nostri
atavici mestieri: la
lavorazione del corallo e delle conchiglie, oltre che dell’oreficeria.
Della realizzazione della auspicata istituzione il merito va
riconosciuto alla ”Fondazione Emiddio Mele” di Napoli, ed al Sindaco
di Torre, prof. Antonio Cutolo, sostenuto dalla sua Giunta. La prima per
lo stanziamento dei fondi necessari alla gestione della Scuola; il
secondo, che ha concesso in comodato la bella palazzina ”liberty” ed
i locali per i laboratori, nell’area degli ex Molini Meridionali
Marzoli, per alloggiarvi la
Scuola Artigiana Torrese Emiddio Mele
(SATEM)
Una breve presentazione dei Mele va fatta: essi, nel'800,
furono gli antesignani della grande distribuzione, i primi cioè ad
allestire Grandi Magazzini, cosi che il cliente potesse trovarvi di
tutto; loro caratteristica era che ogni prodotto provenisse da artigiani
campani. La signorina Anna Maria Mele, scomparsa nel 1986, figlia ed
unica erede di Emiddio, volle costituire la ”Fondazione” affinché il
cospicuo patrimonio di cui l’ha dotata venisse utilizzato a favore
dell’artigianato partenopeo, così da tenere in vita i nostri vecchi
”mestieri”.
Quando nel 1990, su designazione della Camera di
Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli, entrai a far
parte del Consiglio di Amministrazione della predetta Fondazione, feci
presente che il nostro secolare artigianato, era carente di una scuola
per assicurare il futuro della nostra arte con la relativa preparazione
dei nostri giovani.
Il suggerimento venne apprezzato dall’intero
Consiglio, che si disse disposto a sostenere 1’onere economico della
futura istituzione. Così Comune e Fondazione, cioè il pubblico ed il
privato, hanno realizzato 1’attuale Scuola che, nel settembre 1996, ha
iniziato 1’attività.
I corsi sono a numero chiuso e gratuiti; vi si
accede dopo una selezione di giovani di età compresa tra i 14 ed i 16
anni, nati in Campania, che abbiano conseguito la licenza media. Ogni
corso attualmente è triennale, ma e in studio la possibilità di
ulteriori 2 anni per la specializzazione. Vi si insegnano anche materie
culturali (gruppo lettere, inglese, matematica, storia dell’arte, ecc.);
quelle propedeutiche per le lavorazioni sono: disegno professionale,
modellato, tecnologia per il corallo e per il cammeo, laboratorio di
incisione sul corallo e sulle conchiglie, laboratorio di liscio, per
complessive 20 ore settimanali.
La Scuola si avvale di un corpo
insegnante di buon livello; 1’incisione sul corallo e affidata al ”maestro”
Franco Battiloro, mentre il ”maestro” Gennaro Garofalo cura l’incisione
su conchiglie (cammei).
Per desiderio del Presidente della ”Fondazione
E. Mele”, Dr. Alfonso Mele, e dell’intero Consiglio, il sottoscritto
assolve (a titolo gratuito) ai compiti di Preside ed insegna la teoria
del corallo; vi e un segretario e due fattorini. Le ore di insegnamento
settimanale sono 36 compreso il sabato. Attualmente gli allievi sono 31,
e si e già provveduto alla selezione di altri 16 per il prossimo anno
scolastico (1998/1999).
L’interesse dimostrato finora dai nostri
giovani e notevole, per cui siamo certi che alcuni di loro, una volta
diplomati, potranno aprire un laboratorio proprio con 1’aiuto
economico della ”Fondazione E. Mele”. Vediamo ora quali innovazioni
tecnologiche ha introdotto Torre nella lavorazione del corallo,
premettendo che molto non e stato fatto. Infatti, mentre la Ditta Costa
di Genova, gia ai primi di questo secolo si interessava a bucatrici
automatiche di fabbricazione tedesca, da noi se ne e conosciuta la
possibilità solo nel 1963. Fu durante uno dei primi viaggi in Giappone
che, vedendo delle piccole macchine usate per forare le perle coltivate,
ci venne l’idea di portarne le operazioni necessarie a rendere finito
il grezzo hanno un costo piuttosto pesante: il calo di lavorazione,
infatti, nel caso di corallo mediterraneo, varia dal 60 al 75%;
quantificando tali percentuali, vediamo che da 100 kg. di grezzo
otteniamo solo 25-40 kg. di finito.
Questo sfrido, gia molto elevato,
nella più esigente lavorazione del «Moro» e del «Boke » aumenta
sensibilmente.
La nostra attuale produzione è, prevalentemente,
costituita da pallini, la maggior parte dei quali di diametro 3-8 mm.
oltre a limitate quantità di diametro 9-13 mm.; vengono poi barilotti,
cannettine, bottoni, spole, cupolini, frange, spezzati, ecc. La fretta
con cui oggi viviamo ed operiamo ha, purtroppo, portato alla
eliminazione di molti altri bellissimi articoli, che richiedevano
maggior tempo di lavorazione.
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Esterno della elegante palazzina Liberty
sede della scuola Artigiana Torrese "E. Mele"
SATEM

Esterno dei Laboratori della SATEM

Allievi del secondo corso ai banchi di lavoro

Un allievo
Quanti hanno sentito parlare di
zin
garelli, di semifiniti o di finiti, di rocchelline e rocchelloni, di
cupolini cupoliati (cioè con estremità arrotondate)? Certamente
pochissimi.
E scomparsa 1’incisione di quei piccoli manufatti i quali,
pur non essendo di grande valore per le ridotte dimensioni, avevano la
loro ragion d’essere perché completavano la gamma dei prodotti che per
tanti decenni hanno fatto di Torre la «Città del Corallo». Sono sempre
più rare, infatti, le minuscole sculture di animaletti, cuoricini e ”gobbetti”,
tra i più popolari nostri portafortuna. I piccolissimi cammei (6x4 mm.)
per anelli e orecchini o quelli appena un po’ più grandi usati per
broches, pendenti, bracciali stanno ormai anch’essi entrando nel
polveroso ma stupendo mondo dell’antiquariato. A questo stato di cose
ha anche concorso la possibilità di acquistare all’estero manufatti
incisi a prezzi particolarmente interessanti. |
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