Proverbi napoletani
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"Aje pigliato ’o culo pe’ ’na mummera d’acqua". Anticamente l’acqua si attingeva alla fonte o dal ruscello ed era chiaro che le donne ivi recatosi diventassero paonazze a vedere qualcuno che si sciacquasse nelle acque. Così al colmo del furore scagliavano la frase: Uhe? Anziché di riempire la giara ti riempi il......’? Ora non si attinge più acqua alla fonte ma il detto rimane lo si usa per dire ad una persona: Hai preso un bel granchio.
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"Arrassate caudare, ca me tigne" In una bottega di uno stagnaro (operaio addetto alla riparaziene e stagnatura di pentole e affini) e impensabile che un cliente, una volta entrato, non venga fuori con dello sporco sull’abito. E cosi e’ impensabile che una persona pulita, frequentando della gente sporca (di malcostume e brutte idee) riesca poi ad allontanarsi da queste immacolato come quando le aveva avvicinate. Per pulito che possa restare si trascina adesso come minimo la puzza.
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’A gallina fa l’ove e ’a ’o gallo l’abbrucia ’0 culo. Un'allegoria abbastanza vivace: la gallina fa le uova ed il gallo ne risente. Molto spesso chi e’ sofferente, trascina le sue pene in silenzio dignitosamente chi gliene da’ assistenza si lamenta a non posso. |