
Dipinto di Fausto Conti 1963 - Basilica S.
Croce
Ma ancora una volta non mantenne la promessa, cosi che il
cardinal Pignatelli, angustiato, ne ostacolo la rinascita. Alla morte di
questi, il cardinal Spinelli (1734-1754) cerco di farlo rifiorire;
concesse alle monache, teresiane anch’esse, il coro e la grata per la
confessione e comunione con breve pontificio. Nella santa visita del
1742 troviamo otto monache e tre converse. Nell’eruzione del 1794 la
chiesa della Trinità e il conservatorio subirono notevoli danni sicché
quest’ultimo dovette essere trasferito di nuovo nel castello
baronale, avendo a disposizione la cappella per i carcerati. Oggi la
chiesa della Trinità non esiste più.
Confraternite
laicali
Nell’antica chiesa parrocchiale di Santa Croce
esistevano due confraternite laicali: una di Santa Maria della Speranza,
dei calzettari della seta, e 1’altra del Santissimo Sacramento. La
prima, al tempo di Vincenzo Romano, era gia scomparsa. Nel 1627 aveva
costituito un pio monte per gli infermi, i carcerati, i poveri e i
vecchi, ma dopo un periodo fune- sto, si sfascio agli inizi del
Settecento.
La confraternita del Santissimo Sacramento, fondata nel 1632, contava un
consistente numero di associati, cioè 400. Ad essa era affiancato un
pio monte per i confratelli infermi e per quelli defunti, e il padre
spirituale era il parroco pro
tempore”.
Questa congregazione segno anche i primi passi della vita spirituale di
Vincenzo Romano, che vi si recava « a dire 1’ufficio dei defunti »
e, da sacerdote, « in tutte le domeniche e le altre feste dell’anno
al dopo pranzo faceva 1’istruzione a suoi fanciulli, ed agli uomini »;
qui «prima di essere parroco si
esercitava nel ministero della predicazione, specialmente». Quando la
parrocchia di Santa Croce fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel
1794, la confraternita si stabili nella attuale chiesa di San Michele
dove ancora risiede. Prima dell’eruzione, la chiesa era dedicata all’Imma-
colata Concezione ed era di proprietà delle monache teresiane che,
trasferitesi a Napoli a causa dell’eruzione, la cedettero in enfiteusi
perpetua.
Ricostruita dopo i danni, la confraternita utilizzò la parte inferiore
della chiesa come cimitero per gli associati. Appena riaperta la chiesa
nel 1803, il beato Romano, riprendendo l’antica tradizione, «ogni
mese riuniva tutti i sacerdoti nella Congregazione del Santissimo Sacramento
con intesa dell’Arcivescovo, e predicava ad essi con uno zelo e
fervore sensibilissimo».
Un ruolo certamente incisivo ai fini di un’adeguata istruzione
religiosa a Torre del Greco fu svolto dalla Congregazione dell’Assunta,
fondata nel 1611 dal gesuita Francesco Pavone (1569-1637) a breve
distanza dalla parrocchia di Santa Croce. Questa Congregazione detta
anche la «Segreta» o «Disciplina», nel 1695 fu affidata al clero
locale. Nel 1742, dopo la santa visita del cardinal Spinelli, furono
apportate modifiche nella parte interna dell’oratorio. In seguito,
avendo i confratelli raggiunto il numero di 280, la confraternita decise
di demolire la fatiscente costruzione e di costruire sulla stessa area
un dignitoso oratorio con annessa terrasanta.
Qui, da fanciullo, Vincenzo
Romano si recava abitualmente «a dire 1’ufficio della Vergine». E
nel 1778, tre anni dopo 1’ordinazione sacerdotale, « fu obbligato di
accettare l’ufficio di padre spirituale della Congregazione dell’Assunta
per la Segreta, ossia Disciplina, e con tutto 1’impegno esercitava un
tale ministero non risparmiando ne ad incomodo, ne a qualunque fatica
per la salute delle anime. Ivi faceva la meditazione a fratelli, che a
folla accorrevano, poi l’istruzione, ed indi la disciplina, ed altre
opere di pietà.
