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Cap. 8 - Pag. 298 |
Cap. 8 - Pag. 299 | |||||
mezzo di diffusione delle opere popolari era il teatro con l’espressione verbale, comprensibile da tutti. L’analfabetismo, ancora massiccio, arrestava la produzione di libri di carattere divulgativo. Dovranno passare ancora dei secoli prima che la massa dei vesuviani possa far involare la fantasia attraverso la lettura di un libro. Quando, però, questo è accaduto, il tomo, col suo fascino peculiare, prodotto da officine fuligginose a misura d’uomo, con la fatica fisica e mentale che caratterizza ogni arte applicata, realizzato con sudore ed emicranie, viene fagocitato dai nuovi espedienti dell'informatica che esclude l’uomo dalla partecipazione diretta, emotiva, epidermica, olfattiva, al lavoro. Si estingue il vociare logomoico dei tipografi napoletani; scompare l’unto e la fuliggine delle attrezzature ed il fragore delle pianocilindriche. Le moderne officine sono ben linde ed opali, vi impera uno strano, glaciale silenzio. Ambienti chiari, silenti ed asettici come gli ospedali. La produzione tocca vette mai raggiunte. Danaro a valanga, successo commerciale. I diagrammi produttivi e finanziari sono in continua ascesa, in contrapposizione a quelli affettivi. Si nota una gelida |
solitudine, più nessun calore umano, più nessuna forma d’amore.
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