Ricordi del bere e mangiare di un torrese     Pag. 11

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cibuènza:

Nella parlesia il mangiare. Cibbuire: mangiare.

cìc(e)r(o):

Cece. etim. Latino "cicer, ciceris". Pasta e ciceri, con aglio e petrusino, dove per la pasta si adoperano i manfredi o le tagliarelle.

'A libbertà... Sta fauza puntunera

ca te fa tanta cicere e nnammuolle!...

Po' quanno t'ha spugliato, bonasera!

(Ferdinando Russo. 'O Luciano d''o rre).

Uoglio, fasuli, ciceri, pasta e carne accattàvamo ma chilli cafuni nu'  vulevano i sordi ma schitto a rrobba ncagno.

(S. A. Storie Torresi).

c(i)c(e)niéll(o):

Novellame di acciughe, avannotto. I ppezzelle 'i cicenielli. Ricette u ciceniello: Pur'io so' pesce.

.....pe la paura a nu piscitiello
le venette nu riscinziello (...s'arrugnaie lu ciciniello)....

(N.C.C.P. U guarracino).

cicìll(i):

Nel linguaggio infantile, i maccheroni.

cìcoria:

Quando il caffè si vendeva solo di contrabbando, a peso d'oro, si abbrustolivano le radici di cicoria per fare il caffè. Era una vera ciofeca.

cìcul(a):

Cicciolo di maiale.

ciént(e)pèll(e):

Ventricolo dei ruminanti. Trippa. Cientefigliole

...  a dio caionze e ciento figliole,  ...... me parto pe stare sempre vidolo de le pignatte maritate, ... torze meie, ve lasso dereto.

(G. Basile. Lo Cunto... Il mercante).

ciérr(o):

Tentacolo di purpo.

ciòciol(e):

Sciosciole. L'insieme della frutta secca nella canesta di Natale. Noci, nucelle, castagne r'u prevete, fiche secche e mbuttunate ammennule. Negli ultimi anni alle ciociole classiche si sono aggiunti i pistacchi, i datteri e altre varietà di frutti secchi sudamericani e di altri paesi esteri.

....Nuce, nucelle, castagne 'nfurnate
quante paise aggio curriato
a Torre r'u Grieco a Nunziata
e quante guaie aggio truvato
e quante rifiette c'aggio cantato.....

(Trapenarella, NCCP).

citr(o):

Cedro. Frutto dell'albero delle Rutacee (Citrus medica).  Il cedro candito si mette nella pastiera assieme alla cucuzzata.

... le conzegnaie tre cetra che parevano tanno tanno cogliute dall'arvolo...

(G. B. Basile. Lo Cunto de li Cunti. Le tre Cetra).

ciuculàta:

Cioccolata, miscela di zucchero e cacao. A tazza 'i ciuculata era l'omaggio al festeggiato, al mattino del giorno onomastico. etim. Spagnolo "chocolate",  dall'azteco kakawúatl, bevanda di cacao. 

Del cacao facevano parecchie bevande usuali, e tra l'altre quella da loro appellata Chocolate. - Francesco Saverio Clavigero. Storia antica del Messico.

(Sebasiano Papa. Civiltà in Cucina, Napoli-Parigi 1832).

La scorza di cioccolato, simile alla corteccia di un albero, è la specialità friabile dell'antica fabbrica di cioccolato Gay Odin.

In Europa si diffuse l'uso del cioccolato, detto "Brodo indico", brodo indiano, per la provenienza dalle Indie presunte, cioè dall'America, già nel 1600. Araldi e importatori ne furono i gesuiti. In seguito il cioccolato fu apprezzato non solo quale bevanda e perfino utilizzato per condire piatti non dolci.

Certo cuoco, a cui mancato

Il formaggio era in cucina,

Sovra nobil polentina

Dispensò ben grattugiato

Bolli due di cioccolato:

(Francesco Arisi. Il cioccolato).

Ricordo un piatto di parmiggiana con l'aggiunta di cacao, poco gradito da noi ragazzi. Era il piatto detto di recapito. (vedi recapito).

còcciola:

Frutto 'i mare.

1) Cocciola fasulara: Venere chione. (Meretrix chione).

2) Cocciola 'i ciglio: Cuore spinoso. (Cardium aculeatum).

3) Cocciola 'i fango: Cuore edule. (Cardium edule).

4) Cocciola 'i rena: Cuore tubercolato. (Cardium echinatum).

5) Cocciola pellerina: Ventaglio, conchiglia del pellegrino. (Pecten jacobaeus).

cocòcc(o):

Espressione infantile per uovo. Il numero zero. Con le mazzarelle, i rudimenti per l'apprendimento dell'alfabeto.

conciatian(e):

Acconciatiane. Artigiano ambulante aggiustatore di tiani, piatti  ed ombrelli, conciambrelle. 

Il rosso succo spremuto

dalla macchinetta a manovella,

a turno in tanti si gira,

raccolto nella lucida scafarea

lucida verde terracotta

è distribuito nei rotti piatti

conservati per la stagione

che l’acconciatiani ha cucito

con graffe di ferro dolce,

la ferita stuccata

ruvida bianca cicatrice

su lucidi azzurri decori,

destinati all’esposizione estiva

sui parapetti dell’asteco.

 (S. A. Ricordi).

cornbiff:

Vedi biff. Carne in scatola. etim. Americano "corned beef".

.... arrubbanno, quanno putevano, quacche scatuletta ‘i cornbiff o na buatta ‘i póvera ‘i pesielli.

