LA SPELEOARCHEOLOGIA VESUVIANA Pag. 4
SPELEOARCHEOLOGIA A TORRE DEL GRECO 


GROTTA AL GIOVANNI MAZZA      TdG 6

Rischio 8

1 23

La prima immagine (1) mostra l'edificio Scolastico Giovanni Mazza così come si presentava verso la fine del '40 . La sua mole robusta campeggia sulla via Vittorio Veneto. Sorto come scuola, l'edificio accolse intere generazioni . Gli ambienti ampi e confortevoli. Tanti ricordi, tantissime emozioni. L'immagine numero 2 si riferisce allo stesso edificio così come appare oggi. E poi ci lamentiamo che in Italia “tutte le cose non vanno bene” . Oggi quell'edificio è bellissimo, posto a norma, confortevole e sicuro. Palestra di cultura per i torresi. Pensando a questa scuola il mio ricordo va a due persone a due figure strettamente legate alla storia di questo edificio.  Il mio Maestro delle elementari: il Professor Pietro Balzano .

L'altro pensiero va al Professor Ciro Di Cristo che è da considerarsi il VERO STORICO TORRESE  vivente. Fu lui che nel 1988 diede alle stampe “ Poesie latine e italiane “ del Professor Giovanni Mazza. Opera bellissima e colta. Pietra fondamentale nella storia di Torre del Greco. Di Cristo aveva amato da sempre la figura di Giovanni Mazza e tutti noi del Gruppo leggemmo la sua vera gioia quando fu capace di pubblicare quell'opera da moltissimi torresi ignorata. In questo breve paragrafo un omaggio a queste importanti figure della cultura vesuviana.

1             2

Nella immagine 1 il Professor Giovanni Mazza e nella foto numero 2 il Professor Ciro Di Cristo.

Ma torniamo alle nostre ricognizioni speleologiche.

Traggo da internet ed in relazione al forum di http://www.torreomnia.com/ la breve ma significativa discussione relativamente allo studio della cartografia di Torre.

 

Discussione: Cartografia torrese

Autore: Alessandra De Martino  - Email: alessandrademartino@libero.it

Buongiorno,
ho appena visitato(di nuovo) il Vostro sito su Torre del Greco. Le sto scrivendo in questo momento perchè credo di aver bisogno anche del suo aiuto. Sto preparando una tesi di laurea in architettura nella materia Storia dell'urbanistica dal titolo (non ancora definito, in realtà) :lo sviluppo urbanistico dal Ponte dei Francesi(napoli) a Torre del Greco attraverso lo studio sistematico della cartografia storica. In realtà ho già parecchio materiale...con qualche lacuna su torre del Greco soprattutto perchè la cartografia del '700 su Torre (Duca di Noja) non c'è. Lei è a conoscenza di qualcuno che potrebbe aiutarmi a trovare carte geografiche, manoscritti, mappe che testimoniano l'evoluzione urbanistica di torre del greco? Che so...uno studioso di storia locale o se Lei sa che esistono alla biblioteca comunale o in qualche archivio. Io ho trovato quelle del Vesuvio che comprendono anche Torre ma sono dall'800 in poi. Magari possiamo fare qualche scambio... Mi faccia sapere presto. Grazie per l'attenzione.


