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In queste libere mail sono espressi i primi indizi e le prime notizie relative alla grotta del Giovanni Mazza. Ma proseguiamo.
La grotta in realtà non è unica . Non si tratta di un corridoio. Non siamo di fronte ad un'unica cavità . Non abbiamo neppure la certezza che vi sia acceda da un condotto unico, anzi presumo che l'ampia camera principale sia stata collegata in passato a cunicoli secondari che entravano nelle varie proprietà circostanti. In questo grande antro si rifugiarono e trovarono scampo ,durante i rastrellamenti dell'ultimo conflitto mondiale, molti dissidenti . Qui si racconta trovarono riparo ed acqua dolce. Qui vennero ammucchiate suppellettili e cibo per restare a lungo nascosti. In questi cunicolo morirono anche alcuni fuggiaschi. Questo è quanto emerge dal tramando orale. La grotta principale era nota a tutti i torresi . Tutti sapevano più o meno nel dettaglio che sotto il grande edificio scolastico vi erano sotterranei enormi. Non a caso mi è stato riferito che durante la costruzione di tale scuola vennero eseguiti dei lavori di consolidazione del sottosuolo da parte del genio civile che intervenne nella stessa circostanza anche per eseguire imponenti lavori di rinforzo strutturale alla chiesa ipogea di San Michele a Diego Colamarico. . Qui vennero costruiti in muratura dei robusti costoloni che avevano la funzione di sostenete il pavimento della attuale chiesa. Al Giovanni Mazza l'operazione di consolidazione e bonifica edile fu intrapresa con l'intento di scaricare il peso dell'imponente massa lavica del 1794.
Si può presumere con adeguata
certezza che l'entrata principale fosse quella posta al di sotto dell'edificio
situato all'angolo tra
L'altra entrata era posta nel retrobottega dello stagnaro che apriva bottega tra Via Vittorio Veneto e via Diego Colamarino. Da qui si accedeva attraverso una ripidissima scala ad un sotterraneo ampio che fungeva da deposito. Nell'angolo ovest dell'ambiente si apriva tra le rocce e la confusione delle suppellettili, un piccolo ed angusto varco che conduceva ad uno stretto corridoio .
La terza entrata era posta nei pressi del Largo Santissimo. Ebbi modo di ispezionare questo accesso dopo pressanti richieste ( nei confronti dei proprietari dell'immobile in questione ) mai completamente accordate. Scesi attraverso una scala in muratura ad un vasto ambiente ( 20x15 metri ) dal quale si aprivano sue distinte gallerie che terminavano a cul di sacco. Quella visita fu velocissima . Non ebbi modo di annotare quasi nulla.
Le tre entrate avevano in linea di massima le stesse caratteristiche geologiche. Le pareti ed il piano di calpestio appartenevano verosimilmente al 1631 mentre il “soffitto” era il solito del 1794.
La grotta principale del Giovanni Mazza appare ampia ed apparentemente a camera unica. Entrandovi da un sotterraneo della scuola si notano immediatamente le opere di consolidazione del genio civile e ci si accorge di trovarci di fronte ad un ambiente che venne fortemente utilizzato come deposito e discarica allo stesso tempo.
La visita a questa grotta concessami nel 1979 durò pochi minuti . Poi mi venne interdetto l'accesso . La morfologia geologica del sito è quella comune ad altre cavità torresi del centro storico. Tuttavia nel punto più a nord della cavità notai tracce dello scorrere dell'acqua. In molti punti ampie spaccature nel banco lavico in alto. Molti i barbigli di radici di alberi che pendevano dal soffitto . In due punti ,pericolosi crolli e frane . L'esplorazione della grotta oggi non è priva di rischi.
