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D 1210
Discussione: TORREOMNIA CHIUDE?
Premessa:
Questi, probabilmente ultimi, miei messaggi avranno, ad ogni buon pro, questo
collophon: “Il messaggio che segue è espressamente di carattere generale.
Comunque NON GENERALIZZANTE. Nessun riferimento è mirato o relativo a persone
fisiche o cose realmente esistenti fuori o dentro il forum”. SIA CHIARA
UN'ALTRA COSA: IL NOVANTA PER CENTO DEI TORRESI E' BRAVA GENTE.
Inoltre chi fosse disturbato dai miei argomenti è libero di fare zapping. Non c’è
bisogno di apporre l’iconcina di un diavoletto accanto ad ogni titolo dei miei
messaggi. Basta leggerne il nome o l’e-mail e fuggire a gambe levate, come si
suol dire. Nessuno mai ha minacciato con armi alla mano l’ingresso coatto in
determinate sezioni.
Signori del Forum,
con grande piacere stamani do dato libri, stampe, puzzle e DVD, rubrichette S.
Croce, calendari antichi, ecc. a Ciro Adrian ed un analogo pacco per la signora/ina
Busiello, soprattutto perché non scrive nel forum, e ai bambini della Nazario
Sauro, come promesso. Detto fatto! Come dicono i politici.
La vista di Ciro Adrian Ciavolino mi ha dissipato ogni amarezza assorbita sin
dall’inizio del 2005: insomma il “premio”, il “riconoscimento”, la
festa del sesto anniversario compiuto, per l'immane lavoro svolto per amore,
solo per amore. Se ci saranno ancora stilettate, ingratitudini e incomprensioni
valuterò l'idea che mi balena da giorni di sopprimere Forum e Sito in un solo
colpo per la gioia di moltissimi. Lo giuro. Un colpo netto di scimitarra, e via.
La testa del drago colpita e affondata. No, non non soffro di manie di
persecuzioni, statene certi. Intorno ad un discorso così ampio come Torreomnia
si impone il clamore dell'irrefrenabile desiderio di metterci le mani.
Oscar Wilde diceva "Tutto ti perdonano, tranne il successo". Senza
sapere che "successo" non è altro che il participio passato del verbo
"succedere". Se successo ci fosse stato, nell'altra accezione, allora
non sarebbe solo merito mio, ma soprattutto della stessa città che risplende di
luce propria, perche è Torre che è grande con la sua storia, i suoi trascorsi,
i suoi nobili torresi dell'anteguerra e non come una buona parte di NOI
contemporanei, ME PER PRIMO: una manciata di ominidi sedicenti e presuntuosi
suggestionati e conniventi al culto dei covoni bancari e del potere in qualsiasi
forma si manifesti.
Forse ci sarà lutto comunale se Torreomnia muore, Funerale di Palazzo, banda
con De profundis, Carabinieri in alta uniforme, Scout in squadre, orfanelle del
Ricovero della Provvidenza. Un perdita collettiva, come le biblioteche bruciate
dal Terzo Reich. Ma pur di fare felici alcuni miei compaesani mi immolerò, mi
imbavaglierò, ingoierò la lingua e la sputerò solo in punto di morte!. MAI
far soffrire gli amici. La vita umana ha un grande valore. Dopo Dio viene Essa.
Quindi è bene procurarsi l'ultima versione aggiornata del DVD, è un consiglio
fraterno, tanto il 95% dei dischi vengono regalati. Sarà l'ultima mia follia
quella di sopprimere la mia stessa anima; e non conto sul rimorso degli altri,
sul ravvedimento, non rivendicherò nulla. Solo Don Chisciotte voleva mutare il
mondo; a questo ci pensa il Signore; decide Lui chi buttare o meno nella geenna.
