LA SPELEOARCHEOLOGIA VESUVIANA Pag. 5
SPELEOARCHEOLOGIA A TORRE DEL GRECO 

GROTTA DEL CAMPANILE     TdG 10

Rischio 9

 

Il GRUPPO ARCHEOLOGICO DI TORE DEL GRECO  esplorò questa grotta il 12 aprile del 1978. La squadra era composta da Giuseppe Marotta ( ufficio tecnico e logistica ) Gianni Suarato ( tecnica e rilievo ), Bottiglieri Ciro ( tecnica ), Camardella Gennaro ( tecnica ) ,Aliberti Vincenzo ( fotografia ), Formicola Francesco ( logistica e tecnica ) , Montagna Nunzio ( impiantistica elettrica e sicurezza ) Balzano Silvio ( impianti e lettrici e sicurezza ), Di Cristo Ciro ( logistica ).

I rilievi vennero affidati a me. La grotta presenta rischio elevato in quanto accessibile solo con discesa a scale in corda , assenza di vie di fuga. L'escursione venne pianificata in circa un mese. La più grande difficoltà tecnica fu quella di garantire l'ancoraggio delle scale e delle cime di emergenza.

La cartina in alto in scala 1:2000 mostra l'accesso alla grotta del Campanile di Torre del Greco.

La cavità da esplorare è situata all'interno del campanile della Torre seicentesca che venne inglobato ma non distrutto dalla colata lavica del 1794. Superfluo dilungarci in merito, ma necessario un breve accenno.

Il campanile che oggi vediamo rappresenta la parte sommatale della intera struttura la cui esatta metà venne sommersa dal fiume lavico . In questo punto esatto , al centro della città lo spessore lavico era veramente notevole ( certamente superava i 12 mestri ) ed il fronte lavico aveva spinta immensa essendo ancora in fase molto fluida. La grande fluidità è spiegata anche dal fatto che la Chiesa di Santa Croce venne distrutta totalmente mentre il campanile senza arrecavi lesioni di rilievo venne letteralmente avvolto . La lava si solidificò attorno inglobando la struttura stessa . Da alcune aperture laterali del campanile la lava entrò senza tuttavia tracimarvi all'interno. La lava inoltre coprì in parte la porta di accesso esterna che era posta ad oriente.

Ma vediamo le immagini.

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Il quadro mostra con estrema precisione gli eventi di quell'anno. Era il 1794 .  Dal fianco sud del vulcano si aprirono delle bocche dalle quali fuoriusciva il magma. Trasformato in torrente lavico presto , si diresse verso Torre del Greco. Lambì il Convento dei Cappuccini per puntare verso il centro storico. Qui distrusse case palazzi e vie . Santa Croce ( come vedremo ) in parte venne abbattuta in parte inglobata nella lava. Solo il Campanile restò in piedi.  Sulla brulla lava solidificata restava intatta la parte alta del campanile ossia il secondo ed il terzo piano. In origine quindi la struttura cinquecentesca aveva tre piani.

Nelle due immagini che seguono si possono osservare due distinti e significativi aspetti della storia del monumento.

L'immagine numero 1 è tratta ( modificata ) dalla incisione del Morghen coeva alla eruzione. Si osserva la mole del campanile già ridotto a solo due livelli. La Chiesa di Santa Croce non esiste più ed in parte si scorgono i contrafforti del Castello Baronale. Nella immagine numero 2 viene ritratto il campanile così come lo vediamo ai nostri tempi.

Pianta quadrata con angoli smussi a 45° quasi a formare un ottagono. Il piano terra attualmente visibile ha impianto più largo del piano superiore. Tra i due piani e sul tetto una cornice in pietra lavica definisce e rinforza le forme .  Il disegno delle facciate eseguito con mattoni a vista viene incorniciato da filari di bolognini  rilevati a bugna in pietra lavica. Ne risulta un elegante disegno di insieme che sottolinea l'eleganza e lo stile architettonico del periodo. Sui quattro lati ampie aperture a porta con arco in chiave alleggeriscono il disegno dando anche per cromatismo e freschezza un aspetto monumentale di grande effetto scenico.  In alto la lanterna ripercorre le linee architettoniche d'insieme.  L'attuale entrata alla camera interna del campanile corrisponde ad una delle finestre del 1° piano.

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Nell' immagine  ( numero 1 ) che segue si noti il particolare dell'orologio posto sulla facciata sud .  La fotografia numero 2 mostra una veduta d'insieme .

