, perché le variazioni dimensionali possono essere compensate più
facilmente nella direzione dello sviluppo periferico dei cilindri.
Il cartone parte
da una grammatura di 150 g/m2. Da quando esiste il processo offset, esso fa
parte dei supporti di stampa più usati, soprattutto nella stampa di imballaggi a
più colori. i mezzi di produzione e gli accessori corrispondono, come principio,
a quelli impiegati per la carta. La più importante materia prima,
particolarmente per i tipi di cartone grigio da un lato, è la carta straccia.
Il cartone ottiene il suo spessore caratteristico per compressione di diversi
strati singoli nella macchina per il cartone o per incollaggio di più strati,
che possono essere diversi per tipo e qualità.
6.9. UmidificanteIl
funzionamento dei processo otfset dipende notevolmente dal grado di acidità o
alcalinità dell'acqua di umidificazione, dalla quantità di impurità presenti,
dalla qualità dei rivestimenti dei rulli e dalla precisa regolazione dei rulli
umidificatori.
6.9.1. Valore del pHIl valore
dei pH è la misura dell'acidità o alcalinità dell'acqua di bagnatura; esso viene
rilevato in una scala che va da I (fortemente acido) a 7 (neutro) fino a 14
(fortemente alcalino). L'acqua dell'umidificazione deve avere un valore di pH
tra 6,0 e 5,0. Gli additivi aggiunti all'acqua dell'umidificazione («smorzanti»)
mantengono costante questo valore e compensano influenze acide o alcaline della
canta o della lastra nel corso della tiratura per un più lungo arco di tempo.
Un'acqua di umidificazione troppo acida, intacca gli elementi stampanti della
lastra, abbrevia la loro resa di tiratura e rallenta l'essiccamento
dell'inchiostro; l'acqua di umidificazione troppo alcalina, accresce la tendenza
dell'inchiostro all'emulsionamento; possono intervenire macchiature e velature.
Il controllo del valore di pH dovrebbe essere effettuato con apparecchi di
misurazione elettrometrici, ma rimane ancora più diffusa la determinazione con
metodo colorimetrico. Una striscia di carta indicatrice - immersa nell'acqua di
umidificazione - viene fatta reagire con essa. La colorazione (rossiccia =
acido, azzurrina = alcalino) contraddistingue, per confronto con la scala di
riferimento della carta reagente, il valore del pH.
6.9.2. Additivi
dell'umidificanteGli additivi del liquido umidificante contengono composti
idrofili (ricettivi all'acqua) macromolecolari, come ad esempio la gomma
arabica. Essi costituiscono, con l'acqua, direttamente o per rigonfiamento
precedente, delle soluzioni colloidali stabili. si ancorano per un verso alle
aree della lastra libere da grafismi e per altro verso mantengono l'acqua
aderente alla superficie della lastra.
Nell'umidificazione ad alcool, per una migliore bagnatura della
lastra da stampa, viene aggiunto all'acqua dell'umidificazione alcool al 98%. A
seconda dei sistema di umidificazione, l'aggiunta di alcool è in una proporzione
che va dal 5 ai 15%. L'acqua e l'alcool vanno mescolati bene nella
preparazione della sostanza umidificante.
Occorre osservare con attenzione il valore di pH degli additivi, per evitare
una flocculazione dei colloidi.
6.9.4. Sostanze essiccanti
nell'acqua dell'umidificazionePer accelerare l'essiccazione superficiale
degli inchiostri da stampa, è possibile aggiungere all'umidificante delle
sostanze essiccanti liquide. L'addizione dev'essere di quantità compresa tra
l'1,5 e il 3%.
7. Basi
tecnico-scientifichePer la crescente automatizzazione dell'industria
poligrafica. per le sempre maggiori esigenze di qualità e la crescente velocità
di produzione delle macchine le tecniche di misurazione, verifica e comando
assumono un'importanza sempre più grande. A tutti i livelli della produzione -
da molto tempo nella preparazione dei campioni di stampa, da alcuni anni nella
produzione delle forme da stampa e ora anche nella stampa - si affermano la
conoscenza e l'impiego di densitometri a trasparenza e a riflessione, di strisce
di controllo, di curve caratteristiche di tavole per la misurazione dei valori
tonali, ecc.