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Tale esercizio era di
sommo profitto spirituale in guisa che molti fratelli a buon ora lo
andavano a chiamare. Egli il Servo di Dio si trovava levato da letto con
maraviglia di tutti e si portava in Congregazione, ed all’alba era
tutto finito». Il padre spirituale occupava il ruolo più importante
nella Congregazione ed era nominato dall’arcivescovo. Secondo le
indicazioni date da padre Pavone nelle sue Istruttioni, a lui era
attribuito il compito di «conservare la congregazione; presiedere negli
eserciti che si fanno; procurare che si osservino le Regole e che tutti
gli ufficiali siano diligenti nelli loro uffici».
Egli presiedeva in maniera determinante al1’elezione degli officiali
maggiori, proponendo tre confratelli per ricoprire le cariche di
superiore e di assistenti, e disponeva di due voti da poter dare alla
persona da lui ritenuta più idonea; nominava gli altri ufficiali della
confraternita, tranne il tesoriere, e autorizzava, insieme al superiore,
le spese necessarie.
E' probabile che Vincenzo Romano, vista la necessità, abbia
chiesto agli organi competenti della congrega il prolungamento della
chiesa dell’Assunta dalla parte posteriore (cosa che avvenne nel 1786)
e che abbia provveduto a dare un significato religioso alla terrasanta,
facendo apporre sulle pareti di quel luogo sentenze morali composte o da
lui o da altri, ricalcando il sistema tenuto in casa, dove ave- va fatto
affiggere «molte tabelle, nelle quali vi erano scritte varie sentenze
della Sacra Scrittura affinché gli scolari le avessero sempre nella
mente e nel cuore».

Il Beato col nipote Felice Romano - B. S. Croce
I confratelli ai
quali don Vincenzo rivolgeva la parola erano uomini in genere
appartenenti alle classi più umili – contadini, artigiani, muratori
– ma non mancavano quelli della futura classe dirigente.
Nella «Segreta» erano state forgiate
anime elette, personalità cristiane mature, uomini di profonda pietà e
soda dottrina, come i canonici Pasquale Lombardo, Giovanni Battista
Guida, Diego Colamarino, e almeno tre presuli: monsignor Nicola Cirillo
vescovo di Nicastro nel 1692, monsignor Giovanni Battista Brancaccio
vescovo di Ostuni nel 1790 e il nipote del beato, Felice Romano, vescovo
di Ischia nel 1854’4. Vincenzo Romano usci da questa scuola di pietà
e quando vi ritorno da padre spirituale rifiuto anche 1’assegno di
quattro ducati annesso alla sua carica per ben quindici anni. Animava 1’assemblea
con la parola e con 1’esempio, anche nella « disciplina ». Don
Gerardo Palomba ricordo che suo « padre veniva in casa tutto addolorato
per le discipline che soleva farsi quella fervorosa adunanza di fratelli
insieme con il padre spirituale».
Danneggiato gravemente l’oratorio nell’eruzione del 1794, Vincenzo
Romano fu costretto a lasciarlo come padre spirituale, essendo stato nel
frattempo nominato vicario economo della parrocchia di Santa Croce. La
statua in legno dell’Assunta, costruita nel 1745 e prodigiosamente
risparmiata dal fuoco, e ancor oggi oggetto di venerazione dei fedeli.
La Congregazione dell’Assunta di Torre del Greco, essendo emanazione
della Conferenza di padre Pavone, fondata a Napoli nel 1611, ebbe anche
finalità catechistiche. Nella biblioteca di Vincenzo Romano si trova il
secondo volume dell’Istruttione di Pavone, dove si tratta
appunto della dottrina cristiana. Il capitolo III offre interessanti
indicazioni sul modo di «congregare gli ascoltanti» del catechismo:
«1. Dare negli tempi stabiliti qualche segno con la campana. 2. Dar
carico a qualche persona che scorra sonando un campanello per le piazze
e strade vicine, e invitando all’esercitio della Dottrina. Andare con
una croce o stendardo, e con qualche compagnia di figliuoli cantando per
li vichi e piazze canzoni spirituali, per tirare appresso le genti ai
luoghi stabiliti».
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