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Argomento presente: « Ma Beppe Grillo è un comico? »
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ID: 7065  Discussione: Ma Beppe Grillo è un comico?

Autore: francesco raimondo  - Email: ciccioraimondo@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: domenica 7 ottobre 2007 Ore: 22:46

MA BEPPE GRILLO E’ UN COMICO ?

La risposta italiana alla cattiva politica.

Sia da Destra che da Sinistra Beppe Grillo sta ricevendo le “dovute” critiche alla sua “plateale” iniziativa. Il commento suo è stato: “I partiti non hanno capito”.
Eh, no, caro Beppe, i partiti (lettera minuscola voluta) hanno capito fin troppo bene! Se mai i cittadini sono quelli che non hanno capito e tra questi io includerei anche Te, valente promotore.
Sono anni ormai che con lodevole caparbia stai tentando di seguire una via “civile” contro lo strapotere di una politica che ha fatto della sua “debolezza” un’arma formidabile.
Caro amico, tu che sei uomo di teatro, come a me sembra di ricordare, sai bene che con lo sberleffo e con la pernacchia non è che si possa ottenere gran che specie in tempo di pace e contro degli italiani che da altri italiani sono stati istallati nel Palazzo e posti ai vertici del “Sistema”.
Solo un politico “anomalo, che si è trovato ad abbracciare questa “carriera” dopo essere stato “accantonato” da quella Magistratura di cui faceva parte quando “Mani pulite”, per necessità “dovette tramontare”, è sceso in piazza perché forse attratto dal richiamo di quella parola magica:“Pulito” che ha fatto la sua fortuna e che per i più evoca soltanto i detersivi nostrani come Dash, Dixan e sapone di Marsiglia.
Beppe Grillo e i Trecentomila firmatari della sacrosanta richiesta di una legge che interdica a pregiudicati, a qualsivoglia titolo, l’accesso al Palazzo e quindi al “Potere” non vanno assolutamente ignorati.
Non mi pare che il Dott. Casini o qualche altro politico abbiano fatto un solo cenno nel criticare l’iniziativa circa la giustezza della causa. Essi si sono limitati a porre l’accento sul “modo” di procedere del comico genovese tentando così di sminuirne il valore. Avrebbero, però, dovuto per prima dire che non erano giuste le richieste dei Trecentomila e motivare la loro opinione e non attardarsi pretestuosamente sulla legittimità dei modi della protesta.
Stiano bene in guardia i cosiddetti “giovani nuovi politici” che si affacciarono sui ruderi di un sistema politico che cadde oltre che per la sua fracidezza soprattutto per lo spostamento d’aria conseguente all’abbattimento del famigerato “muro di Berlino” ed in ritardo rispetto alla società civile allora come oggi.
Questo è, infatti, un sistema politico che arranca dietro alla società civile e che è lungi dall’essere davanti a tirare come fa la locomotiva. Esso sembra piuttosto rappresentare la classica “palla al piede”.
Dopo “mani pulite” si sarebbe dovuto e potuto porre in essere un sistema elettorale all’inglese con l’ ”uninominale secco” che però si è preferito, non si sa perché, lasciare in - applicato in tutte le sue parti. Le teste d’uovo adesso propongono per noi italiani il sistema elettorale “tedesco”.
Prego, non si potrebbe crearne, invece, uno tutto italiano? Siamo o non siamo un popolo di creativi!!!
Ogni nazione ha le sue particolarità, le sue caratteristiche per cui, come per gli abiti ci vuole un buon sarto che ne confezioni uno che per misura, per stile, per forma, per colore ecc.. sia adeguato alla persona così, per le nostre italiche caratteristiche, se ne dovrà creare uno “all’italiana”: Esso dovrà essere sobrio, semplice, intelligibile, senza orpelli, senza possibilità di essere frainteso, efficace come la pietra che Davide scagliò sulla fronte di Golia, come il sasso lanciato da Balilla. Lo si pensi con queste caratteristiche e l’Italia avrà il motore adatto per partire e magari guadagnare il tempo perduto.
Quando Beppe Grillo ed i Trecentomila firmano il documento di “Parlamento Pulito” esprimono sì una necessità, ripeto sacrosanta, ma spero che siano anche consapevoli che si può essere “incensurati” formalmente, ma inclini, non per natura, ma per cultura a seguire la via della sopraffazione verso l’altro per utile di parte (leggi di partito) o personale. Come a tutti è noto non si può fare il processo all’intenzione, ma si possono e si devono valutare con il bilancino dell’orefice le persone a cui affidare l’Amministrazione della cosa pubblica.
Le persone che inclinano “nella maniera di cui sopra”, purtroppo, sono i più.
Eletti con un sistema balordo si mostrano da subito per quelli che realmente sono a partire dai Consigli Comunali, Provinciali e Regionali per finire poi sui dorati scranni di Camera e di Senato Il vigente sistema elettorale ha sì dato ossigeno e vitalità ai “partiti politici” ma questi non sono più quelli di una volta avendo assunto nel frattempo un carattere quasi privato, di clan, di paranza dove i più intraprendenti e spregiudicati, a partire sempre dagli Enti locali, riescono ad occupare i posti di potere in barba a qualsiasi principio di democrazia così come noi vorremmo che fosse. E per questo poi sia a Sinistra che a Destra si cerca di correre ai ripari con proposte varie di unificazioni e matrimoni di interesse tra consanguinei pensando che in questo modo si possa rimediare in qualche modo alla ingovernabilità della Nazione. Essi vogliono curare l’estetica della pianta e non si accorgono che la malattia sta nelle radici. E con questo si costringe Beppe Grillo a scendere in piazza a fare il “Pulcinella” e a scomodare Don Pippo “Calogero” Baudo che si vanta di averlo scoperto e che si preoccupa, ora, perché quest’ultimo nella sua intrapresa “si potrebbe far male”.



