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Argomento presente: « CARA MIA TERRA LONTANA » | ||||||
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ID: 1487 Intervento
da:
mario ascione
- Email:
info@flayfotoemoda.it
- Data:
giovedì 24 marzo 2005 Ore: 18:35
Amici di Torreomnia, ringrazio il sig. Mari per la bella cartoline elettronica. Sfogliando il forum ho trovato questa discussione molto calorosa, nel periodo pasquale sembra la più appropriata per inviare gli auguri a tutti i componenti del forum. Sono poche parole ma sincere. Due volte riusciamo ad essere più buoni durante l'anno, a Paqsua e a Natale. I migliori auguri per voi e le vostre famiglie Mario Ascione |
ID: 410 Intervento
da:
Gennaro Della Gatta
- Email:
DELLAGATTA@AOL.COM
Grazie di cuore a tutti Voi. Mi avete dato tanta gioia e poi ho notato che l'amico (lo siete tutti) Antonio Abbagnano (che ci conosciamo da piccoli, ai tempi della grande Turris) ha partecipato con tanto amore ed orgoglio> Siete fantastici e credetemi dopo tanti anni ancora e forse giornalmente c'e un ricordo della mia amata citta', dei miei amici, dei miei parenti delle persone che hanno fatto storia torrese, dal piu' potente al piu' umile. Dai ragazzi che vendevano 'a pizza nella villa comunale con quel recipiente di metallo che recavano in testa (mio Zio Totonno 'o furnaro, mieza 'a piazzetta - i Carrieri - era uno dei migliori e forse lo e' ancora) per passare a quelli che vendevano 'i ficherine (fichi d'india), e si facevano 'i pizzate cu' curtiello; e alle tante altre voci ('a summulella) eccetera eccetera. Se continuo non mi fermo piu'. Quando a New York m'incontro con i nostri concittadini e' una gioia e poi sono forse uno di quelli che porto con ardore, fervore, orgoglio, passione e anche amarezze il buon nome di Torre del Greco. Molti di voi mi conoscetee sapete come la penso. Vi volgio bene e a presto, devo scappare per andare a cercare sonpors per il mio programma radiofonico e vado a gustare, stasera 'na bella sfugliatella che fanno uno dei miei sponsor napoletani Da N.Y. Gennaro vi saluta e vi ringrazia, ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
ID: 409 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
Caro Gennaro, dimenticavo la versione in pulito. Fai presto, svelto. L’ora nona è già suonata; il giorno volge alla fine. Un odore m’avvolge di temporale. Sembra allora. Salata come pianto. e nebbia nel vento spruzzoli di mare bagnano basoli neri e parapetti e penetrano freddi nelle vesti. Ti abbraccio, Salvatore. |
ID: 408 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
Caro Gennaro, roppo ca chilli duie scapucchiuni m’hanno pittato cumme a na prufessuressa r’u pasticciotto ca chiava spalmate mmiezo î mmani, nun m’arrimane ato ca chijarme a libbretta e nun parla’ chiù cu lloro. La lontananza non si misura a chilometri o a miglia. Sento il distacco dal mio paese come se fossi alla tua distanza. E non serve a nulla rivederlo di tanto in tanto. Poi si riparte. Quello che manca a chi non vive più là dove ha trascorso gli anni più belli, quelli dell’infanzia e della gioventù, è l’affetto degli amici che parlano come te. Attenzione! Non intendo la stessa lingua, l’idioma, la parlata ma gli amici che hanno i tuoi stessi sentimenti, i tuoi stessi ricordi. Quelli che hanno respirato lo stesso clima, hanno sentito le stesse voci, hanno visto gli stessi puntuni e le stesse piazze del tuo paese. Quei due scapucchioni, Gigi e Antonio, sono miei amici di cuore perché condividono i miei sentimenti. Li sento come amici d’infanzia, perché condivido con loro il mio passato (anche se sono più vecchio). Eppure ci conosciamo da poco e non ci siamo mai incontrati. Oggi a me basta una battuta di Gigi, un ricordo di Antonio per ricordarmi il mio paese, il mio quartiere. Anche l’uosemo di un temporale mi riporta a casa. E nonostante i cinque lustri ancora di vita che Gigi ed io affermiamo di dover campare, qualche volta mi sorge il dubbio se abbiamo fatto bene i conti. Fa ampressa, priésto! Vintunora è già sunata; Sta pe ferni’ a jurnata. N’addore ‘i maletiempo m’arravoglia. Pare tanno. Salata cumm’a chianto e neglia sbentuliata a rusca ‘i mare nfonne vasuli niri e petturate e spercia fredda i panni Un saluto carissimo e un a risentirci, Salvatore. |
ID: 407 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
gigiomari@libero.it
Anto' Chillo enoihccupasc i Salvatore ce farà pure u cazziatone, ma a mme u fridde ncuolle m'è vvenuto u stesso, cumme l'hai scritto scritto. Bisogna stimolare Antonio Abbagnano con la gratificazione perché egli scrive col cuore e con proprietà emotiva naturale, anche se la sua scorza anagrafica sembra normale e superficiale. La sua scrittura è orientativa e trascinante, si fa obbedire e ci rende docili alla letizia, perché tocca le nostre corde nascoste quelle che la "facciata" ci fa custodire dietro le norme maschiliste e contorte, rafforzate dal "ventennio", tipo: "l'omme nun chiagne". L'Abbagnano scrive senza artifici mestieranti che saltano agli occhi anche ai non addetti ai lavori. I contenuti s'alzano in punta di piedi dalla prosa e scorrono aspergendo brezza marina e sogni nello scenario del precordi. Dopo letto "Comete..." si sente che il sipario non si è mai aperto e mai chiuso perché abbiamo rivissuto uno spaccato del nostro passato torrese ancora non contaminato dall'europeizzazione di Napoli, prima, dalla globalizzazione, poi. A parte Prisco, Rea, Compagnoni, Cortese, ecc., la plaga vesuviana è orfana di narrativa. De Crescenzo non sconfina dalle mura e, a parte l'onirico "mio zio Cardellino" verte e stagna nella saggistica. Fare ancora narrativa per Antonio non è un diritto, ma un dovere, anche se l'elettronica ha offuscato la magia del cartaceo tra effluvio del pigmento-nerofumo essiccato e l'epidermicità della pastalegno impressa di sentimenti sotto i polpastrelli; e, peggio, prosa e poesia, messi in rete, diventano parole al vento, sabbia nel deserto. Luigi Mari |
ID: 402 Intervento
da:
Antonio Abbagnano
- Email:
usn123@tin.it
Caro Gennaro Della Gatta, ha proprio ragione Gigi Mari quando dice che i veri torresi sono quelli che stanno lontano! Io che sono sempre stato a Torre non l'ho mai chiamata "Cara mia terra". Stammatin so gghiuto int a Parrocchia a verè a Cappella r'a 'Mmacolata rimessa a nuovo, poi m so fermate ncoppe e scalinate ra Parrocchia e u sole scarfava a mme e a folla che steve vicina a mme. Il 2 dicembre,i viern e me pareva primmavera: "Cara nostra terra". Stai cca o stai america, stu sole era p tutt quant nuie. ...e mo m'acchiapp nu cazziatone 'a Salvatore pecchè certamente aggio sbagliato a scrivere in lenga turrese. Buon 2005 a te e famiglia. Antonio Abbagnano |
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