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Argomento presente: « ‘DISAGIO SOCIALE E DROGA’ »
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ID: 5714  Discussione: ‘DISAGIO SOCIALE E DROGA’

Autore: gennaro francione  - Email: adramelek@tin.it  - Scritto o aggiornato: giovedě 26 maggio 2011 Ore: 17:06




Un brano sonoro sulla musica come droga sulla droga
Linkata Youtube - Clicca la freccetta per per ascoltare o spegnere - Se si interrompe la musica riclicca la freccetta
e aspetta un po' il caricamento - Per vedere il video clicca l'ultimo pulsante a destra



CONVEGNO - SPETTACOLO
Promosso dal Comune di Monte San Giovanni Campano



Assessorato Servizi Sociali
Scuola Media Statale “Angelicum”

SUL TEMA
‘DISAGIO SOCIALE E DROGA’


CHE SI TERRA’ a Monte San Giovanni Campano IL 19 MAGGIO 2007 ALLE ORE 09.30
Presso il “Teatro Comunale “ P.zza Guglielmo Marconi

CON IL GRUPPO DI LAVORO PHARMAKON IMPEGNATO IN UN CICLO DI INCONTRI CON I GIOVANI SUI PROBLEMI DEL DISAGIO SOCIALE E DELLA DROGA, COSTITUITO DA:

Giudice Gennaro Francione (Tribunale Penale di Roma) - scrittrice del sociale Maria Grazia Colombo - avvocato Maria Antonietta Corsetti – psichiatra e criminologa Carmela Carrieri (Ospedale di Albano) - direttore editoriale Roberto Boiardi (Herald Editore, Roma). Interverranno inoltre sul tema gli artisti Alberto Ruocco, Filippo Bubbico, Giuseppe Alagna e Sandro Scarpelli.

Saranno presenti:

L’Assessore ai Servizi Sociali: Prof. Renato Bottoni
Il Dirigente Scolastico: Dott.ssa Palmina Bottoni
Il Sindaco: Avv. Antonio Cinelli

L’iniziativa nasce da un progetto volto ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietŕ, di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour č cominciato all’Universitŕ La Sapienza di Roma ed č continuato a Supino, Nettuno(alla scuola di polizia), proseguendo presso altre localitŕ del Lazio.

Saranno presentati nel convegno due libri editi dalla Casa Editrice Herald di Roma, la quale si occupa in maniera attiva dell’inserimento lavorativo e sociale degli ‘emarginati’((i libri vengono stampati presso la tipografia INFOCARCERE srl)
http://www.heraldeditore.it/:

I libri sono:

LE NUOVE FRONTIERE DELLA DROGA: LA VIA MEDICINALE - di Gennaro Francione.

In questo testo, l’autore sottolinea l’inutilitŕ della repressione penalistica nell’uso delle droghe, proponendo il dialogo coi giovani e la nuova via medicinale che sostituisce al carcere la cura (preventiva e successiva), le sanzioni amministrative, le misure di sicurezza sul territorio. Come artista (Francione č Presidente dei Giudici Scrittori Europei), propone il TEATRO, che aggrega ed unisce i giovani, come una delle terapie alla solitudine ed alla droga, raccontando la sua esperienza nel testo “ ‘A Scigna”.

www.antiarte.it/adramelekteatro/a scigna.htm

www.antiarte.it/adramelekteatro

VIA DEI RIARI,48 – La stanza morta – di Maria Grazia Colombo.

Pagine che danno voce ai giovani ‘perduti’ sia nell’incubo della droga, sia in una societŕ colpevolista ed emarginante che chiede repressione e non prevenzione, protesa ad ‘avere’ e non a ‘pensare’.

“Un’idea geniale quella di Maria Grazia Colombo di trasformare sterili archivi di un SERT in materia da cui attingere per descrivere le vicende tragiche, grottesche, sempre doloranti di persone che sono passate in quella struttura alla ricerca di una salvezza dallo stupefacente, il piů delle volte rivelatasi vana chimera. Dal dolore della poesia del mondo come č, alla speranza di un mondo come sarŕ, un mondo di giovani liberati dallo stupefacente con l’aiuto dell’arte, della cultura e dello stare insieme”. (da “Prefazione” di Gennaro Francione).