Dott. Francesco Raimondo
 
 
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ID: 7149  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: giovedì 20 settembre 2007 Ore: 15:54


SI DICE "QUELLI CHE CONTANO", MA
CHI CONTANO VERAMENTE I POVERI O I RICCHI?

E' emblematica la risposta di Beppe Grillo ad un giornalista:
Io non dico nulla di nuovo, non invento e non creo nulla, sono solo lo specchio della realtà, il detonatore di una realtà italiana insostenibile che sta sotto gli occhi di tutti.

Prima di parlare di e carnefici e vittime, ascoltiamo colui che disse di dividere la società in due categorie essenziali: chi fa subire e chi subisce. Allora si deve parlare di chi comanda e di chi ubbidisce, di chi sfoggia e di chi desidera, di chi parla e di chi ascolta, di chi recita e di chi assiste.
Ebbene: chi comanda è lo stato, chi parla sino i media, chi sfoggia sono i ricchi, chi recita sono gli attori.

Il popolo, specie quello proletario fa parte della seconda categoria di esseri umani, quella che ubbidisce, ascolta, desidera e assiste.
Ora è bene domandarsi chi è sovrana la categoria ristretta di quelli che fanno subire: chi comanda, chi sfoggia, chi parla e chi recita; oppure quella allargata che subisce: che ubbidisce, che ascolta, che desidera e che assiste?


1) Se il popolo specie quello proletario non esistesse il mondo sarebbe quasi disabitato.
2) Lo stato chi comanderebbe?
3) I media a chi parlerebbero?
4) I ricchi a chi sfoggerebbero?
5) Gli attori a chi reciterebbero?

Senza il popolo, specie quello proletario, che rappresenta la maggioranza dell'umanità, la categoria ristretta di quelli che fanno subire non avrebbe ragione di esistere.
Perché il popolo sovrano viene così vessato?



