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Argomento presente: « NEW 1_luglio_2006 »
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ID: 3643  Discussione: NEW 1_luglio_2006

Autore: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Scritto o aggiornato: domenica 2 luglio 2006 Ore: 12:00

Rifiuti, un giorno di proteste e blocchi in Campania
È emergenza rifiuti in Campania. Blocchi a Torre del Greco
Paola Zanca

Anche se, nella tarda serata di venerdì, arriva uno spiraglio nell'intricata vicenda legata allo stoccaggio dei rifiuti nel sito delle ex cave di Santa Maria La Bruna a Torre del Greco (Napoli). In breve questi i fatti: da giovedì mattina circa 200 persone (compreso il parroco di Torre del Greco) hanno dato via al blocco delle principali strade che collegano la cittadina alle pendici del Vesuvio con i comuni limitrofi, compresa la linea ferroviaria Circumvesuviana. « Non ci muoveremo fino a quando non ci diranno con certezza che l'area è definitivamente chiusa – dice un manifestante - Qui l'immondizia ce l'abbiamo sotto casa, e l'aria è diventata davvero irrespirabile». Risultato: circolazione in tilt. Tanto che salta anche la "festa dei quattro altari" e celebrazioni per la storica ricorrenza religiosa che Torre del Greco festeggia da quasi 500 anni. Non manca però la benedizione del parroco. «Per chi vive, come il sottoscritto, nei pressi del sito di stoccaggio, che poi è una vera e propria discarica, è un inferno Ogni notte 180 camion provenienti da 11 comuni ci impediscono di dormire e provocano un inquinamento spaventoso. Nella zona c'è un odore nauseabondo e le case sono assalite dagli insetti» spiega don Antonio Smarrazzo che ha affisso una gigantesca immagine della Madonna all'esterno della chiesa del Buon Consiglio.

All´origine della protesta, la riapertura del sito di stoccaggio provvisorio posto nelle ex cave da parte del commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, Corrado Catenacci. In parole povere la riapertura significava che nelle cave sarebbero arrivati i rifiuti prodotti da undici città: oltre a Torre del Greco anche Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Gragnano, Portici, Pompei, San Giorgio a Cremano, Trecase e Torre Annunziata.

Da sottolineare che in quell´area sono attualmente depositate 2.700 tonnellate di rifiuti, confluite a causa della saturazione degli impianti di combustione dei rifiuti della regione. Da qui la protesta dei residenti di Torre del Greco, contrari all´elezione della loro cittadina a ufficiale pattumiera della Campania. «Nell'ordinanza di Catenacci - afferma Alfonso Ascione, consigliere provinciale della Margherita - si legge che il sito di stoccaggio sorge lontano dalle abitazioni ed è posto in una zona a scarsa urbanizzazione. Questo è palesemente falso, in quanto non distante dalle ex cave si trovano centinaia di abitazioni, una scuola materna, una elementare, una media, una chiesa e perfino dei ristoranti».

Nella tarda serata di venerdì a portare un po´ di speranza a Torre del Greco arriva però un´ordinanza firmata da Romano Prodi. Nel testo - composto da quattro articoli - si prevede che il commissario di governo, di intesa con il presidente della Regione Campania e con i presidenti delle Province interessate, possa individuare le discariche di servizio nel territorio della stessa regione. In questo modo sarà possibile liberare i magazzini di stoccaggio degli impianti e consentire la ripresa regolare della raccolta dei rifiuti lungo le strade. Secondo quanto previsto dall'ordinanza potranno essere utilizzate anche le discariche «in fase di gestione post operativa, a condizione che residuino volumetrie per l'ulteriore conferimento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi, ed al fine di garantire la messa in sicurezza».

Resta, al di là dell´emergenze, la necessità di un riassetto complessivo della distribuzione dei rifiuti e l´attuazione di nuove pratiche di riciclo, che il governo ha già cominciato ad affrontare, modificando l´attuale codice ambientale e impegnandosi ad approvare entro gennaio 2007 i correttivi alla normativa relativa ad acqua e rifiuti.

Pubblicato il 31.06.06

Fonte: www.unita.it
 
 
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ID: 3654  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 2 luglio 2006 Ore: 12:00

Cara, fertilizzante, antica monnezza torrese

Gli inceneritori con le loro alte temperature nei forni contribuiscono grandemente alla immissione nell'ambiente di POLVERI FINISSINE che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note polveri PM10. L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana.