“Storie di persone, di donne e di uomini, di ragazzi e di ragazzi, storie di vita a volte violente, sempre laceranti da cui tuttavia appare una straordinaria sensibilitŕ, pari, e non a caso, alle evidenti fragilitŕ.” (da Commento del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio, on. Angiolo Marroni).

Hanno gentilmente prestato la propria immagine per le fotografie artistiche contenute nel libro gli attori: Alberto Ruocco, Massimiliano Bonafede e Leandro Cassarŕ.

Da ‘Via dei Riari, 48’ saranno letti alcuni brani dall’attore Rocco dallo studente Leandro Cassarŕ e dall’autrice.

Sarŕ di seguito rappresentato il dramma:

APOXIOMENOS (IL DOPATO DI OLIMPIA) di Gennaro Francione. Con Filippo Bubbico, Giuseppe Alagna e Sandro Scarpelli. Regia di Filippo Bubbico.

L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle piů alte cariche politiche.

Chiuderŕ l’incontro il dialogo con i presenti.



Il giudice torrese Gennaro Francione


 
 
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ID: 13937  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: giovedě 26 maggio 2011 Ore: 17:06

@@@@@@@@@@@@@
TEATRO ALLO SCALO
via dei Reti 36, 00185, Roma
2-5 giugno h. 21

MAC (MOLINARI ART CENTER)

http://www.molinariartcenter.it/


presenta

KOROIBOS, IL DOPATO DI OLIMPIA
Drammaturgia : Gennaro Francione
Regia : Giovanni Impellizzieri
Valentina Versino


con
Paola Bonazzi, Deborah Fedrigucci, Stefano Guerriero,
Valeria Loprieno, Federico Melis, Valerio Porleri, Giovanna Rovedo


L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle più alte cariche politiche.
L’opera s’inserisce in un progetto volto ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietà, di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour è cominciato all’Università La Sapienza di Roma ed è continuato a Supino, Nettuno(alla scuola di polizia), Monte San Giovanni, Pomezia.
Francione interviene come giudice drammaturgo per parlare direttamente ai giovani dei problemi giuridici e sociali connessi alla droga proponendo come terapia il teatro stesso.

NOTE DI REGIA

L’antichità ebbe nei miti e nelle tragedie la rivelazione costante dell’umanità che ha dovuto trasmigrare nelle divinità classiche, per dichiare sicuramente se stessa. Se al loro posto apparissero gli uomini,”umani troppo umani”, le vicende narrate sevirebbero a significare un episodio e non un costume di vita umana.
Ed ecco che inizia il viaggio di Koroibos, Corebo di Elide, che nell’VIII sec. a.c., fu il primo vincitore olimpico. Nella trasfigurazione di Francione Koroibos liberamente intepretato diventa l’atleta di Lussino che dalla “vita semplice, normale e bella” della sua isola, condurrà il giovane al “chiasso corruttore” di Olimpia. Viene così descritto non soltanto un attraversamento fisico-geografico, ma un vero e proprio viaggio dentro di sé, un esplorazione dei suoi paesaggi emotivi, dei suoi limiti, mentre incessantemente corre tra i suoi due emisferi.
Il viaggio è presto caratterizzato da forti contrasti e ambivalenze, da un lato l’Aretè, la virtù, i sani valori che la terra ispira, il “sano agonismo” propinato dagli stessi giochi olimpici, cui motto era: Citius, altius, fortius, ovvero "più veloce, più alto, più forte”, dall’altro il vizio, il sedentarismo, la depravazione, la pigrizia mentale e fisica, la fama, il successo, il denaro, e i “paradisi artificiali” dell’ergon eleusino. Koroibos, al quale nemmeno più la frescura del tramonto da sollievo, che “a quasi trent’anni si sente già canuto”, non appartenendo più a se stesso, voleva solo “cogliere i frutti della sua immagine”. La sua coscienza si lacera, sfalda e sdoppia in Pittaco, il poeta amante, che lo inizia ai Misteri Eleusini e all’ergon, e la madre Callipatera, complice di aver taciuto di fronte agli dei e alla legge la colpa segreta di Corebo. La scena diviene così il luogo della stratificazione di senso e di sé tramite il dialogo, quindi, allo stesso tempo, reale e fittizio a tratti onirico.
In chiusura, la coesistenza e coidentità di Koroibos-Pittaco, recidono per sempre gli steli di Callipatera: Koroibos, è rigenerato simbolicamente da un risucchio del grembo materno, da cui riesce dolorante per il matricidio ma rinnovato.
Il forzato trapasso di Callipatera per “mano amata” di Koroibos, se da un lato è fonte di “rinnovamento”, dall’altro indica solo il trampolino verso nuove nevrosi, generatesi dal peso del controllo dell’ansia e quel lato oscuro di sé coattamente messo a tacere.
Se da un lato, come diceva lo stesso Freud, la salute psichica è l’amore intelligente e non fanatico per la verità, dall’altro, la passione per la verità viene soffocata da risposte che hanno il peso dell’autorità indiscussa.
“oh se potessimo avere un mondo di pace perenne, con gare e giochi e gioie che non finiscono mai!”
… “ è tutto un sogno… chiudere gli occhi e le labbra… sognare…”