Luigi Mari


ID: 7144  Intervento da: Vito D'Adamo  - Email: Viad37@online.de  - Data: mercoledì 19 settembre 2007 Ore: 18:11

ADESSO DICO LA MIA

Vi ricordate, cari amici, della rubrichetta, che appariva su "CANDIDO", tenuta da Giovannino Guareschi: "VISTO DA DESTRA, VISTO DA SINISTRA", in cu un fatto era interpretato in modo diametralmente opposto? Su Grillo, di questi tempi se ne leggono di tutti i colori. a conferma del ricorso alla categoria dei "VISTO", di cui sopra. Invio un contributo, seppure indiretto, alla discussione: un articolo, apparso in questi giorni. E prassi democratica la libertà di esporre le proprie idee liberamente; è condizione primaria perché la democrazia possa esistere.

GRILLO FA LE LISTE CIVICHE: AVRANNO IL MIO BOLLINO:

Il comico aveva detto: «Io sono per eliminare i partiti, non per farli». Ora propone ai «cittadini incensurati di candidarsi alle elezioni comunali» - Il popolo del V-Day si divide. Rutelli e Veltroni: la risposta all’antipolitica è il coraggio delle riforme

ROMA - Dopo aver scosso il mondo della politica con il suo V-day, Beppe Grillo lancia dal suo blog le liste civiche per le prossime elezioni comunali. «I cittadini - scrive il comico genovese sul suo sito internet - devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli». Quindi la considerazione che «i Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi», accompagnata dall’invito che «dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche. Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno - preannuncia Grillo - avranno la certificazione di trasparenza ”beppegrillo.it“». Tra questi requisiti il guru dell’antipolitica mette in prima linea «il non essere iscritti ai partiti ed essere incensurati».

Nella foto a lato: Vito D'Adamo torrese dalla Germania

La nuova iniziativa del comico si scontra però con un’accoglienza non unanime tra i numerosi frequentatori del suo blog. Non sono in pochi a vederci una contraddizione con il proposito più volte ribadito al comico di «eliminare i partiti e non farne di nuovi». Ivo S. scrive che «l’idea di veder sorgere decine di liste nel Paese dei mille partitini mi fa rabbrividire». C’è chi rivolge un sommesso invito: «Beppe, per favore, ora datti una calmata. Non ti allargare troppo che rischi di sciupare tutto». «Creare prima un’altra Italia - è la raccomandazione di Fabio A. - non partecipare all’agonia di quella che già esiste».
A Grillo, specie dopo gli applausi raccolti alla Festa dell’Unità a Milano, replicano anche vari leader politici. Walter Veltroni non nomina direttamente il comico, ma un passaggio del suo discorso a Sant’Arcangelo sembra indirizzato proprio a lui: «Si parla dell’antipolitica e c’è nell’anima del Paese una sensazione di insofferenza, ma se diventa ideologia di contestazione della politica non ha senso. Noi dobbiamo avvertire questo sentimento di malessere per dare ad esso una risposta razionale allentando la pressione della politica e dei partiti sui gangli della vita del Paese. La nostra motivazione deve essere l’innovazione, avere il coraggio delle riforme». E sulle riforme è centrata la ricetta per combattere l’antipolitica di Francesco Rutelli che assegna al nascente Partito democratico il compito, «attraverso la semplificazione della politica, di guidare il cammino per recuperare il rapporto tra i cittadini e la politica stessa, che oggi è in crisi».
Replica direttamente allo showman genovese il ministro Paolo Gentiloni, il quale afferma di temere che «seguendo le proposte con cui Grillo intercetta il malcontento popolare si rischi di passare dalla padella nella brace». L’attacco di Beppe Grillo ai partiti viene respinto anche da Massimo D’Alema: «Quello che si è manifestato con Grillo è un sintomo che non si può non vedere e sarebbe sbagliato non comprenderne le ragioni. Però le risposte che lui fornisce - dice il ministro degli Esteri - non sono convincenti. E’ sbagliato distruggere i partiti. Semmai la risposta giusta è ricostruirli». Secondo D’Alema, anche alla luce di quanto è accaduto in Italia con la crisi del ’92, «dove scompaiono i partiti, o comandano i militari o comandano le Tv o comanda il denaro. Non è mai successo che comandino i cittadini». Convinzione simile è quella di Fausto Bertinotti, che mette in guardia dalle «proteste populistiche che portano a governi tecnocratici». Tra i pochi a solidarizzare pienamente con Grillo e con la sua proposta di liste civiche è Antonio Di Pietro: «Finalmente una novità nel panorama politico italiano - dice il ministro delle Infrastrutture - il rilancio delle liste civiche a partire dalle prossime comunali non può essere tacciato di antipolitica. E’ invece proprio l’espressione di vera democrazia diretta in quanto la partecipazione nasce dal basso, lasciando al cittadino la libertà di organizzarsi in proprio. E in questo modo - conclude Di Pietro - che si dà luogo al ricambio generazionale della classe politica italiana». R.P. im 17 (riportato dal webgiornale della de.it.press, in data 18.09.07).