I medici di famiglia hanno espresso la loro opinione sugli inceneritori, la riporto di seguito. E’ dedicata a tutti coloro che vivono, o vivranno, vicino ad un inceneritore.
“ Gli inceneritori di ultima generazione con le loro alte temperature nei forni contribuiscono grandemente alla immissione nell'ambiente di polveri finissime che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note polveri PM10. L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana. Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi.
Queste "nanopolveri", sfuggendo ai filtri dell'inceneritore, non vengono nemmeno rilevate dagli attuali sistemi di monitoraggio delle emissioni degli inceneritori e non sono previste dai limiti di legge cui gli impianti devono sottostare. Inoltre a fronte di emissioni cancerogene identificate da tempo dai ricercatori (diossine, furani, metalli pesanti) gli inceneritori emettono centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l'impatto sulla salute umana, così come risultano non ancora indagati gli effetti della combinazione di vari inquinanti.
Ogni processo di combustione produce particolato. Se è vero che la natura è produttrice di queste polveri (vulcani), è pure vero che le polveri di origine naturale costituiscono una frazione minoritaria del totale che oggi si trova in atmosfera.
È l'uomo il grande produttore di particolato, soprattutto quello più fine: più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano.
Si tratta di particelle inorganiche, non biodegradabili né biocompatibili. La combustione trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti di cibo, in composti tossici e pericolosi, sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio.
Perciò è opportuno che si incentivi una politica della produzione, raccolta differenziata, riciclaggio, recupero dei rifiuti. Le micro e nanoparticelle, prodotte in qualsiasi modo, una volta entrate nell'organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie.
Le forme patologiche più comuni sono le neoplasie, ma ci sono anche malformazioni fetali, malattie infiammatorie allergiche e perfino neurologiche.
L'incenerimento dei rifiuti è inoltre il sistema più costoso per lo smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano generosi incentivi a suo sostegno.
Il 7% dell'importo della bolletta elettrica che pagano è infatti devoluto, sotto forma di sussidi, anche alla costruzione degli inceneritori: basta prendere una fattura dell'ENEL per leggere, sul retro, nella parte delle varie voci e costi: "Componente A3 - Costruzione impianti fonti rinnovabili". La somma che compare a fianco viene devoluta ai gestori di inceneritori di rifiuti perché, la legge italiana assimila alle varie fonti energetiche rinnovabili non fossili, quali l'eolica ed il solare, quella ricavata dall'incenerimento di ogni tipologia di rifiuti urbani ed industriali.
Oltre a questa fetta di incentivi prelevati dalle tasche degli utenti, i gestori degli inceneritori ricevono, da parte dello Stato, altri sussidi.
L'Italia è quindi l'unico Stato europeo che finanzia l'incenerimento dei rifiuti.
Tutti gli altri Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Germania) impongono ai gestori di inceneritori di pagare una tassa per ogni tonnellata di rifiuti bruciati, disincentivando l'incenerimento dei rifiuti”.

Dal Notiziario FIMMG - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, maggio 2006

Fonte: www.beppegrillo.it/2006/07/le_infrastruttu.html


ID: 3650  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 1 luglio 2006 Ore: 23:40

Guerra dei rifiuti, strade e treni bloccati

Incatenate sui binari della Circumvesuviana anche donne incinte. Un prete manifesta con l’immagine della Madonna.
Torre del Greco, centinaia di cittadini protestano per la revoca dell’ordinanza che aveva chiuso l’area di stoccaggio nelle ex cave

