Villa Jovis
di Salvatore Garofalo

Villa Jovis, eretta nel I sec. d.C. e scoperta nel 700 sotto Carlo di
Borbone, domina il promontorio che va dalla punta i Grotta Bianca alla punta di
Caterola, sovrasta la conca che degrada verso Cesina, con un’estensione di circa 7000
mq. Villa Jovis nacque come fortezza, al centro vi si trovavano delle cisterne per la raccolta delle
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acque piovane usate, sia come acqua potabile, sia come riserva destinata alle terme. A valle delle cisterne esisteva un bagno con stufe, le terme appunto ed un portico aperto. Ad est c’erano vari ambienti di rappresentanza e a nord l’alloggio dell’imperatore, isolato dal resto dell’edificio, ma collegato con rampe e gradinate al triclinio e alla loggia, lunga 92 metri, era destinata alla passeggiata e alla contemplazione del paesaggio. La vista spazia sul Golfo di Napoli dall’isola d’Ischia alla Punta Campanella.
Dai resti della villa si possono notare almeno due fasi di stratificazione: la prima augustea, con l’uso di pietra calcarea ricoperta di intonaco e pitture, i pavimenti in mosaico di marmo a disegni semplici, e la seconda visibile nei pavimenti ricoperti di lastre di marmo e pareti rivestite con mosaico di vetro.
Esiste anche un collegamento tra la villa ed il faro, alto in origine 25 metri ed usato sia per le segnalazioni con la terraferma, sia come osservatorio astronomico.
L’aspetto odierno di Villa Jovis è il risultato di più scavi eseguiti tra il 1800 e il 1900. Numerosi reperti provenienti dalla villa sono andati persi, altri sono conservati al Museo Archeologico di Napoli, nella Chiesa di S. Stefano a Capri e nella
Chiesa del SS. Salvatore.
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La Grotta
Azzurra
di Antonio Giordano
Nessuna vacanza a Capri può dirsi completa senza aver trascorso un paio d’ore alla scoperta dei colori del mare nelle baie e nelle insenature che costeggiano l’isola. Sia che scegliete un tour organizzato, o noleggiate una barca con marinaio, è il solo modo per solcare le acque azzurre intorno all’isola e scoprire alcuni tra gli angoli più suggestivi dell’isola. Si possono raggiungere piccole insenature nascoste, luoghi perfetti per fare il bagno, vedere da vicino i famosi Faraglioni e visitare la stupenda Gotta Azzurra.
Essa è una grotta lunga quasi 60 metri e larga 25. Per osservarla bisogna entrarci in barca, pagando il biglietto, e distendendosi sul fondo, in quanto l’ingresso è molto piccolo e basso. In realtà però c’è anche un seconda entrata, completamente sommersa dal mare, attraverso la quale la luce solare illumina la grotta con un profondo colore azzurro per un fenomeno di riflessione. Una volta entrati si è immersi in un’atmosfera di sogno, tutto è come un incanto, la trasparenza dell’acqua, l’azzurro delle rocce, l’eco delle onde fanno vivere al visitatore un‘esperienza magnifica.
La grotta è conosciuta fin dal tempo dell’imperatore Tiberio, che ne fece una personale piscina; successivamente per molto tempo rimase sconosciuta e gli isolani credevano che fosse frequentata da spiriti maligni.
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Il 18 aprile del 1826 il pittore tedesco August Kopisch e l’amico Ernst Fries insieme al pescatore Angelo Ferraro la
riscoprirono. Oggi la grotta è diventata un’attrazione turistica famosa in tutto il mondo e per poterla visitare si devono fare lunghe file, ma quando l’avrete visitata sarete ripagati dell’attesa. E’ vietato farsi il bagno al suo interno, si può solo immergere una mano nell’azzurro del mare per sentirsi avvolti nella fantasia.
Ci sono tante leggende su questa grotta e se ancora non l’avete visitata rimarrete sempre con il desiderio di scoprirla, non realizzando così la vista di un sogno fantastico.
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