|
||||||
Cap. 8 - Pag. 292 |
Cap. 8 - Pag. 293 | |||||
Le rotative con l’introduzione a bobina, invece,
furono costruite per i quotidiani. Innanzitutto esse comprendono in una
sola combinata tanti gruppi rotanti con pressione di stampa e rulli
inchiostratori autonomi; in secondo luogo la bobina, sfruttando il
principio della ruota, come i cilindri di impronta e di pressione,
elimina il sia pur fulmineo arresto del mettifoglio, in modo da
consentire al complesso meccanico velocità incredibili. Le rotative in
genere hanno invaso il mercato mondiale, esse, oltre ad obbedire al
principio della ruota, si conformano all’epidemica mania dell’uomo
di voler superare la velocità della luce, allo scopo di fermare il tempo
e procurarsi finalmente l’immortalità. Ma le corse moderne
provocano solo infarti, ictus e, bene che vada, alimentano l’ansia
sempre crescente, e l’ansia e non altro che il polo positivo dell’angoscia. |
relativa al periodo in cui l’arte nera veniva
ideata. Nel Rinascimento vi furono a Napoli miniaturisti di grande
prestigio che tutt’oggi si possono apprezzare attraverso le opere del
tempo aragonese. I codex miniati rinascimentali, benché considerati nella
sfera dell’arte minore, sono diversi e di grande rilevanza
storico-artistica. Ormai l’Italia vanta da tempo una cultura artistico
letteraria, come dire, aborigena, che attinge sempre meno, non già le
influenze, ma le importazioni di moduli culturali europei, come ai tempi
delle dominazioni. Nel periodo aragonese giunsero a Napoli anche numerosi
artisti catalani che lavoravano in stretta collaborazione con gli
amanuensi, non solo, ma anche con i prototipografi, pure se i tomi
prodotti con la scriptura artificialiter venivano illustrati, in larga
parte, usando il bulino xilografico anziché il mestichino per minio e
vernice, o lo stilo, il calamo e la penna d’oca.
|