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Argomento presente: « TORREOMNIA CHIUDE? » | ||||||
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ID: 4040 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
sabato 29 luglio 2006 Ore: 20:39
Cari Luca Merlino e Giovanni Raiola, E' bene premettere subito che la questione non è attuale, questa discussione risale al terzo trimestre del 2005, solo che chi vi aggiunge una risposta la fa salire in testa aggiornando la data pure alla vecchia discussione. Detto quersto facciamo un passo in dietro. Si può essere preparati a tutto, ma non al tradimento morale di chi vuoi bene, di chi ti sei illuso di aver fatto assimilare in un modo o nell'altro un qualsivoglia messaggio d'amore, pur se talvolta disomologato o bizzarro. Ma non è la goliardia che spaventa, quella va bene come scusa. E' il terrore di essere sopraffatti che rode. Torreomnia è un parametro terribile per la creatività. Tutti sono capaci di creare pagine web raccogliendo dalla rete o dal cartaceo, ma pochi CREANO, letterariamente parlando producendo L'INEDITO. Si dice, infatti, prima di parlare d'amore, assicurati che il soggetto sia capace non già di ricambiarlo, ma almeno di capirlo. Ancor più quando hai a che fare con persone che "cristianamente" (secondo loro) sgraffignano, accaparrano, e quel che che è peggio coalizzano e fanno accoliti ingenui intorno a se, defraudandoli da altre sedi. Credevo queste cose accadessero solo nel campo freddo asettico e pragmatico delle aziende commerciali. Acqua passata Luca, grazie alla nuova redazione di ventenni di Torreomnia sono rinato. Degli anziani mi sono rimasti intorno i numerosi collaboratori più assidui, che sanno che è l'umiltà che fa nobile l'uomo e i gli opinionisti disinteressati come Giovanni Raiola che ha fatto salire su questa duiscussione che nemmeno ricordavo. Quindi non temere "nipote mio" TORREOMNIA NON CHIUDERA' MAI, grazie a voi giovani che siete l'unica vera speranza della razza umana, essa è già in vostre mani, nelle mani dei vostri figli e dei vostri nipoti, non c'è bisogno di attendere l'estinzione dei vecchi furbastri dei baronati, del massacro etico e morale del classismo, persino, talvolta, in nome della Fede. Una riprova? Una volta era possibile ingannare i motori di ricerca e salire ai primi posti con trucchi dei mega tag. Ora non solo sale in alto il sito più importante in base al numero delle pagine, delle immagini, dei testi, degli applet, ma soprattutto al numero di ingressi (reali) che è la prima cosa che indicizza, ad esempio, Google. Qualsiasi argomentazione si cerca in Google e vi è almeno un link che conduce a Torreomnia. Ebbene Tutti i siti culturali o di informazione locali, invece, ignorano pubblicamente Torreomnia che meriterebbe quanto meno un bannerino nelle loro prime pagine, fosse non altro che per l'oceanica mole di informazioni che contiene, come ha fatto per loro Torreomnia. Certo, diversi hanno come vessillo la parola "io" che è, però, troppo piccola per raccogliere tutto l'egoismo che contiene. Questa è la differenza che fa grande Torreomnia: il fatto che non ha un padrone che può schierarsi, allinearsi o coalizzare, e ricevere ordini, ma solo un ideatore libero e liberale che ha aperto le porte a tutti, indiscriminatamente, che lavora insieme agli altri, che mangia nella stessa scodella, un po' ciascuno ma per tutti. E questo non va bene in un area geografica, (come ha detto Giovanni Raiola Un paio di risposte sotto) culturalmente e socialmente lottizzata ed elitaria. Luigi, Tuo zio putativo per Luca e Tuo fratello in Torre per Giovanni |
ID: 4039 Intervento
da:
luca merlino
- Email:
luigi.merlino@fastwebnet.it
- Data:
sabato 29 luglio 2006 Ore: 19:11
"Zio Luì tu che sei così forte saggio umorista e strvagante,e propio ora che devi cacciare la cosiddetta "cazzimma!" (ma so che non ti lascierai abbattere,perchè tu sei GIOVANE) |
ID: 4037 Intervento
da:
Giovanni Raiola
- Email:
raiolagiovanni@virgilio.it
- Data:
sabato 29 luglio 2006 Ore: 12:15
