fotocomposizione computerizzata e lo scanner
elettronico per la riproduzione di immagini onde poter realizzare, in
tempi relativamente brevi, le matrici da stampa. In questa prima fase di
lavoro tutto viene ideato, progettato ed eseguito in camice bianco, come
in ospedale. I camici scuri relativi all’arte nera sono sempre
più rari a vedersi. Nelle medie tipografie campane la progettazione
avviene nello stesso ambiente di lavoro attraverso calcoli e schizzi
eseguiti poco prima di intraprendere il lavoro di composizione. Il
proto, generalmente il tipografo più anziano, conosce a perfezione
tutto il materiale tipografico esistente in officina. Egli è il
coordinatore di tutto il lavoro. I nostri tipografi compositori sono
dotati di uno spiccato senso pratico e, da buoni campani, di una fertile
fantasia. Da questo estro creativo nascono i prodigi del collage
meccanico tipografico. I compositori campani per secoli hanno saputo
assemblare, con gusto ed eleganza, i pezzi prefabbricati di cui
disponevano, che in un certo senso somigliano al contenuto di un
lessico. Le parole, similmente all’attrezzatura tipografica, solo se
combinate con sentimento, talento, virtuosismo, e
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perché no, con una punta di artificiosità, danno
sorprendenti risultati. Oggi le macchine hanno priorità sull’individuo
e lo spersonalizzano, e credo di non esagerare, fino all’impotenza
somatopsichica. Estinti, ormai, i tempi in cui si aspirava ad imparare l’arte
per metterla da parte. Oggi un operatore è un
numero, facilmente sostituibile, un pezzo di ricambio qualsiasi, da
utilizzare finché è efficiente, e da buttar via non appena consumato. E il
logorio avviene precocemente, oggi, perché l’uomo e svigorito dalle
macchine. Passati i tempi in cui, adolescente, sgambettavo magro e
spaurito, restio agli studi regolari, nella stamperia di Don Ettore, una
delle prime tipografie di Torre del Greco. Sin dal primo impatto col
materiale tipografico, nelle cupe e fuligginose tipografie del secondo
dopoguerra, appresi che la conoscenza dei caratteri e la padronanza d’uso
determina la loro giusta collocazione. Questa maestria è alla base di
tutte le composizioni tipografiche, anche nella versione fototecnica. L’operatore
grafico della terra vesuviana, sovente, senza alcuna cognizione teorica o
dottrinale è maestro a orecchio. Ha sempre
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