TORRE DEL GRECO (Napoli) — L’inferno nel Napoletano è una miscela esplosiva di caldo, rifiuti ed esasperazione.
Ieri il bubbone è scoppiato: strade e treni paralizzati per l'emergenza rifiuti con disagi per migliaia di pendolari ed automobilisti. Dall'alba, quasi 200 persone a Santa Maria La Bruna, frazione di Torre del Greco (Napoli) hanno bloccato con un sit via Nazionale (la strada che dalla città del corallo conduce alla vicina Torre Annunziata), viale Europa e anche la stazione della Circumvesuviana di Leopardi, posta nel mezzo tra quella di Torre del Greco e quella di Torre Annunziata, dove alcuni manifestanti si sono incatenati ai binari.
Il traffico è andato in tilt, nonostante l'immediato intervento di vigili urbani e forze dell'ordine. Grossi disagi anche per i pendolari e gli studenti. Per molti è stato impossibile raggiungere i luoghi di lavoro e l'Università, soprattutto da Sorrento e Pompei verso Napoli. I manifestanti sono tornati in strada dopo che il commissario per l'emergenza rifiuti, Corrado Catenacci, ha revocato l'ordinanza, firmata mercoledì sera dal commissario prefettizio del Comune di Torre del Greco, Ennio Blasco, che predisponeva la chiusura delle aree di stoccaggio provvisorio nelle ex cave di viale Europa a Torre del Greco (Napoli) per ragioni di carattere sanitario.
Nei giorni precedenti il commissariato aveva consentito che in zona fossero conferiti i rifiuti prodotti da undici città suscitando il malcontento dei residenti, costituitisi in un comitato spontaneo, che avevano deciso di bloccare le vie di accesso al sito, blocco conclusosi solo dopo la firma dell'ordinanza da parte del prefetto Blasco.
Ieri la protesta è proseguita per tutta la mattinata. Alcuni manifestanti si sono incatenati sui binari dove effettuavano il sit con almeno una trentina di donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza. Sia sui binari che in strada sono state montate tende e sistemate sedie e ombrelloni. Altre manifestazioni di protesta si sono registrate in alcune arterie cittadine con rovesciamenti di cassonetti. A Torre del Greco è stata sospesa la storica festa dei Quattro Altari, in programma fino a domenica 2 luglio.
La festa dei Quattro Altari è particolarmente sentita a Torre del Greco e si celebra da quasi 500 anni. È una ricorrenza religiosa che celebra il Cristo eucaristico e ad essa sono affidate iniziative di carattere folcloristico. Una grande immagine della Madonna con Gesù Bambino è stata collocata dal vicario parrocchiale don Antonio Smarrazzo all'esterno della chiesa del Buon Consiglio, a «protezione» dei manifestanti. La chiesa si trova proprio sulla via Nazionale dove è andato in scena il clou della protesta. «Come uomo di chiesa - ha detto il sacerdote - non posso che essere vicino a questa gente che protesta giustamente per un disagio molto grave. Per chi vive, come il sottoscritto, nei pressi del sito di stoccaggio, che poi è una vera e propria discarica, è un inferno. Ogni notte 180 camion provenienti da 11 comuni ci impediscono di dormire e provocano un inquinamento spaventoso. Nella zona c'è un odore nauseabondo e le case sono assalite dagli insetti». Secondo il sacerdote «nel deposito di rifiuti ci sono balle di immondizia da almeno due anni. Comprendiamo i disagi che vivono pendolari ed automobilisti ma i nostri sono altrettanto gravi. Chi protesta ha ragione, non vogliamo morire per la puzza».

sabato 1 luglio 2000

Fonte: www.iltempo.it


ID: 3649  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 1 luglio 2006 Ore: 23:36

Azzurri: teppisti rovinano la festa
Dopo gara esplosivo con risse e incidenti, arresti e feriti

(ANSA) - ROMA, 1 LUG - Risse a Torre del Greco: una ha provocato feriti, in un'altra coinvolti almeno 200 ragazzi.
Incidenti e risse, con feriti, arresti e danneggiamenti, hanno rovinato la festa azzurra per la vittoria con l'Ucraina che vale le semifinali. A Savona due arresti per il lancio di oggetti alle forze dell'ordine. Danni agli autobus a Napoli: fermati 3 teppisti. A Roma un vigile urbano e' rimasto lievemente ferito dopo essere stato aggredito con un lancio di bottiglie. Incidenti anche a Bologna e Foggia.

Fonte: www.ansa.it


ID: 3648  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 1 luglio 2006 Ore: 23:32

Emergenza rifiuti, Rivcolta a Torre del Greco

AN presenta un'interrogazione parlametare.