Non so capire come l'autore di Torreomnia, mesi orsono possa essere caduto in un momento di tale defaillance con i testi di questa proposta di discussione, dopo l'immane lavoro svolto per la nostra città. Sì perché di Torreomnia ne parla tutto il mondo torrese, proprio dagli "Appennini alle Ande". E' vero che se leggiamo le biografie dei grandi si vede che insieme ai numerosi ammiratori ed estimatori vi sono i dissenzienti, cioè coloro che per invidia o insoddisfazione dissentono e ne diventano nemici. Ma questa volta non c'è in ballo l'opera egocentrica e megalomane di un autore, con i proventi spesso anche sostanziosi, ma il frutto di una ideazione che è il sito Torreomnia, cioè un PATRIMONIO PUBBLICO senza il minimo scopo di lucro, dove a NESSUNO si chiudono le porte in faccia. Intanto sfido qualsiasi uomo di cultura torrese ad essere ben visto dalla intellighentzia. Spesso il grande Salvatore Accardo dice di non essere torrese. Avrà delle ragioni? E' difficile fare cultura in aree elitarie e lottizzate come la nostra, ma vivaddio, con un caso ecumenico, candido ed esplicito come Torreomnia l'orgoglio, la ritrosia e l'ignorare sono solo atteggiamenti infantili ed anticampanilistici. Coloro che sono lontani da Torreomnia non amano Torre del Greco, ma se stessi, ed il loro egocentrismo, la mania di sentissi solo i primi della classe, senza averne i meriti. Vai avanti Luigi |
ID: 1216 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
giovedì 24 febbraio 2005 Ore: 23:42
Carissimi, com'è strana la vita: il messaggio intero "Torreomnia chiude?" con nessun ingrediente escluso, delle più lacrimevoli fiction della RAI, mi ha dato solo ai nervi tutta la giornata. Indispettito come un toro davanti alla mantiglia porpora ho mandato al quel paese più di un cliente. Che Dio mi perdoni. Ma le tue paroline qui sotto mi hanno fatto piangere come un bambino. Si, piangere nel senso di gocce oculari, di ghiandole lacrimali. Ho imparato a non vergognarmi più di piangere senza nascondermi. Voglio morire mutato. Il gabinetto di 80 cm. quadrati, mio "refugium fragilum", il mio migliore amico ha cominciare a scrosciare da solo ad agitare la coda: la catenella anni 60. Pochi sanno che io comunico col mio gabinetto in bottega. Non si può credere, a volte, come un servizio igienico possa essere più umano di una persona. Dopo aver letto le tue poche belle parole di solidarietà, Salvatore, perché Torreomnia non chiudesse, vedendomi lacrimare la vecchia fedele tazza mi ha detto, come il genio della lampada: - "Ptsss. ptsss, padrone vieni, vieni a nasconderti, vieni tra le mie braccia, sono quarant'anni che mi fai sprecare carta igienica per gli occhi facendomi uscire fuori ruolo, sono quarant'anni che cambio i pannolini alla tua fragilità, alle tue angosce segrete, sono quarant'anni che stimolo la tua prostata con i pshcs pshcs pshcs. Sono pieno di deodorante, persino nella tazza, vieni, come la volta di Ciavolino, mica ti ho trattato male quella volta. Ti ho messo la catenella sulla spalla, come il braccio di un buon amico. Che vergogna! Un vecchio coi baffi che piange davanti alla moglie. Ecco, adesso fai commuovere pure me. Dopo quarant'anni che mi allaghi ci si affeziona al proprio padrone. >Ma non aveva nulla da fare questo Tore? Due parole ha detto e le ha centrate. Che ne sanno che ti commuovi facilmente. Che fai bu ba e poi non sei nessuno? >Deve capitare qualcuno di loro sotto di me. Ah se ti verranno a trovate, i tuoi amici dondolando il basso ventre perché si sentono schiattare in corpo. Io sono specializzato in dissenteria coatta. > Ricordi, Luigi, le parole che disse tua moglie, trentacinque anni fa, ricordi. "Io vengo in tipografia solo per rapporti di lavoro" sbattendo la porta. >Tu raccogliesti dalla saccoccia la lettera d'addio che ti aveva lasciato e venisti da me, per piangere seduto su di me, perché 80 cm. quadrati sono quello che sono. Aoh, e come sei pesante quando soffri! >Il mangiacassette suonava “Il cielo in una stanza" cantata da Mina, poi “Sei grande, grande, grande”, "Il nostro