Risposta da:
Dott Aniello LANGELLA  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Presso la Biblioteca Nazionale di Napoli lei troverà tutto ciò che le occorre. Lei deve sapere che "grazie" all'eruzione del 1631 e quella del 1794 gli archivi di Torre vennero distrutti. Fin qui gli inevitabili imprevedibili eventi naturali. Successivamente lei deve sapere COME DEL RESTO DOVREBBERO SAPERE TUTTI I TORRESI, che le poche carte restate in archivio comunale vennero rubate . Moltissimi documenti vennero venduti come cartastraccia. Ma la cosa che ha bisogno di maggiori dettagli è la seguente. NEL 1973 PRESSO LA GROTTA NUMERO 12 DEL GIOVANNI MAZZA GIUNSE UN CAMION ENORME DAL QUALE VENNERO SCARICATI MIGLIAIA DI LIBRI ANTICHI CHE VENNERO LETTERALMENTE GETTATI NELLA GROTTA ASSIEME A FANGO DELLA STRADA . MIGLIAIA DI PAGINE STRAPPATE LORDATE E VILIPESE. LA STORIA DI TORRE GETTATA CON INFAMIA IN UN INGHIOTTITOIO . MI ALLERTAI. DENUNCIAI IL FATTO. DOPO DUE GIORNI SEPPI CHE CON CARRIOLE E PALE ALCUNI OPARAI AVEVANO SVUOTATO LA GROTTA DEL PREZIOSO CONTENUTO ED AVEVANO TRASFERITO ALTROVE IL TUTTO. SEPPI POI CHE TUTTO ANDO' AL MACERO. RITORNAI IN QUELLA GROTTA E TROVAI SOLO FOGLI DI TESTI TRA CUI ALCUNI AMANUENSI DI DOTTRINA CATTOLICA IN LATINO.
Questa è la cultura a torre. Disprezzo questa città matrigna che offende le mie radici. Amo questa città violenta nella quale ricerco me stesso.
Cordialmente
Dott Aniello LANGELLA
Presidente Onorario del Gruppo Archeologico Torrese

In queste libere mail sono espressi i primi indizi e le prime notizie  relative alla grotta del Giovanni Mazza. Ma proseguiamo.

La grotta in realtà non è unica . Non si tratta di un corridoio. Non siamo di fronte ad un'unica cavità . Non abbiamo neppure la certezza che vi sia acceda da un condotto unico, anzi presumo che l'ampia camera principale sia stata collegata in passato a cunicoli secondari che entravano nelle varie proprietà circostanti. In questo grande antro si rifugiarono e trovarono scampo ,durante i rastrellamenti dell'ultimo conflitto mondiale, molti dissidenti . Qui si racconta trovarono riparo ed acqua dolce. Qui vennero ammucchiate suppellettili e cibo per restare a lungo nascosti. In questi cunicolo morirono anche alcuni fuggiaschi. Questo è quanto emerge dal tramando orale. La grotta principale era nota a tutti i torresi . Tutti sapevano più o meno nel dettaglio che sotto il grande edificio scolastico vi erano sotterranei enormi. Non a caso mi è stato riferito che durante la costruzione di tale scuola vennero eseguiti dei lavori di consolidazione del sottosuolo da parte del genio civile che intervenne nella stessa circostanza anche per eseguire imponenti lavori di rinforzo strutturale alla chiesa ipogea di San Michele a Diego Colamarico. . Qui vennero costruiti in muratura dei robusti costoloni che avevano la funzione di sostenete il pavimento della attuale chiesa. Al Giovanni Mazza l'operazione di consolidazione e bonifica edile fu intrapresa con l'intento di scaricare il peso dell'imponente massa lavica del 1794.

Si può presumere con adeguata certezza che l'entrata principale fosse quella posta al di sotto dell'edificio situato all'angolo tra la via Roma e la via Vittorio Veneto. Da qui , attraverso il cortile interno si accedeva ad una antica cantina privata ricavata nello spessore del banco lavico del 1794. Da questo angusto ambiente si accedeva attraverso uno stretto corridoio al complesso ipogeo.

L'altra entrata era posta nel retrobottega dello stagnaro che apriva bottega tra Via Vittorio Veneto e via Diego Colamarino. Da qui si accedeva attraverso una ripidissima scala ad un sotterraneo ampio che fungeva da deposito. Nell'angolo ovest dell'ambiente si apriva tra le rocce e la confusione delle suppellettili, un piccolo ed angusto varco che conduceva ad uno stretto corridoio .

 La terza entrata era posta nei pressi del Largo Santissimo. Ebbi modo di ispezionare questo accesso dopo pressanti richieste ( nei confronti dei proprietari dell'immobile in questione ) mai completamente accordate. Scesi attraverso una scala in muratura ad un vasto ambiente ( 20x15 metri ) dal quale si aprivano sue distinte gallerie che terminavano a cul di sacco. Quella visita fu velocissima . Non ebbi modo di annotare quasi nulla.

Le tre entrate avevano in linea di massima le stesse caratteristiche geologiche. Le pareti ed il piano di calpestio appartenevano verosimilmente al 1631 mentre il “soffitto” era il solito del 1794.

