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Storia di Torre del Greco |
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Nel territorio vesuviano che si chiamò ”territorium plagiense foris flubeum”, cioè territorio costiero oltre il fiume Sebeto, rispetto a Napoli, come si può apprendere da una preziosa Carta redatta dall’insigne storico napoletano Bartolemeo Capassao nella sua opera Monumenta, ad Neapolitani Ducatue Historiam pertitinen- tia” (Monumenti pertinenti alla storia del Ducato Napoletano) si registra, nonostante altre eruzioni nel 203, 472, 512, 556. 685, 787,993, l’esistenza, di villaggi o, come erano detti casali, cioè insieme di case, sorti sulle lave vulcaniche solidificatesi: Tertium, Quartum yictulum, Sirinum, Crambanum, Portici, Risina, Calistum, Turris de Octava, Massa Sollensis, cioè Sola (1). Così nell’orbita della ducale Napoli lungo la strada costiera dell’antico territorio ercolanese, presso il mare e fra i villaggi d6i Calastro e di Sola, incrementandosi a spese di questi che andavano decadendo, era sorta Torre Ottava, rustico casale altomedioevale abitato da modeste famiglie di peacatori, con la chiesa di ”S. Maria della Turre” (docum. del 1015), cioè "S. Maria Maggiore” fondata in epoca remota, forse prima del mille, piuttosto piccoletta, ma ben regola, detta anche dell’Ospedale perché aveva contiguo un edificio per ospitare forestieri e pellegrini di passaggio (Di Donna: Origini e vicende della Parrocchiale...). 1) Il Sebeto, ricordato da Virgilio, Stasio, Columella, Boccaccio, Pontano, Sannazaro, Celano, nascendo pesso Nola, scorreva nella sona a sud-est di Napoli, fuori le mura, con un corso moderato e sinuoso, passando sotto il Ponte de11a Maddalena e sboccando nel mare. Le sue acque per la depressione del terreno, formavano vaste paludi puteolenti, per cui dal tempo dei, Borboni fu prima canalizzato e poi prosciugato, tanto che oggi è del tutto scomparso. Plagiense, da plagia, plagia = costiero, litoraneo foris = extra (fuori oltre); lubeum = fluvium (fiume). La documentazione di talune delle suddette località è riportata anche nelle opere ”Foris flubeum territorio plagiense” del Di Donna, ”Torre del Greco nella tradizione e nella storia” del De Gaetano, ”Turris Octavae alias del Greco” del Loffredo. ”Ercolano attraverso i secoli” di N. Carotenuto, nell’opuscolo citato dell’Alagi, ne ”I casali di Napoli” del De Seta. Tertium (Terzo) dalla colonna viaria che segnava il termine del III miglio romano da Napoli (1 miglio = m .l.488 : 3 miglia = m. 4.664) risultante già collocata dal IV secolo d. C.; Quartum pictulum (Quarto yicolo) dalla colonna del IV miglio (m. 5. 952) dedicata all’imperatore Teodosio I (fine sec.IV d. C.), prese in seguito la denominazione di ”S. Johannes ad. Tuclucculurn”, come in doeum del 959: ”...in loco qui vooatur Qiniolo ad. S. Johannem ad Tuducculum (nella località detta Giniolo presso S. Giovanni a Teduccio,i Donna pag. 7), dall’omonima chiesa e dalla stessa colonna che in questa si conserva tuttora. Da Teodosius si fa derivare Teodusius, Teoducius e poi Teduccio; Sirinum (Sirino), poi Barra; Crambanum (Cremano) citato in un primo docum. del 962: ”...posita in Qrambanum, territorio plagiense” (posta in Crambano, nel territorio |
(continuazione note) |