Testo elaborazioni grafiche e disegni
Tratti dal testo LA CITTA' DEL
VESUVIO : TORRE DEL GRECO di Aniello
LANGELLA
Dedicato a mia
moglie Giuseppina. A mia moglie Pina, unica e mia,…come la mia
città.
INDICE
Premessa
Vengono trattati i caratteri particolari delle grotte vesuviane ;
gli aspetti principali che
mossero queste ricerche
Le grotte del Monastero degli Zoccolanti
Esplorazione della zona ipogea del Monastero e del pozzo. Area cimiteriale
ed ossario.
Grotta
di Santa Maria del Principio
Esplorazione e scavo della Chiesa del 1500. Scavo archeologico.
Grotta del campo di Santa Maria del Principio
Esplorazione di grotta naturale. Forse qui il passaggio di corso
d'acqua.
Grotta dei granai del Mulino
Esplorazione di grotta naturale.
Grotte e scavo del San Michele
Esplorazione e scavo del complesso ipogeo archeologicamente rilevante
Grotta al Giovanni Mazza
Esplorazione di grotta naturale
Grotta e pozzo a via Roma
Esplorazione di pozzo. Importante presenza di acqua.
Grotta Salvator Noto
Esplorazione di grotta naturale
Grotta della Basilica di Santa Croce
Esplorazione di grotta e vestigia della antica Chiesa . Molti pozzi da
esplorare.
Pozzo e grotta del Campanile
Esplorazione di grotta e pozzo. Importante la relazione con il
1794.
Grotta Mazza all'Iris
Esplorazione di grotta naturale.
Grotta
della Chiesa dell'Assunta
Esplorazione di grotta e scavo. Cunicolo che transita nella Torre del
‘5000
Pozzo nella Chiesa dell'Assunta
Esplorazione di grotta. Area di sepoltura e pozzo
Grotta di via Comizi
Esplorazione di grotta. Possibile passaggio di acqua: Dragone
Grotta “du zingariello”
Esplorazione di grotta. Presenze umane e possibile collegamento con via
Comizi.
Grotta del Dragone
Esplorazione di grotta dell'antico corso del Fiume Dragone
Premessa
1 2
Le
grotte sono il vuoto sconosciuto della terra. Vie di passaggio delle acque
nella roccia fusa o nei ghiacci. Condotti lavici naturali ed a volte
creati dall'uomo. Vuoti geologici nel ventre della terra creati da
cedimenti tettonici, generati da crolli.
Vuoti nel manto della terra,
pieni di meraviglie. Scrigni ricolmi di ricchezza.
La luce dell'
esterno contrasta con il buio degli antri che da soli rifulgono di luce
propria. La luce della scoperta.
La
speleologia nasce come disciplina che accomuna la geologia, l'archeologia
, la biologia e la
medicina. L'esplorazione di una cavità sotterranea sposta la chiave di
lettura della storia . La allontana dalla coscienza per trascinarla sul
piano delle emozioni. Il buio che “rischiara” le cose nascoste.
La lampada
che illuminò per primo la tomba ipogea di Tutankamon fu la luce nella
luce. Fu l'emozione che si appalesa con il sensorio al completo . Un
parto, una nascita ad un nuovo mondo di conoscenza.
Le
immagini in presentazione si riferiscono alle sedi di discesa al
sottosuolo. La numero 1 raccoglie le indicazioni sull'intero territorio
cittadino , mentre la numero 2 si riferisce al centro storico.
Torre del
Greco è la CITTA' IN ASCENSORE ( così ebbi a definirla nel 1980 ). La
città più devastata e flagellata dalle eruzioni del Vesuvio. Qui in questa
terra si sono sovrapposte a decine le colate laviche che hanno ridisegnato
nei secoli i profili delle colline, hanno riempito i valli, hanno
ridipinto il filo della battigia. La terra tutta è stata trasformata . Per
questo motivo non è giusto , né corretto parlare di città distrutta e
riedificata. Torre del Greco E' LA CITTA' in assoluto più volte distrutta
e più volte ricostruita. Esplorare le cavità sotterranee di Torre del
Greco equivale a scendere alle radici della storia della città. SFOGLIARE
IL GRANDE LIBRO DELLA STORIA DI TORRE DEL GRECO. Fu sul finire degli anni
'70 che mi “inventai” la speleoarcheologia vesuviana una sorta di
branca specialistica della ricerca geologica. Il fine fu quello di
ricercare al di sotto degli strati lavici la città in ascensore . Le varie
città o villaggi che avevano trovato tanta sciagura a causa delle eruzioni
del Vesuvio. Scendere in queste grotte equivaleva a ricostruire una storia
vera ed autentica poiché suffragata dalle prove archeologiche e dalle
testimonianze monumentali.