La piantina che segue mostra l'estensione ( orientativa del complesso ipogeo )
Rischio 10
L'accesso alla grotta mi venne segnalato da amici del Gruppo. Fu un caso che a seguito di una delle tante manifestazioni pubbliche venne posto un questionario semplicissimo nel quale si chiedeva collaborazione alla cittadinanza di fornire indicazioni circa l'accesso a cavità sotterranee a Torre . Il “censimento” diede buoni frutti. Più che di grotta si deve parlare di POZZO, ossia di un complesso ipogeo creato dall'uomo ( in parte ). L'accesso è posto sulla Via Roma. Spesso, come abbiamo accennato si cercava dopo un eruzione, la possibilità di reperire acqua dolce e questa grotta ha tutte le caratteristiche del pozzo pubblico. Una struttura creata per giungere alla falda.
L'accesso al pozzo non è provvisto di alcuna protezione. Non vi è luce diretta. Non vi sono elementi validi di ancoraggio per le funi . Non vi sono elementi di chiara sicurezza circa le pareti del condotto verticale.
Nell'immagine che segue viene
illustrata la morfologia del pozzo . Si tratta di un condotto unico di forma
cilindrica della lunghezza di circa
Nella immagine che segue ho evidenziato alcuni particolari del condotto che scende verticalmente andando a collegarsi in basso ad un vano ampio laterale.
Non fu possibile scendere all'interno del condotto per i pericoli menzionati. Ma una osservazione attenta dei primi tre metri di discesa consentì di redigere la mappa ed il disegno che qui propongo.
Nel dettaglio A viene disegnata la sezione del pozzo. In
B ho disegnato la pianta della camera di accesso al pozzo, dove 1 è la porta , 2
è un'area di detriti e pericolose lamiere che forse ricoprivano l'accesso al
pozzo 3. Nel dettaglio C ho disegnato schematicamente il profilo del pozzo visto
dall'alto con due cunicoli laterali che da esso si dipartono in maniera
ortogonale. Non sappiamo a cosa servissero questi cunicoli , dove conducevano .
Da chi venne costruito questo pozzo e perché? . Difficile dare risposte a questi
quesiti che si pongono immediati. Cercheremo nel corso del nostro lavoro di
ricerca di dare qualche interpretazione di dare qualche indizio per una ricerca
futura. Ma continuiamo la nostra ricognizione. Dopo tre metri di discesa
si dovette sospendere la ricognizione in quanto dall'alto cadevano abbondanti
detriti e schegge in pietra. Inoltre la pericolosità della missione venne ancor
più accentuata dal fatto che i punti di ancoraggio delle funi di discesa non
erano totalmente affidabili. A circa
Il pozzo ci venne detto da alcuni che conoscevano già il luogo era stato costruito come cisterna per la raccolta di acqua piovana . Tale pozzo veniva utilizzato da tutti gli occupanti il palazzo. Circa i due condotti laterali, nessuno diede una risposta esauriente e plausibile . Inoltre nessuno spiegò mai l'uso della scala lignea. Se era un pozzo perché costruirvi all'interno una scale ? Restano quesiti affascinanti che attendono una risposta solo dopo aver rivisitato il luogo con maggiori cautele e con migliori attrezzature.
Rischio 8
Fu una grotta segnalata nel censimento che promosse il Gruppo Archeologico. Si tratta di una cavità mai esplorata il cui accesso è in proprietà privata. Dall'interno di un cortile si accede attraverso una scala ad un vano seminterrato che funge da cantina e dispensa. Dal fondo di questo ambiente si diparte un cunicolo in ripida discesa, scavato nel contesto del 1794.
La grotta non venne mai esplorata in quanto si incontrarono difficoltà nell'approccio con i proprietari e con gli affittuari della abitazione dalla quale si diparte la grotta.
Durante l'ultima
guerra mondiale. La mia bisnonna Anna , mia Nonna Carmela e mia madre Margherita
mi raccontano che a Torre molte di queste grotte vennero utilizzate per
nascondere i giovani torresi e sottrarli quindi ai rastrellamenti nazisti. La
testimonianza del Dott Luigi Frezzolino aggiunge altri particolari. Le grotte
affermava l'attento e scherzoso
Nel 1985
Frezzolino mi indicò due accessi a cavità sotterranee . Uno di questi dovrebbe
portarci alla scoperta di un dei più importanti simboli monumentali della città:
Rischio 9
La grotta si presenta con un accesso principale sulla piazza Santa Croce. Non si escludono tuttavia altri tre accessi da proprietà private poste nelle immediate vicinanze della basilica.