La ricerca dei principi fondamentali da parte di istituti qualificati come il
Fogra (Monaco), l'Ugra (San Gallo), IGT (Amsterdam), GAFT (Rochester), come pure
la ricerca effettuata nell'industria fornitrice, hanno reso possibili questi
sviluppi. L'obiettivo è quello di controllare ampiamente, con procedure
completamente automatizzata. i diversi fattori che influenzano il processo
otfset, tanto da poter governare in modo tecnicamente significativo il flusso
operativo.
7.1. Controllo della qualità per
interventi sulla qualità di stampaIl controllo della qualità è il
presupposto per poter intervenire efficacemente sulla qualità. I difetti nei
requisiti di qualità dei materiali e delle sostanze ausiliarie e additive,
vengono riscontrati per confronto con gli standard prestabiliti, e vengono prese
misure per la conseguente eliminazione di questi errori.
Prove per campionatura effettuate secondo criteri statistici permettono di
fare deduzioni sull'intera fornitura di merce, o sulla corrispondente
produzione, e contribuiscono a rilevare e arrestare per tempo tendenze
indesiderate. Controlli in entrata, controlli nella lavorazione e controlli in
uscita includono la totalità degli avvenimenti relativi alla produzione che si
svolgono all'interno dell'azienda.
7.1.1. Controllo di entrata delle
merciNell'ambito del controllo in entrata delle merci, i supporti di
stampa, le lastre, gli inchiostri, le pellicole repro e altri materiali di
lavoro e materiali ausiliari. ad esempio per le lavorazioni successive, vengono
verificati per quanto riguarda la loro idoneità per una produzione
standardizzata.
Un controllo delle merci in entrata effettuato sistematicamente è il primo
filtro per evitare inconvenienti conseguenti a difetti dei materiali. Queste
conseguenze possono essere. fra le altre: sostituzioni a breve termine con
disfunzioni nello svolgimento della produzione. irregolarità nei tempi di
produzione, capacità sfruttate in modo non soddisfacente, reclami giustificati,
aumenti dei costi.
Fanno parte dei controlli in entrata delle merci la definizione, il
rilevamento e la prova dei requisiti di qualità. l'elencazione comparata dei
valori di prova, la separazione degli arrivi di merci imperfette avvalendosi
dell'impiego pratico di parametri caratteristici e procedimenti statistici.
7.1.2. Caratteristiche di qualità
dei materiali da stampaTra i criteri più importanti alla base della stampa
offset sta la qualità dei supporti da stampa e l'azione reciproca tra questi e
gli inchiostri da stampa.
1. Supporti da stampa
- - Carta in pile imballate:
deposito della pila carta; equilibrio
igrometrico della pila carta; diferenza di temperatura tra pila carta e
aria dell'ambiente; stato e impermeabilità ai vapore acqueo
dell'imballaggio.
- - Pila disimbailata:
uniformità
dell'altezza; avvailamenti: ondulazioni ai bordi; condizioni degli
angoli e dei bordi; squadratura.
- - Caratteristiche di qualità dei singolo foglio:
angolo di
squadratura; grammatura (peso per unità di
superficie); formato; spessore; direzione delle fibre; tendenza
all'arrotolamento; dilatazione dovuta ad umidità; grado di
levigatezza; colorazione; brillantezza; opacità; grado di
assorbenza; valore di pH superficiale; contenuto di pasta di
legno; inipolveratura e solubilità all'acqua della patinatura. 2.
Inchiostri da stampa
- - Caratteristiche di qualità dell'azione reciproca tra inchiostro e
carta;
viraggio di tonalità dell'inchiostro stampato; densità di colore
dell'inchiostro stampato; brillantezza dell'inchiostro stampato;
granulosità delle superfici a colore pieno e retinate; penetrazione
dell'inchiostro; perfetta essiccazione dell'inchiostro stampato;
resistenza della carta alle spellature.