Il teatro e la danza si cercano e collaborano ormai da tempo, il progetto mira a trovare e sviluppare una vera sinergia ricca e presente, tra danza e teatro, dove gli attori sono corpi che esprimono emozioni e i danzatori voci danzanti.
La ricerca vuole trovare un vocabolario comune tra questi due mondi, così attigui ma spesso ancora distanti, giungendo, alla realizzazione di un lavoro autentico, superando, spero, i limiti che ancora ci sono tra parola e corpo.
Una ricerca incentrata sulla volontĂ  di realizzare, una pieces di teatrodanza.
Una ricerca volta alla scoperta di nuove possibilitĂ  del corpo danzante.
Una ricerca per attori e danzatori, tutti davanti allo stesso scopo: superare i propri limiti artistici.
Utilizzare la tecnica per interpretare un nuovo sé.
Una ricerca volta a superare il confine delle arti in aeree prestabilite.
Una rilettura in chiave contemporanea del ruolo del coro greco, nel quale va a narrarsi la storia tra gesto e parola
I temi trattati dalla sceneggiatura dell’Atleta di Koroibos, suggeriscono una somiglianza inquietante alla nostra contemporaneità.
Sulla scena si trasfigurano gli archetipi della natura umana, talvolta “neri universali” , ancora irrisolti oggi giorno, attraverso il linguaggio astratto del teatro danza per lasciare lo spettatore libero di riflettere sull’inamovibilità del tempo.

@@@

Quando: 2-3-4-5 giugno h. 21,00
Dove: Teatro allo Scalo, via dei Reti 36, 00185, Roma

Per prenotazioni, informazioni etc.
3392022970 06-83602262

ADRAMELEK THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro




ID: 13936  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: giovedě 26 maggio 2011 Ore: 17:06

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TEATRO ALLO SCALO
via dei Reti 36, 00185, Roma
2-5 giugno h. 21

MAC (MOLINARI ART CENTER)

http://www.molinariartcenter.it/


presenta

KOROIBOS, IL DOPATO DI OLIMPIA
Drammaturgia : Gennaro Francione
Regia : Giovanni Impellizzieri
Valentina Versino


con
Paola Bonazzi, Deborah Fedrigucci, Stefano Guerriero,
Valeria Loprieno, Federico Melis, Valerio Porleri, Giovanna Rovedo


L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle più alte cariche politiche.
L’opera s’inserisce in un progetto volto ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietà, di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour è cominciato all’Università La Sapienza di Roma ed è continuato a Supino, Nettuno(alla scuola di polizia), Monte San Giovanni, Pomezia.
Francione interviene come giudice drammaturgo per parlare direttamente ai giovani dei problemi giuridici e sociali connessi alla droga proponendo come terapia il teatro stesso.

