ID: 7230 Discussione: STUDENTI TORRESI: MANZONI AUDIO
Autore:
la redazione
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venerdì 28 novembre 2014 Ore: 22:15
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ID: 16711 Intervento
da:
la redazione
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venerdì 28 novembre 2014 Ore: 22:15
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ID: 16565 Intervento
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la redazione
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martedì 23 settembre 2014 Ore: 20:03
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ID: 8835 Intervento
da:
Penza Francesco
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francopenza@interfree.it
- Data:
sabato 24 maggio 2008 Ore: 16:53
I PROMESSI SPOSI E L’OPERA MANZONIANAdi Franco Penza
Caro Gigi, in prospettiva degli esami di maturità, per dare esempio di come all'epoca si dava importanza alla scuola, pubblica "I promessi sposi" e commenta a tuo piacimento. Saluti. Franco Penza
In un angolo della mia biblioteca noto un libro coperto abbondantemente della sovrana polvere. Lo prendo, con un dito tolgo la polvere, e, con meraviglia, mi accorgo che la vittima della mia incuria sono “I promessi sposi” e le liriche di Alessandro Manzoni. Curioso di rileggere la storia di Renzo e Lucia, sfoglio avidamente lo stampato. Solo ora ricordo che “I Promessi Sposi” sono l’immortale opera partorita dalla fantastica mente di Alessandro Manzoni. L’opera manzoniana, malgrado siano trascorsi più di cento anni da quando venne pubblicata per la prima volta, non ha perso la freschezza di narrazione, la delineazione perfetta di ogni singolo personaggio, anche se minore, la vivacità di scene, siano esse patetiche o comiche. Soffusa di una profonda umanità, essa ha una trama semplice; ma il genio del Manzoni ha creato intorno ad una materia da novena un dramma vasto, che per il valore profondamente morale e religioso viene posto subito dopo la Divina Commedia. Due giovani, Renzo e Lucia, debbono contrarre matrimonio, la cui realizzazione è ostacolata dal despota del luogo Don Rodrigo per una banale scommessa con suo cugino, il conte Attilio. Don Abbondio è il parroco che dovrebbe sposare la coppia; per l’autore questi è un vaso di terracotta tra vasi di ferro, prete per vivere in pace. La sua figura, ben delineata nel primo capitolo del romanzo, è d’un umorismo che a volte sembra diventare feroce. I bravi, quasi il Manzoni volesse presentare la sua epoca, rappresentano il dispotismo assoluto allora esistente in Italia. Perpetua, donna dal carattere ciarliero e tipicamente popolano, è la serva del curato, la quale nota sul volto di Don Abbondio una profonda trepidazione, provocata dall’incontro avuto con i bravi che hanno riferito al parroco quanto Don Rodrigo ha loro ordinato, vale a dire “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”. Alla debolezza di Don Abbondio il Manzoni contrappone la prepotenza di Don Rodrigo, che vede poi fallire i suoi propositi per l’intervento di Fra Cristofaro: un giovane che, dopo aver ucciso un uomo, ripara in convento non per viltà, ma perché sente nascere in sé un nuovo sentimento: la vocazione. D’allora diventa il salvatore, il santo che dona a tutti serenità e fiducia. Questa figura si delinea nella sua grandezza morale e nella sua superiorità umana. Il personaggio di Lucia simboleggia la purezza, la castità, ma soprattutto la donna cristiana sorretta dalla fede: basta ricordare il tentativo del matrimonio di sorpresa, per conoscere questa giovane, isolata nel romanzo per il suo candore. A tutti questi personaggi si affianca la Monaca di Monza: una giovane monacata a forza, che riesce a risollevare il morale con una relazione con un giovane di bassi costumi morali, che abita in una casa adiacente al