7.1.3. Controllo nella
lavorazioneSe nel corso della lavorazione viene rilevato un difetto nel
prodotto, bisogna verificare se la causa si trova nella produzione o se è legata
al materiale. Gli errori vengono registrati e analizzati.
Dopo che la macchina per la produzione è stata impostata in corrispondenza
agli standard di qualità prescritti. si associa alla stampa una classificazione
programmata dei fogli prelevati ad intervalli dalla pila carta dell'uscita.
7.1.4. Controllo finaleIl
controllo finale procede per piani di campionamento, e decide quando si può dare
il via alla tiratura per la spedizione. Le caratteristiche da verificare sono:
resa dei colori, registro. macchiature, bruscoli, zone non stampate ed altro.
Dal momento che il cliente della stamperia etfettua. da parte sua, un
controllo all'arrivo delle merci, il controllo finale della stamperia sarà bene
che verifichi le stesse caratteristiche di qualità che verificherà il cliente.
7.2. Misurazione della densità del
coloreCon dieci anni di ritardo nei confronti della riproduzione
fotografica, la misurazione della densità si è atfermata negli anni Sessanta
anche per il foglio di stampa offset. Scopo della misurazione della densità del
colore è di rilevare la qualità del risultato di stampa nei suo complesso e di
ottenere valori di caratteristiche di qualità confrontabili e riproducibili, ai
fine di poter intraprendere programmi d'azione adeguati per l'indirizzamento dei
processo.
La tecnica di misurazione densitometrica rende possibile la messa a punto di
metodi realistici per una sempre maggiore concordanza in densità di colore e
riproduzione del punto di stampa tra bozze di prova e stampa definitiva.
7.2.1. Misurazione della densità
del colore nelle superfici a tono continuoLa determinazione dei valori
nella tecnica di misurazione rimaneva insoddisfacente, se si escludono le
superfici a tono continuo. La misurazione della densità nei toni continui non
prendeva in considerazione gli incrementi di tono da punto a punto nella stampa
e altre variabili del processo.
Differenze nell'erogazione dell'inchiostro e rispetto al foglio di
riferimento, erano riconoscibili solo considerando la tendenza nella variazione.
7.2.2. Misurazione della densità
del colore nelle superfici a tono continuo e in quelle retinateNei secondo
stadio della pratica della densitometria anche il comportamento dei retini nella
tecnica di stampa è stato sottoposto a misurazione. Per il momento rimaneva
ancora esclusa la dipendenza della tiratura dalla qualità della pellicola per
retinatura (originali per la riproduzione fotografica), come pure dalle bozze.
Nello stesso modo, i risultati della misurazione della densità erano (e sono
tuttora) solo difficilmente confrontabili ai fini degli accordi tra gli
stabilimenti fotolitografici per la riproduzione delle lastre e le stamperie,
fintantoché identici punti di misurazione danno valori diversi, a causa della
notevole dipendenza delle misure dalle apparecchiature usate.
7.2.3. Metodo K - FograCon la
formula sviluppata dalla Fogra per la valutazione dei contrasto di stampa. è
cominciata una nuova epoca nella misurazione della densità di colore:
Densità del tono continuo-Densità del retinato x 100%
Contrasto = Densità del tono continuo
o anche:
K= Dv - Dr + 100%
Dtc
Il calcolo del contrasto non è tuttavia trasferibile da un densitometro ad un
altro. Per la misurazione mediante densitometro il modo e il sistema di
valutazione dei punti del retino assume un aspetto negativo per il
fotolitografo. Questo si orienta in base ai valori percentuali di tonalità del
retino della pellicola, non in base ai valori di densità.
7.2.4. Rilevamento dei valori
percentuali di tonalità del retino nella stampaPer poter determinare le
curve caratteristiche di stampa1 sperimentalmente, in relazione alle curve
caratteristiche della pellicola retinata positiva, e stabilire la gradazione di
stampa2 indipendentemente dalla resa d'immagine della pellicola retinata
positiva, vengono riprodotte fotograficamente e stampate insieme strisce di
controllo separate. I punti di riferimento della misurazione densitometrica da
confrontare sono un tono retinato al 75% e un tono continuo al 100%.
