La Storia di Torre del Greco
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Il Ducato autonomo napoletano nel secolo XI, nella carta del Capasso.

IL DUCATO  NAPOLETANO.
BANDE DI MERCENARI SARACENE ASSOLDATE
CONTRO  I  LONGOBARDI.
LA  COLONIA  SARACINA
alle FALDE  DEL VESUVIO.
IL TERRITORIO PLAGIENSE:
CALASTRO,  SORA
E  TORRE  OCTAVA.


L’unità politica realizzata dai bizantini veniva infranta nel 568 da altri arbari Longobardi che, provenienti dalla regione danubiana della Pannoia, s'insediavano nella valle padana e in diverse parti del centro e del meridione d'Italia. Napoli, governata generalmente da un giudice bizantino, dovette difendersi varie volte (58l, 592, 599) dalle minacce di costoro che, costituiti dei ducati a Capua, Benevento e Salerno, miravano al1a conquista de11a costa. Dal 661 divenne ducato bizantino come rocca contro la barbarie ed ebbe un duca locale, Basilio, nominato direttamente e dipendente dall’imperatore di Costantinopoli Costante II. Vide un’affluenza continua di greci e ricevette un’impronta culturale e artistica grecobizantina che s’allacciava all’antica sua tradizione greca. Sua lingua ufficiale fu quella greca (neo-ellenismo) Ebbe cenobi latini e greci, nuove chiese e insieme due riti liturgici latino e greco.
La popolazione di circa 30-35 mila abitanti era composta di nobili (che occupavano le cariche pubbliche), mediani (avvocati, procuratori, letterati, mercanti, militari) e plebei (artigiani, contadini, servi), nonché il clero che faceva classe a se.
 Il Ducato comprendeva l’agro napoletano, il territorio puteolano, la Liburia o Terra di Lavoro fino 

al fiume Clanio, il territorio nolano, i1 territorio plagiense floris Sebeto fino al Sarno, le isole di Ischia e di Capri (e inizialmente anche Sorrento e Amalfi che poi si staccarono. Il piccolo Ducato si rese autonomo nel 763 col vescovo Stefano II, quattordicesimo duca dal potere assoluto. Esso continuò a subire attacchi dai circostanti Longobardi, per cui i duchi Andrea II (834-840), Sergio I (840-864) e Sergio II (870-877), (come aveva già fatto in precedenza il duca Teodoro nel 728 stanziando mercenari Saraceni dalla Sicilia già arabizzaia nella località Castanetum presso Portici), non esitarono ad assoldare ancora altre bande di tali mercenari dalla Sicilia suscitando vivo scandalo fra i religiosissimi napoletani e inimicandosi il Papa. Il Duca Vescovo Atanasio II (877-898) con grande spregiudicatezza prese al suo servizio un vero esercito di infedeli maomettani: questi, condotti da Sichaim, arrivarono felici e baldanzosi e, accampatisi fuori le mura meridionali della città, nel campo detto Noricino (attuale Piazza Mercato) si diedero come briganti, di propria iniziativa, a saccheggiare campi e case e a rapinare cavalli, donne e ogni altra cosa. Nuove bande accorsero dalla Sicilia e si accamparono in colonia (la Saracina) fra il Vesuvio e il mare, guastando tutta la zona. Un antico detto riportato nella ”Cronaca dell’Anonimo Salernitano” e ricordato dal Capasso, diceva: ”Quatto so’ li luoghi. de la Saracina: Puortece, Cremano, la Torre e Resina” (2). Fino a che, continuando nelle scorrerie, furono dallo stesso duca, nel 882, cacciati e costretti a rifugiarsi ad Agropoli (3).

l) Antonio Muratori: Cap. XVI della "Storia Miscella” in Rerum Italicarum Scriptores”, Tomo I, fol.107.
2) Bartol. Capasso: Monumenta; vol I, pag. 100, nota 3) Herchempertus: Historia Langobardorum, cap.49.