Speriamo nessuno mai. Ciò non mi compete. Chiuderò le porte del cuore, questo
sì, mi trincererò in un bunker di amarezze e di solitudine. Piuttosto che
parlare ancora di amore e di umorismo, cioè anziché gioire, mi farò
"castrare la lingua", mi farò tagliare le corde vocali come la
scienza fa ai poveri cani da vivisezione. Mi farò succhiare l'anima dal cancro
del benismo e dall'illusione dei poteri terreni con la chimera di poter sfidare
la morte, di eludere la pochezza umana, per la nostra devastante consapevolezza
della finibilità, narcotizzata con reazioni difensive diversificate e
contrapposte, fino all’annichilimento mistico o alla criminalità.
E' stata una bella mattinata per lo scambio di battute tra me, Ciro Adrian
Ciavolino, una signora che odia le polacche e le ucraine perché le hanno
soffiato il marito, e un simpaticissimo giovane pastore brasiliano che opera a
Torre del Greco in una comunità a Via Nazionale. Un grande uomo di cultura e di
fede. Un sudamericano scuro e dolce come un cioccolattino. Forse è il Dio di
Lutero che me lo ha mandato, perché il nostro amico conosce il dialetto
napoletano, le nostre abitudini e si adegua anche all'umorismo nostrano con i
doppi sensi. Uno spasso. Ne sorride e spesso esordisce con risate sazie,
coinvolgenti, perché è aperto alla bontà e al coraggio, non al torpore, ma
alla vitalità; è disposto alla comprensione, al perdono. Egli accetta anche
mille azioni cattive, basta che ce ne sia una sola buona e non viceversa: una
sola leggererezza, una sola distrazione per la condanna a morte, una sola
goliardia per un'amicizia distruttà similmente ad uno scarro malavitoso.
Perché sono sicuro che Nostro signore se la riderà sotto i baffi quando
ascolta barzellette e le goliardie innocue, tambullerà come il Papa alla musica
dei concerti rock a Lui dedicati, sul suo stallo, arieggiato da due flabelli,
fischiettando, il Signore, facendo finta di niente, per poi irrorare i
trasgressori del perbenismo e dell'ipocrisia con una lieve pioggerellina
primaverile di perdono e di Amore dall'alto della Sua Misericordia. Ma giù no.
Giù ci sono gli anatema i tridenti e i dardi infuocati. E' l'uomo si arroga il
diritto del: Dio perdona, io no.
Le sensibilizzazioni, gli scossoni di coscienza non allignano, i tessuti
cerebali hanno perduto la sensibilità, sono narcotizzati dai famosi
neuroricettori che hanno le stesse caratteristiche delle idee coatte compulsive.
Ma rispetto a queste affezioni mantengono la lucidità e la logica, quella
personale, naturalmente. Dei, sempre contraddittori e riottosi, pronti a
litigare per niente.
Bisogna scegliere tra Libertà e l'amicizia. Ma se l'amicizia è spesso solo
complicità, affinità di interessi comuni, non d’intendi, allora non ci sono
dubbi: sceglieremo la libertà! O si scoprirà prima o poi il nero ed il truce
del disamore, il grigio dell'invidia e della gelosia, il rosso sangue del
tradimento. E basta nulla: una frase, un sospiro, uno sguardo sospetto per
venderti per trenta danari; per accoltellare l'amore alle spalle, per
squarciarla sino alle midolla, per strapparle il miocardio e divorarlo, per poi
boccheggiando, mentre la vermiglia vendetta cola dalle labbra, andare a giacere
come il Conte Ugolino, sfinito e infelice per la consapevolezza della nefandezza
compiuta.
Questo religioso brasiliano, per altro nell'aspetto somigliante a Maradona
(chiedete a Ciro Adrian) che, forse, apparirà sul forum, (gli ho fatto io
stesso l'iscrizione) ha fatto rivelazioni inedite credo per molti di noi. Ha
detto che il Brasile si distingue nel mondo perché è il sud-Brasile ricco che
sostiene il nord-Brasile povero. Finalmente un Sud riscattato e vincitore. Non
solo. Nel sud contraddistinto dalle Regioni S. Paolo, Parana, S. Catarina, Rio
Grande do Sul ci sono nientemeno che VENTISEI MILIONI DI ITALIANI. (DICO
VENTISEI MILIONI). Con migliaia di scuole italiane, alberghi, cinema teatro
cultura nostra.