Questi valori sono stati scelti perché l'attenzione dello stampatore, nella
valutazione visiva dell'immagine, si rivolge in modo essenziale al fatto che il
tono continuo sia ben coperto e che, d'altra parte, il tono reti nato sia
stampato in modo pulito e senza riporti, e inoltre perché la differenza di
densità tra i valori di retinato compresi tra il 70 e l'80% raggiungono un
massimo sulla pellicola; analogamente, anche la valutazione visuale dei punti di
retino stampati è più facile in questo campo di misurazione.
7.2.4.1. Valutazione di tre punti
nella riproduzione e nella stampa. Nella tecnica di riproduzione si
procede, per la misurazione e la valutazione della gradazione, in modo simile a
quello usato per la stampa, e s'impiegano - ai posto delle strisce di controllo
della stampa - delle cosiddette «strips», insieme con l'originale da riprodurre.
Con l'ausilio di queste strisce di misura, contrassegnate da tre campi di
misurazione - D = 0,5 (luce): D = 1,5 (media tra luce e ombra) e D = 2,5 (ombra)
- vengono costituiti dei programmi di guida per eseguire le maschere di
correzione del colore, i negativi di selezione dei colore ed i positivi retinati
(ad esempio nel caso di originali trasparenti). Nella determinazione del
contrasto (determinazione della gradazione) per il confronto tra la valutazione
della pellicola e la valutazione della stampa si manifesta cosi una evidente
approssimazione.
7.2.5. Misurazione pratica della
densitàLa valutazione densitometrica degli stampati non è attualmente
ancora in grado di rilevare i punti ad alta luce. In sostituzione, occorre
procedere con altri metodi di controllo. Lo stampatore - e questo vale tanto per
la tiratura delle bozze quanto per la stampa della tiratura - deve verificare
dei valori empirici riproducibili dalle cognizioni che riguardano la regolazione
di stampa, il tessuto gommato, la lastra di stampa e i tipi di materiali da
stampare. Tra queste esperienze, gioca un ruolo non secondario la preparazione
della lastra da stampa, e particolarmente l'esposizione.
Premessa indispensabile è che la preparazione della lastra rispetti dei
valori definiti e riproducibili, Questo è possibile con la predisposizione delle
strisce di controllo. Esse dovrebbero, tra le altre cose, avere un elemento a
graduazione fine con linee positive e negative da 4 ttm fino a 40 ltm, come sì
trova nella zona K nelle strisce di misurazione di precisione (PMS I) ideate
dalla Fogra,
Una serie di prove di esposizione fatte in precedenza per il tipo di lastra
impiegato, permette già una buona valutazione visuale dei settore a luce intensa
sulla lastra da stampa riprodotta e sullo stampato. In aggiunta si può dedurre
anche una variazione dimensionale in percentuale dei punti di retino riprodotti.
Per questo scopo il nomogramma Fogra per la determinazione del diametro dei
punti secondo il modello dei punti di retino può essere usato come mezzo di
espressione dei valori.
Esso funziona secondo il seguente principio: con un determinato tratto fine
viene a trovarsi, in seguito all'esposizione, nella zona K nel corso della
riproduzione della lastra, nello stesso modo i punti del retino si modificano in
grandezza sulla lastra da stampa, La grandezza di questi valori si determina per
conversione dai valori percentuali di tonalità del retinato della pellicola,
misurati in ltni dei diametri dei punti di retino. Riconvertendo di nuovo queste
cifre ai valore tonale di retinato in percentuale, può essere rilevato
l'andamento dei trasferimento dei punti di retinato della pellicola nei processo
di riproduzione.
