Premesso che non desidero arrogarmi nessun diritto di saccenza, ricusando perfezionismi e trionfalismi. "Errare humanum est, perseverare autem diabolicum", anche per me. Detto questo non tutti sanno che la lingua italiana è subdola, zeppa di regole che sfuggono, talvolta, persino ai professori di lettere più zelanti, spesso digiuni di fantasia e creatività, ma fossilizzati solo sulle pedanterie, e inflessibili sulle licenze creative, sussiegosi e perentori come sono diversi di loro.   
E' strano, ma solo il tipografo erudito vecchia maniera, che è essenzialmente un "meccanico" delle lettere, il quale aveva il tempo di divorare i libri che stampava, supera abbastanza questi problemi, per merito del quotidiano allenamento alla composizione e soprattutto alla correzione, quindi alla consultazione di lessici e calepini. 
I moderni giovani tipografi, oggi, detti "grafici", anche se scolarizzati, (figuriamoci quelli dotati solo della "non-cultura" mediatica) vertono sull'estetica grafica pluricolore ricca di effetti e non tengono conto del testo corretto secondo la convenzione linguistica, trascurando altresì le proporzioni, la sobrietà, in una parola: l'euritmia, elementi della tipografia classica che si rifanno a canoni precisi di cultura visiva. Ma quello che viene ignorato, ribadisco, è soprattutto il testo corretto. 
Uno stampato mediocre realizzato e, quel che è peggio, inoltrato, causa danni d'immagine  incalcolabili a chi lo intesta, se zeppo di errori, soprattutto se contestuale ad un ambiente formale, provinciale e perbenista come quello vesuviano.  

Leggendo questa paginetta 
eviterai molte brutte figure.


Laurea e letture
non bastano!

BISOGNA SAPERE CHE:

I lavori grafici in genere e quelli specifici tipografici vengono sempre e solo valutati sotto l'aspetto estetico e qualitativo fisico. Nessuno pensa mai ai contenuti. La prerogativa principale di uno stampato è la qualità, essa però si riferisce a tre elementi fondamentali: la precisione, cioè equilibrio poporzionale, ecc,; la qualità fisica degli elementi, vale a dire carta, inchiostro, veicoli di stampa, ecc.; e la garanzia culturale. Non ho saputo coniare una frase più sintetica ed esplicita di questa per esprimere il concetto di prestigio, serietà e competenza che si evince da uno stampato corretto.
Un depliant tecnicamente perfetto, ma con  errori ortografici evidenti o addirittura con bufale grammaticali, annienta il valore e l'importanza dello stampato stesso; non solo, ma compromette l'immagine del suo intestatario. Non sarà più uno stampato utile,
ma sarà dannoso.
In Italia questo problema è più accentuato rispetto alle altre nazioni. Non già perché siamo un popolo di poeti, oltre che santi e navigatori, o perché Roma fu ed è la culla della cultura planetaria; ma perché la lingua italiana è la più difficile di tutte le altre
, non solo, ma perché la lingua italiana per così dire nazionale si è delineata dopo l'unità d'Italia, anche per merito della legge Cippino dell'istruzione obbligatoria .

BREVE ESEMPIO DI COME
E' FACILE SBAGLIARE:

...Gianni doveva ormai accellerare il passo e portare le melenzane alla madre, quindi chiudere la chiave terrestre quì nel bagno e subito annotare sul tacquino che l'attendevano in gioelleria. Poi doveva correre all'aereoporto poichè le condizioni metereologiche erano favorevoli sopratutto perchè gia all'alba aveva smesso di piovere...

Mi guardo bene dal pensare che non avete individuato nessuno dei tredici errori che il breve testo contiene, ma può capitare che alcuni sfuggano, al di là della cultura personale.
Può accadere, intanto che il tipografo sprovveduto, poco erudito, faccia passare in istampa il testo pari pari.
Voi potete rileggere il testo e riflettere; infine,

                                 
anche se non tutti, individuerete alcuni errori.
Ma uno stampato realizzato e, quel che è peggio, inoltrato, causa danni d'immagine incalcolabili, se sbagliato.

Ecco il testo con le parole errate in rosso:
 
Gianni doveva ormai
[accellerare] il passo e portare le [melenzane] alla madre, quindi chiudere la chiave [terrestre]  [quì]  nel bagno e subito annotare sul [tacquino]  che l'atten- devano in [gioelleria]. Poi doveva correre all'[aereoporto] [poichè] le condizioni [mete- reologiche]  erano favorevoli [sopratutto] [perchè]  [gia]  all'alba [aveva]  smesso di piovere.

accelerare e non accellerare
melanzane e non melenzane
d'arresto e non terrestre
qui e non
quì
taccuino e non tacquino
gioielleria e non gioelleria
aeroporto e non aereoporto
poiché e non poichè
meteorologiche e non metereologiche
perché e non perchè
soprattutto e non sopratutto
già e non gia
era e non aveva

E questo è niente, pensate agli errori grammaticali, ai congiuntivi al posto dei condizionali, agli anacoluti, ai dialettalismi, alle "doppie" regionali. Insomma un inferno.
In tipografia non sempre un testo passa attraverso il computer. In più la correzione automatica è generica, talvolta subdola ed insufficiente, inutile per il controllo degli errori grammaticali o di sintassi, per la scelta dei verbi, ecc. Solo la mente umana sa che si dice: all'alba
era smesso di piovere e non aveva smesso. (Anche se negli ultimi tempi sembra si tolleri anche l'altra coniugazione).

Quindi non dico di rivolgervi ad un tipografo edotto o che abbia la laurea in lettere, ma almeno ad uno che adotti il metodo "nel dubbio astieniti" ed effettui controlli con i mezzi cartacei od elettronici, anche fuori della propria cultura, almeno dal punto di vista ortografico. La massima sicurezza la da senza dubbio il tipografo colto, almeno autodidatta. 
Luigi Mari