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Argomento presente: « La storia di Torre del greco » | ||||||
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ID: 1129 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
sabato 19 febbraio 2005 Ore: 09:43
"L'identificativo 1045 di Aniello Langella relativo a questa discussione esce finalmente dai canoni stagnanti del torpore culturale torrese fatto anche di masi chiusi corporativi, di alcune transenne istituzionali, non escluso qualche nepotismo e via dicendo...." Come sempre il Mari quando interviene chiarisce, stuzzica e pone riflessioni... Leggo da qualche giorno in merito all' ARGOMENTO CULTURALE in Italia. MI chiedo, commento e poi non posso fare altro che zittire. Almeno nel forum di Mari posso parlare e magari trovare qualcuno che democraticamente discute. Sunate il de profundis ....udite, udite : lo stato italiano taglia i fondi per la cultura,... turismo,...ricerca archeologica,...conservazione beni culturali. Era da aspettarselo . Mi fa rabbia sapere che l'Italia detiene il 44% del patrimonio artistico, culturale, monumentale ed archeologico DEL MONDO INTERO. Possibile mai che non si riesca a capire che semiregalare i decoder di Galliani è un danno gravissimo e nel contempo tagliare i fondi alla cultura significa intonare il canto del cigno ?. Eppure non si vede alba in questa oscurità. Non rispondetemi " futtetenne" altrimenti vi schierate dalla parte del direttore d'orchestra. Il de profundis lo suonate tutti se non vi ribellate. Allora posso rispondervi con le parole di Gennaro ...." salite sulle barricate e riprendetevi gli spazi perchè vi appartengono..." . La cultura che trasuda dai monumenti, dalle strade e dalle contrade di questa città, rivendiva vendetta. Vuole tributi. Aprite i vostri calamai, brandite le vostre tastiere e sventolate nel web GRAZIE A QUESTO LUOGO DI CULTURA , le vostre propositive idee. NOn importa se siamo in pochi ancora ma prima o poi la "guerriglia culturale" dell' "armata Mari" sarà ascoltata. Sono certo che in questa incruenta battaglia noi non siamo perdenti. Tra qualche anno ( lo ripeto ) certamente qualcuno capirà meglio come stanno i fatti, LEGGENDO QUESTO LIBRO VIRTUALE. Sferrate un attacco al cuore del sistema arricchendo questo spazio delle vostre considerazioni CULTURALI. Mi chiedo. Com'è possibile tagliare i fondi per gli Uffizi e per Pompei, quando queste due mete turistiche fanno un fatturato nazionale che supera la carta stampata ? Come è possibile che si possa solo pensare una robaccia del genere ? Vesalio, Morgagni, Scarpa, Silvio furono i pardi dello studio dell'anatomia umana. Ai loro tempi furono solo grandi medici. Oggi sono grandi nel mondo intero per le loro intuizioni. Spesso basta l'idea, il guizzo, l'intuozione di Antonio che trasforma in poesia la cometa. Basta poco per creare la breccia , come Mari che parte da uno spazio web e parla con estrema dovizia di riferimenti a migliaia di persone. Non è poco credetemi. Il taglio finanziario alla CULTURA è stato fatto da un uomo ( di destra ,sinistra, centro, mezzo centro, ala sinistra,... ) che a mio avviso non aveva le idee chiare ... semplicemente questo,...non ha capito. IL grande Maestro Muti ha commentato il fatto dicendo semplicemente poche parole dette bene e tutto sommato assai raserenanti. Il fatto è talmente macroscopico e talmente stipido che ci sarà una vera rivoluzione. A questa rivoluzione voglio partecipare anch'io !! Grazie a Gennaro Francione e grazie a Luigi Mari che mi dà la possibilità di parlare attraverso un mezzo che potenzialmente può essere letto anche nel mondo. Aniello |