Buona parte della ricchezza del Nord Italia viene dalle risorse di questo Grande
Paese perché questi connazionali insediatisi nel Sud Brasile sono per lo più
italiani del Nord-Est. delle zone del Dott. Langella.
I meridionali italiani hanno popolato l'America del nord. Insomma nel mondo la
cifra degli Italiani all’estero supera quella presente nella nazione.
Io aggiungo: cosa sono, allora, i centomila abitanti incerti della nostra
"ridente" cittadina alla falde di uno dei vulcani attivi più tremendi
del mondo? Cos'è il torrese singolo, alto poco più di un metro e mezzo che,
quando è borioso si alza sulla punta delle scarpe e sblatterà: "Non sai
chi sono io!?
E poi può cadere inerme, attanagliato e senza speranza, da un invisibile
elemento del micro-cosmo che il macro-cosmo di miliardi di anni luce lo rende
ancora più insignificante riducendo quel metro e mezzo ad un mucchietto di
cenere il cui granellino capo, gigantesco, rispetto al microbo che l'ha ucciso,
si alza sulla sua mirmicolante sfericità a gli dice: "Tu sapevi chi ero
io" e mi hai fregato.
Luigi Mari
P. S. - La coalizione è fatta, gli accordi telefonici effettuati, gli jago si
strofinano le mani. Il colpo di stato è pronto. Colpire diritto al cuore, non
sbagliare. Silenzio, silenzio assoluto. Il silenzio letale di tutti,
batteriologico e annietatore, senza fragori. Il potere sarà nelle loro mani.
Quanta gente predica la libertà per poi toglierla agli altri.
E Torreomnia bambina, sei anni, piange in un angolo pensando alla sua Mamma di
Pietra che non c'è più.
Vieni, vieni tenerella, sono oramai infetto. Non posso smettere di amarLi lo
stesso, anche col cuore trafitto, anche nella pozza delle trentatrè pugnalate.
Anche sospirando il mio flebile "Quoque tu Brute fili mi".
ID 1707
DAL NEARDERTHAL AI REATTORI NUCLEARI
IL BUIO NEL ...GIORNO DEL TEMPI
Caro Costanzo D'agostino e caro Giudice Francione, carissimi del forum tutti.
Legge contro legge. La libertà di parola è prioritaria sulla legge della
privacy pure in Italia. Una equilibrata cassazione.
La libertà di parola, nella fattispecie il giornalismo americano, ad esempio,
spazza e mette in ginocchio Capi di Stato, Papi, se occorresse.
Internet è la nostra autentica libertà di parola insindacabile
costituzionalmente parlando?
E’ singolare e significativo nel forum il fatto di risponderci su due canali
diversi, in parallelo e non in successione. Leggiamo la domanda nella
discussione "altro tradimento" n 1 e rispondiamo in "alto
tradimento" n. 2 e viceversa.
A Te, Costanzo, ti scagiona il fatto di esserti subito dichiarato novizio per la
rete, per me rimane il sospetto del protagonismo. E visto l’anatema solenne
che mi appioppano, rotto per rotto, nasce l'arbitrio dell’ “alto tradimento
n. 3”.
"Vott' 'a pasta, vo' " direbbe Ciro Adrian Ciavolino, imboscato di
nuovo, per vocazione, per natura.
In pratica, Costanzo, noi pensiamo sostanzialmente le stesse cose, ma guardiamo
in una direzione diversa perché il nostro punto di vista probabilmente è
diverso rispetto ai problemi che ci attanagliano.