NOTE DI REGIA

L’antichità ebbe nei miti e nelle tragedie la rivelazione costante dell’umanità che ha dovuto trasmigrare nelle divinità classiche, per dichiare sicuramente se stessa. Se al loro posto apparissero gli uomini,”umani troppo umani”, le vicende narrate sevirebbero a significare un episodio e non un costume di vita umana.
Ed ecco che inizia il viaggio di Koroibos, Corebo di Elide, che nell’VIII sec. a.c., fu il primo vincitore olimpico. Nella trasfigurazione di Francione Koroibos liberamente intepretato diventa l’atleta di Lussino che dalla “vita semplice, normale e bella” della sua isola, condurrà il giovane al “chiasso corruttore” di Olimpia. Viene così descritto non soltanto un attraversamento fisico-geografico, ma un vero e proprio viaggio dentro di sé, un esplorazione dei suoi paesaggi emotivi, dei suoi limiti, mentre incessantemente corre tra i suoi due emisferi.
Il viaggio è presto caratterizzato da forti contrasti e ambivalenze, da un lato l’Aretè, la virtù, i sani valori che la terra ispira, il “sano agonismo” propinato dagli stessi giochi olimpici, cui motto era: Citius, altius, fortius, ovvero "più veloce, più alto, più forte”, dall’altro il vizio, il sedentarismo, la depravazione, la pigrizia mentale e fisica, la fama, il successo, il denaro, e i “paradisi artificiali” dell’ergon eleusino. Koroibos, al quale nemmeno più la frescura del tramonto da sollievo, che “a quasi trent’anni si sente già canuto”, non appartenendo più a se stesso, voleva solo “cogliere i frutti della sua immagine”. La sua coscienza si lacera, sfalda e sdoppia in Pittaco, il poeta amante, che lo inizia ai Misteri Eleusini e all’ergon, e la madre Callipatera, complice di aver taciuto di fronte agli dei e alla legge la colpa segreta di Corebo. La scena diviene così il luogo della stratificazione di senso e di sé tramite il dialogo, quindi, allo stesso tempo, reale e fittizio a tratti onirico.
In chiusura, la coesistenza e coidentità di Koroibos-Pittaco, recidono per sempre gli steli di Callipatera: Koroibos, è rigenerato simbolicamente da un risucchio del grembo materno, da cui riesce dolorante per il matricidio ma rinnovato.
Il forzato trapasso di Callipatera per “mano amata” di Koroibos, se da un lato è fonte di “rinnovamento”, dall’altro indica solo il trampolino verso nuove nevrosi, generatesi dal peso del controllo dell’ansia e quel lato oscuro di sé coattamente messo a tacere.
Se da un lato, come diceva lo stesso Freud, la salute psichica è l’amore intelligente e non fanatico per la verità, dall’altro, la passione per la verità viene soffocata da risposte che hanno il peso dell’autorità indiscussa.
“oh se potessimo avere un mondo di pace perenne, con gare e giochi e gioie che non finiscono mai!”
… “ è tutto un sogno… chiudere gli occhi e le labbra… sognare…”

