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disperazione. Non si sa bene se si abbracciarono nel tentativo di non buscarle, come fanno i pugili, o se si caddero addosso per il deperimento. Fatto sta che decisero all’unisono di fare appello al buon cuore dei passanti. Col viso smunto, non rasato, rattoppati e semiscalzi, puntualmente, ogni mattina occupavano le postazioni dei sagrati di due chiese, guarda caso, prospicienti l’una all’altra. Trascorsero alcuni mesi e, se pur non navigavano nell’oro, li si vedeva più nutriti, rasati, con banchetto con urna per ricevere 1’obolo senza la mano tesa, il telone controvento, la ceneriera, il mazzo di carte, il minibar nel banchetto, ed i ringraziamenti formulati in locuzioni rivolte ai defunti, stampati in cartoncino formato visita per le 500 lire, in pergamena per le 1000, in papiro originale dell’antica Cina, made a Forcella, per le 10.000. Ma un giorno 1’uno notava maggiore affluenza sull’altro sagrato e decise di scemare le tariffe. Dichiarare la guerra ad una grande potenza era meno grave. Aggressioni. Parolacce. Boicottaggi. Teste rotte. E ancora: bancarelle. Assistiti. Scommesse. Insomma un altro quartiere di Napoli si risollevo dalla secolare indigenza. Totonne |
pezze’ncule e Vicienzo piere pe’ tterra
questa volta finirono in mutande, alla lettera. Distrutti dalla fame,
annichilati nel disonore perirono e furono inumati, destino infame, l’uno
dirimpetto all’altro in un povero viale del camposanto, a pochi passi da
un cenotafio e un famedio. Ma accadde... (Intelligenti pauca). |