IL RANTOLO DELLA MORTE - PAG 2

N: Trattenni il respiro. Desideravo in quel momento qualsiasi cosa di vivo, di chiassoso: magari il traffico della mia Torre del Greco, che ho sempre aborrito, le grida dei miei vicini di casa, l'abbaiare del mio cane sia pur in piena notte, ma... la vita...
D: Come finì la storia?
R: Era un uomo distrutto, prostrato, vinto dal suo stesso destino originario, che egli aveva sempre esorcizzato e respinto con l'istinto animale di conservazione.
Dal basso dei miei 12 anni incominciai a piangere. Il parroco si rese conto solo allora che era proibito condurre con se un imberbe per una estrema unzione. Provai il mio primo oceanico oppressivo amore-odio per un essere umano ancora per poco.Devo dire che non riuscivo  ancora a cogliere esattamente il substrato esatto dei termini: usura, reato, malvagità, ma provavo questa estrema, infantile, sconfinata pietà-rabbia per un essere vittima dell'angoscioso rantolo della morte.
D: Morì, finalmente, questo cristiano?
N: Oramai X X non mi ascoltava più, era come in trance col suo evocare, col suo sforzo faticoso di rimozione.
R: Gesu' Cristo mio, perduoname - rantolava il vecchio strabuzzando gli occhi - Gesu, Giuseppe, Sant'Anna e Maria, perdunateme!!
Stette alcune ore con le grinfie della  morte sul groppone. Il parroco, dopo il rito di prammatica, molto frugale e formale scomparve per l'uscio dimenticandosi di me che, tolto la tonaca rimasi mimetizzato tra i parenti e gli addetti alle pompe funebri che, come avvoltoi affamati, già erano in avanscoperta per la camera.
Rimasi fino a tarda sera ed il vecchio ancora rantolava: Gesù Cristo mio, perduoname; Mamma mia bella 'e ll'Arco, abbi pietà di me!
Sei ore di preghiera e di pentimento.
D: Ma insomma Morì questo strozzino?

N: XX non rispose subito. Comparve una strana luce nei suoi occhi, Un lucore a mezza strada tra la speranza e la rassegnazione. X X è la person
alizzazione della contraddizione umana, è l'antitesi vivente.
R: Non morì quella volta lo strozzino!
N: Sussultai.
R: Forse Gesù Cristo volle dargli un'ultima chance. Seppi solo sei mesi dopo che il vecchio quel giorno non morì.
D: Una bella notizia.
R: Già. Il fato l'aveva risparmiato il decesso ma non gli aveva restituito la salute di una volta. Malgrado le condizioni precarie e la salute compromessa ricominciò a fare la vita di prima, stesse cattiverie, stesso strozzinaggio, stesse vendette. Questa sorta, come dire, di incapacità di redenzione, di irriducibile perdizione al male

 segnò il mio carattere irrimediabilmente. Non ho mai smesso mai di sentire quella voce "Gesù Cristo mio, perduoname!" per, poi, scongiurato il pericolo, ritornare despota e cattivo come se, al posto di essere temporaneamente graziato, avesse fatto patto eterno con l'immortalità. Una sorta di antitesi caratteriale di fondo che non ha nulla a che fare con l'istintualità umana o con la cultura, con la ricchezza o con la povertà, con le epoche storiche o con i colori politici. E' antitesi e basta, è contraddizione e, punto, è l'illogica logicità dell'uomo.
N. Se non avessi l'abitudine di registrare le mie interviste non avrei mai potuto ricordare esattamente il periodare di X X.
D: Ho capito che questo episodio così increscioso e inquietante ha, come dire, intrigato a tal punto la tua psiche da lasciarti in eredità la abitudine psichica, per così dire, di non poter rinunciare di assistere al rantolo della morte di tutti i ricchi che ti capitano a tiro.
R: Esatto.
D: Quanti  ne hai... come dire... assistiti?
R: Un centinaio.
D: Tra cui la morte definitiva dello strozzino?
R: Già. Ma non desideravo la sua morte, bensì la sua reazione ad essa. Lo tenni sotto osservazione, lo controllavo a distanza fino a che ritornò in quel letto agonizzante più della prima volta. Oramai il meccanismo perverso della curiosità morbosa si era già instaurato nella mia psiche. Ma il desiderio era sempre quello di un lietofine morale, di una redenzione, di un sincero pentimento.
Sognavo di assistere al rantolo della morte dei preti corrotti, delle prostitute, dei criminali. Mi sento una specie di giustiziere morale.
D: E lo strozzino?
R: Morì strappando le lenzuola con i denti. Non ebbe la forza né il coraggio di invocare di nuovo Dio. Una brutta morte senza nessuna speranza una morte buia senza uno spiraglio di luce. Non sapeva neppure che Dio, infine, é misericordioso!
Dopo cento rantoli mortali mi sono fatto una profonda conoscenza dell'animo umano. Solo nel momento del rantolo l'uomo si spoglia di ogni crosta epocale, di ogni negatività caratteriale, di ogni maschera ed ipocrisia. L'uomo spiritualmente crudo, non più sostenuto da nessuna cultura da nessun esorcismo, panacea e quant'altro, solo e impotente contro lo stadio finale del suo destino: La morte.
D: Un episodio che ha segnatola tua vita?
R: In maniera definitiva. La prossima volta che ci incontriamo ti racconterò degli episodi successivi di rantolo della morte a cui ho assistito.
D: Ciò ti ha reso la vita infelice?
R: Anche se, in fondo, si tratta di una mania, ho acquisito esperienze uniche nel loro genere. La prossima volta te le racconterò.
CONTINUA (in costruzione)