Il teatro e la danza si cercano e collaborano ormai da tempo, il progetto mira a trovare e sviluppare una vera sinergia ricca e presente, tra danza e teatro, dove gli attori sono corpi che esprimono emozioni e i danzatori voci danzanti.
La ricerca vuole trovare un vocabolario comune tra questi due mondi, così attigui ma spesso ancora distanti, giungendo, alla realizzazione di un lavoro autentico, superando, spero, i limiti che ancora ci sono tra parola e corpo.
Una ricerca incentrata sulla volontĂ  di realizzare, una pieces di teatrodanza.
Una ricerca volta alla scoperta di nuove possibilitĂ  del corpo danzante.
Una ricerca per attori e danzatori, tutti davanti allo stesso scopo: superare i propri limiti artistici.
Utilizzare la tecnica per interpretare un nuovo sé.
Una ricerca volta a superare il confine delle arti in aeree prestabilite.
Una rilettura in chiave contemporanea del ruolo del coro greco, nel quale va a narrarsi la storia tra gesto e parola
I temi trattati dalla sceneggiatura dell’Atleta di Koroibos, suggeriscono una somiglianza inquietante alla nostra contemporaneità.
Sulla scena si trasfigurano gli archetipi della natura umana, talvolta “neri universali” , ancora irrisolti oggi giorno, attraverso il linguaggio astratto del teatro danza per lasciare lo spettatore libero di riflettere sull’inamovibilità del tempo.

@@@

Quando: 2-3-4-5 giugno h. 21,00
Dove: Teatro allo Scalo, via dei Reti 36, 00185, Roma

Per prenotazioni, informazioni etc.
3392022970 06-83602262

ADRAMELEK THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro




ID: 13919  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: domenica 15 maggio 2011 Ore: 08:03

@@@@@@@@@@@@@

MAC (MOLINARI ART CENTER)

http://www.molinariartcenter.it/
sabato 21 maggio alle ore 20


presenta

KOROIBOS, IL DOPATO DI OLIMPIA
Drammaturgia : Gennaro Francione
Regia : Giovanni Impellizzieri
Valentina Versino


con
Paola Bonazzi, Deborah Fedrigucci, Stefano Guerriero,
Valeria Loprieno, Federico Melis, Valerio Porleri, Giovanna Rovedo


L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle piů alte cariche politiche.
L’opera s’inserisce in un progetto volto ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietŕ, di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour č cominciato all’Universitŕ La Sapienza di Roma ed č continuato a Supino, Nettuno(alla scuola di polizia), Monte San Giovanni, Pomezia.
Francione interviene come giudice drammaturgo per parlare direttamente ai giovani dei problemi giuridici e sociali connessi alla droga proponendo come terapia il teatro stesso.

NOTE DI REGIA

L’antichitŕ ebbe nei miti e nelle tragedie la rivelazione costante dell’umanitŕ che ha dovuto trasmigrare nelle divinitŕ classiche, per dichiare sicuramente se stessa. Se al loro posto apparissero gli uomini,”umani troppo umani”, le vicende narrate sevirebbero a significare un episodio e non un costume di vita umana.
Ed ecco che inizia il viaggio di Koroibos, Corebo di Elide, che nell’VIII sec. a.c., fu il primo vincitore olimpico. Nella trasfigurazione di Francione Koroibos liberamente intepretato diventa l’atleta di Lussino che dalla “vita semplice, normale e bella” della sua isola, condurrŕ il giovane al “chiasso corruttore” di Olimpia. Viene cosě descritto non soltanto un attraversamento fisico-geografico, ma un vero e proprio viaggio dentro di sé, un esplorazione dei suoi paesaggi emotivi, dei suoi limiti, mentre incessantemente corre tra i suoi due emisferi.
Il viaggio č presto caratterizzato da forti contrasti e ambivalenze, da un lato l’Aretč, la virtů, i sani valori che la terra ispira, il “sano agonismo” propinato dagli stessi giochi olimpici, cui motto era: Citius, altius, fortius, ovvero "piů veloce, piů alto, piů forte”, dall’altro il vizio, il sedentarismo, la depravazione, la pigrizia mentale e fisica, la fama, il successo, il denaro, e i “paradisi artificiali” dell’ergon eleusino. Koroibos, al quale nemmeno piů la frescura del tramonto da sollievo, che “a quasi trent’anni si sente giŕ canuto”, non appartenendo piů a se stesso, voleva solo “cogliere i frutti della sua immagine”. La sua coscienza si lacera, sfalda e sdoppia in Pittaco, il poeta amante, che lo inizia ai Misteri Eleusini e all’ergon, e la madre Callipatera, complice di aver taciuto di fronte agli dei e alla legge la colpa segreta di Corebo. La scena diviene cosě il luogo della stratificazione di senso e di sé tramite il dialogo, quindi, allo stesso tempo, reale e fittizio a tratti onirico.
In chiusura, la coesistenza e coidentitŕ di Koroibos-Pittaco, recidono per sempre gli steli di Callipatera: Koroibos, č rigenerato simbolicamente da un risucchio del grembo materno, da cui riesce dolorante per il matricidio ma rinnovato.
Il forzato trapasso di Callipatera per “mano amata” di Koroibos, se da un lato č fonte di “rinnovamento”, dall’altro indica solo il trampolino verso nuove nevrosi, generatesi dal peso del controllo dell’ansia e quel lato oscuro di sé coattamente messo a tacere.
Se da un lato, come diceva lo stesso Freud, la salute psichica č l’amore intelligente e non fanatico per la veritŕ, dall’altro, la passione per la veritŕ viene soffocata da risposte che hanno il peso dell’autoritŕ indiscussa.
“oh se potessimo avere un mondo di pace perenne, con gare e giochi e gioie che non finiscono mai!”
… “ č tutto un sogno… chiudere gli occhi e le labbra… sognare…”