Ad esempio pensiamo entrambi: "il sistema" ci ottunde". Tu dirai
i "suoi creatori sono nostri nemici"; io dirò i suoi creatori siamo
noi che adoperiamo male la democrazia come volontà collettiva del popolo
sovrano.
Entrambi pensiamo: "Le vessazioni di potere occultate dietro le democrazie
camuffate ci soffocano la libertà". Tu dirai: " i detentori il potere
sono tiranni"; io dirò "il senso del potere è dentro, NON
all'esterno dell'uomo, anche l'agnello, preso il potere, diventa lupo", e
così via.
L'uomo di Neardertal vissuto presumibilmente da 200.000 a 30.000 anni fa era
fondamentalmente buono. L'hanno dedotto i ricercatori dalle posture dei
"fossili umani" ritrovati, dall'oggettistica non aggressiva e
soprattutto da reperti che hanno fatto dedurre l'assenza di dannazione e di
impotenza per il destino di mortali.
Cultura e civiltà sono il disastro dell'umanità?.
Quando l'uomo incominciò ad associare il divino alle calamità naturali
disastrose inventando gli stregoni, prima dei sacerdoti, per la difesa, allora
incominciò una escalation di terrore per il dolore post-mortale relativo
all'espiazione di "peccati terreni. Questo senso di colpa collettivo
universale ha scatenato nell'umanità, perpetuandole nei secoli, una serie di
reazioni esorcizzanti diversificate e contrapposte dall'annichilimento mistico
alla criminalità, sotto la devastante simbologia del potere.
E per potere intendo soprattutto la sopraffazione e la prevaricazione dell'uomo
sull'uomo in ogni sorta di manifestazione umana a prescindere dall' "homo
homini lupus" di Plauto nell'Asinaria fino alla rivisitazione di
"l'uomo è lupo con l'altro uomo" di Hobbes.
Questa chiave di lettura ci mette di fronte alla comprensione del comportamento
umano degli ingiusti e degli oppressori, tali per il solo disperato tentativo di
fuggire essi stessi per prima dall'ingiustizia e dall'oppressione della natura
umana spietata con la sua ossessionante finibilità.
Ecco perché, caro Costanzo Tu dici nel messaggio precedente:
> "(...) il miglior modo per conoscersi e comunicare è quello di
ricordarsi dell'uomo che vibra dentro ognuno di noi: con le sue contraddizioni,
le paure, le insicurezze, i dubbi, i limiti delle propria ragione, ecc."
(...).
Paure, contraddizioni e insicurezze sono derivati dell'impotenza rispetto al
sentimento inconscio di irreversibile finibilità. I "limiti della propria
ragione", invece, sono il riconoscimento di questa impotenza che fa
scattare la molla dell'ancora di salvezza verso il Divino, sia nella versione
positiva della fede che in quella negativa dell'ateismo, un dualismo-sincretismo
principe dell'animale superiore dotato di ragione, haimé.
Nell'animale inferiore non sussistono questi malesseri culturali. La pazzia
degli animali inferiori, ad esempio, è istintuale, cromosomica, dovuta solo a
vessazioni fisiologiche ripetitive che sconvolgono metabolismo ed equilibrio
generale, ma non psicosomatico. Il concetto dell'incesto e
dell'omosessualità,come trasgressione, è praticamente inesistente negli
animali inferiori. Non per questo esiste un inferno che li aspetta. Ma tutto
ciò prescinde dall'incommensurabile "concetto Dio" che incomincia non
appena dopo la soglia dei tremendi, frustranti limiti della nostra gagione. Per
cui è sempre determinante scindere Dio dalle religioni e accomunare le due cose
solo per accomodamento umano, per umanizzare, appunto, l'idea trascendentale di
Dio e renderla comprensibile alla limitatissima mente umana.
