La Storia di
Torre del Greco
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Le successe nel 1644 il figlio Nicola Maria de Gusmàn,
principe di Stiglliano, duca di Medina de las Torres, duca di Sabbioneta,
conte di Fondi che, trasferitosi in Spagna affidò l'amministrazione dei
suoi molti beni d'Italia ad altri. Nel 1669 don Ettore Carafa, duca d'Andria,
prendeva in fitto la capitania per 18.888 ducati e poi a sua volta la
subaffittava ad un tale Giuseppe Truise che, disonesto e profittatore,
commise soprusi e nefandezze, suscitando le vibrate proteste dei torresi
presso don Nicola che lo fece infine allontanare. Morto don Nicola nel
1689 senza figli, tutti i suoi beni furono presi in possesso, per ordine
del re Carlo II d'Asburgo dalla Regia Corte di Spagna con soddisfazione
degli abitanti di Torre del Greco e comarca che si videro per caso libere
perché passate direttamente al Demanio senza avere interposta persona; ma
erano rimaste la moglie del defunto Maria de Toledo y Velasco erede tetamentaria
e la sorella consanguinea del defunto Maria Anna Sinforosa de Gusmàn,
figlia di Don Ramiro e della di lui terza moglie duchessa di Medina
Sidonia, duchessa di Medina Las Torres, principessa di Stigliano ed erede
legittima secondo la legge vigente. |
Pretese poi di avocare a sé la scelta degli Eletti della città (rappresentanti del popolo di cui diremo in appresso), per cui i torresi e i resinesi, delusi di aver perduto la libertà e ormai insofferenti , cominciarono ad agitarsi e decisero di aiutarsi a vicenda per un riscatto, richiamandosi al privilegio del 1454 concesso alla fine del 1535 dal re Carlo i d'Asburgo (Carlo V come imperatore del Sacro Romano Impero) che consentiva a terre e città demaniali date in feudo o in concessione di riscattarsi entro un anno, versando la somma di danaro pagata dal compratore. Il possesso di Torre e comarca fu confermato alla duchessa di Gusmàn con atto stipolato a Madrid agli inizi del 1696 (e torresi e resinesi chiesero inutilmente subito dopo, con un ricorso, di ritornare a far parte direttamente del Demanio); ma il re Carlo, trovandosi debitore di 10.800 ducati annui verso la contessa di Berlino Maria Geltrude di Guttemberg, dama d'onore della regina sua moglie, per soddisfare tale debito, ordinò al Demanio che Torre con la comarca fosse intestata a costei. Il Demanio passò alla contessa di Berlino. Nel settembre dello stesso anno quest'ultima vendeva ancora, senza diritto di ricompra la capitania a don Mario Loffredo, Marchese di Monteforte, principe di Cardito, grande di Spagna, per la somma di 106.000 ducati. |