concerto". Avevi comprato per lei la cassetta, inutilmente. >Ma all'improvviso saltasti in aria procurandoti un bernoccolo per via del soffitto basso, e senza ricomporti l'abbigliamento ti mettersi a saltare nei 50 metri quadrati della bottega e a gridare, mi sembrò di gioia. Quante risate mi feci quella volta. Come eri magro, amico mio, tutto naso, non ti mettevi mai di profilo, la tua timidezza ti faceva piccolo piccolo. >E quando quel cliente spinse l'uscio ed entro esuberante tu saettasti da me e ti tirasti su i pantaloni in fretta. Pochi sanno che il canto "iiouuu, iiouuu delle montagne friulane" l'abbia inventato tu perché quella volta nella furia non ti chiudesti solo le mutandine nella chiusura lampo. >Ti ricordi quante belle clienti abbiamo visto, io non me ne perdevo nessuna, per fortuna i tuoi apprendisti lasciavano sempre la porta aperta. Tu eri romantico sognatore, un poetino pallido e spaurito dal basso dei tuoi vent'anni. Ad ogni avventore femmina scrivevi una poesia. >Io per la mia natura di vaso igienico sono nato sporcaccione non potevo fare altro che guardarle l'intimità, a lo facevo con una certa poesia. Tu sei Oggi lo fasccio con una certa poesia. Tu sei stato capace di insegnare la poesia a me, un cesso. >Ma quando troveremo qualcuno che crederà che anche nel sesso, quello che la malizia dell'uomo vede come il male, la sporcizia, ci possa essere poesia, lirismo, trasognamento, perché nulla è peccato nella vita, tranne la cattiveria, la crudeltà dell’uomo contro l’uomo. L'importante è il non sottrarre agli altri qualsiasi cosa che non ci appartiene. Ma, insomma, le devo dire io queste cose, un vaso da giorno? >Non ho mai saputo cosa avessi letto quella volta su quella strabenedetta lettera della tua fidanzata, so solo che qualche anno dopo ho avuto per ospiti sia lei che le quattro tue bambine. Una folla. Mi hai fatto fare straordinari fino a che fossero grandicelle, Aoh, non ho visto mai bimbi bere così e mangiare tanti gelati. Povero me il pomeriggio, venivano in fila indiana per irrigarmi. >Ah, le tue figliole. Quanto ho lavorato in quei tempi, io e lo sciacquone andavamo a dormire distrutti la sera. Bei tempi quando i figli sono piccoli. Perché oggi sia io che tu le vediamo così raramente. >Com'eri dolce con loro, com'eri tenero, nemmeno con tua fedele tazza sei stato così disponibile. Ora vengono in bottega solo quando hanno bisogno di danaro per le feste, per le tasse universitarie per farsi fare le fotocopie per la scuola. E tu e la tua signora, le assecondate servili, come chi sa quale colpa si commetta oggigiorno nel mettere al mondo dei figli, quale peccato da espiare. >Va be’, mi rassegno. Un gabinetto non riesce a distinguere la differenza che passa tra piangere in pubblico o farlo seduto su un vaso. E' difficile che un cesso si metta a studiare Freud. Sono, sì, un gabinetto, ma non quello dello psicanalista. Liquido per liquido avrei preferito le lacrime ad altro. Ma penso che le lagrime provengano dal dolore. E allora amico mio cerca di piangere il meno possibile, vuol dire che mi sacrificherò ancora. L'amicizia, pure tra un vaso ed un essere umano è sacra se è vera. Tu non mi hai mai attribuito quel volgare nome comune di cosa: "cesso", ma chi si è permesso", mi hai sempre chiamato amico. L'unico amico che ti ha visto piangere senza mai pettegolare, senza mai incuriosirsi sul colore della tua angoscia e far finta di capirti, con ipocrisia. >Qui sei venuto a scordare tutte le tue pene drenate in questi 80 cm. quadrati di gabinetto, sul mio groppone. Io sono stato il tuo alcool, il tuo antidepressivo, il tuo stupefacente. >Come potrei io dimenticare gli otto anni di silenzio nella bottega con tuo fratello, gomito a gomito, senza parlarvi, senza sorridervi. Otto Pasqua, otto Natale; ...e poi...e poi lui è morto. A quarantanove anni, appena due anni fa, senza che tu gli abbia potuto dire: "Ti volevo bene, Aniello". >Non so chi si sia interposto tra di voi, l'orgoglio, il ruolo di "padrone e di dipendente", l'ignoranza dei genitori, la società