IL REGNO DAI NORMANNI
AGLI ARAGONESI.
TORRE OTTAVA PRENDE IL NOME DI TORRE DEL GRECO.
IL VINO
GRECO E LA STORIA
DELL'EREMITA GRECO.
GIOVANNA II DA' IN PEGNO
TORRE PRIMA
A SERGIANNI
E POI AL MALIZIA.
ALFONSO I D'ARAGONA NUOVO RE E FRANCESCO
CARAFA PRIMO CAPITANO DI TORRE E COMARCA.

Ritratto
di Sergianni (Napoli, Chiesa di
S. Giovanni a Carbonara)
Nel 1027 il duca Sergio IV, costretto a fuggire da Napoli occupata dall’ostile
principe longobardo di Capua, si accordava con il capo di una compagnia di
guerrieri mercenari di stirpe germanica detti Normanni, provenienti dalla
Scandinavia, Rainulfo Dorengot rientrato a Napoli nel 1029 donava in
compenso al suo alleato il borgo di Aversa col titolo di conte. Questi
chiamò altri Normanni che, profittando della debolezza dei longobardi e
dei bizantini, in poco più di due decenni si espansero con eccezionale
audacia in Campania, nell’Italia meridionale e in Sicilia. Ruggero II
nel 1130 unificò tutte le conquiste in un grande regno di Sicilia con
capitale Palermo. Napoli, morto il nuovo duca Sergio VII, resistette, ma
nel 1139 dovette cedere al conquistatore ed entrare a far parte dei suoi
domini. Con i Normanni prese sempre maggiore impulso il feudalesimo per
cui il re, in cambio di buoni servigi ricevuti beneficiava, sotto
giuramento di fedeltà, i suoi uomini meritevoli con concessione di terre
in usufrutto e relativo diritto di signoria e di comando sugli abitanti.Si
sviluppò così la supremazia dei nobili guerrieri che esercitavano il
potere emanante dal sovrano, non senza abusi e atti di prepotenza. Napoli
venne fortifica con la costruzione di Castel Capuano e di Castel dell’Ovo
e di mura, altri castelli e torri sorsero un po' dovunque come dimore di
feudatari. Alla morte del re Guglielmo III (1194) l’imperatore di Svevia
Enrico VI, che aveva sposato Costanza figlia di Ruggero II, ereditò il
Regno per diritto acquisito dalla moglie, inaugurando così la dinastia
sveva. Suo figlio Federico II, erede di Svevia e di Sicilia, fu imperatore
dal 157 al 1250. Dopo di lui Manfredi, figlio naturale, minacciò i
possedimenti del papa che fu costretto a chiedere aiuto a Carlo d’Angio,
fratello del re di Francia Luigi IX, che, sconfitto Manfredi.. (1265),
conquistò il Regno accetandolo come feudo della Chiesa. Iniziava la
dinastia francese degli Angioini. Carlo I trasferì la capitale a Napoli,
diede maggiore sviluppo a questa che raggiunse i 40 mila abitanti divisi
in sedili, favorì il commercio, ingrandì il porto, costruì la reggia di
Castel Nuovo. Con la rivolta popolare del Vespro scoppiata nel 1282 e la
guerra seguitane fino al 1302 egli perdette la Sicilia passata al re
d'Aragona Pietro III intervenuto dalla Spagna. A Carlo rimaneva 1’Italia
meridionale col titolo di Regno di Napoli. Finora abbiamo atteso, con il
passare degli anni, che Torre crescesse dando di se solo qualche notizia
di tanto in tanto: d’ora in poi sapremo finalmente di più sulla sua
storia.
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Ritratto di Giovanna II
Il continuo bisogno di denaro indusse i regnanti
angioini a vendere come feudi e a dare in pegno numerosi territori
demaniali. Nel 1438 la dissoluta Giovanna II dava il. casale di Torre come
castellania al suo amante e favorito Sergianni Caracciolo, a garanzia di.
un prestito di 2000 ducati d’oro che questi le concesse (concessione del
bene del. Regio Demanio in burgensatico, cioè in prestito, libero da
vincoli feudali, fino alla restituzione del denaro prestato con relativo
interesse).