E’ stata discussa il 28 Giugno scorso, al Parlamento, la crisi dell’emergenza rifiuti in Campania. A presentare l’interrogazione parlamentare a risposta immediata al Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, sono stati i deputati di Alleanza Nazionale tra cui figurano i nomi di Ignazio La Russa, Vincenzo Nespoli, Gianni Alemanno, Italo Bocchino, Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri, Mario Landolfi, Angela Napoli. Vaga e poco soddisfacente è stata la risposta del Ministro ad un problema che, purtroppo, affligge i cittadini della Campania per la gestione fallimentare dei vertici regionali a tale problema. Elenco, per una più esauriente informazione, l’interrogazione parlamentare e la risposta del Ministro Pecoraro Scanio Interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-00068 presentata da IGNAZIO LA RUSSA - martedì 27 giugno 2006 nella seduta n.014Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. Per sapere - premesso che: in Campania da dodici anni vige un regime commissariale per il ciclo integrato dei rifiuti ed una irrisolta problematica collegata alla sua gestione, che genera continue emergenze; la situazione dell'emergenza rifiuti in Campania è tale da determinare il continuo rinnovo della dichiarazione dello stato di emergenza, che ha finora prodotto scarsissimi risultati, a fronte di un autentico disastro economico ed ambientale; nelle ultime settimane l'emergenza rifiuti ha prodotto una quasi totale paralisi dell'attività di raccolta, tale da comportare la presenza di tonnellate di rifiuti in strade e piazze di molte città campane; tra i poteri esercitati dalla struttura commissariale, vi è anche quello di autorizzare impianti di tritovagliatura, biostabilizzazione e eco-imballaggio dei rifiuti solidi urbani, destinati agli impianti per la produzione del combustibile derivato da rifiuti e costruire impianti di termovalorizzazione non ancora attivati; in questi anni, secondo gli interroganti, per effetto di molteplici ritardi determinati dalle indecisioni della struttura commissariale, alimentate dalle azioni di protesta politica contro la realizzazione degli impianti di termovalorizzazione necessari al completamento del piano rifiuti, non si è rispettata la tempistica relativa alla costruzione degli impianti stessi; secondo gli interroganti, gli amministratori locali hanno completamente fallito i propri compiti, tra i quali c'è, soprattutto, quello di portare ad una percentuale decente la raccolta differenziata. A Napoli, solo per citare l'esempio più grave, la differenziata è ferma all'8,6 per cento, mentre la legislazione vigente fissa il livello minimo al 30 per cento. Peraltro, è necessario completare i lavori per la realizzazione di impianti di termovalorizzazione già previsti dal piano rifiuti per la regione Campania; in queste settimane, nonostante l'impegno prodotto dalla struttura commissariale per assicurare il funzionamento degli impianti di combustibile derivato da rifiuti, in molte zone della Campania non è possibile garantire la raccolta dei rifiuti per l'impossibilità di consentire lo sversamento degli stessi negli impianti che risultano saturi di materiale; tra le possibili soluzioni annunciate dai mezzi di informazione si affaccia l'ipotesi di riaprire le vecchie discariche, che hanno creato notevolissimi disagi tra le popolazioni interessate, le quali hanno già minacciato proteste popolari per evitare che i loro territori siano ancora una volta quelli maggiormente penalizzati dalle scelte delle amministrazioni pubbliche; contemporaneamente si hanno notizie relative allo stoccaggio di rifiuti solidi urbani presso aree non autorizzate, per le quali mancano i permessi sanitari e per le quali è evidente un pericolo per la salute pubblica; tali aree sono state segnalate nel comune di Torre del Greco (località Santa Maria La Bruna), nel comune di Portici (presso aree della società Leucopetra) e nel comune di Caivano (presso aree della società Igica); il Ministro interrogato, in un'intervista pubblicata sul quotidiano la Repubblica di domenica 25 giugno 2006, ha dichiarato a chiare lettere che il piano rifiuti del commissariato di Governo è tutto da rifare, si è espresso in modo esplicito contro il progetto di realizzazione degli impianti di termovalorizzazione ed ha manifestato la sua contrarietà al mantenimento in vita della struttura commissariale; tali dichiarazioni hanno determinato ulteriore allarme e confusione nelle amministrazioni locali, alle quali non viene offerta nessuna valida alternativa che consenta una regolare raccolta dei rifiuti attraverso il completamento dell'attuale piano, che è stato giudicato in modo positivo anche dall'Unione europea -: in che modo il Governo intenda affrontare l'attuale fase emergenziale e superare i rischi per la salute pubblica legati alla presenza sul territorio di rifiuti e quale sarà l'atteggiamento del Governo in relazione al mantenimento in vita della struttura commissariale.

