matrici nel compositoio. Quindi parole poggiate sui
tomi, frasi intere, composte, dimenticate accanto al telefono. Una sera
ho scordato un rigo intero di matrici nel WC. Decisi di sospendere il
lavoro perché mancavano molte matrici di bassa cassa (le minuscole
più usate) poiché la scorta di ogni
lettera è di circa 20 pezzi. Insomma un lavoro da montaggio in
macchina, come dicono i cineasti. E così, secondo l’umore della
serata salta fuori la pagina.
Cicerone, Virgilio ed Orazio, scusate se e poco, costituiscono le
fondamenta di quella cultura. Ma la città «otiosa»
di Orazio rappresenta la prima frecciatina della storia sulla nota
caratteriale oziosa dei napoletani, estesa, poi ai vesuviani tutti. E
gia, perché l’entroterra campano,
appenninicamente più elevato sul livello del mare, favorirebbe maggiore
vigore fisiologico in contrapposizione al secolare deperimento dovuto
alla bassa temperatura costiera. L’accezione peggiore dell’ozio e
senz’altro connessa ai fenomeni climatici. In tutti i paesi
ipertemperati, dove si supera la soglia del parametro sudorifero, si
riduce il vigore delle attività fisiche ed intellettuali, tranne la
scaltrezza e l’intelligenza che nell’ozio
|
|
meditativo si acutizzano. E nemmeno mi accingo, qui, ad
esporre la fantasiosa teoria psicologica per cui la scaltrezza o 1’aggressività
caratteriale si riallaccerebbero a quei meccanismi reattivo-difensivi atti
ad esorcizzare il timore salvifico post-mortale relativo all’inferno,
che l’ipertemperatura terrena ci ricorda a livello inconscio in
connessione a certe morali coercitive di stampo religioso. Fenomeno che si
intensifica sempre più nei paesi caldissimi (vedi la densità
confessionale degli orientali e quali reazioni aggressive scatena ancora
oggi). Dopo il periodo greco-latino della cultura napoletana la stasi
perdura fino alla letteratura latina medioevale del VII secolo, con la
conseguente disoccupazione cronicizzata degli scribi del tempo. L’arte
applicata della tipografia partenopea ha sentito l’influenza della
cultura greca delle origini per alcuni tratti caratteriali del tipografo
vecchia maniera che via via andranno delineandosi nel lavoro. Ma,
finalmente, diamo uno sguardo molto ravvicinato alla tipografia europea
dei cinque secoli nella specifica terminologia tecnica.
|