7.3. ClimatologiaLe condizioni
climatico-ambientali vengono determinate dalla temperatura dell'aria, dalla
velocità di un'eventuale corrente d'aria e dall'umidità dell'aria, L'aria
contiene sempre umidità, in forma di vapore acqueo, La sua quantità per unità
d'ambiente in g/m3 viene indicata come umidità assoluta dell'aria. La
temperatura più favorevole ai lavoro in una sala di stampa si trova,
presupponendo che non vi sia circolazione d'aria, a circa 20 ºC, e con
un'umidità relativa dell'aria tra il 50 e il 55%,
Per mantenere l'umidità relativa costante in inverno come in estate, in
inverno è necessario umidificare l'aria dell'ambiente. In estate gli ambienti -
ad esempio di notte - non devono raffreddarsi troppo bruscamente, per evitare la
scomposizione dell'umidità dell'aria in forma di condensa.
7.3.1. Umidità relativaAl
contrario dell'umidità assoluta dell'aria, che corrisponde all'umidità
effettivamente presente nell'aria, il rapporto tra l'umidità assoluta e quella
massima possibile ad una determinata temperatura viene indicata come umidità
relativa dell' aria:
umidità assoluta dell'aria
Umidità relativa (%) =
--------------------------------------------------------- x 100
massima umidità dell'aria possibile
Esempio. A 20ºC l'aria contiene 9 g/m3 di umidità; la massima umidità
possibile a 20ºC è di 18 g/m3. L'umidità relativa dell'aria è quindi:
9 = 0,5
18
0,5 x 100 = 50%.
A 10ºC e con la medesima umidità assoluta di 9 g/m3 si ha un'altra umidità
relativa dell'aria. La massima umidità possibile è di soli 9,2 g/m3:
9 = 0,98
9,2
0,98 x 100 = 98%.
Se la temperatura scendesse ulteriormente, si raggiungerebbe presto il
livello della massima umidità possibile (umidità relativa dell'aria = 100%) e la
formazione di condenza. Questa temperatura - in questo caso sarebbe di 9,5ºC
-viene denominata punto di condensazione.
7.3.2. Clima e supporto da stampare
Con una normale umidità relativa dell'aria, il contenuto assoluto di
umidità delle carte per la stampa si trova, a seconda della composizione del
materiale, tra il 4 e il 9%. La carta tende ad adattare il proprio contenuto di
umidità a quello dell'aria, quindi a cedere acqua, se l'aria è più asciutta e ad
assorbire acqua, se l'aria diventa più umida, Il grado di umidità della carta -
per il quale si ha un rapporto equilibrato tra l'umidità della carta e l'umidità
relativa dell'aria, e quindi la carta non cede e non assorbe acqua - è
denominato «punto di equilibrio dell'umidità», Anch'esso viene dato in
percentuale. L'umidità relativa dell'aria e il punto di equilibrio dell'umidità
del materiale da stampare hanno quindi, in questo caso, un uguale valore.
Le cartiere forniscono supporti di stampa con un punto di equilibrio
dell'umidità compreso tra il 50 e il 55%. Punti di equilibrio dell'umidità a
livelli inferiori, ad esempio sotto il 45%, portano con sé il pericolo di una
carica di elettricità statica nel supporto da stampare. Alti contenuti di
umidità ritardano l'essiccazione degli inchiostri da stampa.
7.3.3. Oscillazioni
nell'umiditàIl punto di equilibrio dell'umidità della carta deve
corrispondere, entro un determinato limite di tolleranza, all'umidità relativa
dell'ambiente nel quale la carta viene immagazzinata o stampata. Se l'umidità
relativa dell'aria supera il punto di equilibrio dell'umidità della carta,
questa assorbe acqua e si dilata. La dilatazione è massima
perpendicolarmente alla direzione delle fibre. La carta impilata diventa
ondulata ai bordi, perché ai bordi può assorbire più umidità che al centro della
pila. Se l'umidità relativa dell'aria si trova sotto il punto di equilibrio
dell'umidità della carta, questa cede acqua e si ritira partendo dai bordi,
verso l'interno, si formano gli «avvallamenti».
In entrambi i casi interviene una variazione nelle dimensioni del supporto da
stampare, che si ripercuote negativamente sul registro. Le deformazioni
rimangono parzialmente anche se l'umidità relativa viene riportata al valore del
punto di equilibrio dell'umidità originario.