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Le immagini che seguono mostrano il campanile da tre differenti angoli di vista. La numero 2 che il lato mare, Oggi ancora alla base del campanile si notano le rocce che costituivano la parte alta della colata del 1794.

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1 Mio Dio ,…come eravamo giovani.

Nella foto numero 1 la squadra al completo. Manca il fotografo che ovviamente è dietro il mirino.

Garantire le cime si sicurezza e le luci , tocca a me il primo passo. Giù lentamente nel baratro profondo 12 metri . Pericoli di crollo dalla volta, pericolo del fondo mai esplorato da secoli.

Dopo circa un metro di discesa si scorge l'antico solaio del 1° piano che era a volta. Oggi crollata. Man mano che si scende si possono osservare le pareti interne a grezzo con le finestre laterali, segno questo che il primo piano originale non aveva lo stesso disegno con finestre ad arco . Nell'angolo nord ovest si scorgono i resti mal ridotti di una scala in pioli in ferro . La scala era un tempo,forse,  l'unico sistema di accesso alla torre campanaria.  Da due delle finestre laterali si può osservare l'intrusione della lava che non tracimò all'interno della struttura. Giunti sul fondo che è attualmente formato di detriti edili si può godere uno spettacolo meraviglioso ed emozionante allo stesso tempo. Molti i particolari da rilevare e da studiare. Ma andiamo con ordine.

Nelle immagini che seguono ho riportato il disegno delle quattro facciate interne .

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A  la parete sul lato Vesuvio

B  la parete dal lato Sorrento

C  la parete dal lato mare

D  la parete dal lato Napoli

3  la sezione della parete B

Studio della parete A:

1        Il solaio moderno dove vennero garantite le scale le funi di emergenza e l'impianto elettrico

2        Siamo al di sotto dell'antico soffitto a volta sfondato al centro. Tra 1 e 2 una camera nella quale vi sono detriti e mattoni.

3        L'odierna botola d'entrata.

4        La camera tra i due solai.

5        In questo punto si scavò per accedere all'”esterno” del campanile verso la via Salvator Noto. Si intravede parte della lava solidificata e detriti.

6        I resti della scala a pioli.

7        La volta superiore della camera.

8        Il cumulo di macerie che costituisce l'attuale piano di calpestio.

9        L'ipotetico piano originale del campanile.

Studio della parete B:

10   Un muro di rinforzo laterale forse in conseguenza ad un evento sismico precedente alla eruzione. Si nota come detto muro di puntello venne costruito in epoca successiva, dalla fattura e dalla grossezza dell'impianto.

11   Parte della volta crollata.

12   Finestrina in alto . Si scorge la lava.

13   Ampia finestra laterale nella quale si spinse la lava.  Si nota una lieve strombatura della cornice sui quattro lati.

14   L'antica entrata al campanile.

Studio della parete C

19      La finestra nella quale si spinse la lava.

20      Incassatura quadrata a parete con segni di mensola. Deposito utensili.

Studio della parete D

21      La terza finestra che venne tompagnata con scheggioni di lava e pietre di tufo. Tale operazione come per la porta principale forse si deve riferire ad un evento tellurico.

Studio della sezione della parete B ( immagine numero 3 )

15   In alto una piccola finestrina dalla quale si scorge la lava.

16   La finestra colmata dalla lava.

17   Entrata principale al campanile dalla Piazza Santa Croce .

18   Camera scavata all'”ESTERNO”  del campanile. Qui si scorge la lava che avvolse il campanile ed inoltre si può notare come le pareti esterne erano simile all'attuale disegno del campanile superstite oggi visibile in piazza. Inoltre il campanile non aveva pareti oblique alla base , come aveva suggerito il Raimondo, bensì pareti verticali ricoperte in pietra lavica.

La camera venne scavata probabilmente per riportare alla luce gli arredi e gli ambienti della Chiesa parrocchiale distrutta. Purtroppo lo spessore lavico in questo punto era veramente considerevole e l'impresa fallì.

Andiamo ora alle immagini e con esse cercheremo di comprendere le fasi ed i dettagli della ricognizione.

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1          Siamo sul fondo del vano verticale . In alto il doppio solaio . Ben visibile la volta crollata . Sulla parete di fondo la finestra dalla quale era entrata la lava e si era solidificata presso l'imboccatura. Le pareti sono a grezzo.