Chi per
primo esplorò l'antro di Ditte al monte Ida “scoprì” che quella era la
casa di Crono dove nacque Zeus. La speleologia ha origini antichissime.
Perché antico è il desiderio di “entrare nella terra” per carpirne i
segreti. Chi per primo ( 20.000 anni fa ) entrò nella grotta di
Lascaux si accorse di stare a casa propria . Qui quell'uomo costruì il suo
santuario. Qui dipinse la sua preistorica “cappella sistina”. Qui diede
alla luce i suoi figli e qui morì. Nell'853 a.C il re assiro Shalmaneser III visitò delle grotte
alle sorgenti anatoliche del fiume Tigri. Speleologia nascente.
Le grotte
di Torre del Greco non hanno certamente le caratteristiche e l'importanza
dei tre esempi precedenti ma lo spirito che condusse a quelle scoperte è
lo stesso che animò me ed i miei compagni del GRUPPO ARCHEOLOGICO. Furono
quelli tempi pionieristici . Attrezzature inadeguate, strumenti
insufficienti, …. Ma tanta grinta nel proseguire nell'intento: documentare
la TORRE
SOTTERRATA DAL VESUVIO.
Mi corre
doveroso l'obbligo di ringraziare tutti coloro che per primi assieme a me
si sono avventurati in quelle caverne , tra quegli anfratti rischiando a
volte la vita. A loro va
tutta la mia riconoscenza *.
L'esplorazione di una grotta dovunque essa sia
comporta notevole impegno sia in strumenti che in uomini.
A Torre
del Greco, però,i trovavamo di fronte ad una tipologia di cavità del tutto
particolare. Caratteristiche geologiche , caratteristiche biologiche sono
i caratteri fondamentale da studiare preventivamente ed a tavolino.
Scendere in grotta è relativamente semplice. Prevedere il rischio è
complesso. Ogni grotta presenta difficoltà tecniche particolari e
specifiche . Non è consentito alcun errore di valutazione.
Le
caratteristiche fondamentali di una grotta sono le sue dimensioni, la sua
natura. Secondariamente si devono considerare ancora due aspetti relativi
espressamente alla ricerca. Gli aspetti biologici e quelli
archeologici. Trovarsi di fronte ad una cavità naturale abitata
dall'uomo in precedenza pone seri vincoli alla esplorazione . Vincoli che
vanno definiti nei dettagli affinché non si contamini il campo e non si
danneggi irrimediabilmente un territorio che di contro va consegnato ,
possibilmente intonso, nelle mani di esperti di branca ossia archeologi e
geologi. Si tratta comunque di rischi calcolati che vanno affrontati di
volta in volta per cercare di ottenere i migliori risultati.
L'oggetto
primario della nostra ricerca speleo fu quello di DOCUMENTARE LA CITTA' IN
ASCENSORE. Cercare di disegnare, fotografare e rilevare .
La grotta
vesuviana ha delle caratteristiche particolari . In genere la cavità è il
risultato di un crollo, oppure di un passaggio di un torrente lavico. Più
raramente è formata dal transito di acqua. Chi ricerca grotte nella
pedemontana del Vesuvio si aspetta particolari formazioni rocciose ,
particolari aspetti geologici . Gli esempi che riporto qui di seguito sono
relativi alle campagne di ricognizione del Gruppo Speleologico di
Napoli.
12
3 4 5
6
La grotta
numero 1 è tipica delle mendici alte del Vesuvio. dove le lave avevano
spessori variabili ma certamente minori rispetto ai valori dei manti a
valle. Anche la grotta numero 2 fu generata da un crollo dello strato
superficiale della lava. La grotta 3 e 4 sono tipiche dei valloni posti
alle spalle della cupa Falanga in contrada Scappi. Vennero formate in
origine dalla erosione eolica e successivamente adibite a deposito
agricolo. Tali grotte si riscontrano negli strati alti del 1631 e del 79
d.C. La grotta numero 5 venne formata dal passaggio di acque nei pressi di
un naturale canalone. La numero 6 è il risultato del passaggio di un fiume
lavico.
