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Cap. 8 - Pag. 320 |
Cap. 8 - Pag. 321 | |||||
le pagine impresse più volte successivamente, subito
asciutte, tagliate piegate e spillate sono pronte per la distribuzione
nelle edicole. |
materia tecnica da quella umana. Basta osservare i manuali di fotografia, di disegno, ecc. Si tratta di mezzi strettamente connessi alla sfera sensitiva dell’uomo, ma si dà prioritaria importanza al mezzo e non al fine. Nei manuali primeggia sempre l’indirizzo didattico formativo e l’utilizzo pratico commerciale, ma la poesia, da cui si dipana l’arte applicata, rimane in penombra. Questo libro, pur articolato su di un’ossatura tecnica, si spazia senza frugalità sull’altra faccia dell’arte applicata, senza nulla togliere all’autorevolezza della letteratura settoriale tipografica. L’artigiano tipografo della mia terra è lontano dai traffici del business multinazionale a cui, spesso, è asservita la stampa rotocalcografica. Egli, tapino bottegaio sognatore e romantico, che fa scorrere i suoi anni tra le carrette pianocilindriche e gli avventori sprovveduti e frettolosi, per cui sarà docente, praticone, imbonitore e poi tipografo. Si dice che a Napoli i dirigenti (traduzione neologistica del vecchio lemma padrone), abbiano fatto tutti la gavetta, partiti, cioè, dal rango di artigiani tipografi. Non possono obliare, loro, che non v’è arte applicata senza la componente emotiva in tutta la |