«...
Pochi giorni dopo l’eruzione ... incominciarono a comparire in diversi luoghi vicini alla montagna delle forti e micidiali mofete ... In
queste mofete alcuni vi han perdute miseramente la vita ... al presente
giorno 20 Luglio ... le mofete seguitano ancora con tutta la pienezza
della loro energia ...». Breislak
& Winspeare (1794).
Epilogo
Ormai
già dalla prima meta di Luglio l’eruzione poteva dirsi terminata in
quanto dal cratere non si manifestarono più alcuna sorta di esplosioni.
Tuttavia, il vulcano era attivo ed in piena fase solfatarica. Il periodo
di riposo fu relativamente lungo: duro dal 1794 al 1798 quando lo si
vide nuovamente fumare (una piccola eruzione avvenne il 23 Gennaio del
1799; Siniscalco, 1890), in questo periodo andava crescendo, all’interno
del cratere, il conetto intracraterico (fig. 24) con il quale il vulcano
si preparava alla prossima grande eruzione che sarebbe avvenuta, pochi
anni dopo, nel 1805 (fig. 25). Già qualche mese dopo l’eruzione a
Torre del Greco venne ripristinata la viabilità ordinaria per ordine
dei Reali. Nello stesso tempo si pose in atto anche una fervente
attività riedificatoria (fig. 26) tanto da stupire l’autore del
seguente brano:
«...
Fui sorpreso dal vedere molti nuovi edifici innalzati sulla lava ancora
calda, dei quali alcuni erano di già abitati (il 12 Luglio 1795; N.d.R.)
...». Duca della
Torre (1795).
L’ostinazione
con la quale i Torresi riedificarono prestissimo la loro città dovette
sorprendere non poco anche Hamilton (1794), se nel suo pregevole lavoro
così descrive la situazione resasi, ormai, paradossale:
«...
The late sufferers at Torre del Greco, although his Sicilian hfajesty,
with his usual clemency, offered tbem a more secure spot to rebuild
their town on, are obstinately employed in rebuilding it on the late and
Fig.
25 – Carta di G. Morghen delle lave del Vesuvio prodotte tra il 1760 e
il 1804 (da: Alfano e Friedlaender, 1929). Si noti la colata lavica
prodotta dall’eruzione del 1794 che copre l’abitato di Torre del
Greco e lo stato e la forma del cono vesuviano nel 1804.
still
smoking lava any situation more exposed to the numerous dangers that
must attend the neighbourhood of an active volcano than that of Torre
del Greco. It was totally destroyed in 1631; and in the year 1737 dreadful lava ran within a few yards of one the gates of tbe town, and
now over the middle of it; nevertheless, such is the attachment of the
inbabitans to their native spot, although attended with such imminent
danger, that of 18.000 not one gaoe his vote to abandone it ...». |