Tu scrivi ancora nell'ultimo messaggio:
> "alto tradimento" è per noi il tradimento dell'uomo inteso nei
suoi valori più intrinseci. E' "alto tradimento" limitare le sue
speranze di crescita civile e sociale; è "alto tradimento"
intorpidire la sua mente attraverso tecniche ben conosciute e spesso impossibili
da contrastare; è "alto tradimento" sbarrare il futuro ai giovani; è
"alto tradimento" l'inganno dei più deboli, e così via..."
(...).
Altissimo tradimento sarebbe, intanto, quello di sperimentare il potere in mano
ai deboli, cioè agli oppressi. La loro fragilità potrebbe creare disastri
incontrollabili, come già è accaduto nella storia con i grandi dittatori,
grandi portatori di debolezza, fragilità, quindi di disequilibrio.
Grande opera satirica "La fattoria degli animali" di Orwel, tradotta
in tutto il mondo. L'oppresso che diventa oppressore. Parodia della Rivoluzione
Russa dove la vittime, preso il potere, diventano subito carnefici. Il tutto
parodiato in una fattoria di galline, oche, pecore ecc.
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Quanti uomini predicano
la libertà per poi toglierla agli altri. Il male non sta nelle caste, nelle fasce sociali, nella borghesia, nel
proletariato o nella nobiltà, il male sta nell'uomo in generale.
Allora si devono combattere i ruoli, le posizioni e fare in modo che, almeno
dove c'è la grande fortuna della democrazia, essa non sia mortificata
dall'accorpamento di uomini molto lontani dall'idea di Amore Giustizia e
Libertà. Quelle che predica e postula Torreomnia nella sua flebile voce locale,
senza essere ben capita.
Ci intimidiscono e ci precludono di pronunciare soltanto questi tre concetti
fondamentali della vita Amore, Giustizia e Libertà con la scusa dell'utopia
storica relativa ad essi, anteponendo l'inapplicabilità proprio perché
contrapposte alla natura disorientata dell'uomo. Pronunciare Amore, Giustizia e
Libertà diventa così antistoria, retorica e qualunquismo
per far posta a soluzioni surrogate ed insignificanti.
L'universalmente riconosciuta "utopia comunista" e lo storico
fallimento delle "liberte egalite, fraternite" dovrebbero istruirci
che non è la strada politica che salverà il mondo, ma quella della ragione ed
il buon senso finalmente comuni con le fondamenta dell'unico comun denominatore:
l'idea di Dio dentro l'uomo.
Luigi Mari
PPROFONDIMENTO: TERAPIA ALLA DIAGNOSI.
SCIMMIETTA TI AMO. ("Lo Shock primario")
"...Una mattina, sul muro d'una quieta stradetta romana mi apparve
gigantesco il messaggio di uno studente alla sua ragazza: "Scimmietta ti
amo!". E subito sentii che quelle parole erano anche la mia nuova,
definitiva dichiarazione d'amore all'essere umano".
Luigi De Marchi
Amici del forum, alla nuova luce di questo studio, la consapevolezza devastante
del nostro destino di mortali è alla base di tutti i problemi esistenziali
dell'uomo, terrore esorcizzato, da millenni, con reazioni reattive e difensive
delle più diversificate e contrapposte, dal nichilismo religioso alla
criminalità. Questo shock primario, coniato dal lucido psicologo e
psicoterapeuta Luigi De Marchi (*), tra l'altro padre della "psicopolitica"
ha scatenato, nei millenni:
"una miriade di miti e riti sempre più complessi, - dice De Marchi - ma
tutti sempre finalizzati a difendere l'essere umano dallo shock esistenziale e
dalla relativa angoscia di morte... e magia e religione ne sono la difesa
rassicurante...".
E ancora scrive il De Marchi:
"Questa colpa primaria dell'uomo è significativamente simboleggiata dalla
brama di amare e di conoscere nel mito dell'Eden; e di lì le infinite
persecuzioni di cui furono oggetto la donna, il sesso, il pensiero
indipendente... La presunta colpa delle origini è stata elaborata dalla mente
umana sia in termini espiatori... (masochismo, conformismo, gregarismo)... sia
in termini paranoicali... (proiezione della colpa e del Male sugli infedeli...