sgherra e spietata del Dio danaro che crea i gradini sociali e solo illusioni. >Oppure Gesu stesso per mettere l'uomo a dura prova, perché duemila anni fa disse: “Io non sono venuto a mettere la pace sulla terra, ma la spada; sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, il fratello da suo fratello, e i nemici dell'uomo saranno i suoi familiari" (Matteo 10/34-36 e Luca 12/51-53). >E' con me che hai condiviso l'angoscia, col tuo amico vaso, nella solitudine del tuo animo che solo io avevo la facoltà di vedere. >Ma oramai è un anno che impazzi con Torreomnia, un anno che hai fatto con lei casa e bottega, che per lei esuli le nostre "riunioni" giornaliere. >Ricordi quando mi facesti ammmalare ai polmoni. arrivasti a tre pacchetti al giorno, ne hai buttate di mezze sigarette nel mio stomaco. Quante te ne ho dette in quel periodo, te le dicevo col sangue agli occhi, e poi mi pentii quando entrasti in ospedale e non ti vidi più. Ti sostituì un vecchio cretino ammalato di prostata che veniva a rompermi il pasticciotto almeno trenta volta al giorno. Poi ti vidi riapparire dall'uscio dopo dieci gioeni. E' difficile capire cosa prova un gabinetto quando piange. Presi due piccioni con una fava. Ti riebbi più magro, meno agitato e non hai mai più fumato, Mai più. >Se ne viene stamane Tore da Bologna fresco fresco e ti dice: Viva Torreomnia! e ti fa piangere un pianto adulto, perché non l'hai voluto dividere con me, come una volta, acerbo e immaturo. Non fai nemmeno in tempo a mandare giù il messaggio e ti vedi quell'altro incosciente di Ciavolino che ti dice "Torreomnia sì". Di nuovo a piangere! Insomma povero padroncino, mio sincero amico! >Ma cosa fai, lo stavi inviando questo benedetto messaggio. Ma cosa c'è? Si e messo pure Aniello Langella con la Sua solidarietà? Addio, qui facciamo notte. Ma tu guarda la miseria che pazienza deve avere un vaso igienico! Signori, ancora dieci minuti di commozione e ve lo mando perché questo a furia di procrastinare mi fa diventare un vaso da notte. >Da gabinetto erudito non so distinguere la differenza che passa tra il piangere pubblico e quello effettuato assiso sulla mia tazza. Ma senz'altro so vedere quali sono le lagrime di dolore e quelle di gioia. Luigi Mari il water close di 80 cm. quadrati. |
ID: 1215 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
giovedì 24 febbraio 2005 Ore: 22:56
Torreomnia non è tua !!!! La verità è questa . Non potrai mai sbarazzartene materialmente. Fallo se hai il coraggio....quando lo scellerato gestò sarà compiuto, NELLO STESSO ISTANTE RISORGERA' . Questo spazio è vera REALTA' ! Lo distruggi o no .... NON MODIFICA LA SOSTANZA!!! IL PENSIERO NON SI UCCIDE. Semplicemente perchè non lo si può sopprimere. NON GIRARE ATTRONO AL PROBLEMA (CHE NON C'E') ...TU HAI COSTRUITO IL PENSIERO DI TORRE DEL GRECO.... IL PENSIERO NON MUORE....ANZI SI DUPLICA....SI CLONA....SI ACCRESCE E DIVENTA MACIGNO. Mari.....SEI FORTE!!! Vai avanti ed io PERSONALMENTE QUI PUBBLICAMENTE LO SOTTOSCRIVO ,...TI SARO' SEMPRE VICINO PERCHE' TU SEI IL PENSIERO MODERNO DI TORRE DEL GRECO... Con grande affetto, comprensione Tuo medico privato Dott Aniello LANGELLA |
ID: 1214 Intervento
da:
Antonio Abbagnano
- Email:
usn123@fastwebnet.it
- Data:
giovedì 24 febbraio 2005 Ore: 22:00
Gigi, ma che ti sta passando per la testa ? Adesso che il tuo sogno si sta realizzando ti fai prendere dallo sconforto? Non ti ricordi le sere a casa tua con Flavio Raiola e tanti altri quando ti portavamo le nostre foto, i nostri scritti, alcuni nobili altri molto meno, per inserirli nel computer? Il tuo sogno era Torreomnia...e adesso, che ti succede ? Non ti ricordi di quando mi parlavi del forum che non decollava ed adesso che è diventato quello che tu speravi, vuoi chiuderlo? Dopo che circa 145000 persone ti hanno cliccato vuoi mandare tutto all'aria....e perchè ? Chi t'ha fatto pigliare collera, che gli rompiamo il muso. Ciao Gigi, stai bene per te e per tutti noi. Un abbraccio fraterno. Antonio |
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