COME GIOCAVAMO nel dopoguerra Pag.
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Prima
della televisione, quando i computer, i ciclomotori e i giocattoli
complicati non erano alla portata di tutti, i ragazzi passavano il loro
tempo nelle strade e nei vicoli dei quartieri dove erano nati, negli antri
dei portoni o sulle logge; ci si divertiva organizzando giochi che oggi
farebbero sorridere; erano altri tempi, altra civiltà, altro modo di
agire e di fare, e non c’erano tante macchine; erano giochi di abilità
a carattere individuale o di gara per gruppi e per squadre. Partecipanti:
gioco di gruppo - vari ragazzi posti l’uno dietro l’altro. Azione
- Un ragazzo si poneva con la schiena piegata in senso
orizzontale, la testa all’ingiù, ritirata il più possibile fra le
spalle (‘a capa rint i scelle), e le braccia, con le mani, appoggiate
sulle ginocchia; gli altri, uno per volta, saltavano facendo pressione,
con le mani, sulla schiena del compagno curvato, e si mettevano davanti a
lui nella stessa posizione; nel saltare declamavano la strofetta relativa
al numero del salto che si effettuava. GIOCO “
’A MAMMA”
Partecipanti:
direttore del gioco più due gruppi di ragazzi. Azione
- Il direttore del gioco (‘a
mamma) stava seduto e sulle sue gambe si appoggiava l’inizio della fila
del primo gruppo di ragazzi ricurvi a mo di cavallo. La mamma invitava,
poi, i componenti dell’altro gruppo a saltare, uno per volta, sul gruppo
dei ragazzi ricurvi. Si veniva così a formare una seconda fila, più
contorta di quella sottostante. Le conseguenze dei salti condivano il
fascino del gioco. GIOCO
“ ‘I BARR” Partecipanti:
due squadre di sette-otto ragazzi ciascuna. Azione
- Le due squadre, trovato un ampio spazio, si ponevano l’una
di fronte all’altra: si dovevano rincorrere e toccarsi, chi usciva per
ultimo dalla base aveva il diritto di toccare l’avversario (so’ frisc
i barr) e farlo prigioniero. Partecipanti:
due squadre di sette-otto ragazzi più un direttore di gara. Azione - Le due squadre si ponevano l’una di fronte all’altra,
ad una certa distanza e numerati verbalmente; il direttore chiamava al
centro del campo i due numeri UNO. Lì, dovevano contendersi il fazzoletto
che il direttore aveva in mano e, il più lesto dei due, una volta che lo
aveva preso, senza farsi toccare dall’avversario, doveva correre verso
la propria base; nel caso che fosse stato toccato, era squalificato. Si
proseguiva sino ad esaurimento dei giocatori di una squadra. GIOCO
“LA
STAFFETTA”
Partecipanti: gara a squadre. Azione -
Un percorso, partenza e arrivo nello stesso luogo, da fare
correndo, passandosi un pezzo di legno (il testimone); vinceva chi
arrivava per primo al traguardo. Delimitato il campo di gara, le squadre
disponevano i loro atleti alle due estremità del percorso. I partecipanti
partendo dal luogo A giungevano al luogo B, ove passavano il testimone al
proprio compagno che doveva ritornare in A. GIOCO
“
‘ U STRUMMOLO ” Partecipanti: gioco individuale - ragazzi possessori di Strummoli. Azione -
Si avvolgeva lo spago intorno allo strummolo, poi, tenendo
ben fermo il resto dello spago nella mano, si lanciava lo strummolo a
terra e questi doveva roteare, quindi, avvicinandovi il palmo della mano,
bisognava farlo saltare sul palmo e, su questo, farlo continuare a roteare
(a rocea’). GIOCO
“ ‘ O SCIARABALL ”
Partecipanti: due o più ragazzi muniti di figurine
(i ritrattiell). Azione -
Il gioco consisteva nel far scivolare, da un gradino, delle
figurine in modo che, cadendo, potessero coprire, in qualche modo, quelle
cadute in precedenza. Se ciò accadeva, la figurina coperta era acquisita
come vincita. Partecipanti: due ragazzi muniti di figurine (i ritrattiell). Azione -
Si metteva, come posta, un certo numero di figurine facendone un
mazzetto, poi, con la mano a forma convessa, battendola sul terreno, il più
vicino possibile, si dovevano farle capovolgere. |