(servilismi, sopraffazioni, violenze inflitte ad autoinflitte... la spinta
ossessiva a propiziarsi il perdono e la grazia".
Ebbene, cari amici del forum, l'assunto dell'opera "Lo shock primario"
di questo geniale studioso stravolge le consolidate teorie di Freud, Reich ecc.
essenzialmente nell'affermare che non sono le etichette nevrotiche e psicotiche,
da essi coniate, le chiavi celate da scoprire e rimuovere perché conducono all'
"istinto di morte", ma semplicemente è l'angoscia di morte come
sorgente primaria di esse. Uno stravolgimento dei concetti classici.
De Marchi continua."…La crisi della psiche umana iniziata nel XVIII ed
esplosa nel XIX e XX secolo si differenzia da tutte le precedenti perché appare
molto più radicale e irreversibile non si tratta più di un conflitto tra elite
culturali, ma della silenziosa e generale dissoluzione dei dogmi e delle
credenze religiose nella psiche dei popoli attraverso un processo pervasivo di
laicizzazione della società, dell’informazione e del clima culturale in
genere. E dall’Europa questa crisi si è estesa a tutto il mondo
industrializzato e va ora estendendosi anche al Terzo Mondo".…
A parere di Luigi Mari, in questo studio lucidissimo, illuminante, vasto ed
analitico, De Marchi è geniale, almeno dal punto di vista diagnostico; anche se
non accenna mai che lo shock primario insorge e viene associato all'esperienza,
addirittura anche prenatale, del dolore fisiologico, (fulcro della difesa per
antonomasia di tutti gli animali); perché senza questo "ricordo" o
"associazione", nessuna angoscia umana "astratta", comunque
somatizzante, sussisterebbe e persisterebbe. Forse questo grande studioso
sottintende questo punto, ma parlando di "origini" dei mali è utile
annotarlo e reiterarlo.
L'ingegnoso De Marchi, negli scarsi accenni terapeutici suggerisce, ad esempio,
l'ingegneria genetica per modificare lo stagnarsi del malessere mentale umano
sterile e ripetitivo, privo, oggi, dei vecchi sostegni, col pericolo, inoltre,
di ritornare alle antiche difese apotropaiche.
De Marchi continua: "...insomma, superare i micidiali meccanismi
psico-sociali dell’era millenarista e dogmatica in cui è tutt’oggi
invischiato ed entrare nell’era dell’Acquario, favoleggiata dagli astrologi.
Proprio perché cesserebbero di addossarsi l’un l’altro la colpa della
propria infelicità e forse anche di rincorrere nel potere e nella ricchezza le
proprie illusioni d’onnipotenza e d’immortalità, gli uomini sentirebbero
nascere in loro un nuovo, incontenibile moto d’amore, di solidarietà, di
complicità.
"Dalla consapevolezza della comune solitudine cosmica, del comune
drammatico destino, della comune alleanza contro il comune spietato nemico, la
finibilità, zampillerebbe finalmente l’amore autentico: non più quello
mafioso degli Eletti per gli altri Eletti, e neppure quello paternalistico degli
Eletti che invocano sui Reprobi la clemenza d’un Giudice sovrumano e disumano
sempre pronto a tremende vendette (Vecchio Testamento N.d.r.) (”Perdona loro
perché non sanno quello che si fanno!”). Nascerebbe finalmente l’amore o
almeno la solidarietà di tutti per tutti, perché ciascuno vedrebbe nell’altro
non più una minaccia ma una vittima come lui, non più un nemico ma un oppresso
e forse un ribelle come lui".
Quindi, aggiungo io, amici di Torreomnia, cadrebbe l'antagonismo artistico,
sportivo, ecc. "emblema" delle "difese" (surrogato delle
guerre) linfa dei mass-media in fatto di audience.