7.3.4. Oscillazioni nella
temperatura e supporto da stampareSe l'aria dell'ambiente, ad esempio con
un'umidità relativa del 50% e una temperatura di 10ºC, si riscalda fino a
raggiungere 205C, l'umidità relativa dell'aria scende a circa il 30%. Variazioni
in questo ordine di grandezze provocano sicuramente gli inconvenienti sopra
menzionati.
Gli imballaggi delle pile di carta impermeabili al vapore acqueo, aiutano a
mantenere costante il punto di equilibrio dell'umidità; tuttavia, essi non
costituiscono una protezione contro le conseguenze delle oscillazioni della
temperatura. La carta deve quindi essere eventualmente climatizzata,
disimpilata, appesa e poi nuovamente impilata. Le pile di carta che sono più
fredde o più calde della temperatura dell'ambiente, devono per questo motivo
essere disimballate soltanto quando la loro temperatura si è conformata a quella
dell'ambiente.
8. Prevenzione degli infortuni e
protezione dell'ambiente nell'industria graficaGli incidenti colpiscono il
singolo e la sua famiglia, sono causa di spese per l'azienda e, oltre alla
perdita di lavoro, causano all'azienda altre difficoltà. Nelle grandi aziende vi
sono degli specialisti (ingegneri della sicurezza) che si ocetipano della
sicurezza del lavoro e della prevenzione degli infortuni. Nelle piccole e medie
aziende dei collaboratori del settore produttivo si assumono questo compito in
qualità di incaricati della sicurezza.
8.1. Incidenti sul lavoroSi
definisce «incidente sul lavoro» un incidente che un assicurato subisce in
rapporto causale con la propria attività professionale, o che gli succede su un
percorso collegato con l'attività nell'impresa, andando o tornando dal luogo di
lavoro o di istruzione professionale, cosi come in attività di deposito,
trasporto, manutenzione e rinnovo degli strumenti di lavoro collegate
all'impresa.
8.2. Malattie professionaliLe
malattie professionali sono malattie che, secondo le cognizioni mediche, sono
state causate da particolari effetti ai quali determinate categorie di persone
sono esposte per il lavoro che svolgono in grado notevolmente più elevato del
resto della popolazione.
Nel settore dei gruppi di professioni legate alla stampa e alla lavorazione
della carta, le malattie più ricorrenti sono quelle della pelle.
8.3. Prevenzione degli
infortuniLe organizzazioni del lavoro e aziendali sono impegnate con ogni
mezzo opportuno per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e per fornire un
efficace primo soccorso in caso di bisogno. Tecnici sorveglianti con una
formazione professionale, controllano la messa in atto delle misure per la
prevenzione degli infortuni e consigliano il personale interessato.
La protezione tecnica contro gli incidenti mira a un'organizzazione di tutti
i luoghi di lavoro, impianti aziendali e mezzi di lavoro impostata su criteri di
sicurezza, evitando fonti tecniche di pericoli, o mediante l'installazione di
dispositivi antinfortunistici sui mezzi di lavoro.
L'imprenditore deve rispettare tutte le disposizioni e gli ordini utili per
la prevenzione degli infortuni. Nelle imprese con più di 20 dipendenti deve
incaricare uno o più responsabili per la sicurezza.
8.4. Misure di sicurezza nelle
macchine offsetPer la protezione degli uomini che devono manovrare le
macchine offset, sono utili ad esempio dispositivi di protezione del movimento
dei rulli e dei cilindri, pulsanti chiaramente contrassegnati sui quadri di
servizio, pedali o maniglie strutturati in modo adeguato nelle postazioni che
possono presentare dei pericoli. Questi dispositivi di sicurezza sono in parte
dotati di protezione elettrica, e in caso di disinnesto del contatto di
sicurezza, arrestano la macchina. Per il resto, tutte le parti mobili sono
ricoperte da ripari di protezione contro contatti involontari.
