di notizie
urgenti, la stampa avveniva nelle pianocilindriche azionate manualmente
con una leva applicata al volano. Ma oggi, com’è noto, l’avvento
della radioteleiconografia in genere, ha ridotto l’informazione
attraverso la carta stampata. Molti editori hanno dovuto ripiegare con
l’etere. I giornaletti di provincia, quelli scolastici o di
associazioni parrocchiali sono sempre meno reperibili in giro. Il
fascino della carta stampata viene offuscato dai nuovi mezzi di
comunicazione di massa, che, comunque, sono meno concreti della stampa. Col giornale od il libro, ad esempio, si può
attingere quando si vuole senza il timore che le lettere o le immagini
si dissolvano dalla carta, sebbene la videoregistrazione domestica abbia
in larga parte sovvertito questo concetto; ma è difficile, ad esempio,
portare in treno o sulla spiaggia il videotape o il computer. La
tipografia artigiana riesce a produrre un giornale, ma nei limiti
quantitativi, naturalmente, con un minimo di attrezzatura
indispensabile, in vasta disponibilità, oggi, sul mercato dell’usato.
Due o tremila copie di un giornale di medio formato (50 x 70 cm.)
possono
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essere
prodotte da una comune tipografia in possesso della oramai obsoleta Linotype, nel giro di
3-4 giorni. In offset 2 giorni. Vi sono tipografie artigiane in Campania
che non stampano per nulla lavori di testo. Esse realizzano solo modellame
e bigliettame per cui adoperano il computer e poco o niente la Linotype.
La stampa
attraverso piccole macchine offset è diffusa pure nelle tipografie
dell’angolo. Sono diverse le tipografie della terra vesuviana che
stampano solo giornali locali e pubblicazioni di bassa tiratura, sebbene
attratte dalla domanda del settore pubblicitario commerciale.
Nelle
tipografie artigianali, grandi o piccole, si avverte maggiormente ancora il
fascino della stampa gutenberghiana quasi soppressa. In quel chilometro quadrato intorno
al Corpo di Napoli si addensano
gli emblemi della cultura napoletana relativa alla stampa. L’Università,
Via Benedetto Croce e Port’Alba con le numerose librerie, la Posta
Centrale con la famosa emeroteca e la caterva di tipografie artigiane,
molte delle quali ancora parzialmente radizionali, alcune antichissime.
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