La Torre di Bassano e le sue sorelle - Pag. 9




Praiano: torre Assiola




1. Torri costiere
medievali adattate

Certamente la più nota è quella svettante presso Praiano, detta Assiola, o Sciola, la cui presenza è storicamente comprovata sin dal 1269-70 (193): l’appellativo lo mutuò dalla località d’impianto che un documento del 1202 cita appunto per Sciola, toponimo mai dismesso. Dal punto di vista architettonico quanto attualmente visibile e la configurazione assegnatale allorquando la si reputò idonea, sebbene con compiti di raccordo, all’inserimento nel torreggiamento del Ribera. Nella circostanza subì una cospicua cimazione, perdendo l’intero corpo cilindrico sovrastante la base scarpata, che invece venne risparmiata munendola, però, del tipico coronamento in controscarpa, con troniere a spatola. La riduzione d’altezza deve attribuirsi piuttosto che ad una pericolosa fragilità, prassi peraltro corrente nel corso della cosiddetta ’architettura militare di transizione’, alla incompatibilità strutturale con l’impiego del cannone petriero. La eccessiva altezza della piazza e la conseguente ristrettezza non si conciliavano, probabilmente, a l’esigenze sollecitando per giunta la debole muratura. Il corpo tronco conico della torre e suddiviso in due ambienti sovrapposti, entrambi coperti con volte a calotta realizzate in getto, retaggio della primitiva impostazione. Lo spessore murario alla base sfiora m 3, rastremandosi fino ai 2 della sommità, e consta di piccoli conci di pietra calcarea di estrazione limitrofa. L’abbattimento dello estradosso è uniforme in perfetta concordanza con le torri vicereali quadrate. Proprio la cimazione vicereale origina una curiosa perplessità interpretativa: perché torre Assiola fu eretta tanto alta, essendo la costa alle sue spalle ripida e di gran lunga 

più elevata? Se l’altezza residua sembro agli ingegneri rinascimentali sufficiente per la difesa della sua guarnigione, a cosa poteva mai servire tanta precedente eccedenza?
Non certo per garantirsi un maggior orizzonte visivo, bastando nel caso impiantarla più in alto, non esistendo per giunta nessuna contrindicazione imposta dall’ armamento. Pur potendosi senza eccessive difficoltà attribuire, al pari delle consimili, alla dinastia angioina non può altrettanto semplicisti-camente, per quanto appena rimarcato, relazionarsi alla vigilanza costiera ed alla segnalazione di eventuali incursioni saracene ed, in un secondo momento, agli insulti della flotta siciliana nel corso della Guerra del Vespro. E’ probabile allora che il settore da sorvegliare, e magari da difendere con il tiro delle balestre, fosse il lembo di mare adiacente al banco d’impianto, non altrimenti dominabile: ed il perché di tanta attenzione andrebbe in tal caso ricondotto alla presenza del corallo e della sua remunerativa pesca
che appunto gli angioni incentivarono lungo la costa per gli ingenti introiti fiscali derivanti. Subentrata a partire dal 1282 la guerra del Vespro, e sentendosi la dinastia minacciata dalla flotta nemica, varò un programma di sorveglianza costiera mediante catene di torri identiche all’Assiola. Simili, infatti, se ne incontrano tutt’oggi in Calabria, ed anche in Puglia, a dimostrazione dell’ampiezza del dispositivo. In ogni caso quell’antesignano torreggia- mento fu esclusivamente allertativo e settoriale.
Alla stessa tipologia appartengono pure torre Trasita, edificata su di uno spuntone di roccia dominante la spiaggia di Positano e di Fornillo, e torre Sponda, poco discosta dalla precedente, entrambe a basamento scarpato e corpo cilindrico. Al pari dell’Assiola quest’ultima conserva ampie sezioni del coronamento in controscarpa di epoca vicereale inequivocabile conferma dello