8.5. Clima, luce, rumoreLa
temperatura normale del corpo umano rimane costante sui 375C: le deviazioni da
questa norma si manifestano in disagi, efficienza ridotta, malattie. Il corpo
produce calore e lo trasmette all'ambiente circostante,' questo scambio di
calore (conduzione termica, convezione, irraggiamento, evaporazione) dipende da
quattro fattori climatici: temperatura dell'aria, movimento dell'aria, umidità
dell'aria e temperatura superficiale. Con il salire della temperatura, come è
stato dimostrato, aumenta la frequenza degli incidenti. Un clima ben regolato
dell'ambiente è quindi la premessa per il benessere e per la prevenzione degli
incidenti.
Il rumore forte e continuato provoca un indebolimento dell'udito, ha un
effetto dannoso sull'organismo e sulle condizioni psicofisiche e influenza
negativamente l'efficienza fisica e mentale. Secondo le linee-guida del VDl
(Unione tedesca degli ingegneri) per la valutazione dei rumori negli ambienti di
lavoro non bisognerebbe superare i seguenti valori acustici:
- - 50 fon nei lavori che richiedono attività mentale intensa e
continuativa;
- - 70 fon nei lavori d'ufficio ed attività simili;
- - 90 fon negli altri tipi di lavori.
Un'aumento dell'intensità del
rumore intorno ai 10 fon, cioè un innalzamento del livello sonoro intorno ai 10
decibel (db), rappresenta un raddoppiamento del volume sonoro percepito. Se ad
esempio si riesce a ridurre il volume sonoro di una macchina da 100 a 90 fon,
allora il rumore prodotto dalla macchina viene percepito come dimezzato. I
costruttori di macchine da stampa si sforzano di diminuire i rumori di macchina
per mezzo di gruppi motori adeguati. Nei settori di servizio sono state
raggiunte intensità acustiche tollerabili.
Nell'immediata vicinanza della macchina, ad esempio tra i gruppi di stampa,
il livello sonoro è tuttavia costituisce un sistema addizionale per ridurre il
rumore.
Illuminazione del posto di lavoro. Solo un'illuminazione calibrata rende
possibile rendimento, sicurezza e qualità del lavoro nella misura richiesta. Una
giusta illuminazione conserva integre le capacità visive. evita l'eccessivo
affaticamento degli occhi e diminuisce lo stress fisico e psichico.
Illuminazione nella sala macchine. La verifica degli stampati a colori
richiede un colore di luce simile a quello della luce diurna. Per la valutazione
di precisione degli stampati a confronto con gli originali sono state
sperimentate cabine illuminate da lampade allo xeno ad alta pressione, mentre
per la valutazione corrente delle stampe è,sufficiente di regola l'illuminazione
con lampade fluorescenti a luce diurna. Particolarmente nei sistemi costruttivi
con poche finestre, o che ne sono del tutto privi, l'illuminazione è di
importanza decisiva. Un illuminamento di 500 lux massimi è sufficiente, secondo
l'esperienza, nella sala di produzione. Per valori di lux più elevata, si libera
corrispondentemente una maggior quantità di calore (quasi l'80% dell'energia
ricevuta dall'apparecchio di illuminazione viene trasformata in calore) e i
costi di esercizio degli impianti di climatizzazione aumentano. Le superfici
ausiliarie e di deposito possono ricevere un'illuminazione meno intensa.
8.6. Protezione
dell'ambienteL'industria della stampa è corresponsabile dell'inquinamento
dell'ambiente per quanto riguarda l'inquinamento delle acque di rifiuto e
dell'aria, particolarmente a causa delle soluzioni di lavorazione del processo
fotografico e dell'aria espulsa dagli apparecchi di essiccamento delle rotative
da bobina. Mentre le percentuali delle sostanze chimiche nocive contenute nelle
acque di scarico del processo fotografico rimangono generalmente all'interno dei
limiti stabiliti dall'Associazione per il rifornimento idrico, i disturbi
causati dagli odori dell'aria inquinata proveniente dagli essiccatori per
macchine offset da bobina sono spesso causa di reclami. |