Ciao, statemi bene. NONNOVITO.


ID: 7110  Intervento da: francesco raimondo  - Email: ciccioraimondo@fastwebnet.it  - Data: domenica 16 settembre 2007 Ore: 19:01

BEPPE GRILLO
E IL SUO BLOG

Beppe Grillo al Parlamento Europeo
(ATTENZIONE FILM DI BEN: 72 MINUTI

VAFFANCULA DAY DI BOLOGNA


PER RIDERE VAFFANCULO DAY

Beppe Grillo V-DAY - Papa Ratzinger per il Vaffanculo day


V-Day Beppe Grillo Villa Fidelia Vaffanculo Day

Beppe Grillo: VAFFANCULO ALLE BANCHE! 2 ( V DAY


Beppe Grillo: Vaffanculo a Tronchetti Provera!!! (V DAY)

Vaffanculo day 8 settembre con Beppe Grillo

V-day - Precariato - prof. Ichino VAFFANCULO!


Vaffanculo day: Pannella su Beppe Grillo


BEPPE GRILLO
E' UN COMICO?

Chiedendo scusa sempre a quei quattro o cinque lettori che hanno la pazienza di seguire quest’argomento di discussione da me proposto: ”Beppe grillo è un comico?, pongo l’accento sul fatto che a poco a poco si sta delineando, giorno dopo giorno, il contorno più chiaro del “programma politico” del cittadino Beppe Grillo.
Egli, come lo scrivente aveva evidenziato all’inizio della proposta di discussione, pone anch’egli l’accento proprio sulla necessità di incominciare a far pulizia dai Consigli Comunali.
Infatti è proprio in essi che il cittadino prima di sentirsi “italiano” fa la sua esperienza di uomo politico e si sentirà, come si sente, prima, poniamo il caso dei meridionali, e nella fattispecie di noi, si sente per prima “torrese” di Torre del Greco, poi napoletano, poi ancora campano ed infine, italiano del meridione. Lo stesso vale ovviamente per gli italiani di Centro e per quelli del Settentrione.
Quando però diciamo che la nostra storia si fonda sui Comuni, l’Italia dei Campanili, non dobbiamo pensare ai Comuni medioevali. Noi dobbiamo piuttosto pensare ai comuni dell’Italia postunitaria. E’ infatti in essi che si sviluppa tutta quanta la drammatica storia nazionale più recente. In essi i nostri avi hanno iniziato un percorso politico più o meno consapevole, in essi hanno potuto sperimentare, personalmente, come avviene anche a noi, senza andare nemmeno nel comune vicino, quanto fosse difficile organizzare e reggere un sistema di convivenza civile, nel rispetto delle Leggi e soprattutto della dignità di ciascuno.
Il governo dei Comuni quasi sempre è speculare a quello delle Regioni di appartenenza e, a salire, rispecchia fedelmente anche quello nazionale. Ecco perché Grillo, giustamente, pensa che la pianta va sanata dalla radice. Le radici del Governo nazionale sono infatti gli Enti locali che da una trentina di anni a questa parte non sono più il luogo romantico fatto di Anagrafe, di Viabilità e di E C A (Ente comunale di Assistenza e…… beneficenza) di Ufficio veterinario, di Annona ecc. piccole ed onorifiche incombenze.
No gli Enti locali sono diventate vere e proprie Amministrazioni nel senso che per prima cosa viene amministrato il pubblico danaro. Nei comuni, specie nei piccoli ci si conosce personalmente e forse le loro amministrazioni, pur risentendo dei disagi “sistemici”dovuti alla politica nazionale, ripeto forse, potrebbero anche funzionare in maniera decente, in quanto le persone, perché poche, si possono più facilmente auto controllarsi indipendentemente dai colori di appartenenza. I dolori di pancia iniziano negli Enti locali di una qualche consistenza. E’ in questi ultimi che, come dice il tecnico delle lavatrici, non si è usato il Calfort e quindi si sono create le “incrostazioni di calcare” che ne hanno compromesso il meccanismo. Ecco, il rimedio per il calcare ce lo raccomanda Grillo con il suo Vaffa!!
Sul suo blog: «I cittadini devono entrare in politica direttamente» Grillo, via libera alle liste civiche Le regole per ottenere la sua «certificazione»: non essere iscritti ai partiti ed essere incensurati.
Beppe Grillo (Newpress) ROMA - «Ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali». È la benedizione di Beppe Grillo ai seguaci del V-day. «I cittadini devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli», scrive Grillo nel suo blog. «I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi. Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l'acqua o mantenerla sotto il loro controllo. Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche. Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno la certificazione di trasparenza 'beppegrillo. it'».
REQUISITI - «Tra i requisiti ci saranno il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati. Le liste potranno comunque chiamarsi come gli pare ed essere autonome nella loro azione. Ci potranno anche essere più liste in una stessa città. Le liste certificate saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di scambiarsi informazioni ed esperienze attraverso una piattaforma comune online che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog».

