Arte e follia. Ancora un film che prova a raccontare quest’incontro. Incontro di due anime tormentate: Sibilla Aleramo e Dino Campana. Storia d’amore intensa e folle. Incontro di due disagi, due diverse forme di malessere, l’una più discreta, l’altra più conclamata.
Lei è una donna forte, ribelle, segnata da una serie di eventi: il tentato suicidio della madre, sempre depressa e assente; la sorta di stupro subìto da ragazzina, trasformatasi poi in una sorta di matrimonio e poi in una sorta di maternità; il suo stesso tentato suicidio, la sua interdizione come madre.
Lui, il matto del paese, poeta maledetto e geniale, riconosciuto solo da pochi, dedito all’alcool, sovente ricoverato in ospedale psichiatrico, disturbo ossessivo paranoide. Incontrarsi ed amarsi follemente è un tutt’uno. Amore che si consuma velocemente e che consuma. Un po’ come l’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica. Dino “cade” nel romanzo autobiografico di Sibilla e rivive tutti i momenti e le emozioni della sua vita: la spia, insieme ad altri occhi maschili, quando adolescente fa il bagno; la vede circuita dal dipendente del padre; la osserva nelle braccia di altri, tanti altri…
La caduta nel libro che narra la vita dell’amata, l’immersione allucinata nel suo passato, che è tipico del fruitore dell’opera d’arte, del prodotto filmico o televisivo, ma anche dell’innamorato, ma anche del folle. Arte, Follia, Amore. Non importa che Sibilla è una compagna fedele e devota, importa il suo Passato, rispetto al quale Dino è paurosamente geloso. Nel suo “Tempo”, o “Non Tempo”, non esiste presente, né futuro: solo |
Passato che si srotola nel “Non Luogo” del sonno ipnagogico, delle allucinazioni, della fruizione del racconto. Reali le scenate di gelosia, la violenza, i continui ricoveri, interruzioni pubblicitarie o telefonate o elementi di disturbo che frammentano la fruizione continua. Una trappola.
Non solo per lui. Sibilla è altrettanto folle, anche se non lo dà a vedere. Entrambi si confondono, colludendo l’uno con il disagio dell’altra; entrambi senza difese rispetto all’emozione di un grande amore. Amore, Arte e Follia.
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Forse è per questo che lo spettatore nel vedere questo film rimane stranamente distaccato di fronte al continuo lasciarsi andare dei due, al perdere il controllo.
Lo spettatore ultracompetente, ultradifeso che vive in una realtà di “single”, timorosi di coinvolgersi di nuovo, di strane coppie in cui tutto va bene, di strane famiglie, allargate, intrecciate, senza figli o con figli, un po’ qua, un po’ là, non può capire un amore senza remore, senza difese e che consuma. Lo spettatore se si coinvolge lo fa come per un racconto di genere fantasy.
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