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Argomento presente: « Ma Beppe Grillo è un comico? » | ||||||
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ID: 7149 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
giovedì 20 settembre 2007 Ore: 15:54
SI DICE "QUELLI CHE CONTANO", MA CHI CONTANO VERAMENTE I POVERI O I RICCHI? E' emblematica la risposta di Beppe Grillo ad un giornalista: Io non dico nulla di nuovo, non invento e non creo nulla, sono solo lo specchio della realtà, il detonatore di una realtà italiana insostenibile che sta sotto gli occhi di tutti. Prima di parlare di e carnefici e vittime, ascoltiamo colui che disse di dividere la società in due categorie essenziali: chi fa subire e chi subisce. Allora si deve parlare di chi comanda e di chi ubbidisce, di chi sfoggia e di chi desidera, di chi parla e di chi ascolta, di chi recita e di chi assiste. Ebbene: chi comanda è lo stato, chi parla sino i media, chi sfoggia sono i ricchi, chi recita sono gli attori. Il popolo, specie quello proletario fa parte della seconda categoria di esseri umani, quella che ubbidisce, ascolta, desidera e assiste. Ora è bene domandarsi chi è sovrana la categoria ristretta di quelli che fanno subire: chi comanda, chi sfoggia, chi parla e chi recita; oppure quella allargata che subisce: che ubbidisce, che ascolta, che desidera e che assiste? 1) Se il popolo specie quello proletario non esistesse il mondo sarebbe quasi disabitato. 2) Lo stato chi comanderebbe? 3) I media a chi parlerebbero? 4) I ricchi a chi sfoggerebbero? 5) Gli attori a chi reciterebbero? Senza il popolo, specie quello proletario, che rappresenta la maggioranza dell'umanità, la categoria ristretta di quelli che fanno subire non avrebbe ragione di esistere. Perché il popolo sovrano viene così vessato? Luigi Mari |
ID: 7144 Intervento
da:
Vito D'Adamo
- Email:
Viad37@online.de
- Data:
mercoledì 19 settembre 2007 Ore: 18:11
ADESSO DICO LA MIA Vi ricordate, cari amici, della rubrichetta, che appariva su "CANDIDO", tenuta da Giovannino Guareschi: "VISTO DA DESTRA, VISTO DA SINISTRA", in cu un fatto era interpretato in modo diametralmente opposto? Su Grillo, di questi tempi se ne leggono di tutti i colori. a conferma del ricorso alla categoria dei "VISTO", di cui sopra. Invio un contributo, seppure indiretto, alla discussione: un articolo, apparso in questi giorni. E prassi democratica la libertà di esporre le proprie idee liberamente; è condizione primaria perché la democrazia possa esistere. GRILLO FA LE LISTE CIVICHE: AVRANNO IL MIO BOLLINO: Il comico aveva detto: «Io sono per eliminare i partiti, non per farli». Ora propone ai «cittadini incensurati di candidarsi alle elezioni comunali» - Il popolo del V-Day si divide. Rutelli e Veltroni: la risposta all’antipolitica è il coraggio delle riforme ROMA - Dopo aver scosso il mondo della politica con il suo V-day, Beppe Grillo lancia dal suo blog le liste civiche per le prossime elezioni comunali. «I cittadini - scrive il comico genovese sul suo sito internet - devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli». Quindi la considerazione che «i Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi», accompagnata dall’invito che «dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche. Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno - preannuncia Grillo - avranno la certificazione di trasparenza ”beppegrillo.it“». Tra questi requisiti il guru dell’antipolitica mette in prima linea «il non essere iscritti ai partiti ed essere incensurati». Nella foto a lato: Vito D'Adamo torrese dalla Germania La nuova iniziativa del comico si scontra però con un’accoglienza non unanime tra i numerosi frequentatori del suo blog. Non sono in pochi a vederci una contraddizione con il proposito più volte ribadito al comico di «eliminare i partiti e non farne di nuovi». Ivo S. scrive che «l’idea di veder sorgere decine di liste nel Paese dei mille partitini mi fa rabbrividire». C’è chi rivolge un sommesso invito: «Beppe, per favore, ora datti una calmata. Non ti allargare troppo che rischi di sciupare tutto». «Creare prima un’altra Italia - è la raccomandazione di Fabio A. - non partecipare all’agonia di quella che già esiste». A Grillo, specie dopo gli applausi raccolti alla Festa dell’Unità a Milano, replicano anche vari leader politici. Walter Veltroni non nomina direttamente il comico, ma un passaggio del suo discorso a Sant’Arcangelo sembra indirizzato proprio a lui: «Si parla dell’antipolitica e c’è nell’anima del Paese una sensazione di insofferenza, ma se diventa ideologia di contestazione della politica non ha senso. Noi dobbiamo avvertire questo sentimento di malessere per dare ad esso una risposta razionale allentando la pressione della politica e dei partiti sui gangli della vita del Paese. La nostra motivazione deve essere l’innovazione, avere il coraggio delle riforme». E sulle riforme è centrata la ricetta per combattere l’antipolitica di Francesco Rutelli che assegna al nascente Partito democratico il compito, «attraverso la semplificazione della politica, di guidare il cammino per recuperare il rapporto tra i cittadini e la politica stessa, che oggi è in crisi». Replica direttamente allo showman genovese il ministro Paolo Gentiloni, il quale afferma di temere che «seguendo le proposte con cui Grillo intercetta il malcontento popolare si rischi di passare dalla padella nella brace». L’attacco di Beppe Grillo ai partiti viene respinto anche da Massimo D’Alema: «Quello che si è manifestato con Grillo è un sintomo che non si può non vedere e sarebbe sbagliato non comprenderne le ragioni. Però le risposte che lui fornisce - dice il ministro degli Esteri - non sono convincenti. E’ sbagliato distruggere i partiti. Semmai la risposta giusta è ricostruirli». Secondo D’Alema, anche alla luce di quanto è accaduto in Italia con la crisi del ’92, «dove scompaiono i partiti, o comandano i militari o comandano le Tv o comanda il denaro. Non è mai successo che comandino i cittadini». Convinzione simile è quella di Fausto Bertinotti, che mette in guardia dalle «proteste populistiche che portano a governi tecnocratici». Tra i pochi a solidarizzare pienamente con Grillo e con la sua proposta di liste civiche è Antonio Di Pietro: «Finalmente una novità nel panorama politico italiano - dice il ministro delle Infrastrutture - il rilancio delle liste civiche a partire dalle prossime comunali non può essere tacciato di antipolitica. E’ invece proprio l’espressione di vera democrazia diretta in quanto la partecipazione nasce dal basso, lasciando al cittadino la libertà di organizzarsi in proprio. E in questo modo - conclude Di Pietro - che si dà luogo al ricambio generazionale della classe politica italiana». R.P. im 17 (riportato dal webgiornale della de.it.press, in data 18.09.07). Ciao, statemi bene. NONNOVITO. |
ID: 7110 Intervento
da:
francesco raimondo
- Email:
ciccioraimondo@fastwebnet.it
- Data:
domenica 16 settembre 2007 Ore: 19:01
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