ledere i brutti e i poveri, finisce, in fondo, col
danneggiare i propri detentori, che, se non compiono sforzi sostenuti
onde evitare il decadimento, finiscono col cadere in un’angoscia
maggiore. Diceva Daniel Mussy: La bruttezza ha un vantaggio sulla
bellezza, dura per sempre. Io aggiungo pure la povertà. Un’altra
elaborazione culturale di un’idea, nel maschio, è il concetto dell’eroe,
molto diffuso nella terra vesuviana, portato su nel tempo dai lazzaroni
prima e dai malavitosi loro discendenti, dopo, si rifà ai moduli.
classici della letteratura romanza e provenzale. Concetto esportato
anche nel Nuovo Mondo, dove si può attingere dalla letteratura western.
Oggi, grazie a Dio, il concetto dell’eroe e stato rivisitato in chiave
psicologica. Già i napoletani meno incoscienti, non codardi, beninteso,
hanno sempre detto: Il miglior guappo e quello che torna a casa.
L’eroe è tale solo se inconsapevole. Solo un soggetto condizio- nato
dall’opinione altrui e dotato di una buona dose di incoscienza rischia
la vita per un ideale le cui basi perdono acqua da tutte le parti. Non
è vero che l’eroe non si ama, egli trabocca di amor proprio
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a tal punto da sfidare la morte, quasi
sempre convinto di cavarsela perché obnubilato dallo orgoglio; ma da una
confusa valutazione a se stesso, perché ignora la propria potenzialità
umana se non nella misura dell’irruenza e dell’irrazionalità. Un uomo
equilibrato, legato ai mille interessi che la vita gli ha proposto non
rischia di morire solo per tener fede all’elaborazione culturale di un’idea.
Diceva Pirandello: E’ più facile essere un eroe che galantuomo, eroe
si può essere una volta tanto, galantuomo si dev’essere ogni giorno.
Nella cintura vesuviana, come in tutto il sud, il concetto dell’eroe è anche strettamente connesso alla virilità maschile. Alle donne, per
contro, vengono concesse tutte le debolezze e le paure, più che in ogni
altra parte del globo. Anzi, il coraggio e l’intraprendenza in una donna
sono sintomi di mascolinità. Il maschio vesuviano che non si difende
dalle minacce ingiuriose o, semplicemente dal dileggio sente non solo di
perdere la dignità, ma vede compromessa la pro- pria virilità sedicente
ed ostentata sin dall’infanzia come per scongiurare ogni sospetto. L’obnubilato
subito annulla l’istinto di conservazione, nonché
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