inserimento
nella linea del Ribera, sempre con funzioni di raccordo. Una
ultima curiosità va evidenziata sulla sua piazza: probabilmente
in fase di cimazione non si demolì l’intero volume giudicato
inutile ma lo si sezionò verticalmente lasciandone in sito la metà
volta a monte. L’intelligente soluzione consentì di proteggere
gli uomini di guardia sulla piazza della torre da possibili tiri
insidiosi provenienti dalla pendice sovrastante, defilandoli
completamente. Un identico espediente si incontra sulle torri
costiere dello Stato Pontificio, erette intorno al 1560, lungo il
promontorio del
Circeo, per frustrare la stessa vulnerabilità. Relativamente alla
Costa,
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troverà una
specifica adozione nelle cosiddette torri a ’doppia altezza’.
Un ennesimo esempio di cooptazione di torri preesistenti nella
difesa anticorsara vicereale, è costituito dal torrione di S.
Francesco o di Capo d’Atrani, adiacente l’abitato di Amalfi.
Trattasi di una massiccia opera a base tronco conica sormontata da
un breve corpo cilindrico, con interposto l’immancabile cordone
a sezione torica. Le connotazioni generali appartengono alla
transizione, ma l’edificazione originaria va collocata intorno
al XIII secolo. La principale alterazione va ravvisata pertanto
ancora una volta nella forte riduzione dell’altezza.
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