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costose. Sul mercato delle arti grafiche abbondano per gli artigiani modesti sistemi di composizione elettronica detta editoria d’ufficio. L'apparato non emette pellicole ma copie a stampa laser di accettabile risoluzione, in ogni caso non paragonabile a quella delle macchine sofisticate.1200 punti a pollice per questi piccoli apparati, 2700 e oltre per le fotocomposizioni professionali. Perfezionati sosprendentemente anche i duplicatori elettronici.
La composizione di un libro è semplice quando si tratta di testo corrente, come questo che avete sotto gli occhi. Le cose si complicano quando si ha a che fare con pubblicazioni ricche di titoli di vario stile, tabelle, diagrammi, chiose, illustrazioni, ecc. Anche la semplice impaginazione di libri con testo corrente, però, deve seguire delle regole ben precise. 
La fine di una pagina non dovrebbe avere una parola divisa, non deve terminare con asterischi o fuselli, si dovrebbero sfruttare le possibilità delle varietà di tono dei caratteri, possibilmente senza variarne lo stile ed utilizzare il corsivo ed il maiuscoletto per le differenziazioni. (Anche qui, dove uso il condizionale, ritengo le regole eccessive e come noterete in questo

testo alcune sono state trasgredite). Le note vanno disposte a piede di pagina o a fine capitolo e di corpo inferiore a quello del testo. Le caratteristiche principali di un libro sarebbero, in ordine progressivo: l’occhiello, che ripete il titolo dell’opera; il frontespizio, che ripete le notizie di copertina; il retrofrontespizio, che rivela la proprietà letteraria; ancora il Copyright e, in qualche caso, la firma autografa dell’autore; 1’introduzione e finalmente il testo, diviso in capitoli, questi sezionati in paragrafi con titoli e sottotitoli, fino agli indici, il colophon o soscrizione: finito di stampare, ecc., dulcis in fundo, 1’errata corrige. Perché Gutenberg, insieme alla stampa, inventò l’errore di stampa, poiché non s’era mai sentito prima l’errore di scriptorum. In uno dei suoi primi libri l’orefice di Magonza scrisse spalmorum invece di psalmorum, nel famoso «Psalmorum Codex» del 1457. I caratteri mobili, essendo tali vengono inavvertitamente spostati. Hai voglia di leggere la bozza, dieci, cento volte, nulla da fare. Un editore diceva: La composizione di un libro senza nessun errore equivale ad un’opera d’arte. Oggi l’errata