Sotto la chiave di lettura demarchiana pure l'antichissimo concetto di lotta tra
bene e male non sta più, come si suol dire, né in cielo, né in terra.
Il genio è colui che sa senza imparare, ma anche il genio opera nei limiti, al
di qua della soglia della ragione umana, nei confini fisici e mentali dell'uomo
nel penitenziario del proprio pianeta (al massimo del proprio sistema solare) e
della corta visione cogitante e cognitiva rispetto all'universo. Le
incommensurabili distanze astronomiche, la profondissima e misteriosissima idea
di Dio è e resta inconfutabile (malgrado qualche incongruenza interpretativa
del Vecchio Testamento in relazione alla logica del Dio-Amore).
Amici del forum, anche un genio come De Marchi, dunque, tesse la sua teoria sui
profeti, sui predicatori, in ultima analisi sull'animale superiore nella sua
evoluzione, soprattutto culturale, ma trascura (come d'altra parte anche molti
di noi credenti) non già la priorità del concetto Dio in assoluto e come
Assoluto, proprio perché imperscrutabile, ma anche ragionevolmenbte intuibile
dai segni incommensurabile dell'universo le cui distanze mettono in crisi
persino la indiscutibile umana "perfezione" della matematica, ma
persino l'accenno all'impossibilità logica, starei per dire matematica,
appunto, della Sua totale negazione.
E finché si parla di uomini si associa inevitabilmente i termini imperfezione,
"errore". Lo stesso De Marchi fa notare, ad esempio la cecità di
Freud circa la priorità dell'angoscia di morte; persino il Papa ha chiesto
pubblicamente perdono per gli "errori" della Chiesa lungo i secoli.
Finché il carissimo De Marchi, che stimo ed ammiro senza limiti (senza ombra di
critica o di polemica) non ci suggerirà un'idea migliore non già dei profeti e
dei predicatori, caduchi e fragili nel granellino terracqueo, ma di Dio, (come
concetto d'equilibrio universale nelle sue incommensurabili distanze,
riconducibile sicuramente alla innegabile capacità dell'uomo anche di amare,
vecchio testamento permettendo), non è emergente, né utile, né salutare
rinunciare a "contattare" i suoi "tramiti", soprattutto
quando prestigiosi come Cristo, quale storicamente insostituibile veicolo di
conduzione a Lui, anche se con qualche perplessità per l'operato delle
"corporazioni" umane, talvolta fragili egotistiche e corruttibili,
certo, in una nuova "ragion pura" libera da dogmi, abbagli, storture,
minacce e imposizioni appunto millenaristiche, per dirla col Nostro.
Una diagnosi, però, sull'origine dei mali dell'umanità, pur se
sorprendentemente illuminante e innovatrice come quella di De Marchi, senza
postulazioni decise e sicure in sostituzione e cura delle vecchie devastanti
difese, ci suggerisce, allo stato, solo e a nient'altro che Dio, tradotto
essenzialmente in "idea di Dio nell'uomo" tra gli uomini e al di là
degli uomini, Entità non già più sorgente dal terrore devastante per la
probabile assenza salvifica. Occorrono secoli per scardinare millenarie
incrostazioni. Altrimenti insorgerebbe, in astinenza, una nuova angoscia, quella
della millenaria e futura incapacità dell'uomo di sorridere all'idea della
morte, magari semplicemente con la visione epicuriana di essa.
