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assembleari,
democratici, dove tutti fossero uguali, dove il lavoro veniva
realizzato collettivamente. Poi, tutto sommato, questo non era vero,
perché Gennaro era il capo carismatico e aveva tutte le capacità
per esserlo e la democrazia che veniva effettuata era una finta
democrazia. Molto spesso lui prendeva delle decisioni contrarie all’opinione
del gruppo, creando grossi dissidi interni e defezioni..."
(5). Sicuramente il TS aveva contribuito allo svezzamento
teatrale di Napoli, ma questo non significava dover restare legati
al passato, soprattutto se le cose sperimentate nella cantina di via
Martucci erano realizzabili soltanto lì. I tempi cambiano, nascono
nuove esigenze e Vitiello non poteva non sentirle: l’Università
diventa un centro di cultura, e la LSE rappresenterà degli
spettacoli nell’Aula Magna dell’Università di Napoli. Nasce l’utopia
del decentramento, il prodotto teatrale deve essere mobile sul
territorio, nasceva l’esigenza "...di spettacoli che
fossero più mobili e non una specie di San Carlo in sedicesima,
come era via Martucci, dove uno spettacolo non lo potevi tirar fuori
da lì perché era stato creato per quello spazio e per quello
soltanto...Lo spettacolo nasceva per stare lì dentro e basta.
Certo, tutti gli spettacoli si adattano passando da un teatro all’altro,
ma era impossibile per quelli ideati per via Martucci..."
(6). La LSE parte, quindi, da un presupposto diverso rispetto al TS:
la mobilità, la presenza sul territorio e in periferia, ma non
solo. Con la LSE lo spettacolo torna sul palcoscenico, un
palcoscenico smontabile, ma pur sempre un palcoscenico, un luogo
deputato che divide l’attore dallo spettatore in maniera classica
e tradizionale! C’è un maggiore studio, una approfondita
riflessione sul pubblico, "...inoltre il bisogno di
comunicare con un pubblico che non fosse tutto riconducibile e
riunificabile sotto la categoria di una mitica classe
operaia..." (7); "...Decidemmo che lo spettatore
doveva tornare ad essere tale e noi gli offrivamo un prodotto da
guardare, capire, con cui confrontarsi da una certa
distanza..." (8). Non c’è più l’aggressività della Medea
nei confronti del pubblico, la comunicazione aggressiva per modi e
temi del TS, "...nel TS sia i presupposti teorici, sia le
messinscene erano costruite su un linguaggio di rottura,
provocatorio, mentre nella LSE era comunicativo. Ci sentivamo
partecipi del pubblico, appartenenti alla stessa classe, partecipi
del pubblico a cui andavamo a comunicare delle cose, mentre con il
TS c’era una specie di frattura con il pubblico..." (9).
C’è la sete di pubblici più vasti, anche per verificare la
valenza del proprio operare. La scelta di Torre del Greco nasce dall’ipotesi
di creare un laboratorio di quartiere, in modo da essere più vicini
alla cultura popolare, per creare un "...teatro un po’
diverso, un tipo di teatro improntato più sul popolare, sulla
drammaturgia che facesse i conti con la realtà meridionale,
contadina, come lo stesso Vitiello teneva molto a
sottolineare..." (10). La LSE terrà sempre ben presenti il
cinema, le arti figurative, l’influenza dei mass-media, senza
considerarli lontani dal teatro e per questo negativi, anzi,
molti spettacoli avranno costruzioni ed influenze cinematografiche
evidenti, se non predominanti, come nel caso de La morte di
Empedocle, basato su una sceneggiatura cinematografica dello
stesso Vitiello. Il nuovo gruppo è il gruppo della commistione,
delle contaminazioni culturali. Il nome "...è in codice,
contiene una duplice citazione: il teatro di Piscator ("Scena
Piscator") e il Berliner Ensemble di Brecht..." (11),
e proprio Brecht sarà il padre della LSE, come Artaud lo era
stato del TS, e grazie agli adattamenti in napoletano dei suoi
drammi, la LSE sarà conosciuta in tutta la penisola. |

In
Svizzera

Lezione di teatro

Libera scena -
Dicembre 1980 |