Dott. Francesco Raimondo


Caro Ciccio, ti rispondo qui:
Da come ho capito dalla tua enfasi e dalla comune tendenza a filtrare le proposizione dell'oceano di parole Grillo, pensi che partire dal BASSO per guarire l'ALTO sia un'alternativa nuova e valida.
Io apprezzo Grillo e il suo lavoro di smottamento delle vergogne italiane, ma la storia ci ricorda che i tentativi di cambiamento dal basso ci sono già stati e si sono rivelate utopie, come l' "utopia comunista" ecc.: (Rivoluzione russa, rivoluzione francese, ecc.).
Se al vertice ci sono cento corrotti, nei comuni potrebbero essercene centomila, con gli "scambi" le complicità e le connivenze porta a porta.
Io ho sempre creduto che il male sociale non sta nei ruoli, ma nell'uomo. E l'uomo non lo prendi ne per la testa nè per la coda quando stringe nel pugno anche un minimo di potere. (Vedi i ricchi sui poveri nei contesti urbani e condominiali)
L'ideologia di Grillo è giusta come tutte le ideologie del mondo, quando sono sulla carta. Le barriere d'acciaio che hanno creato i magnate delle lobbies, dell'alto capitalismo e delle forze nucleari delle grandi potenze sono invalicabili. Nulla cambierà mai, anche partendo dal basso, perché la legge del più forte stronca qualsiasi rivoluzione.
Benvengano, comunque i Grillo e le democrazie che consentono di esprimersi e protestare, ma non bisogna farsi molte illusioni.

Luigi Mari


ID: 7104  Intervento da: Vito D'Adamo  - Email: Viad37@online.de  - Data: domenica 16 settembre 2007 Ore: 09:59

SEGNALAZIONE - Anche in Germania è dibattito aperto su Beppe Grillo: cfr i Webgiornali della de.it.press del 13 e del 14/16 sett. '07, che riportano diversi interventi, tra i quali la presa di posizione di Eugenio Scalfari su "La Repubblica" del 12.09.07.
Saluti a tutti e buona domenica. Nonnovito.

