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N: Trattenni il respiro.
Desideravo in quel momento qualsiasi cosa di vivo, di chiassoso: magari
il traffico della mia Torre del Greco, che ho sempre aborrito, le grida
dei miei vicini di casa, l'abbaiare del mio cane sia pur in piena notte,
ma... la vita...
D: Come finì la storia?
R: Era un uomo distrutto, prostrato, vinto dal suo stesso destino
originario, che egli aveva sempre esorcizzato e respinto con l'istinto
animale di conservazione.
Dal basso dei miei 12 anni incominciai a piangere. Il parroco si rese
conto solo allora che era proibito condurre con se un imberbe per una
estrema unzione. Provai il mio primo oceanico oppressivo amore-odio per
un essere umano ancora per poco.Devo dire che non riuscivo ancora
a cogliere esattamente il substrato esatto dei termini: usura, reato,
malvagità, ma provavo questa estrema, infantile, sconfinata
pietà-rabbia per un essere vittima dell'angoscioso rantolo della morte.
D: Morì, finalmente, questo cristiano?
N: Oramai X X non mi ascoltava più, era come in trance col suo
evocare, col suo sforzo faticoso di rimozione.
R: Gesu' Cristo mio, perduoname - rantolava il vecchio
strabuzzando gli occhi - Gesu, Giuseppe, Sant'Anna e Maria, perdunateme!!
Stette alcune ore con le grinfie della morte sul groppone. Il
parroco, dopo il rito di prammatica, molto frugale e formale scomparve
per l'uscio dimenticandosi di me che, tolto la tonaca rimasi mimetizzato
tra i parenti e gli addetti alle pompe funebri che, come avvoltoi
affamati, già erano in avanscoperta per la camera.
Rimasi fino a tarda sera ed il vecchio ancora rantolava: Gesù Cristo
mio, perduoname; Mamma mia bella 'e ll'Arco, abbi pietà di me!
Sei ore di preghiera e di pentimento.
D: Ma insomma Morì questo strozzino?
N: XX non rispose subito. Comparve una strana luce nei suoi
occhi, Un lucore a mezza strada tra la speranza e la rassegnazione. X X
è la personalizzazione della
contraddizione umana, è l'antitesi vivente.
R: Non morì quella volta lo strozzino!
N: Sussultai.
R: Forse Gesù Cristo volle dargli un'ultima chance. Seppi solo
sei mesi dopo che il vecchio quel giorno non morì.
D: Una bella notizia.
R: Già. Il fato l'aveva risparmiato
il decesso ma non gli aveva restituito la salute di una volta. Malgrado
le condizioni precarie e la salute compromessa ricominciò a fare la
vita di prima, stesse cattiverie, stesso strozzinaggio, stesse vendette.
Questa sorta, come dire, di incapacità di redenzione, di irriducibile
perdizione al male |
segnò il mio carattere
irrimediabilmente. Non ho mai smesso mai di sentire quella voce "Gesù
Cristo mio, perduoname!" per, poi, scongiurato il pericolo,
ritornare despota e cattivo come se, al posto di essere temporaneamente
graziato, avesse fatto patto eterno con l'immortalità. Una sorta di
antitesi caratteriale di fondo che non ha nulla a che fare con l'istintualità
umana o con la cultura, con la ricchezza o con la povertà, con le
epoche storiche o con i colori politici. E' antitesi e basta, è
contraddizione e, punto, è l'illogica logicità dell'uomo.
N. Se non avessi l'abitudine di registrare le mie interviste non
avrei mai potuto ricordare esattamente il periodare di X X.
D: Ho capito che questo episodio così increscioso e inquietante
ha, come dire, intrigato a tal punto la tua psiche da lasciarti in
eredità la abitudine psichica, per così dire, di non poter rinunciare
di assistere al rantolo della morte di tutti i ricchi che ti capitano a
tiro.
R: Esatto.
D: Quanti ne hai... come dire... assistiti?
R: Un centinaio.
D: Tra cui la morte definitiva dello strozzino?
R: Già. Ma non desideravo la sua morte, bensì la sua reazione
ad essa. Lo tenni sotto osservazione, lo controllavo a distanza fino a
che ritornò in quel letto agonizzante più della prima volta. Oramai il
meccanismo perverso della curiosità morbosa si era già instaurato
nella mia psiche. Ma il desiderio era sempre quello di un lietofine
morale, di una redenzione, di un sincero pentimento.
Sognavo di assistere al rantolo della morte dei preti corrotti, delle
prostitute, dei criminali. Mi sento una specie di giustiziere morale.
D: E lo strozzino?
R: Morì strappando le lenzuola con i denti. Non ebbe la forza
né il coraggio di invocare di nuovo Dio. Una brutta morte senza nessuna
speranza una morte buia senza uno spiraglio di luce. Non sapeva neppure
che Dio, infine, é misericordioso!
Dopo cento rantoli mortali mi sono fatto una profonda conoscenza
dell'animo umano. Solo nel momento del rantolo l'uomo si spoglia di ogni
crosta epocale, di ogni negatività caratteriale, di ogni maschera ed
ipocrisia. L'uomo spiritualmente crudo, non più sostenuto da nessuna
cultura da nessun esorcismo, panacea e quant'altro, solo e impotente
contro lo stadio finale del suo destino: La morte.
D: Un episodio che ha segnatola tua vita?
R: In maniera definitiva. La prossima volta che ci incontriamo ti
racconterò degli episodi successivi di rantolo della morte a cui ho
assistito.
D: Ciò ti ha reso la vita infelice?
R: Anche se, in fondo, si tratta di una mania, ho acquisito
esperienze uniche nel loro genere. La prossima volta te le racconterò.
CONTINUA (in costruzione)
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