2          Dettaglio della volta con una finestrina dalla quale si intravede la lava solidificata. E' verosimile che il materiale che oggi ingombra il piano di calpestio si proveniente dal tetto crollato.

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1              La facciata ( versante Vesuvio ) interna con l'altra finestra ostruita dalla lava solidificata.

2              Il particolare di un ripostiglio a muro sulla facciata interna . Evidenti i segni di mensole . In primo piano i resti della scala a pioli in ferro ormai distrutta e corrosa dalla ruggine . A destra l'eccesso ad una breccia nel muro che si approfondì nello spessore della parete portante per circa 1 metro.

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1               Questa immagine è stata ripresa dalla porta che conduceva all'esterno del campanile. Sul fondo la scala a pioli in ferro.

2               Particolare della scala e della breccia nel muro.

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1        Insieme della porta di accesso al campanile

2        Dettaglio del muro di rinforzo della parete ( lato mare ) della porta di accesso alla struttura.

La ricognizione al campanile consentì di acquisire inoltre, maggiori informazioni circa l'aspetto esterno del campanile ossia della facciata esterna. Abbiamo già accennato prima alla scoperta della parete est ed in particolare abbiamo già riferito che si trattava di una parete assolutamente verticale.  Senza scendere in disquisizioni che possono indurre in polemiche voglio solo qui ribadire che la scoperta della parete esterna pose in evidenza fattori incontrovertibili che contrastano con le ipotesi di Raffaele Raimondo il quale in Itinerari Torresi disegnò la struttura con pareti oblique. Si tratta di una ricostruzione frutto di fantasia. Merito all'autore che elaborò per primo un tal progetto ricostruttivo. Tuttavia gioco forza ,… le pareti sono verticali.  Abbiamo accennato a importanti dettagli emersi dalla esplorazione della parete esterna. Si tratta di tre elementi che generano sicuramente possibili strade di studio ed approfondimento.

L'architrave lavico che sormontava la porta est mostra una lesione trasversale che lo attraversa totalmente. Questa lesione era precedente alla eruzione ? Fu causata dalla spinta laterale\obliqua del masso lavico incandescente ? Varrebbe la pena approfondire. L'esplorazione della camera esterna permise di scoprire il decoro esterno del campanile . Un grosso e pesante cornicione lavico decorava la base della struttura girandovi sui quattro lati .

Nelle immagini che seguono i dettagli della ricerca.

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La ricostruzione eseguita nel 1973 dal Raimondo. Si scorge la base del campanile . Nella immagine numero 2 le pareti sono verticali.

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Il robusto architrave (1) venne spaccato da una forza spaventosa. Nella immagine numero 2 parte del decoro perimetrale del campanile.

GROTTA DELL'IRIS         TdG 11

Rischio 8

 

L'accesso alla grotta da proprietà privata è reso complesso da innumerevoli difficoltà date dalla angustia dei locali , dalla pericolosità di frane. Si possono scorgere solo in parte elementi murari strappati dal passaggio della lava del 1794. Qui vi erano gli ambienti dell'Ospedale degli Incurabili .

Nel giugno del 1977 organizzai una ricognizione . La visita preliminare al luogo permetteva di capire già in prima battuta che vi erano oggettivi pericoli, legati essenzialmente al crollo ed al cedimento di pareti. Durante la ricognizione vera e propria venne ispezionata solo una camera ipogea di circa 4x6 metri con soffitto seminglobato nella lava. In fondo , verso il lato ovest della camera si intravedeva un accesso angusto ed assai scomodo che dava in un cunicolo . Il buio squarciato dalle torce lasciava intravedere un percorso obliquo in basso tra massi lavici caduti dall'alto e dal lato destro. Non fu possibile proseguire oltre. Seppi negli anni successivi che l'accesso al vano ipogeo era stato definitivamente reso impraticabile e quindi murato.

GROTTA DELL'ASSUNTA    TdG 12

Rischio 9

( Vedi anche relazione relativa alla Chiesa dell' Assunta )

La grotta si trova proprio al di sotto della via Comizi e si sviluppa in direzione mare con una diramazione che procede con una scala in direzione est.