ID: 1056 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
domenica 13 febbraio 2005 Ore: 18:19
Sono tornato in questo istante dal circolo equestre . La mia bambina Margherita voleva vedere questo magico spettacolo. Ogni volta che ci ritorno anch'io divento un po' bambino. Poi torno a casa e leggo Salvatore e l'idea mi piace moltissimo. Voglio diventare bambino e scoprire cose nuove. Any |
ID: 1055 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
domenica 13 febbraio 2005 Ore: 16:46
Una storia socio economica culturale e familiare dei torresi mi affascina da qualche anno. Non sono uno Storico e rinuncio in partenza all’idea di scrivere un trattato. Così acchiappo le occasioni che mi si presentano per fissare qualche avvenimento torrese. Quando avevo bisogno di sperimentare la grafia del dialetto torrese, pensai di scrivere alcune storie di vita locale. Per alcune ho attinto i dati storici dai miei ricordi diretti. Per altre ho consultato centinaie di pagine Internet, per documentarmi su quanto avevo intenzione di scrivere. Mi auguro sempre che questo lavorio non traspaia dal racconto. Con ciò vorrei rivolgere un invito agli amici del Forum, a quelli che ci leggono ma che non intervengono, a rompere gli indugi e raccontare anche singoli avvenimenti. Storie personali o acquisite oralmente dai protagonisti. Una proposta per Gigi Mari. Torreomnia è un grande archivio della torresità. Non voglio aggiungere elogi ai milioni di testimonianze che hai già ricevuto e che condivido. La raccolta fotografica dei luoghi, vie, piazze, monumenti di Torre è vastissima. È pensabile una sezione fotografica, a latere di quella esistente, fatta di persone comuni, di gente anonima di Torre? Potremmo apprendere come si vestivano, si pettinavano. Entrare nelle case, intravedere arredamenti, dettagli di vita. Una documentazione minimalista e senza retorica. Jammo!” Che nce vo’? |
ID: 1052 Intervento
da:
luigi mari
- Email:
gigiomari@libero.it
- Data:
domenica 13 febbraio 2005 Ore: 14:39
L'identificativo 1045 di Aniello Langella relativo a questa discussione esce finalmente dai canoni stagnanti del torpore culturale torrese fatto anche di masi chiusi corporativi, di alcune transenne istituzionali, non escluso qualche nepotismo e via dicendo. Ecco perché io vedo sotto la scorza burocratica tradizionalista e conservatrice delle radici di noi torresi tutti, , un'apertura mentale latente e una predisposizione al dialogo starei per dire commoventi. E tu Asniello l’hai dimostrato nel messaggio 1054 qui sotto. Vedete cosa fa un forum? Estirpa il bene dall'uomo (perché, pur se represso, ce n'é sempre tanto) e viene messo in piazza coraggiosamente senza più temere la mannaia di Mastro Titta. (Qui intendo "bene" come rinuncia all’egoTismo (non egoismo) e votarsi al sociale). Mettere le corna a terra, come talvolta faccio pure io, e pretendere di aver sempre ragione è immaturità, non si è cresciuti che parzialmente, intellettualmente parlando. Io ho scoperto una gioia infinita quando qualcuno mi fa notare se dico cacchiate secondo la logica comune. Rinnovarsi dentro è addirittura divino. Ed è divino tutto ciò che va appannaggio del sociale. Nutrire sempre e comunque il buco nero della nostra carenza esistenziale con azzardati ed emulati dottrinalismi ci mette nelle disastrose condizioni simili alla tossicodipendenza. Tentativi infiniti di spegnere il fioco con la benzina. Ma non è il boia dell'opinione altrui e degli occhi del mondo che fa paura. se usciamo dalle righe in nome della libertà e del giusto secondo la logica comune, ma il tirapiedi che bisogna temere. Mastro Titta nella Roma papalina ne ha impiccata di gente, ma non si chiedeva mai il