Infatti, fino agli anni
Settanta abbiamo attinto dal Giappone; successivamente da Taiwan, i cui
bassi costi avevano largamente battutto il Giappone. D’altra parte, se
oggi volessimo produrre i piccoli lavori di incisione, questi non
troverebbero mercato risultandone il costo notevolmente gravato dalla
eccessiva incidenza della mano d’opera, non proporzionato al valore
intrinseco dell’oggetto stesso.
Comunque 1’interesse degli
utilizzatori e notevolmente ampliato: dal solo ornamento di alcuni anni
fa, esso spazia verso altre forme di impiego che ne accrescono 1’importanza
e, quindi, il pregio. Infatti, nell’arte non e mai stato tanto di
«moda» quanto in questo periodo: non esiste Fiera, Mostra o Mercato
anche di antiquariato in cui non figuri «qualcosa» di corallo; perfino
Case d’Asta di importanza internazionale ne trattano ed i «pezzi»,
trovando sempre numerosissimi acquirenti, raggiungono quotazioni tanto
elevate da risultare spesso eccessive.
A tale interesse per il corallo
ne va aggiunto un altro: e come se d’improvviso se ne fosse
«scoperto» 1’aspetto storico-culturale, del quale forse non si era
mai sospettata l’esistenza. E un «voler sapere» nuovo e completo,
che va dalla biologia alla storia, alla lavorazione, ai popoli che 1’hanno
usato.
Noi stessi constatiamo la portata di tale fenomeno dal numero,
sempre crescente di richieste, oggi più che raddoppiato, per visitare
il «Museo Liverino del Corallo e dei Cammei». Questo Museo privato
(costruito senza contributo di danaro pubblico) venne inaugurato nel
1986; la progettazione fu affidata al prof. arch. Antonino Della Gatta,
che ne curò anche la realizzazione con la consulenza del prof. arch.
Ezio de Felice per 1’allestimento delle luci. Il visitatore viene
introdotto alle otto sezioni che lo costituiscono, dopo aver assistito
ad un brevissimo filmato nel quale scorre la vita in mare dell’animaletto
corallo.
La prima delle sezioni propone cespi grezzi, sia mediterranei
che asiatici, cosi che si conosca da cosa verranno fuori le centinaia di
manufatti che si incontreranno nel corso della visita. Segue la seconda,
dedicata tutta ai lavori antichi di Trapani, alcuni dei quali del XVI
secolo. La terza sezione riporta esemplari di Napoli e di Torre del
Greco lavorati nell’800; piccole zone sono riservate, nello stesso
ambito, a Genova, a Roma, all’Inghilterra, alla Francia, alla Turchia.
La quarta sezione ci mostra la Cina antica e moderna, mentre la quinta
propone il Nepal ed il Tibet, da cui proviene uno stupendo gilet. Il
Giappone lo incontriamo nella sesta sezione e tutto quanto di più
bello Torre del Greco produce nella nostra epoca e visibile nella
settima zona arricchitasi di numerosi lavori di corallo e di conchiglie
eseguiti dai migliori ”maestri” del momento.
Vi sono anche
tantissimi cammei di conchiglia, di pietra lavica, di tartaruga: 1’ultima
ed ottava sezione contiene questi capolavori di modeste o notevoli
dimensioni, ma tutti di eccezionale fattura. Alcuni - dell’800 - hanno
la firma del romano Saulino o del toscano Federici (detto ”il
Prussiano”); e poi Porzio, Zugari, Mennella ed il contemporaneo
Giovanni Noto. Vi troviamo anche il cammeo più grande del mondo: un’intera
conchiglia sardonica con 1’allegoria dell’Impero Britannico; 1’incisione
richiese al napoletano Giovanni Sabbato, dieci anni di lavoro (1873-
83). Ed alla fine 1’«angolo» che conserva alcuni vecchi attrezzi di
lavorazione, testimoni di una tradizione secolare alla quale Torre del
Greco non può rinunciare.
Ad oggi si contano migliaia di visitatori a
questo Museo e non sono mancati alcuni «nomi» d’eccezione quali:
Francesco Cossiga, allora Presidente della nostra Repubblica,
Paolo Bulgari,
la sorella del Re Hussein di Giordania,
Vittorio Sgarbi,
il
Principe d’Assia, Umberto Agnelli con la
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Cowboy riproducente John Wayne
Corallo asiatico con rifinimenti in metallo oro brunito, base di
cristallo rutilato fumé. H 31 cm

Soldato nordista - Corallo asiatico, il cavallo
ebano, base fossile lumachella. H 26,5 cm

Pellerossa - Corallo asiatico, cavallo in
avorio, rifinimenti in oro e smalto, base: fossile di 50 milioni di anni
fa. H 26. cm.
consorte, la moglie del
Cancelliere Kohl; e poi Ambasciatori, Consoli, Ministri, alti prelati,
personaggi del mondo politico e finanziario non solo d’Italia.
Ciò che maggiormente ci colpisce e ci entusiasma, è il
rispettoso silenzio iniziale seguito da un’infinita di quesiti
postici dai nostri ospiti: gruppi di studenti, di giornalisti,
studiosi di biologia marina e di storia dell’arte,
congressisti, appartenenti ad associazioni culturali, nuclei di
antiquari, ecc., arrivati a Torre del Greco da piccole e grandi
città italiane, oltre che da Paesi lontani: tutti «vogliono
sapere ».
Proprio questo desiderio di «scoprire il corallo», per noi
vecchio di millenni ma per i più del tutto nuovo, ci ha indotti
a considerare un ampliamento del Museo, gia in avanzata fase di
studio. |
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