Si accede al complesso ipogeo attraversando l'attuale Chiesa dell'Assunta. Attraverso una comoda scala si giunge in un vasto ambiente a volta che doveva essere l'antica sacrestia della Chiesa anch'essa distrutta dal passaggio del 1794. Nel punto più basso del vano in corrispondenza di una finestrina in alto che prende luce direttamente dal livello del piano stradale, si incontra una scala che comodamente curva verso il mare conducendo alla grotta, lunga e serpeggiante.

La grotta venne scavata certamente dall'uomo nel contesto del banco fangoso del 1631. Le caratteristiche geologiche della grotta sono comuni a molte grotte torresi. In alto il “soffitto” è rappresentato dal 1794 ai lati il 1631 ed in basso il paino di calpestio è in alcuni punti rappresentato dalla antica strada cinquecentesca che conduceva al mare.

L'elemento di rilievo maggiore in questa grotta è dato dalla presenza di strutture murarie parzialmente intatte . La strada come abbiamo detto, le case, due porte con gradino di ingresso, una condotta fognaria. Tutti elementi architettonici che aggiungono fascino ad una scoperta sensazionale nel cuore della città. Ci troviamo in realtà nella Torre del Greco del ‘500 , quasi intatta. Una sorta di “Pompei” sotterranea del ‘500.  L'elemento umano qui fa da regista e da padrone . Nulla fa prevedere scoperte ovvie . Un ambiente dal fascino unico . Una passeggiata nel cuore archeologico e nella storia della antica Torre.

La ricognizione venne pianificata per circa un mese nel marzo del 1977 grazie alla collaborazione di tutti . Ricordo che a quella esplorazione parteciparono in massa . Ognuno un compito. Per la prima volta , fatto questo pionieristico per l'epoca venne approntato un sistema di comunicazione via fili con intercitofono . Con tale sistema si poteva agevolmente questa volta comunicare sia con l'esterno, che la squadra intermedia che lavorava al “centro” della grotta. In occasione di questo studio esplorativo venne anche allestito un sistema di illuminazione con alogene e tutta la rete elettrica per motivi di sicurezza venne tutelata con salvavita e giunzioni a tenuta d'acqua. Insomma , un'organizzazione speciale per un FATTO ASSOLUTAMENTE SPECIALE.

Non conoscevamo con esattezza l'estensione del percorso ed inoltre si ignorava la natura del contenuto archeologico . Fu una vera e propria avventura di ricerca che diede ad ognuno di noi un'emozione unica e ritengo irripetibile. In questo punto della città la lava del 1631 transitò come fiume in piena travolgendo ogni cosa al suo passaggio. La pendenza della collina qui è ancora oggi importante. Nello stesso punto il 1794 distrusse ogni cosa seppellendo case e strade definitivamente . La città rinascimentale dormiva nelle viscere della terra per secoli. Fino a quando quel giorno il GRUPPO ARCHEOLOGICO DI TORRE DEL GRECO fece una scoperta unica nella storia della città.  La notizia fu data con dovuta veemenza attraverso diverse conferenze pubbliche e comunicazioni giornalistiche. Ma come al solito a Torre le cose sensazionali sono sempre altre. Meglio sottolineare le gesta di un calciatore o di un evento mondano.  Attraverso queste pagine voglio oggi dare giusto merito a quegli uomini , a quei ragazzi ( oggi adulti ) che assieme a me condivisero quella SPLENDIDA EMOZIONE. 

Sapevamo che in un punto della galleria principale esisteva un pericolo di crollo della volta. Questo particolare di non poco rilievo era stato già segnalato in una spedizione preliminare. Avevamo inoltre notato che questo cedimento era stato puntellato in maniera assolutamente inefficace con dei travi verticali. Il sistema a nostro avviso non garantiva alcuna sicurezza ed addentrarci oltre quel punto significava rischiare. Per questo avevamo organizzato la spedizione a sera inoltrata per poter lavorare tranquillamente ed evitare comunque il carico del traffico urbano. Lavorare di sera comunque era un fatto vantaggioso per l'eventuale soccorso e per l'emergenza di ogni tipo.

