La Storia di Torre del Greco
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                 Antonio Carafa detto Malizia,
               II Castellano di Torre del Greco

Successivamente, nel 1419, per un nuovo prestito di 1600 ducato concesso alla stessa regina, Antonio Carafa, detto Malizia, otteneva ancora in pegno la castellania di Torre. Giovanna, priva di eredi diretti, nominava come suo successore nel l421 Alfonso V re d'Aragona; ma, cambiato poi il parere designava Luigi III d ’Angio del rame francese della sua casata. Il Regno cadeva in una guerra fra le opposte fazioni aragonese e francese: il Malizia, partigiano degli Aragonesi, perdeva ne1 1424 la castellania che Giovanna per dispetto passava alla Curia Arcivescovile di Napoli.

           
                         Francesco Carafa,
           primo Capitano di Torre del Greco

Morti Luigi nel 1434 e Giovanna nel 1435, infuriava ancor più la lotta tra Alfonso e il nuovo erede Renato D’Angiò, lotta che continuava devastatrice fino a che 1’Aragonese, proseguendo la politica espansionistica mediterranea della sua dinastia già padrone delle Baleari. della Sicilia e della Sardgna conquistava il Regno, entrando in Napoli il 12 giugno 1442. Egli si stabiliva definitivamente nella sua nuova capitale italiana col titolo di Alfonso I e diventava protettore di letterati e artisti, facendo della sua corte un centro di cultura rinascimentale.
Invaghitosi della mitezza del clima dimorò spesso a Torre nel Castello, convocando parlamenti di baroni e amoreggiando con la bella Lucrezia d’Alagno Francesco Carafa, figlio del Malizia e capostipite dei Duchi d'Andria.

Per la fedeltà della sua famiglia alla dinastia, riottenne come erede il denaro prestato e non recuperato da Alfonso con decreto del 18 luglio 1454, riconfermato, poi, dal successore Ferdinando i il 15 settembre 1458, sempre in burgensatico, la castellania elevata a capitania, cioè l'ufficio di capitano a giustizia e guerra del casale di Torre e della sua Comarca (1) comprendente Resina, Portici con Cremano, di pertinenza della Città di Napoli.

            
                     Alfonso I Re di Napoli
        (Busto attribuito a Francesco Laurana)


Francesco Carafa come regio governatore aveva l'amminisctrazione della giustizia civile e criminale, utile padrone col diritto di imporre e riscuotere gabelle e col privilegio di nomina e conferma dell'ufficio per ogni suo successore. Il decreto, scritto in latino, e riportato dal Balzano, dice fra l'altro: "Confermiamo, ampliamo, e di nuovo concediamo e doniamo... il regio paterni privilegio dell'Ufficio di governatore e capitano dei casali di Torre Ottava, Resina, Portici e Cremano, pertinenze della nostra Città di Napoli, a giustizia e guerra con il mero e misto imperio e la potestà del gladio e con la giurisdizione tanto delle cause criminali quanto civili e miste...con tutti i diritti, frutti redditi e proventi...al pretto Francesco e, alla sua morte, ai legittimi discendenti e con facoltà di farsi sostituire da un idoneo luogotenente e sostituto..." (2).
Per il presente decreto tali casali, trovandosi vicini alla capitale, si conservarono, per privilegio, sempre demaniali, e ciò sia nell’interesse loro perché sfuggivano alla funesta infatuazione che nell’interesse della città di Napoli che da questi principalmente traeva i prodotti alimentari di cui aveva bisogno, (3).
Tranquillo il Vesuvio, Torre visse un periodo tranquillo i suoi abitanti si dedicarono anche alla pesca del corallo che era poi venduto altrove, all’agricoltura e ai piccoli mestieri. Aveva il suo castello elevato sul mare, la fontana pubblica, la Chiesa di S, Maria dell'Ospedale (posta a pontone dell'odierna Via Gradoni e Cancella) nella quale Oliviero, figlio di Francesco, nel 1458, fu consacrato arcivescovo di Napoli per mano del Vescovo di Nola, avviandosi alla carriera di Cardinale.

1) Comarca = termine spagnolo indicante una circoscrizione territoriale.
2) Francesco Balzano: L’antica Ercolano, pag. 37-40).
3) Castaldi: op. cit. pag. 30-39.