Varcata la porta
all'intricato e lunghissimo sistema di gallerie e camere, si giunge ad una
comoda scala in muratura. Di fronte si presentano i potenti pilastri portanti
della Chiesa superiore. Subito a destra si apre un ampio ambiente a volta, dal
quale si snoda un'altra scala che scende ad un secondo piano sotterraneo. Da
questo punto inizia un lunghissimo corridoio che conduce dopo circa
La camera posta
alla fine del lungo corridoio è stata interamente scavata nel contesto del
Il complesso nel suo insieme andrebbe posto in sicurezza per consentire una visita pubblica . All'interno di questi ambienti sono custoditi elementi architettonici , reperti ed elementi di rilievo storico ed anche archeologico. Un percorso illuminato e sicuro potrebbe rappresentare per la città un elemento di attrazione turistica importantissimo. A differenza di altre grotte quella di Santa Croce si presta ad una visita interessante e lunga e ricca di particolari unici nella speleologia torrese. In questa zona sotterranea vennero seppellite molte persone e tra queste anche nobili e blasonati torresi. Lo si evince da alcune lapidi e dal tipo di sepolture.
La piantina semischematica che qui mostriamo si può in linea generale avere un'idea dei primi due piani degli ambienti sotterranei della Chiesa di Santa Croce. Nella parte A il piano immediatamente sottoposto al piano stradale . La scala in muratura (1) che conduce al primo ambulacro (2). Di fronte attraverso una apertura scomoda si accede nel pozzo numero 8 oggi ingombro di macerie. L'ambiente a volta numero 4 conserva ancora stucchi e decori della probabile sacrestia. In quest'area una botola conduce ad una camera sotterranea (5) nella quale riposano i resti di corpi qui deposti . Forse anche questo un ossario. Dalla scala numero 3 si scende al piano inferiore B. Posto ad ovest della grande aula un lungo corridoio (7) ingombro oggi di pericoloso materiale edile. Lamiere, pali lignei grossi frammenti di pietra riempiono il vano. Una finissima polvere ricopre ogni angolo. Qui si apre un altro pozzo (6).
Nel dettaglio B il secondo piano sotterraneo. Questa scala presenta lesioni strutturali gravi. In questo ambiente troviamo l'accesso al lungo e tortuoso cunicolo scavato probabilmente nel contesto del 1631. Anche qui una botola conduce ad un vano sotterraneo (13).
Nelle immagini che seguono illustreremo alcuni punti del percorso sotterraneo .
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La scala (1) che conduce al primo piano sotterraneo. Nella foto numero 2 parte dei decori a stucco della grande aula.
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Lungo il percorso una lapide funeraria della famiglia Sansone che andrebbe studiata ed inserita in un percorso mussale speleologico.
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Dettaglio dei condotti idrici della antica Torre del Greco.
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1 Siamo al secondo piano sotterraneo. Sul lato destro di un ambiente che verosimilmente crollò e poi restaurato si scorgono resti umani ammucchiati in un angolo. A terra tracce di una sepoltura importante.
2 Un pozzo verticale . La morfologia geologica e strutturale è la stessa riscontrata in altre chiese del territorio.
3 Il lungo cunicolo del terzo livello. In alto il 1794
4 Verso la fine dello stesso cunicolo. Sulla destra il 1631 con tracce di muratura inglobata e franata.
5 Una sepoltura con due scheletri.
6 La parte iniziale della grande aula ipogea.
7 Il lato destro mostra tracce di muri inglobati nel fango . In questo punto il terreno laterale delle pareti mostra segni di cedimento.
8 Siamo verso la fine della grande aula .
9 Sulla sinistra si notano le opere di consolidazione delle strutture sovrastanti.
10 La grande aula termina sul fondo con una grossa e spessa opera muraria di sostegno. Per questi ed altri particolari ritengo che tali lavori di consolidazione vennero eseguiti immediatamente dopo l'eruzione che distrusse Santa Croce.
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