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d’arte e uno che la copia. Per contro, un fatto è ormai lapalissiano. La maggiore parte delle nevrosi si riscontrano nelle società dove il sapere, la cultura, la civiltà sono più avanzate. Il fatti non foste per vivere come bruti... dantesco è oggi discutibile alla luce della psicologia moderna. Lo conferma il nostro vecchio motto: Chi capisce patisce, e l’espres- sione: Pathos creativo, ecc. Questo dimostra come il sapere, le speculazioni cogitali e la tendenza all’analisi complichino la vita. Il popolo napoletano per millenni è vissuto lontano dalla cultura dottrinaria, sostenendo, invece, la sua filosofia di sopravvivenza tollerabile; oggi nevrotizzato dalla civiltà occidentale va in conflittualità, come tutti. Le azioni reattivo- difensive sono le solite: estremismo politico o passività religiosa, coscrizione malavitosa, suggestioni poetiche e liberalizzazione (?) della sessualità, questa l’unico esorcismo valido, ma espletata confusamente e compromessa dall’AIDS, per rendere ancora più precaria 1’era atomica. Sara nel giusto Freud quando dice: La vita umana era cosi meno infelice prima di ogni cultura e di ogni tendenza civilizzatrice?

All’epoca della scoperta della stampa Lorenzo il Magnifico insisteva con gli studi filosofici, mentre a Napoli, finalmente, si ebbe una fioritura poetica. L’umbro Pontano, segretario di stato al servizio degli aragonesi fece valere anche le sue doti oratorie, ed insieme a Lorenzo Valla furono i pilastri della cultura napoletana dell’epoca. Non di meno si distinse il Sannazaro con le sue opere teatrali destinate ad una speciale recitazione, la quale si accostava alle tiritere dei vecchi giullari di corte. Si dedicò pure ad una poesia in volgare, ma si espresse in latino nelle sue maggiori opere.
Nel XV secolo nasce una prosa popolare che incomincia a liberarsi dai dottrinarismi e va sempre più incontro alla massa. Masuccio Guardati, alias il Salernitano, amalgama la lingua col dialetto napoletano ed il latino. 
Le sue novelle furono date alle stampe, invece che agli amanuensi, favorendone, così, la diffusione popolare, per modo di dire, perché, è superfluo reiterarlo, coloro che sapevano leggere erano una minoranza. La tipografia napoletana prendeva consistenza, ma il maggiore