Il teatro e la danza si cercano e collaborano ormai da tempo, il progetto mira a trovare e sviluppare una vera sinergia ricca e presente, tra danza e teatro, dove gli attori sono corpi che esprimono emozioni e i danzatori voci danzanti.
La ricerca vuole trovare un vocabolario comune tra questi due mondi, cosě attigui ma spesso ancora distanti, giungendo, alla realizzazione di un lavoro autentico, superando, spero, i limiti che ancora ci sono tra parola e corpo.
Una ricerca incentrata sulla volontŕ di realizzare, una pieces di teatrodanza.
Una ricerca volta alla scoperta di nuove possibilitŕ del corpo danzante.
Una ricerca per attori e danzatori, tutti davanti allo stesso scopo: superare i propri limiti artistici.
Utilizzare la tecnica per interpretare un nuovo sé.
Una ricerca volta a superare il confine delle arti in aeree prestabilite.
Una rilettura in chiave contemporanea del ruolo del coro greco, nel quale va a narrarsi la storia tra gesto e parola
I temi trattati dalla sceneggiatura dell’Atleta di Koroibos, suggeriscono una somiglianza inquietante alla nostra contemporaneitŕ.
Sulla scena si trasfigurano gli archetipi della natura umana, talvolta “neri universali” , ancora irrisolti oggi giorno, attraverso il linguaggio astratto del teatro danza per lasciare lo spettatore libero di riflettere sull’inamovibilitŕ del tempo.

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Quando: 21 maggio 2011 h. 20

Dove: MAC di via A. Losurdo 51 Roma

Informazioni e prenotazioni: 06 5574685
e-mail: mac@molinariartcenter.it
web: www.molinariartcenter.it

Su FB http://www.facebook.com/event.php?eid=153677068031300

ADRAMELEK THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro

SU FACE BOOK:

http://www.facebook.com/group.php?gid=106617610104&ref=ts






ID: 13835  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdě 25 marzo 2011 Ore: 10:47




ID: 13833  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: venerdě 25 marzo 2011 Ore: 09:25

KOROIBOS, L'ATLETA DI LUSSINO, TEATRO-DANZA ALL'AUDITORIUM PAOLO STEFANELLI
Teatro 19 - Auditorium "Paolo Stefanelli"
via Taverna , 97 Roma
http://www.teatro19.it/

sabato 2 aprile alle ore 20.30 -
domenica 3 aprile alle ore18,00

presenta

KOROIBOS, L’ATLETA DI LUSSINO
Drammaturgia : Gennaro Francione
Regia : Giovanni Impellizzieri
Valentina Versino

con
Paola Bonazzi, Deborah Fedrigucci, Stefano Guerriero ,
Valeria Loprieno, Federico Melis, Valerio Porleri, Giovanna Rovedo