La grotta principale del Giovanni Mazza appare ampia ed apparentemente a camera unica. Entrandovi da un sotterraneo della scuola si notano immediatamente le opere di consolidazione del genio civile e ci si accorge di trovarci di fronte ad un ambiente che venne fortemente utilizzato come deposito e discarica  allo stesso tempo.

La visita a questa grotta concessami nel 1979 durò pochi minuti . Poi  mi venne interdetto l'accesso . La morfologia geologica del sito è quella comune ad altre cavità torresi del centro storico. Tuttavia nel punto più a nord della cavità notai tracce dello scorrere dell'acqua. In molti punti ampie spaccature nel banco lavico in alto. Molti i barbigli di radici di alberi che pendevano dal soffitto . In due punti ,pericolosi crolli e frane . L'esplorazione della grotta oggi non è priva di rischi.

La piantina che segue mostra l'estensione ( orientativa del complesso ipogeo )

GROTTA DI VIA ROMA      TdG 7

Rischio 10

L'accesso alla grotta mi venne segnalato da amici del Gruppo. Fu un caso che a seguito di una delle tante manifestazioni pubbliche venne posto un questionario semplicissimo nel quale si chiedeva collaborazione alla cittadinanza di fornire indicazioni circa l'accesso a cavità sotterranee a Torre . Il “censimento” diede buoni frutti. Più che di grotta si deve parlare di POZZO, ossia di un complesso ipogeo creato dall'uomo ( in parte ). L'accesso è posto sulla Via Roma. Spesso, come abbiamo accennato si cercava dopo un eruzione, la possibilità di reperire acqua dolce e questa grotta ha tutte le caratteristiche del pozzo pubblico. Una struttura creata per giungere alla falda.

L'accesso al pozzo non è provvisto di alcuna protezione. Non vi è luce diretta. Non vi sono elementi validi di ancoraggio per le funi . Non vi sono elementi di chiara sicurezza circa le pareti del condotto verticale.

Nell'immagine che segue viene illustrata la morfologia del pozzo . Si tratta di un condotto unico di forma cilindrica della lunghezza di circa 13 metri con un''apertura di diametro 1,80 m circa. Il fondo appena visibile mostra detriti caduti dall'alto come da crollo. Verosimilmente si tratta di materiale edile precipitato .

Nella immagine che segue ho evidenziato alcuni particolari del condotto che scende verticalmente andando a collegarsi in basso ad un vano ampio laterale.

Non fu possibile scendere all'interno del condotto per i pericoli  menzionati. Ma una osservazione attenta dei primi tre metri di discesa consentì di redigere la mappa ed il disegno che qui propongo.

Nel dettaglio A viene disegnata la sezione del pozzo. In B ho disegnato la pianta della camera di accesso al pozzo, dove 1 è la porta , 2 è un'area di detriti e pericolose lamiere che forse ricoprivano l'accesso al pozzo 3. Nel dettaglio C ho disegnato schematicamente il profilo del pozzo visto dall'alto con due cunicoli laterali che da esso si dipartono in maniera ortogonale. Non sappiamo a cosa servissero questi cunicoli , dove conducevano . Da chi venne costruito questo pozzo e perché? . Difficile dare risposte a questi quesiti che si pongono immediati. Cercheremo nel corso del nostro lavoro di ricerca di dare qualche interpretazione di dare qualche indizio per una ricerca futura. Ma continuiamo la nostra ricognizione.  Dopo tre metri di discesa si dovette sospendere la ricognizione in quanto dall'alto cadevano abbondanti detriti e schegge in pietra. Inoltre la pericolosità della missione venne ancor più accentuata dal fatto che i punti di ancoraggio delle funi di discesa non erano totalmente affidabili. A circa 3 metri di profondità da livello del piano stradale si poteva osservare l'imbocco del primo dei cunicoli laterali che deviava in basso e a destra di chi guarda. Inoltre parte dell'accesso a detto cunicolo appariva ostruita da materiale di caduta. Ciò che colpì in particolare fu l'osservazione lungo le pareti circolari del pozzo di incavi scavati nella muratura che dovevano in origine sostenere una scala ad elica che scendeva verso il basso. Una sorta di pozzo di San Patrizio ad Orvieto. Una scala a chiocciola disposta lungo le pareti del condotto doveva condurre forse ad una camera sotterranea. Della scala esistono ancora tracce visibili. Inoltre la scala all'incontro con i due condotti laterali doveva munirsi di una piccola piattaforma lignea , per comodità di passaggio.

