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Argomento presente: « GT T:il telegiornale di Torre » | ||||||
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ID: 1297 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
giovedì 3 marzo 2005 Ore: 22:12
Questa sera il gioco lo comado io e quindi io detto le regole. Stia calmo tranquillo e risponda nella verità. DEVE RISPONDERE IN MASSIMO TRE RIGHI. INtesi ? Questa sera non ho veline ma provvederemo. Mi dica Mari , lei cosa pensa del Vesuvio . Le fa paura ? |
ID: 1296 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
giovedì 3 marzo 2005 Ore: 22:05
Ti dedico un modo di dire torrese che reiteravo sempre a mio fratello da piccolo. Si chiamava Aniello come te. E' morto l'anno scorso. "Aniello 'u mazzucchiello porta 'a sciabbola e 'u mariello, u martiello a vintiquatto, uno, roie, tre e quatto". Non ho mai saputo cosa volesse dire. Qui ci vuole il provetto Salvatore Argenziano. Un intervista tipo "Novella 2000" fare mi vuoi? A me solo la parola "Intervista" mi emoziona. Sapete tutto di me. Forse anche quello che io non so di me stesso. Io non mi racconto, mi sventro. Amo le mutande larghe, ma gli slip, mi piace stare comodo. Sono metereopatico, soffro il caldo e il freddo intenso. Sono timido come una collegiale, ma reggo bene il gioco, quando mi riesce. Mi mancano quattro molari ma odio le protesi. Non ho più la "guallera", ma mi scende incipiente la cataratta nell'occhio destro e controllo con i colliri la pressione oculare superiore alla media. Difetto grave: sono “abbaluccato” con le donne. E’ la cosa che confesso tutte le domeniche, tanto che don Fi.....po mi dice: “E cambia musica, una volta. Parla delle bugie commerciali, per esempio”. Sono i neuroricettori che non si spostano di là e vorticano in un carosello coatto. Sono state le classi separate delle mie elementari?. Non mi avranno dosato bene gli ormoni alla nascita? Il testosterone versatimi negli epididimi con l’imbuto? Ma non ho mai tradito, lo giuro, perché è tutto ideale, tutto diafano e poetico nelle mente. Esiste una visione sublimale della donna che va oltre i madori dei contatti e delle catarsi liberatorie. Da ragazzo per una sola donna scrissi milleseicento poesie. Quando fui sicuro della mancata corresponsione bruciai tutto sulla “lamparina” dell’Immacolata una sera di un sette dicembre. Proposte per il futuro del mondo? Una sola. Vivere nella funzione e nell'azione del braccio e della mente senza mai dimenticare il cuore. Io non sono un'enciclopedia vivente. E’ solo apparenza. E’ solo una indovinata tecnica mestierante. Ho i miei sistemi che funzionano in tempo reale; come la polizia ha gli informatori, come Giucas Casella ha la microspia nell'orecchio e indovina tutto. Sono un prestidigiatore delle mie idee. Stanno nel pallottoliere del mio emisfero destro, ogni tanto ne setaccio una e la lancio come una pietra nello stagno, ma poi i cerchi nell’acqua si fermano presto e tutto torna come prima. Ma se questo è a fin di bene, il fine, appunto, giustifica i mezzi Nessun uomo è superiore ad un altro, per quante nozioni apprenda e per quante idee produca la sia pur fertile fantasia. Dio ci ha creati gratis ed uguali. Le conquiste della scienza della tecnica appartengono alle epoche e all'umanità intera perché le scoperte e le invenzioni seguono scoperte e invenzioni precedentemente approntate da altri. L' "illuminato" è solo un prestanome, un prescelto dal caso o dalla natura o da Dio, fate voi. Lo scibile umano è così incommensurabile che il contributo che può dare un solo uomo, rispetto ed esso, è ben poca cosa. Non sono i metodi o le tecniche o l'ampiezza di nozioni o soprattutto di idee innovatrici o meno che contano, ma l'ouptput, il filtro buratto che separa la crusca dalla farina. Una sorta di "Accademia della Crusca" non già delle parole, ma dei significati. Una predicazione laica di una "Ragion pura" che s’infiora dalla nuda terra della ragione, spontanea, quando la sua natura è benevola e non per la bravura o la capacità del "predicatore" che è nulla, che è caduco, che non sa fabbricare un solo verme, figuriamoci il proprio corpo, il proprio cervello. Non siamo i padroni di noi stessi. Non siamo i padroni del risultato del nostro cervello. Diceva Aulo Cellio oltre duemila anni fa: L'uomo non vive altro tempo che il presente, cioè un attimo. Il resto o lo ha già vissuto o non sa se lo vivrà. Piccola cosa è il tempo che l'uomo vive; piccola cosa è il luogo dove egli vive; piccola cosa è la fama, anche più lunga, che egli lacerà dietro di se". Questo è il prologo. Comincia l’intervista Dottor Aniello Langella. Luigi Mari |
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