perché. Faceva il suo lavoro oserei dire, con discrezione, con...nobiltà, quasi religiosamente, secondo la "giustizia" vigente"; ma il tirapiedi no: il ragazzotto imberbe, incosciente e animalescamente affamato tirava lo sgabello per una manciata di spiccioli e dava il colpo di grazia, quello sì, quello è da temere. Purtroppo il mondo è zeppo di tirapiedi. Non parliamo degli Jago. In un forum quasi tutti scrivono di getto. E' constatabile dalle date e dagli orari tra domande e risposta. Già questo garantisce assenza di censura, purghe e ripensamenti dovuti a condizionamenti ambientali, a convenzionalismi a timori di facciata. Io diffido di chi scrive "in differita". E scrivere di getto, a braccio, è il vero tesoro di questo straordinario mezzo di comunicazione, perché salta fuori l'uomo vero, incontaminato dalle croste sociali, quello predisposto da Dio al bene. Quello che fa diventare il "libero arbitrio" mistico un optional. Quello che ci riposta alla poppata materna che ci accompagna fino al giorno dalla Prima Comunione, fino a che la piovra della società settica e adulta ci avvinghia nei tentacoli dei suoi indomiti convenzionalismi. Una storia di Torre arricchita di aneddoti, e cronaca del tempo, di abitudini e folklore, di sentimenti e di interiezioni, ma soprattutto anonima, spoglia dell'egocentrismo monologante di un autore solo. Una storia nata da mille voci come il canto o la preghiera comune nella mezzanotte di Pasqua nella Basilica di S. Croce. Questo non è un sogno, è un miracolo. E poi, caro, Aniello, questi cognomi, queste caste da difendere. Prendi un Salvatore che ha avuto dal destino un Argenziano, baluginante sulle onde silver, adamantino, nobile, blasonato. E un Mari, invece che suggerisce un mare di guai, di problemi irrisolti per torti ricevuti da tutti e da nessuno. E un Abbagnano, che sembra inzuppare la brioche sempre nelle tazze di loyana memoria, che scandaglia i messaggi per l'ispirazione dei suoi libri. Ed un Langella solo di nome, perché la sue “lange”, che in effetti sono frecciatine, non fanno male a nessuno. L'unico veramente sfortunato è Formicola. Un nome semplicemente contrapposto, piccolo, mirmicolante, microscopico, rispetto alla sua "agiatezza", come dice Aniello, alla sua poliedricità e alla sua ubiquità; rispetto al suo taccuino telefonico con i nomi di mezza Italia. Se hai bisogno del figlio prete di un eschimese di via Glaciale 23 del Polo nord, Franco consulta la rubrichetta e dopo venti secondi te lo passa a telefonino. Formicola, caro amico, se mi consenti l’onore di ritenerti tale. E proprio vero, non si può avere tutto dalla vita. Luigi Mari |
ID: 1047 Intervento
da:
luigi mari
- Email:
gigiomari@libero.it
- Data:
domenica 13 febbraio 2005 Ore: 13:29
Ben detto Aniello, una piccola osservazione, però. Se Torre crollasse la reggerebbero i libri di storia (non storiografia) e di agiografia (non catechismo). Sai bene che la storia si fa con reperti e con testi storici precedenti. Bravura scrittoria ed inventiva non servono a nulla in questi casi. Con tutto il rispetto per Ciro Di Cristo, amico d'infanzia sin dai tempi di De Gaetano con la sua Torre seicentesca; e Franco Formicola accreditato di poliedrica cultura. Si finirebbe col ripotrare cose già scritte. MANCA LA NARRATIVA A TORRE! DOPO PRISCO E REA LA PROVUINCIA E' RIMASTA SENZA NARRATORI. Nel mondo conoscono il corallo, ma non i torresi. Forse questo forum è antesignano. Forse è la prima volta che si parla di Torre senza necessariamente citare la storia punto e stop. Ma l'indole dei torresi, la caratterialità, i pregi, i difetti, l'amore, se c'è. Chi parla o chi ha mai parlato di questo? Quante volte