Le targhe
L’incisione e una tecnica scrittoria molto antica. Lo sviluppo del
sistema, però, si è avuto con 1’avanzare della meccanica nei secoli
scorsi. Furono così ideati e realizzati
dei pantografi a copiare, completamente evoluti con l’avvento, poi,
dell’energia elettrica, quando queste macchine furono motorizzate. Le
targhe, ancora oggi, vengono incise con pantografi manuali, e la
copiatura da matrici sistematiche, cioè piastrine di metallo su cui
sono stati preventivamente incisi i solchi delle varie lettere dell’alfabeto.
I pantografi semiautomatici, automatici fino ai modernissimi modelli
elettronici programmabili interfacciati al computer sono oramai pure
alla portata delle botteghe artigiane. Col sistema tradizionale le
lettere-matrici, generalmente di ottone, vengono disposte nel
compositoio seconda le diciture da incidere. Il compositoio viene
fissato al pantografo sotto il dito guida. Tutti sappiamo cos’e un
pantografo da disegno, quindi è superfluo spiegarne i1 principio.
Quello per incisione è realizzato in lega, e le sue parti mobili
vengono montate con una precisione meccanica che rispetta il millesimo
di millimetro, ciò, innanzitutto, per garantire la regolarità dei
solchi eseguiti dalla fresa. Il dito guida provvede a scorrere nei
solchi delle matrici disposte nel compositoio.
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Dall’altro lato la fresa compie gli stessi identici movimenti penetrando
nel supporto da incidere con un sistema di discesa a regolazione
micrometrica. In più vi e la possibilità di ridurre (qualche macchina
consente pure 1’ingrandimento) la dimensione delle scritte composte,
attraverso, come e noto, la regolazione dei bracci meccanici, servendosi
delle scale graduate.
I pantografi computerizzati rispettano lo stesso principio, ma non esiste
dito guida perché i comandi vengono dal calcolatore che trasmette al
braccio della fresa ciò che si è composto a video.
Le targhe comuni sono realizzate in ottone, alluminio, plexiglas, ecc.
Alcune sono guarnite da cornici fuse prefabbricate in serie, altre sono
trasformate in ovali convessi, in rettangoli con bordo, ecc. I caratteri
erano limitati rispetto ad un campionario tipografico. Oltre le comuni
serie di bastone condensato, normale od espanso, gli incisori napoletani
disponevano appena dello stile inglese e del gotico. Caratteri speciali
venivano realizzati attraverso la copiatura da un cliché tipografico
negativo che si adattava al dito guida, così pure per realizzare disegni.
Oggi la vastità dei caratteri è molto più ampia ma non totale come
quelli tipografici perché alcune aste e finezze non possono essere
riprodotte dalla fresa.
L'incisione delle coppe
avviene su una targhetta aggiuntiva
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