Pronta la rete elettrica , pronte le lampade ,… l'avventura poteva iniziare. Il vociare sommesso , l'aria carica di umidità, il buio assoluto della grotta, il pavimento reso viscido e pericoloso dalla infiltrazione di acqua ( forse liquidi fognari ). In fila distanti circa due metri l'uno dall'altro scesero prima gli addetti alla rete elettrica . Quasi in contemporanea vennero sistemate delle funi al lato destro della grotta. Una prima squadra composta da 5 persone fece da apripista .  Giunti al primo gomito ed illuminato il fondo del budello si procedette lentamente a fare entrare gli altri amici del Gruppo per la sistemazione logistica. Poi il fotografo. Poi il rilievo,… e mentre il lavoro ferveva rapido ed attento mi diressi dritto verso il fondo, verso la fine del lungo cunicolo assieme a Roberto Esposito, per valutare in prima battuta le dimensioni approssimative . Era uno spettacolo impressionante : LE CASE DI TORRE DEL GRECO NEL RINASCIMENTO . Torre del Greco prima travolta dal  fiume fangoso ( forse il 1631 )  e poi tombata ( 1794 ). Entrare quasi nelle case, toccarne gli usci , camminare sull'antico selciato stradale. A destra entrando una frana. L'emozione era troppo grande ,… la frana passava in secondo ordine,… bisognava fare in fretta per documentare tutto. Rapidamente, ma attentamente. L'aria calda ed umida all'ingresso divenne in pochi istanti quasi irrespirabile per la polvere ed il calore delle lampade. Parlate a bassa voce , si diceva dal fondo,… voglio scendere anch'io qualcuno rispondeva dal vano d'ingresso,…a tempo ognuno entrerà,…fateci fare prima  i rilievi.  Furono attimi intensi e vissuti con tutta la grinta e l'emotività di un giovane. Come per incanto a circa 15 minuti dall'inizio del lavoro l'aria si rischiarò e divenne più fresca come se qualcuno avesse aperto una finestra da qualche parte. Forse dalla orrida fessura che sovrastava l'alto della grotta filtrava il vento , forse una comunicazione con l'esterno sul fondo del cunicolo. Accendemmo delle candele a terra per saggiare empiricamente il tasso di ossigeno. Le lampade alogene venivano trasportate velocemente da un punto all'altro senza recar danno ad alcuno. Un lavoro di squadra incredibile. I rudimentali intercitofoni funzionarono alla grande.  Una macchina perfetta per una scoperta altrettanto grande.

Durante la ricognizione venne approntato un servizio per il recupero di materiali, per l'apertura di varchi, e per l'eventuale puntello di soffitto e parete. Non mancarono le corde, le pale, picconi, cazzuole. Non mancarono leve. In queste occasioni trattandosi di ambienti abbandonati da anni si preferisce la strada della prudenza . Ad una prima osservazione la grotta non mostrava grandi elementi di pericolosità. Ma già nel primo tratto dopo il primo gomito si poté osservare il “soffitto” letteralmente percorso da una larga fissurazione .  Lunga circa 8 metri larga in media 20 cm. La spaccatura nella lava procedeva orientativamente in direzione mare quasi parallelamente alla attuale via Comizi. Altro elemento di rischio , in prima battuta sottovalutato fu la parete di destra del condotto principale . Qui non sappiamo ancora perché si era formato un cedimento della parete ( verosimilmente per infiltrazione di acqua piovana ) del fronte fangoso che aveva trascinato con sé numerosi massi di pietra che poggiavano a terra formando un cumulo assolutamente instabile e pericoloso. L' ultimo elemento di pericolo si trovava nel vano finale della grotta, interamente scavato dall'uomo nel contesto del fango indurito. La assoluta friabilità delle pareti rendeva altamente pericolosa la permanenza in questa angusta camera.

La piantina che qui viene mostrata ci aiuterà a comprendere i luoghi ed anche le fasi di questa ricognizione.

Tralasceremo i riferimenti dall'1 al 7 in quanto verranno trattati nel paragrafo successivo. Questi punti riguardano l'area della TERRA SANTA  della Chiesa dell'Assunta con i due pozzi funerari.

Attraversata quest'area si accede al vano che abbiamo detto essere la vecchia sacrestia della Chiesa prima dell'eruzione del 1794.

8        La sacrestia della antica Chiesa dell'Assunta.

9        La lava entrò e distrusse la parete ovest del vano a volta .

10   L'accesso al complesso ipogeo. E' una vera e propria porta con muratura di contenimento ai lati . Due forti muri seguono il primo corso del cunicolo fin oltre la prima curva. Una scala comoda in muratura con 14 gradini conduce al primo tratto curvo del cunicolo. Si procede agevolmente curvando a destra per “scendere” verso il mare. Dopo circa 15 metri proprio nella curva venne posto il primo gruppo di lavoro addetto ai cavi e alla logistica. Una rientranza nella parete ( forse una porta murata ) fungeva da riferimento.