Le grotte
a Torre del Greco hanno due distinte genesi. Il passaggio dell'acqua fu
certamente uno degli elementi che creò alcune cavità . Almeno tre vennero
create in parte dal transito di acqua ( delle quali parleremo dei dettagli
) : la grotta Giovanni Mazza, la Grotta
di Via Comizi e la grotta del Dragone.
Le altre
grotte sono tutte state realizzate dall'uomo e da crolli.
Questo è
un fatto certamente nuovo nella speleologia . Una grotta creata dall'uomo
, per giunta al di sotto di una città! Ci chiediamo legittimamente il
perché. Cercheremo di dare delle risposte esaurienti anche se ci mancano i
veri motivi, le vere spinte logistiche che mossero questi torresi a
scavare cunicoli così complessi. Parte della risposta è contenuta nel
capitolo relativo a Santa Maria del Principio.
Proviamo a
dare qualche spiegazione.
Dopo
un'eruzione la terra arsa ed infeconda impiega dai 100 ai 150 anni in
media per riprendere ( se vuole ) i cicli produttivi, per cui si cercava
di reperire terra utile alla coltivazione da ogni luogo. Nacque così il
mestiere dal CAVAMONTE . Scendere al di sotto del manto lavico
solidificato per portare in superficie materiale utile alla coltivazione
ed anche all'edilizia.
Questa
ipotesi formulata dall'amico archeologo Don Nicola Ciavolino convince in
parte in quanto era estremamente faticoso scavare queste gallerie al
centro di Torre dove non vi erano grandi campi da arare. Più verosimile è
l'ipotesi di cavare terra al fine edile.
Altra
ipotesi è quella relativa alla ricerca del corallo. Le grotte torresi
erano e lo sono ancora oggi una vera miniera di resti e “scarti” della
lavorazione antica del corallo. Oggi il prezioso oro rosso viene lavorato
fin nei più minuscoli frammenti . Un tempo la lavorazione del corallo
produceva molto materiale di scarto ossia elementi imperfetti e mal
adattabili alla produzione di pallini, spole e forme artistiche. Tanto per
essere in tema , si deve considerare che un tempo una collana di corallo
fatta a frange aveva un valore assai relativo. I frammenti di rami infatti
utilizzati per le frange erano in fondo scarti. Oggi una collana a frange
ha un valore discreto.
I
cavamonti erano quindi “minatori” alla ricerca di tesori. Si racconta ad
esempio che in una grotta in via Gabella del Pesce vennero rinvenuti 9
sacchi pieni di frammenti di così detto scarto che fecero la fortuna dello
“speleologo” .
La terza
ipotesi sulla genesi di queste grotte ci viene direttamente dalla
osservazione archeologica degli scavi di Pompei. Sono state documentate
alcune aree della città dove i pompeiani ritornarono dopo la distruzione
del 79 d.C. per recuperare oggetti preziosi, statue e monete. Questa
attività di ricerca compiuta dai fuggiaschi dopo la catastrofe , potrebbe
ben spiegare ad esempio la genesi della grotta dell'Assunta. Qui il
cunicolo passa attraverso le case del ‘600, lambisce la strada antica.
Quest'ultima ipotesi inoltre potrebbe essere la più verosimile in quanto
non si spiegherebbe come Santa Maria del Principio che traboccava di
ricchezze venne scavata subito dopo il seppellimento attraverso un
cunicolo che oggi costerebbe un patrimonio e come opera in sé deve essere
considerata veramente titanica. I “fedeli” cercavano l'immagine Salvifica
della Madonna ? Oppure mirarono ad altro ?
Alcune
grotte ancora, vennero scavate per la ricerca dell'acqua . Altre ancora
per la sepoltura comunitaria. In molti casi ritengo che la spinta ad
addentrarsi nelle viscere della terra torrese poteva avere motivazioni
varie . Sentimenti diversi ma da accomunare .Scavare per ricercare l'acqua
e nel contempo non perdere di vista l'opportunità di incontrare qualche
“giacimento” di corallo. Scavare alla ricerca della propria casa distrutta
dal Vesuvio e nel contempo vagliare anche la possibilità di estendere la
proprietà sovrastante al sottosuolo come accadde nella grotta Salvator
Noto.