Fonte: www.comunedipignataro.it


ID: 3647  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 1 luglio 2006 Ore: 23:26

Discariche, Prodi dà l’ok alla riapertura - 01/07/2006

Rivolta a Torre del Greco: «Non siamo lo sversatoio di Napoli». Bloccate ferrovia e strade

Torre del Greco - Stazione di Leopardi. Le signore nei colori pastello sorseggiano bicchieri d’acqua ghiacciata, coprendosi con ombrellini colorati, a fiori, pastello anche quelli, le borsette sulle gambe, i bambini attaccati alle gonne. Un quadro impressionista che fotografa non un dejeuner, ma l’occupazione dei binari della Circum. Con il gazebo bianco, sulle traversine, miracolosamente della stessa larghezza della linea ferroviaria. Il bilancio: 40 mila pendolari bloccati, i treni dirottati su un’altra linea. Poco distante, cassonetti rovesciati, immondizia ovunque. Via Nazionale, un altro blocco. Che taglia in due l’area vesuviana, Torre Annunziata da Torre del Greco. Non si va, non si viene. È così da giorni. Da quando il commissario straordinario all’emergenza rifiuti ha fatto riaprire il sito di stoccaggio provvisorio di Leopardi per accogliere i rifiuti di undici comuni vesuviani. Catenacci ieri ha revocato anche l’ordinanza di chiusura della discarica emessa dal commissario prefettizio di Torre del Greco. Ma perché a Leopardi protestano? Razzismo munnezzaro? L’immondizia torrese puzza di meno di quella stabiese, sangiorgese o nolana? «Jate a vedè». Andiamo. Ma c’è la festa dei Quattro Altari, un pezzo di storia della città del corallo. Ma gli altari, dopo 500 anni di onorata carriera, sono circondati da sacchetti. Al Comune si traccheggia per tutta la mattina.Ma poi il commissario prefettizio, Ennio Blasco, sospende le celebrazioni per «la grave situazione igienico - sanitaria creatasi in città». C’è una nota dell’Asl Napoli 5 che invita i comuni dell’area a bloccare mercati e feste.

Simona Brandolini

Fonte: www.corrieredelmezzogiorno.info


ID: 3646  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 1 luglio 2006 Ore: 23:23

TORRE DEL GRECO (ANSA)

Strade e treni bloccati nel Napoletano ancora per l'emergenza rifiuti con disagi per migliaia di pendolari ed automobilisti. Dall'alba, quasi 200 persone a Santa Maria La Bruna, frazione di Torre del Greco (Napoli) hanno bloccato con un sit via Nazionale (la strada che dalla città del corallo conduce alla vicina Torre Annunziata), viale Europa e anche la stazione della Circumvesuviana di Leopardi, posta nel mezzo tra quella di Torre del Greco e quella di Torre Annunziata, dove alcuni manifestanti si sono incatenati ai binari.

Il traffico è andato in tilt, nonostante l'immediato intervento di vigili urbani e forze dell'ordine. Grossi disagi anche per i pendolari e gli studenti. Per molti è stato impossibile raggiungere i luoghi di lavoro e l'Università, soprattutto da Sorrento e Pompei verso Napoli. I treni della Circumvesuviana provenienti da Napoli vengono fatti fermare a Torre del Greco per poi tornare indietro; analogo discorso per quelli provenienti da Sorrento e Poggiomarino (via Scafati), che effettuano l'ultima fermata per i viaggiatori a Torre Annunziata. Al momento non è stato predisposto alcun servizio 'navetta' tra le due città vesuviane.

I manifestanti sono tornati in strada dopo che il commissario per l'emergenza rifiuti, Corrado Catenacci, ha revocato l'ordinanza, firmata mercoledì sera dal commissario prefettizio del Comune di Torre del Greco, Ennio Blasco, che predisponeva la chiusura delle aree di stoccaggio provvisorio in alcune ex cave per ragioni di carattere sanitario.

Nei giorni precedenti il commissariato aveva consentito che in zona fossero conferiti i rifiuti prodotti da undici città (oltre a Torre del Greco anche Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Gragnano, Portici, Pompei, San Giorgio a Cremano, Trecase e Torre Annunziata) suscitando il malcontento dei residenti, costituitisi in un comitato spontaneo, che avevano deciso di bloccare le vie di accesso al sito, blocco conclusosi solo dopo la firma dell'ordinanza da parte del prefetto Blasco.

www.ansa.it


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