ha eruttato il vesuvio. Da dove nasceva il fiume Dragone. Chi fu il sindaco nel 1910. Quanti starnuti fece Leopardi prima di morire. Credi che possa intesessare ancora i nostri giovani? ............................................................. Come vivevano, invece, i Torresi nel settecento o nell'ottocento. Cosa accadeva nelle loro case, qual'erano le loro abitudini. Come avveniva una storia d'amore tra un pescatore e una sartina. Com'era l'amicizia. Come è il rapporto tra cittadino e cosa pubblica. Cosa accade nell'animo di vesuviani oggi, cos'è cambiato, quale retaggio ci portiamo appresso. Forse è più comodo parlare dei morti, è meno compromettente? E allora addio cronaca, addio romanzo, addio saggistica. Hai notato che, a parte qualche rara eccezione come Eugenio Torrese non esiste saggistrica a Torre del Greco? Troppi nepotismi e preconcetti precludono la cultura lasciandola stagnare sotto parametri medioevali. Allora teniamoci le barbe trite e ritrite, le nostre connivenze, la nostra facciata impeccabile e campiamo tranquilli. Questa volta non cito Benigni, ma il grande Pasolini. Uno degli uomini di cultura italiani più grandi. Egli forse ha pagato con la vita la sua libertà di essere intellettuale. D'altra parte, se proprio non si vuole assumersi responsabilità esiste il ripiego della reticenza parziale o la trasfigurazione: Un bel "Ogni riferimento e persone e è cose..." e salviamo capre e cavoli. Antonio Abbagnano e Ciccio Raimondo hanno iniziato. L'uno con un bel libro, "Comete di carta colorata" anche se "esordiente" e l'altro con un breve racconto, valido, poetico: "La prima volta di Enzuccio" (vedi Torreomnia/cultura/opere). E non dimentichiamoci dei "Ricordi" di Salvatore Argenziano (Torreomnia/cultura/opere). E' qui che dovremmo insistere, spronare, incentivare con le gratificazioni. La storia la inseriremmo come companatico, come ambientazione, come ossatura, solo così la letteratura torrese avrebbe un aspetto innovativo perché creativo, con pagine finalmente adulte e personalizzate dall'intelligenza, l'acume e la sagacia insita nella creatività e spoglia di connivenze e aderenze nepotistiche. Mai più storia scopiazzata, con la sia pur faticosa parafrasi, dei vecchi testi triti e ritriti. Ma sempre parafrasi è. Di esegesi e filologia non se ne parla proprio: ecco la differenza che passa tra "storia" e "storiografia". Di questo abbiamo più urgenza di modificare canoni e generi altrimenti ci chiameranno barbassori e culturalisti provinciali ben lungi dall'intellettualismo propriamente detto, quello delle traduzioni e del riconoscimento globale. Luigi Mari |
ID: 1045 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
domenica 13 febbraio 2005 Ore: 13:16
SONO CERTO CHE TRA 10 ANNI E FORSE MENO L'AMICO MARI "CREERA'" UN DVD DELLA STORIA DI TORRE CON TUTTO IL MATERIALE DI QUESTO FORUM. Questa ipotetica opera sarà il frutto di tutti coloro che hanno voluto contribuire a sintetizzare passo dopo passo tutta la grande messe di acquisizioni che il tempo imprime in ognuno. L'animo sensibile coglie i fatti della storia. Il confronto delle idee crea la libertà vera. La storia scritta non la scrive un solo scrivano. Quando questo succede diventa spesso di parte . Se invece la storia io la posso scivere con Carlo,con Giulio, con Gennaro, con Nicola , con Salvatore, con Antonio, con Marisa, con Mari, con Ciro,....e con i "cavalli", allora questa storia può divenive vera storia e racconto oggettivo. Alla fine se proprio vorrete non ci sarà scritto il nome di un autore ma una marea di coautori. Cosa vi sembra di questa idea ? Aniello |
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