Il pozzo ci venne detto da alcuni che conoscevano già il luogo era stato costruito come cisterna per la raccolta di acqua piovana . Tale pozzo veniva utilizzato da tutti gli occupanti il palazzo. Circa i due condotti laterali, nessuno diede una risposta esauriente e plausibile . Inoltre nessuno spiegò mai l'uso della scala lignea. Se era un pozzo perché costruirvi all'interno una scale ? Restano quesiti affascinanti che attendono una risposta solo dopo aver rivisitato il luogo con maggiori cautele e con migliori attrezzature.

GROTTA DI SALVATOR  NOTO              TdG 8

Rischio 8

Fu una grotta segnalata nel censimento che promosse il Gruppo Archeologico. Si tratta di una cavità mai esplorata il cui accesso è in proprietà privata.  Dall'interno di un cortile si accede attraverso una scala ad un vano seminterrato che funge da cantina e dispensa. Dal fondo di questo ambiente si diparte un cunicolo in ripida discesa, scavato nel contesto del 1794.

La grotta non venne mai esplorata in quanto si incontrarono difficoltà nell'approccio con i proprietari e con gli affittuari della abitazione dalla quale si diparte la grotta.

Durante l'ultima guerra mondiale. La mia bisnonna Anna , mia Nonna Carmela e mia madre Margherita mi raccontano che a Torre molte di queste grotte vennero utilizzate per nascondere i giovani torresi e sottrarli quindi ai rastrellamenti nazisti. La testimonianza del Dott Luigi Frezzolino aggiunge altri particolari. Le grotte affermava l'attento e scherzoso Don Luigi era un vero e proprio paese sotterraneo. In alcuni punti si trovava acqua e cibo di scorta. Ma ciò che sorprende è che in molti punti delle gallerie abbattendo un parete in pietra si accedeva ad altri cunicoli e così si potevano percorrere sotto terra percorsi lunghissimi. Si riusciva entrando a Capo Torre a giungere fino a Corso Cavour.  Dalla Chiesa dell'Annunziata si poteva scendere fino alla Parrocchia. Strane e misteriose queste storie ma comunque interessanti in quanto i riferimenti coincidono spesso . I percorsi si trovano comunque al di sotto del disegno lavico del 1794.

Nel 1985 Frezzolino mi indicò due accessi a cavità sotterranee . Uno di questi dovrebbe portarci alla scoperta di un dei più importanti simboli monumentali della città: LA PORTA DI CAPO TORRE . La porta della città da Napoli, quella che l'Abbé de Saint Non fece disegnate nel suo stupendo Voyage Pittorescque. La porta disegnata dal De Borris con lapidi commemorative e statue ai lati. La scoperta di questo luogo sarebbe un fatto eccezionale, pregno di significati storici e leggendari. Sono anni che lavoro alla ricerca dell'accesso ,…ma presto riuscirò a penetrare quel buio ed entrare nel cuore della città.

GROTTA DI SANTA CROCE           TdG 9

Rischio 9

 

La grotta si presenta con un accesso principale sulla piazza Santa Croce. Non si escludono tuttavia altri tre accessi da proprietà private poste nelle immediate vicinanze della basilica.

Varcata la porta all'intricato e lunghissimo sistema di gallerie e camere, si giunge ad una comoda scala in muratura. Di fronte si presentano i potenti pilastri portanti della Chiesa superiore. Subito a destra si apre un ampio ambiente a volta, dal quale si snoda un'altra scala che scende ad un secondo piano sotterraneo. Da questo punto inizia un lunghissimo corridoio che conduce dopo circa 80 metri ad una camera scavata nel contesto del 1631. Tutto il percorso sotterraneo fu sicuramente posto in sicurezza dopo il 1794 e forse quasi certamente durante i lavori di costruzione della Basilica attuale. Si tratta quindi di ambienti e di gallerie che sono quasi completamente rinforzate ai lati con muratura e con pilastri. Anche il soffitto è in mattoni . In molti punti tuttavia si notano cedimenti strutturali che pongono seri problemi alla pur semplice ispezione degli ambienti. Tutto il complesso si sviluppa su tre piani sotterranei. In due punti del percorso si trovano due pozzi verticali delle stesse fattezze geologiche e strutturali dei pozzi del San Michele. La seconda scala mostra i segni di gravi lesioni ed è a mio avviso estremamente pericolosa. Un crollo di questa struttura potrebbe ostruire qualsiasi via di fuga.