Ipotesi
diverse , affascinanti stimoli comunque di ricerca. La grotta Torrese aveva ed ha
caratteristiche peculiari in quanto il SUOLO TORRESE E' PARTICOLARE
ED UNICO NEL SUO GENERE.
Amo la
speleologia torrese in quanto mi consente di avvicinarmi alla storia vera
a quella scritta dagli uomini . Quando mi reco in visita al Complesso
Monumentale del San Lorenzo a Napoli scendendo attraverso le rampe scopro
negli strati sovrapposti l'uomo, le sue usanze . la sua vita e quindi il
suo animo. La Napoli greco romana giace nelle viscere della città , ma
ogni volta viene fuori allorquando percorro quelle scale e quelle
rampe.
Vorrei un giorno scendere non
come speleologo ma come turista nei sotterranei della mia città per
“rivedere” le persone e “riascoltarne” il festoso vociare. Questo è il mio
sogno di oggi QUESTO FU IL SOGNO CHE ANIMO' TUTTI NOI DEL GRUPPO
ARCHEOLOGICO DI TORRE DEL GRECO *.
Gli addetti
alla rete elettrica erano sempre allerta. Portare energia elettrica in una
grotta comporta rischi seri a causa della possibile presenza di acqua . Ma
l'efficienza della squadra ha sempre garantito risultati eccellenti.
Impossibile utilizzare scale fisse . Solo scale a corda . Spessissimo si
poneva il problema della comunicazione tra squadre. Sempre in allerta per
la fuga in caso di crollo o di smottamento. Le grotte del territorio
torrese presentano diversi elementi di pericolosità relativamente alla
presenza di monossido di carbonio, di “esalazioni” vulcaniche, di crolli,
di inquinamento ambientale ( discarichi di fognatura ). Pericolosi sono
poi i possibili crolli e gli smottamenti delle pareti. Anche l'utilizzo di
scale a corda presume un certo rischio non fosse per altro che la via di
fuga può essere realizzata ad uomo singolo e in tempi maggiori.
Volendo
calcolare analiticamente il rischio e la pericolosità di una esplorazione
di devono dare dei valori indicativi al programma speleo per poter
programmare nella maniera idonea il sopralluogo e l'escursione vera e
propria. Volendo elevare a valore il rischio e la pericolosità di
esplorazione possiamo dire generalizzare:
( da
1 a 10 dove 10 è il valore
più alto )
Una grotta
con accesso a scale comporta un rischio 8 se due o più scale 10
Una grotta
con unica via di fuga senza scale comporta un rischio 10
La
presenza di crolli alle pareti comporta rischio 7
Un
soffitto puntellato ( come all'Assunta ) comporta rischio 7
Una grotta
con pozzo comporta sempre un rischio 9
La
presenza di ambiente non ventilato comporta un rischio 10
Questi se
pure indicativi alcuni dei parametri necessari per una valutazione
preliminare.
Sapevamo
dal tramando orale che la città era in molti punti costruita su cavità
naturali ed artificiali. Molti nostri interlocutori ci avevano indicato le
aree di interesse speleo segnalandoci anche gli accessi. Gli studi che
effettuammo in seno agli scavi della chiesa di Santa Maria del Principio ,
ci avevano abituato al lavoro in cavità . Molti di noi avevano collaborato
agli scavi sistematici del 2° piano della Catacomba di San Gennaro.
Metodologia e progettualità erano comunque fattori di rilievo. La prima
grotta esplorata dal Gruppo Archeologico fu la GROTTA DEL CAMPO DI SANTA MARIA DEL
PRINCIPIO. Dopo la ricognizione a quella grotta , le esplorazioni
successive ebbero il sapore dell'avventura e della magica scoperta.
Partecipavamo in massa senza limiti di età ( erano altri tempi ).
Il mio
“angelo custode” era Roberto ( Esposito ) . Fortissimo come un treno
vigoroso come la lava , attento a tutto. Fotografo in seconda. Il mio
“braccio destro “ era Franco ( Formicola ) . Occhio vigile , sguardo
guizzante . Pronto a carpire tutto nei dettagli . Poi le immagini. Quelle
erano fondamentali. Il grande Vincenzo ( Aliberti ) tra mille compromessi
di “luce” aveva l'abilità di rendere credibile e visibile anche il buio.
