Il Carnevale da scoprire
Uno spaccato della festa nel
mondo
di Assunta Genio
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La matrice carnevalesca è soprattutto religiosa e varia secondo i paesi dove è festeggiato. La differenza, forse perché ne sappiamo di più, è che in Italia è festeggiato in maniera diversa che altrove.
Parliamo dei famosi: il Carnevale di Rio de Janeiro, di Venezia, di Viareggio e del napoletano. Il primo dura tre giorni di sfilate, carri allegorici, abbuffate di cibo ed alcool e purtroppo conta alla fine numerose vittime. Il popolo in quest’occasione vede un’opportunità per mettere in mostra qualità canore e di ballo. Il rito si colora di speranze, di ricerca d’amore ed assume una veste magica, che ammanta, esasperandole, le qualità di ognuno.
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Il Carnevale è una festa di esibizionismo e patron del titolo è quello di Venezia.
Abiti ricercati, atmosfera da sogno per calarsi in epoche e personaggi storici o fiabeschi, amati perché ci hanno fatto sognare ad occhi aperti. Cifre da capogiro sono spese
ogni anno per la festa dell’allegoria, nella nebbia del mattino dopo, svaniscono i sogni e Venezia torna ad essere la città sommersa di sempre.
A Viareggio non si perde occasione di fare satira, i politici sfilano sui carri in qualità di bersaglio preferito così come li vede la gente, e questo è positivo perché sono comunque persone come noi ed elette da noi.
Nel napoletano si festeggia il Carnevale con balli in maschera, cibo, scherzi non sempre di buon gusto.
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Gli scugnizzi ne combinano di tutti i colori, uova marce a
un impasto impertinente, fialette puzzolenti e chi più ne ha più ne metta. Fino a qualche anno fa a Torre del Greco si celebrava la morte di Carnevale facendo sfilare bare coperte da un panno nero sulle auto a significare la fine dei festeggiamenti e l’inizio della Quaresima.
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Negli Stati Uniti d’America il Carnevale non è festeggiato. La loro festività in maschera per eccellenza è Halloween. Il mascherarsi a Carnevale è un motivo di divertimento come in Halloween; nel primo prevale la voglia di far emergere l’aggressività repressa dicendo il vero con lo scherzo e l’allegoria. Nel secondo si ha una esorcizzazione del “male” mascherandosi da folletti, vampiri e streghe. Entrambe le festività sono motore trainante di guadagno e turismo e recentemente anche da noi sta prendendo sempre più piede la festività americana.
Le origini sono molto antiche ed essa è stata influenzata nei secoli da diverse culture: dal giorno di Pomona degli antichi Romani, alla festività di Samhaini, capodanno dei Celti, che segnava il passaggio dalla stagione calda a quella fredda e tenebrosa dell’inverno, alla festa di Ognissanti cristiana. I Druidi, sacerdoti celti, celebravano il rito in onore del dio Sole nel mezzo di una foresta di querce, considerate alberi
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Halloween Il Carnevale degli Americani
di Baldinelli Carmela e Lorenzo Langella
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sacri, con l’accensione di un falò e il sacrificio di animali e raccolti.
ramoscello carbonizzato, che simboleggiava il calore domestico e serviva a tenere lontano gli spiriti maligni. Il giorno successivo, il
primo novembre, la gente si vestiva con costumi ricavati dalla pelle degli animali con anche la testa. Questa festa sarebbe diventata il primo Halloween.
La Chiesa Cattolica, nell’835 d.C., con la celebrazione della festività di “Tutti i Santi” il 1° novembre e quella dei “Morti “ il 2, festeggiava quest’ultima, in onore delle anime defunte, con un gran falò e sfilate di persone travestite da angeli, santi e diavoli.
Anche se ultimamente Halloween si è diffusa in tutta Europa e anche in Oriente resta comunque una festa tipicamente americana. Il simbolo che la caratterizza è la zucca, la quale è svuotata, illuminata e posta davanti alle abitazioni e sul davanzale delle finestre per esorcizzare gli spiriti maligni e tenerli lontano da casa. La polpa della zucca viene utilizzata in cucina per fare torte dette “Pumpkeen pie” e dolcetti.
La festa è per grandi e bambini, quest’ultimi si divertono travestendosi e girando per le abitazioni in cerca di dolci e zuccherini.
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Questa usanza di andare di casa in casa, inneggiando la frase” Dolcetto o scherzetto” ha origini antiche. Infatti era inizialmente praticata da bambini poveri i quali andavano mendicando presso le casalinghe per ricevere i “Dolci dei morti”. La stessa usanza la ritroviamo usanza anche nella nostra Sicilia ove si confezionano deliziosi dolcetti, “Le ossa dei morti”, i primi giorni di novembre:
come si vede tutto il mondo è paese.
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