(S. A. Storie Torresi).

côt(e)na:

Cotica, cotenna di maiale. 

Schitto che tu le dinghe no cetrulo

de Pettorina te fa satorare

de cótene te carreca no mulo

e te dà quanto maie pote abboscare

e te ietta da suso a la fenesta

pe’ ’nfi’ lo vruodo e pe’ ‘nfi’ la menesta!

(G. C. Cortese. La Vaiasseide).

Na brutta vajassa,

na cotena grassa,

vedite che tubba,

vedite che tubba,

ch'avuta,

ch'avuta caccia'.

(Giacomo Insanguine detto Monopoli – 1729-1795. Na brutta vajassa).

còzz(e)ca:

Mitilo, muscolo.  A Torre venivano chiamate cozzechitarde, e cioè cozze di Taranto, per la provenienza di quelle grandi. Le migliori erano quelle piccole e tondeggianti raccolte dagli scogli e non dalle ceppe degli allevamenti.  Còzzeca nera, Còzzeca pelosa: (Modiolus barbatus),  Còzzeca 'e San Giacomo, Còzzeca 'e schiave, Palorda, Paluorde.

Ma nu palammeto bunacchione
magnava cozzeche c'u limone.....

(N.C.C.P. U guarracino).

Una delle tante attività al mare, quando andavamo a fare i bagni sugli scogli e non alla spiaggia era la raccolta dei frutti 'i mare. Le patelle sul bagnasciuga della nera roccia vulcanica. Le cozzeche dagli scogli profondi, summuzzando. Le carnumme al largo ma queste ultime erano riservate a pochi esperti summuzzatori.

Sulla chiana della Scarpetta

accarezzata dalla quotidiana marea

scalzi nell’acqua bassa

primaverile abbraccio col mare

per l’antica usanza,

gloria gloria scummigliando,

della lavanda beneaugurante

strappando novelle cozze

a succhiarne il salso sapore.

(S. A. Ricordi).

crapa:

Capra.

Granchio peloso con chele piccole. Granseola.

crapètt(o):

Capretto. Per Pasqua crapetto e agnello sono patti tradizionali. La preparazione pasquale prevede u crapetto cu ova e pesielli.

  Avimmo fatto tutt'uno zinferi e crapietti. 

T'è piaciuto u crapetto 'i Pasca? ...e mo ròsecati ll'osse.

Abbellativo: ab hac mostarda, 'o crapetto.

(Vincenzo Braca. Farza de lo Mastro. 1500).

... e li cuoche spennavano papare, scannavano porcelle, scortecavano crapette, lardiavano arruste, scommavano pegnate, vattevano porpette, 'mottonavano capune e facevano mill'autre muorze gliutte,

(G. B. Basile. Lo Cunto de li Cunti. Le tre Cetra).

cràsta:

Crastula. Vaso di terracotta. etim. Greco "gastra", latino "gastrum".

... e sta crasta co’ l’uoglio de lauriello

co’ l’autre cose ch’aggio apparecchiato:

acqua e uoglio de sciure, e lo cemmino,

e n’onza e mmeza de zuccaro fino ».

 (G. C. Cortese. La Vaiasseide).

crìsc(e)t(o):

Lievito naturale. Dell'impasto utilizzato per pane o pizze, si conserva una piccola parte, u criscetiello,  che lasciata all'aria, accumula microrganismi capaci di dare enzimi.

cr(i)sòmmola:


Albicocca
. Prunus armeniaca.  etim. Greco "krusomelon", pomo d'oro. 

Nel 1583 G.B. Della Porta, scienziato napoletano, le divise in due grandi gruppi: le bericocche, di forma tonda e polpa bianca e molle, aderente al nocciolo

uno o doi perlicoccha    amatontate

dui caroze mondate    et quatro aulive,

(Iacopo Sannazzaro, (1457-1530). Lo gliommero Napoletano.

 e le chisomele, con la polpa non aderente al nocciolo, molto colorate, soavi e più pregiate. Le varietà di crisommole del Vesuvio sono circa una settantina. I loro nomi sono di tutta fantasia, legati a particolarismi locali. Alcuni di essi sono:

  Boccuccia liscia, Boccuccia spinosa, Cafona o Baracca, Ceccona, Fracasso, Monaco Bello,  Palummella, Pellecchiella – la migliore in assoluto – o Vitillo, Prete, S. Castrese. 

Il seme contenuto nel nocciolo delle crisommole, l'uosso 'i cresommola, può essere dolce, ossaruce, o amaro, con forte contenuto di acido nitrico. I semi delle ossaruce venivano utilizzate per fare l'urgiata, schiacciandoli in un fazzoletto, a pupatella, che veniva  messa in infusione.

E tanta cose, isce bellezzetudene!

chi contare le po',

ch'ha fatto Sbruffapappa a branca e a tommola?

Vi' chi l'ha dato manco doie grisommola!

(Sgruttendio. La Tiorba a taccone). 

Caldi pomeriggi estivi

nell’angolo ombroso pergolato

di zia Raffaella

con le cresommole nel cato

di fresca acqua attinta dal pozzo

dal parapetto levigato di pepierno

e la tintinnante tarocciola alta ...

....Le cresommole a pacche,

al raccolto abbondante

il prezzo è buono,

allineate sui caldi parapetti

dell’asteco grande

che il sole asciuga,

secche dolcezze invernali.

(S. A. Ricordi).

crocchè:

Crocchetta, vedi panzarotto. etim. Francese "croquette".