Con il regno di Roberto (1330-1343) Torre Ottava (così ancora citata in
docum.del 1129 e 1267) assume il nome di Torre del Greco: nel diploma del
Duca Carlo di Calabria, figlio e vicario del citato Re del 1324, si legge
in latino: ”Villa Turris Octave depertinentis Neapolis quod aliter Grecu
vulgariter nuncupari” (Villa di Torre Ottava, di pertinenza di Napoli,
che diversamente è chiamata volgarmente del Greco), (1).
1) Alla nuova denominazione si cercherà
in seguito di dare una spiegazione. Leandro Alberti seriverà (1551) che
”la città si chiama così per i buoni vini greci che produce”; il
bottigliere Sante Lancerio, autore di un trattato sui vini usati alla
corte papale, dirà che ”Paolo III Farnese (1534-1549) non beveva il
Greco della Torre” e ancora che ”nella Campania degno di nota è fra
gli altri il vino Greco di Torre del Greco”; frate Luigi Contarini,
rappresentante diplomatico della Repubblica di Venezia nel Regno di
Napoli, scriverà nel 1569 che ”Torre è cosi chiamata perché ivi si
fanno buoni vini detti greci”; i1 Capaccio (1607) ripeterà che ”Torre
cosi si trova detta dal vino Greco che vi abbonda”. Il torrese Francesco
Balzano scriverà (1688) che ”la nostra citàh ”con il tempo, perdendo
l’antico nome di Ercolano, quello di Torre del Greco acquistossi e ciò
nel tempo di Giovanna I coronata nell’anno 1342 con 1’occasione dei
suoi vini greci, arricchita di queste piante da un romito che, portatosi
qui dalla Grecia, si fè in questo monte un romitorio dove piantò alcune
viti greche che piacendo molto alla regina per la loro dolcezza, l’uve
di quelle, li concesse privilegio che egli solo potesse dare il prezzo al
vino greco”; e ancora il Celano (1692) e il Chiarito (1772)
attribuiranno tale nome alla città ”al vino greco che vi abbonda” e
”per l’abbondanza e squisitezza del vino greco che il suo territorio
produce. E il Di Donna dirà: ”Storicamente non sorprende la presenza di
un romito da noi, quando ve ne furono ai Camaldoli, a S. Maria La Bruna e
a S. Vito. Che sia stato di nazionalità greca pur di leggieri accogliersi
poiché nella bassa Italia furono frequentissime le immigrazioni dei
greci...La coltura infine di un tralcio speciale, portato con se è un
particolare del tutto ovvio...Noi dunque siamo in possesso di elementi
propizi e tali da quasi forzarci ad. ammettere come possibile e veritiero
il racconto del Balzano (Vocabolarietto delle denominazioni locali di
Torre del Greco, pag; 40). Ma vi sono studiosi ehe non prestano fede alla
storia del Balzano: l’Alvino dichiara fallace l’origine che si vuol
dare a Torre del Greco dicendosi che il nome fosse stato imposto da un
greco romito per 1’ottimo vino bianco che porta tal norne, una frottola
questa convalidata dal Balzano (Viaggio da Napoli a Castellammare-1845);
il Moltedo fa notare che il Balzano cita a torto il Capaccio che del
famoso romito se ne ride piacevolmente, come da una favoletta (Sulle
origini di Torre del Greco-1870); i Castaldi attribuiscono pura favola
ciò che spaccia il Balzano circa la venuta del romito dalla Grecia a
Torre Ottava (Storia di Torre del Greco -1890); e il De Gaetano sulla
questione del nome conclude: ”Noi siamo propensi a credere che la
denominazione Torre del Greco sia anteriore al Mille,ma non conoscendo
alcun eremita greco di quel tempo, né documento sicuro, possiamo solo
dire che per noi ne rimane oscura l’etimologia anche, purtroppo, in
rapporto ai tempi della Magna Grecia, non trovandosi, fra l’altro,
nessun particolare ricordo dimostrativo (Torre del Greco nella tradizione
e nella storia - 1978, pag.226); E il Loffredo d’ice: ”Il lettore
vorrebbe sapere il significato della de nominazione. Ci scusiamo di non
poterne soddisfare il desiderio perché nella consultazione dei documenti
non ci è stata data la possibilità di risolvere l’enigma (op. cit. -
1983, pag.13).
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