La camera posta alla fine del lungo corridoio è stata interamente scavata nel contesto del 1631. In alcuni punti si notano frane laterali ed infiltrazioni d'acqua.

Il complesso nel suo insieme andrebbe posto in sicurezza per consentire una visita pubblica . All'interno di questi ambienti sono custoditi elementi architettonici , reperti ed elementi di rilievo storico ed anche archeologico. Un percorso illuminato e sicuro potrebbe rappresentare per la città un elemento di attrazione turistica importantissimo. A differenza di altre grotte quella di Santa Croce si presta ad una visita interessante e lunga e ricca di particolari unici nella speleologia torrese.  In questa zona sotterranea vennero seppellite molte persone e tra queste anche nobili e blasonati torresi. Lo si evince da alcune lapidi e dal tipo di sepolture.

La piantina semischematica che qui mostriamo si può in linea generale avere un'idea dei primi due piani degli ambienti sotterranei della Chiesa di Santa Croce. Nella parte A il piano immediatamente sottoposto al piano stradale . La scala in muratura (1) che conduce al primo ambulacro (2). Di fronte attraverso una apertura scomoda si accede nel pozzo numero 8 oggi ingombro di macerie. L'ambiente a volta numero 4 conserva ancora stucchi e decori della probabile sacrestia. In quest'area una botola conduce ad una camera sotterranea (5) nella quale riposano i resti di corpi qui deposti . Forse anche questo un ossario. Dalla scala numero 3 si scende al piano inferiore B. Posto ad ovest della grande aula un lungo corridoio (7) ingombro oggi di pericoloso materiale edile. Lamiere, pali lignei grossi frammenti di pietra riempiono il vano. Una finissima polvere ricopre ogni angolo. Qui si apre un altro pozzo (6).

Nel dettaglio B il secondo piano sotterraneo. Questa scala presenta lesioni strutturali gravi. In questo ambiente troviamo l'accesso al lungo e tortuoso cunicolo scavato probabilmente nel contesto del 1631. Anche qui una botola conduce ad un vano sotterraneo (13).

Nelle immagini che seguono illustreremo alcuni punti del percorso sotterraneo .

1 2

La scala (1) che conduce al primo piano sotterraneo. Nella foto numero 2 parte dei decori a stucco della grande aula.

1

Lungo il percorso una lapide funeraria della famiglia Sansone che andrebbe studiata ed inserita in un percorso mussale speleologico.

1

Dettaglio dei condotti idrici della antica Torre del Greco.

1 2

3 4

5 6

7 8

9 10

1 Siamo al secondo piano sotterraneo. Sul lato destro di un ambiente che verosimilmente crollò e poi restaurato si scorgono resti umani ammucchiati in un angolo. A terra tracce di una sepoltura importante.

2 Un pozzo verticale . La morfologia geologica e strutturale è la stessa riscontrata in altre chiese del territorio.

3 Il lungo cunicolo del terzo livello. In alto il 1794

4 Verso la fine dello stesso cunicolo. Sulla destra il 1631 con tracce di muratura inglobata e franata.

5 Una sepoltura con due scheletri.

6 La parte iniziale della grande aula ipogea.

7 Il lato destro mostra tracce di muri inglobati nel fango . In questo punto il terreno laterale delle pareti mostra segni di cedimento.

8 Siamo verso la fine della grande aula .

9 Sulla sinistra si notano le opere di consolidazione delle strutture sovrastanti.

10 La grande aula termina sul fondo con una grossa e spessa opera muraria di sostegno. Per questi ed altri particolari ritengo che tali lavori di consolidazione vennero eseguiti immediatamente dopo l'eruzione che distrusse Santa Croce.

PAGINA SUCCESSIVA

 

© 2002-2005 Aniello Langella All rights reserved.