11   In questo punto la muratura laterale termina  e si appalesa la natura geologica del vano .

12   In questo punto il cunicolo si sdoppia. Un ramo continua in direziona mare mentre a sinistra attraverso una comoda scala ( numero 29 ) si raggiunge un ambiente in muratura posto ad un livello più alto.

13   Primo vano di ambiente moderno adattato a cantina.

14   Secondo vano comunicante con una scala che sale ancora verso l'alto riportandoci idealmente alla quota della strada ( 36.00 metri slm ). Probabilmente questo era l'accesso alla grotta dalla proprietà posta di fronte alla Chiesa .

15   Tra il punto 12 ed il punto 15 esiste una zona dove di incontra il primo edifico o semplicemente una casa invasa dal fango. Nella sezione D-D' si potrà leggere il dettaglio. Nel punto 15 il cunicolo principale si allarga mettendo allo scoperto tracce di muratura antica. Subito dopo a destra un muro parallelo al corso del cunicolo ci mostra che questo ha tagliato una parete dando accesso ad un vano.

16   Il lastricato antico della torre del ‘500. Molti conci murari, molta malta, scheggioni lavici crollati dai lati e tanti elementi in pietra appartenenti all'antico selciato stradale.

17   Chi scavò questa grotta certamente comprese di trovarsi di fronte ad un fatto inconsueto e apparentemente inusuale. Qui venne effettuato da quegli antichi cavamonti uno scavo trasversale che pose in luce altre strutture murarie.

18   In questo punto molti conci stradali e materiale fittile .

19   Il muro esterno di una casa .

20   La porta d'entrata con due scalini . Affascinante ed unico. Un dettaglio mozzafiato.

21   Ancora una volta lo scavo sfondò la parete esterna di una abitazione . Dopo questo punto il cunicolo diventa molto stretto devia a sinistra e sensibilmente scende verso il basso.

22   Siamo all'interno di un vano del quale si riconoscono le pareti e forse il pavimento.

23   Piccola frana con tracce di pavimento ad una altezza di circa 60 cm. Dal piano di calpestio.

24   Pavimento di un ambiente . Pericolare interessante . Presenti tracce di colore alle pareti come da intonaco a calce. In questo punto vennero rinvenuti frammenti di ceramica comune e piccolissimi frammenti di ceramica invetriata.

25   Il selciato della strada continua. Forse anche il pavimento di un cortile, di un vialetto.

26   Il cunicolo taglia un grosso muro del quale si scorgono in monconi a destra e sinistra.

27   In questo punto sono visibili le tracce di una condotta idrica ( fognaria ?) formata con tegole sovrapposte e poggiate nel fango indurito a guisa di canale allo scoperto. La condotta è affiancata da un muro laterale. Qui le pareti si avvicinano ed il piano di calpestio si alza andando a contenere lo spazio . in questo punto dove termina il cunicolo l'accesso può essere consentito esclusivamente ad un operatore. Dovunque tracce di muratura spaccata e sconquassata dal cataclisma. Dovunque ceramica e materiale ferroso.

28   Termina la grotta quasi risalendo verso l'alto.

Interessante la sezione B-B ' nella quale si vede uno spaccato dell'area di accesso.

La sezione F-F '  mostra l'area del puntello al soffitto .

In quest'area sono evidenti le tracce del pavimento stradale.

La sezione N-N ‘ corrisponde alla zone dove venne rinvenuta la condotta idrica.

Le immagini che seguono ci aiuteranno a comprendere meglio.

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L'accesso ad una casa di Torre forse del ‘500. due gradini in pietra prima dell'uscio. Nella galleria di fondo (2) l'antica condotta fognaria.

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1        Ci troviamo alla fine del lungo cunicolo dove si rinviene un rapporto con un condotto verticale che verosimilmente si collega all'esterno.

2        Siamo nel punto centrale del cunicolo principale . A destra parte del selciato stradale rimosso. Visibili i puntelli del soffitto.

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1        Siamo di fronte ad una abitazione della quale si scorge in alto il pavimento, l'entrata . In basso una condotta fognaria.

2        L'ingresso alla grotta principale subito dopo le scala.

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1        La sala centrale della sezione G-G ‘

2        La zona del gomito inferiore relativo alla sezione I-I ‘.

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