L’atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle piů alte cariche politiche.
L’opera s’inserisce in un progetto volto ad affrontare i problemi giovanili (in particolare, appunto, il disagio sociale e la droga) con i giovani stessi in un contesto di solidarietŕ, di reciproco scambio di idee e di esperienze. Il tour č cominciato all’Universitŕ La Sapienza di Roma ed č continuato a Supino, Nettuno(alla scuola di polizia), Monte San Giovanni, Pomezia.
Francione interviene come giudice drammaturgo per parlare direttamente ai giovani dei problemi giuridici e sociali connessi alla droga proponendo come terapia il teatro stesso.

NOTE DI REGIA

L’antichitŕ ebbe nei miti e nelle tragedie la rivelazione costante dell’umanitŕ che ha dovuto trasmigrare nelle divinitŕ classiche, per dichiare sicuramente se stessa. Se al loro posto apparissero gli uomini,”umani troppo umani”, le vicende narrate sevirebbero a significare un episodio e non un costume di vita umana.
Ed ecco che inizia il viaggio di Koroibos, Corebo di Elide, che nell’VIII sec. a.c., fu il primo vincitore olimpico. Nella trasfigurazione di Francione Koroibos liberamente intepretato diventa l’atleta di Lussino che dalla “vita semplice, normale e bella” della sua isola, condurrŕ il giovane al “chiasso corruttore” di Olimpia. Viene cosě descritto non soltanto un attraversamento fisico-geografico, ma un vero e proprio viaggio dentro di sé, un esplorazione dei suoi paesaggi emotivi, dei suoi limiti, mentre incessantemente corre tra i suoi due emisferi.
Il viaggio č presto caratterizzato da forti contrasti e ambivalenze, da un lato l’Aretč, la virtů, i sani valori che la terra ispira, il “sano agonismo” propinato dagli stessi giochi olimpici, cui motto era: Citius, altius, fortius, ovvero "piů veloce, piů alto, piů forte”, dall’altro il vizio, il sedentarismo, la depravazione, la pigrizia mentale e fisica, la fama, il successo, il denaro, e i “paradisi artificiali” dell’ergon eleusino. Koroibos, al quale nemmeno piů la frescura del tramonto da sollievo, che “a quasi trent’anni si sente giŕ canuto”, non appartenendo piů a se stesso, voleva solo “cogliere i frutti della sua immagine”. La sua coscienza si lacera, sfalda e sdoppia in Pittaco, il poeta amante, che lo inizia ai Misteri Eleusini e all’ergon, e la madre Callipatera, complice di aver taciuto di fronte agli dei e alla legge la colpa segreta di Corebo. La scena diviene cosě il luogo della stratificazione di senso e di sé tramite il dialogo, quindi, allo stesso tempo, reale e fittizio a tratti onirico.
In chiusura, la coesistenza e coidentitŕ di Koroibos-Pittaco, recidono per sempre gli steli di Callipatera: Koroibos, č rigenerato simbolicamente da un risucchio del grembo materno, da cui riesce dolorante per il matricidio ma rinnovato.
Il forzato trapasso di Callipatera per “mano amata” di Koroibos, se da un lato č fonte di “rinnovamento”, dall’altro indica solo il trampolino verso nuove nevrosi, generatesi dal peso del controllo dell’ansia e quel lato oscuro di sé coattamente messo a tacere.
Se da un lato, come diceva lo stesso Freud, la salute psichica č l’amore intelligente e non fanatico per la veritŕ, dall’altro, la passione per la veritŕ viene soffocata da risposte che hanno il peso dell’autoritŕ indiscussa.
“oh se potessimo avere un mondo di pace perenne, con gare e giochi e gioie che non finiscono mai!”
… “ č tutto un sogno… chiudere gli occhi e le labbra… sognare…”