Vito D'Adamo
dalla Germania


ID: 7101  Intervento da: francesco raimondo  - Email: ciccioraimondo@fastwebnet.it  - Data: sabato 15 settembre 2007 Ore: 21:02


A PROPOSITO
DI GRILLO
A CURA DI CICCIO RAIMONDO

Mi sembra opportuno riportare nella discussione da me posta al centro dell’interesse di quei pochi lettori che vogliono seguire la stessa una intervista di Luca Gelmini sul Corriere della Sera, di stamani 15 settembre, a Marco Pannella. In essa il capo radicale, circa il problema del sistema elettorale, fa riferimento all’uninominale di cui ho scritto all’inizio della discussione, non solo, ma sostiene, come me, che si può essere incensurati ma allo stesso tempo dei veri e propri fetenti.
Vuo’ verè che Marctiell si legge pur’isso u Forum? Saludos, amicos !!

Intervista al leader storico dei radicali sul fenomeno del V-day



Paolo Mieli Direttore del Corriere della Sera.
L'intervista è di Luca Gelmini del Corriere



- Pannella: «Grillo ti sfida in Rete».

«Beppe fa parte di questa politica, italianissima e per nulla democratica».
E poi rilancia: «Confrontiamoci sul web, con regole chiare. I miei vaffa? Mai con odio»

- Marco Pannella, parliamo del fenomeno Grillo. L'ondata grillista travolgerà la politica, come mette in guardia il leader di An Fini?

«Travolgerebbe se stesso: Grillo è questa politica. Italianissima, come per molti aspetti è la Lega. Come il regime erede di quello fascista; post-fascista e niente affatto democratico, dove l'unica legge costituzionale effettivamente vigente è quella dell'arbitrio oligarchico, il cui potere si fonda e produce illegalità, violenza. In che cosa Grillo sarebbe peggiore di loro?».

- Grillo dice che i partiti «li vuole distruggere», li definisce «partiti cancro». Combatte a suo modo la partitocrazia, come fate da anni voi radicali. Oppure è tutta un'altra storia?

«E li vuole sostituire con che cosa? Il “farla finita con…”, in genere, viene da esistenze che finiscono; le loro campane suonano anche per loro stessi. Il progetto, la storia di cinquant'anni del Partito Radicale e della sua galassia non ha proprio nulla di sfascista, ancor meno, se possibile, che di fascista. In poche migliaia di organizzati continuiamo a conquistare a questo Paese, pur nell'antidemocrazia e la corruzione nelle quali è immerso, leggi e profonde consapevolezze che ne salvano, sanano i concreti vissuti. Fondamenti di speranze e di religiosità forti, positivi con le sue uscite provocatorie, Grillo ha indubbiamente intercettato una sana indignazione che si leva dalla base contro la Casta. Come fare a non buttare il bambino con l'acqua sporca? «Essere e far crescere "il bambino". Questo regime (ne parlo scientificamente, tecnicamente) ha bisogno vitale di acqua sporca, e di eliminare la vita che pur contiene. Noi della galassia della Resistenza radicale e della speranza di Riforma, di Rivoluzione laica e liberale siamo condannati alla clandestinità, che aborriamo. Siamo stremati. Ma anche sorretti e sospinti dalla lenta continuità che ci attraversa, dal Dna laico della Religione della libertà. Grillo? Vedremo… Ma».

- Il «grillismo» è un fenomeno di sinistra o di destra? Insomma, Grillo pesca più consensi tra gli elettori delusi del centrosinistra o tra quelli del centrodestra desiderosi di rivalsa?

«Direi fra tutti i delusi, i nauseati, i rabbiosi, che comprensibilmente vogliono “farla finita con…”, anziché concepire, mettere alla luce, far crescere il nuovo obiettivo che si spera, ama come opportuno, necessario. Mobilitarsi, unirsi così “contro” per distruggere il male, è proprio quello che questo regime, questa politica, questo potere impotente vogliono e producono».

- Alcune delle proposte di Grillo sono condivise da molti: il limite ai mandati parlamentari, l'ineleggibilità per i condannati in via definitiva, il ritorno al voto di preferenza. Lei, che ne pensa?

«Tre poveri, miseri direi, obiettivi: il limite democratico è solo nella non rielezione da parte del popolo sovrano.