chiostro. Il grande romanziere ebbe gli svantaggi e i vantaggi che comporta essere un’anima sensibile.: la sua alta sensibilità è tutta riversata nella sua opera. La partecipazione alle vicende dei suoi personaggi si nota soprattutto nell ”Addio di Lucia ai suoi Monti” scena piena di malinconia e di poesia e nella descrizione umana e storica della peste. Qualcuno ha definito e definisce “I promessi Sposi” il romanzo della Divina Provvidenza, che quando s’invoca, non lesina aiuti. La lingua parlata dell’opera ci pone davanti a ad uno sconcertante realismo, che servirà da esempio a tutta la narrativa contemporanea. Quasi all’appendice, continuando a sfogliare, trovo il “5 maggio”. L’ode inizia con “ei fu” quasi a significare che se Dio è, Napoleone è parte dello stesso Dio, il quale ha voluto manifestare la sua potenza attraverso l’imperatore; quindi con la sua morte al mondo viene a mancare qualcosa di vitale. L’analisi del Manzoni è profonda, sincera. Le rappresentazioni si susseguono con un ritmo vertiginoso, presentando con ampi quadri descrittivi i momenti più significativi dell’epopea napoleonica. In quest’ode il Manzoni non riesce forse a raggiungere la grandezza lirica, la magnificenza espressiva de “La Pentecoste”, ma, pur restandone lontano, la sua poesia è piena di commozione sincera. Dopo aver letto il “5 maggio” anche chi non conoscesse il Corso, ne saprebbe parlare con chiarezza di idee. La chiarezza infatti invade l’intera opera manzoniana. Il declino di Napoleone pare racchiuso nel verso “cadde, risorse e giacque”. Tre parole, tre momenti altamente significativi della vita di quel grande: sconfitta a Waterloo, tentativo di resurrezione dall’isola d’Elba, relegazione definitiva nell’isola di S. Elena. Il Manzoni, impressionato dalle titaniche imprese del generale, non sa se la gloria di questi fu vera gloria e bella è la espressione: ai posteri l’ardua sentenzia. L’ode permeata di cristianità come tutte le opere che seguiranno, ci rivela che il Manzoni, dopo una crisi interiore, dopo lunghe meditazioni, ritorna all’atavica religione. Ciò che maggiormente ci colpisce leggendo questa lirica è la potenza delle immagini. Il dolore e l’interpretazione di una dramma che avvolge l’intera umanità. Chiudo il libro e a vado a letto. In sogno rivedo tutti i personaggi manzoniani, ma mi rammarico soltanto quando penso che qualcuno di noi oggi, come oggi, trovi a ridire l’opera di Manzoni.
Dott. Franco Penza |
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ID: 8568 Intervento
da:
Salvatore Vitiello
- Email:
iello@hotmail.com
- Data:
giovedì 17 aprile 2008 Ore: 14:58
Due grazie a Torreomnia.
1) per aver indicato la ricerca automatica in "comunità" in una sola pagina indice.
2) per i preziosi link pubblicati che ci portano sul meglio di internet come questa presiosa sezione dei promessi sposi tutto recitato.
Ad majora!!!
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ID: 8088 Intervento
da:
Mario Fusco
- Email:
fuscotono2@virgilio.it
- Data:
venerdì 18 gennaio 2008 Ore: 15:03
Ragazzi della redazione, sono vostro compaesano, mio figlio non ne voleva sapere dei Promessi Sposi, ascoltandolo sdraiato in poltrona si è appassionato. Il professore a Scuola non crede alle sue orecchie e da un po' si collega pure lui a Torreomnia. State facendo un servizio comunità senza paragoni. Grazie pure al Prof. Gaudo che fatica, come voi per rendere servigio gratuito agli altri, col nuovo "look" di Comunità tutto è più piacevole e interessante da seguire, grazie, vi seguo da sempre, Mario
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ID: 7822 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 7 dicembre 2007 Ore: 18:43
IL SUCCESSO DI BENIGNI CI FA INSERIRE TUTTA LA DIVINA COMMEDIA AUDIO IN QUESTE PAGINE.
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