Il teatro e la danza si cercano e collaborano ormai da tempo, il progetto mira a trovare e sviluppare una vera sinergia ricca e presente, tra danza e teatro, dove gli attori sono corpi che esprimono emozioni e i danzatori voci danzanti.
La ricerca vuole trovare un vocabolario comune tra questi due mondi, cosě attigui ma spesso ancora distanti, giungendo, alla realizzazione di un lavoro autentico, superando, spero, i limiti che ancora ci sono tra parola e corpo.
Una ricerca incentrata sulla volontŕ di realizzare, una pieces di teatrodanza.
Una ricerca volta alla scoperta di nuove possibilitŕ del corpo danzante.
Una ricerca per attori e danzatori, tutti davanti allo stesso scopo: superare i propri limiti artistici.
Utilizzare la tecnica per interpretare un nuovo sé.
Una ricerca volta a superare il confine delle arti in aeree prestabilite.
Una rilettura in chiave contemporanea del ruolo del coro greco, nel quale va a narrarsi la storia tra gesto e parola
I temi trattati dalla sceneggiatura dell’Atleta di Koroibos, suggeriscono una somiglianza inquietante alla nostra contemporaneitŕ.
Sulla scena si trasfigurano gli archetipi della natura umana, talvolta “neri universali” , ancora irrisolti oggi giorno, attraverso il linguaggio astratto del teatro danza per lasciare lo spettatore libero di riflettere sull’inamovibilitŕ del tempo.

Prenotazioni
Segreteria del Teatro: 06.3058454 - 328.4070000

Altre informazioni

http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=199269990094286
http://www.facebook.com/event.php?eid=199269990094286#!/event.php?eid=186096011435149

Manifesto http://www.antiarte.it/adramelekteatro/manifesto51.htm


ADRAMELEK THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro




ID: 13252  Intervento da: Gennaro Francione  - Email: azuz@inwind.it  - Data: domenica 8 agosto 2010 Ore: 08:56

KOROIBOS IL DOPATO DI OLIMPIA A SPERLONGA

Dove: stabilimento balneare "Lido Costadoro" Sperlonga (Latina) via Flacca, 54
Quando: 20 agosto 2010 ore 20,30
Rassegna Mare Art- festival dello Spettacolo Ideata da Vincenzo Palazzo

Va in scena

KOROIBOS IL DOPATO DI OLIMPIA di G. Francione con Alberto Ruocco (Koroibos) e Francione (Pittaco). Regia di Alberto Ruocco

Da "Apoxiomenos" di Gennaro Francione č stato estratto KOROIBOS IL DOPATO DI OLIMPIA. Il pezzo verrŕ interpretato in modo del tutto singolare da ALBERTO RUOCCO, il quale, su input di Francione-Pittaco, reciterŕ il monologo a seguito di una performance ginnica su musica di Vangelis.

Nella piéce l'atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivism...o senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle piů alte cariche politiche.

Fa da contrappunto a Koroibos la madre Callipatera, la sua coscienza, la quale gli rammenta l'onore del padre defunto, pescatore e persona giusta tanto da diventare capo del villaggio.

Il trait d'union č Pittaco, poeta cantore della semidivinitŕ dell'atleta. Figura melliflua e amante di Koroibos, egli oscilla tra la poesia moralistica e la funzione di mistagogo, pronto a somministrare bevande che portino al contatto con l'Olimpo degli dei e dello sport.

La storia della vittoria si svolge fino al drammatico scontro di Koroibos con la madre invano protesa alla ricerca di una via di salvezza lontana dalla droga, dal lusso e dagli eccessi. Il ritorno all'isola della semplicitŕ di Lussino rimarrŕ una vaga chimera aggirantesi tra il sangue sparso degli affetti primari elusi.

Tutto lŕ tra Olimpia e i sacri misteri di Eleusi.

Ingresso libero. Parcheggio gratuito.

Per altre informazioni
0771549450
uff. stampa Nunzia Mastroianni 3290293786

Rif. web
www.myspace.com/checosasonolenuvole
http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=124948850884934&ref=mf
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/lido_costadoro.htm






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