(*) Luigi De Marchi "Lo Shock primario"(Scimmietta
ti amo). Ediz Rai-Eri 2002 (se ne consiglia la
lettura).
http://www.torreomnia.com/cristo.htm
Luigi Mari
ID: 1779
GLI IPERTESTI NELLA MENTE
Come si sa i termini "ipertesti" e "ipermedia" si
riferiscono a testi o immagini che contengono dei collegamenti. I collegamenti
di questo tipo sono detti collegamenti ipertestuali, e si attivano facendo clic
su una parola sottolineata o un'immagine evidenziata in una pagina web. Facendo
clic su un collegamento ipertestuale vi spostate su un altro documento. Questi
documenti possono essere altre pagine di informazioni, altri siti web, immagini
o suoni. Gli ipertesti sono fissi non hanno variabili. Noi conosciamo gli
ipertesti col nome pratico di link.
Accade che l'uomo moderno obnubilato dalla vastità dell'offerta culturale
cartacea ed elettronica fissi nella mente delle patch, cioè dei percorsi come
possono essere quelli di un ipertesto o un ipermedia, in altre parole, appunto,
dei link.
Esempio: se usiamo la parola "morto",
il becchino lo chiamerà "cadavere",
il prete lo chiamerà "anima trapassata",
il messo comunale lo chiamerà "il defunto",
il notaio lo chiamerà il "de cuius",
e così via.
A seconda della forma mentis ed il bagaglio di nozioni e cognizioni che si è
immagazzinato nella mente durante gli anni, col mosaico evolutivo personale,
ciascuno adopera i propri percorsi mentali di ragionamento tutto a discapito
della logica comune.
Quindi il cervello fa da filtro ed incamera non solo quello che è capace di
capire, ma dirotta tutto ciò che portebbe apprendere di nuovo magari di
migliore o di sostitutivo lungo gli "ipertesti" e gli " ipermedia"
fissati nella propria mente soprattutto per fattori nevrotici che conducono
dritti alla chiusura mentale, indipendentemente dalla vastità di cutura che si
detiene.
Insomma è una monodirezionalità coatta dei neuroricettori del cervello che
filtrano e castigano ogni forma di dialogo in maniera che le discussioni
viaggiano sempre parallele e mai confluiscono o divergono a seconda del caso.
Alcune discussioni di questo forum ne sono la prova esplicita. Accade che una
discussione anche omogenea e condivisivile induce allo scambio, o al prestito
degli elementi per una eventuale e possibile fusione. Gli stessi elementi
vengono assorbiti da interpretazioni teoriche diverse e fanno riferimento a
nozioni dottrinarie non già necessariamente contrapposte, ma che acquistano,
giocoforza, monodirezionalità. Insomma un po' la metodologia del
"politichese", non sempre voluta e architettata, di rispondere alle
domande con altre domande.
Scatta una sorta di ipoglottite mentale, una valvola biologica bolccata non già
all'ascolto, ma all'assimilazione e all'elaborazione mentale dei dati.
Per cui sarebbe più logico definire alcuni messaggi non già appartenebti ad un
"forum di discussione" ma ad un forum di "monodialoghi".
Guai se questo accade, poi, tra un uomo e una donna che crede, quest'ultima, di
aver subito gregarismo storico, ma che è invece il vero sesso vincente, ma
soprattutto il più fortunato.
Il mondo è pieno di ingiustizie specie riguardo le punizioni. Chi fa la pipì a
letto, ad esempio, è il pisellino dei bambini, eppure chi prende le botte è il
sedere.
Il peccato originale ha penalizzato l'uomo, non la donna, come dovuto.
L'essere umano, mammifero per eccellenza, è stato creato da Dio con due parti
speculari biorganiche. Due occhi, due orecchie, due narici, due "emisferi
cerebrali", due mammelle, due braccia, due gambe, due piedi, due reni, due
polmoni, ecc, ma con un solo organo genitale perché in caso di
"malfunzionamento" o inabilità non si può fruire della sostituzione.
Pure la donna ha un solo genitale, ma pur se "guasto" funziona lo
stesso o almeno fa finta di funzionare, ma il maschio, a parte i nocivi rimedi
chimici non adatti a tutti i casi, come rimedia?
Eppure la mela la mangiò Eva e non Adamo.
Luigi Mari
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