Poi ancora la preparazione dell'impianto elettrico provvisorio
condotto magistralmente da Silvio (Balzano ) e Nunzio ( Montagna ). Poi
tanti altri tutti per … tutti. Una vera squadra. Ma il battistrada ,
l'impavido che non temeva quasi nulla era Peppe ( Marotta ), detto la
“talpa” ed il suo soprannome la dice lunga sul come e dove metteva
le mani. In grotta avveniva di tutto ,… e pensare che Gennaro (D'Anzelmo) fumava un fondo alla grotta tranquillamente . In fondo saggiava il tasso
di O2 e quindi indirettamente la saturazione ematica. Eugenio ( Ciavolino
) mi aiutava assieme ad altri nel rilievo cartografico. Ciro (Bottiglieri
) e Gennaro ( Camardella ) le due formidabili mascotte del Gruppo avevano
compiti diversi che andavo dalla semplice sistemazione dei cavi alla più
complessa attività di grafica. Gigi ( Sparato ) era introvabile ma sempre
presente . Ciro ( Di Cristo detto il Professore in quanto a volte lo era
veramente ) ha sempre condiviso le nostre esperienze e ci è stato sempre
vicino per aiutarci nei compiti di interpretazione dei dati bibliografici
e storici. Vero maestro.
Gli anni
sono passati come un secondo, ma restano ricordi bellissimi dei quali
ognuno di noi serba emozioni incredibili, bellissime e dolcissime .
Oggi mi sento in dovere di ricordare quei momenti non tanto per un
fatto celebrativo quanto per sottolineare la grande passione che ci unì e
ci unisce ancora. Abbiamo creato a Torre del Greco la speleologia urbana .
Grazie a tutti voi!
La ricerca
speleologica continua ancora oggi. Guai se non fosse così.
ELENCO DELLE PRESENZE SPELEOLOGICHE NELTERRITORIO DI TORRE DEL GRECO
Riporto qui l'elenco
delle cavità censite ed in parte esplorate . Questi luoghi vennero
documentati con i mezzi dell'epoca e sono certamente aree nelle quali e
giusto ritornarvi per migliorare lo stato di documentazione grafica e
fotografica.
1 ) Pozzo del CIMITERO
SEGRETO del Monastero dei Zoccolanti
2 ) Scavo di S.M. del
Principio (sotto l'attuale chiesa)
3 ) Grotta di S.M. del
Principio ( al campo sportivo )
4 ) Grotta dei GRANAI
del MULINO ( accesso dalla F.S. )
5 ) Scavo di S.
Michele
6 ) Grotta G.
Mazza
7 ) Grotta e pozzo di
via Roma
8 ) Grotta
1 °vicolo S.Noto
9 ) Grotta della
Basilica di S.Croce
10) Pozzo di
esplorazione al CAMPANILE
11) Grotta MAZZA al
Cinema Iris
12) Grotta dell'
ASSUNTA
13) Pozzo dell'
ASSUNTA
14) Grotta di via
Comizi
15) Grotta DU'
ZINGARIELLO a via Fontana
16) Grotta del
Dragone
Questo primo elenco
riferito in particolare a quello che il discorso inerente al promontorio
ed il fonte. Esistono altre aree della città dove possibile individuare
discese al sottosuolo :
17) Grotta della Chiesa
dell'Annunziata
18) Grotta di via
Circumvallazione (Palazzo NONNA)
19) Grotta di
Sora
20) Palazzo di Sora (
villa della "aquila" )
21) Grotte in vicolo
Gradoni e canali ( MAMMA)
22) Grotta via
Cappuccini ( Piro olio-vino )
23) Grotta RIFUGIO
Frezzolino in via Piscopia.
24) Grotte da erosione
eolica dell' atrio del cavallo
25) Grotta alla
Salle
La foto mostra
l'accesso a una piccola grotta alla Salle .
Enrico Di
Maio che
oggi è il Direttore Responsabile del Gruppo Archeologico di Torre, è anche
coordinatore degli studi geologici e vulcanologici relativi alle cavità
esplorate. A lui si deve il merito di aver saputo continuare il lavoro
direttamente sul territorio. Nella foto in alto il Di Maio esplora
una cavità prodotta da sprofondamento alla Salle.