Ma in democrazia: dove ti affronti e confronti uno contro uno, all'uninominale anglosassone e americano, dal Presidente al consigliere di quartiere, al magistrato inquirente. In partitocrazia, invece, puoi «preferire» solo uno dei candidati che l'oligarchia ti propone. Personalmente preferirei poi riservare la elezione ai soli condannati che hanno espiato piuttosto che ai dilaganti innocenti moralisti che ci opprimono!».

- Grillo deciderà di fare il grande salto e candidarsi? Fonderà un suo partito?

«È irrilevante, sarebbe un Partito di più, né peggiore né migliore di questi altri, tutti".

- Che sia l'ex pm Di Pietro l'unico leader di spicco a essersi apertamente schierato con Grillo cosa sta a significare?

«Semplicemente che, ad oggi, il dipietrismo e il grillismo sono connotati comuni all'uno e all'altro, Tonino e Beppe».

- Come giudica l'atteggiamento tenuto in questa vicenda dal presidente Bertinotti, sulle prime conciliante con Grillo e poi più intransigente?
Quando in Italia, per una vacanza o per commercio, ho' sentito varie volte che noi americani siamo dei ciucci amanti del lavoro (e perche' no, del dollaro)

«Confuso e sterile. Accade a tutti, anche ai migliori; e ai maggiori».


Marco Pannella oggi


- Quali analogie ha il fenomeno del Vaffa-day con movimenti del passato anche recente: penso all'ondata "giustizialista" nata con Tangentopolio ai girotondi...

«A Tangentopoli, alle sue bastarde origini e conseguenze. Stavamo, noi radicali, con referendum, lotte parlamentari, nonviolente, compiendo un enorme lavoro di Riforma, morale ma anche legislativa, coinvolgendo il popolo, rendendolo attore. Hanno rovinato tutto. E continuano. I giudici oggi sono poderosa Casta, che toglie libertà e diritto innanzitutto a magistrati capaci, onesti ed effettivamente indipendenti. Assieme a politici imputati e condannati che proprio Tangentopoli con i suoi mezzi e la sua cultura ha di fatto consentito o obbligato a moltiplicarsi».

- Accetterebbe un dibattito pubblico con Grillo?

«In Rete, volentieri. Con regole chiare. Gli ho scritto tre mail. Una me la pubblicò. Le altre due, no. È un suo diritto».

- Sabato sera Grillo sarà ospite della festa dell'Unità a Milano, a parlare di corda in casa degli impiccati. Come verrà accolto dalla platea diessina dopo le feroci critiche mosse alla dirigenza della Quercia?

«Lo hanno invitato. A noi radicali mai, o quasi. È la risposta a questa sua domanda. "Corleonesi e Palermitani", d'altra parte, ammazzano, rubano, sono antropologicamente mafia unita di notte. Di giorno s'affrontano e combattono ferocemente. Per la spartizione del bottino, e per continuare a far scena, fino al tramonto».

- Di «vaffa» politici e non lei ne ha pronunciati non pochi (mi permetto di annotarlo…, ndr). Quel grido oggi all'indirizzo di chi lo leverebbe?

«Infatti io lo uso spesso e non fa scandalo. Perché mi accade quasi come l'intercalare nel calore di discussioni vere nelle quali si è uniti da dissensi che urge affrontare e superare, come: "ah scemo! Etc. etc.". Non come insulto nemico, e così la gente lo vive, lo intuisce. Se poi aggiungi "ti voglio distruggere", "eliminare", diventa anatema, odio. Come chi dà alle democrazie, ai Parlamenti, l'infamia di "sterminatori, genocidi, peggio che i nazisti nella shoa". E lo fa al vertice del potere mondano, terreno. A proposito: caro Beppe, come stai con Vaticani e Talebani? Se ne parla poco, mi pare».

Corriere della Sera: Luca Gelmini, 15 settembre 2007



ID: 7097  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: sabato 15 settembre 2007 Ore: 11:07



IL VAFFANCULO DAY DI TORINO


IL VAFFANCULO DAY DI BOLOGNA


Intervento di Marco travaglio a Bologna:


Vaffa-day V-Day 8 settembre parla Beppe Grillo a Bologna


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