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«... Nel primo periodo dell’eruzione fuvvi un continuato tremore, ed un moto oscillatorio, il quale si estese a più miglia intorno al vulcano ...». Breislak R Winspeare (1794).

«... Alle 6 della mattina del giorno 16 vi fu una scossa di terremoto; ed alle 4 dopo il mezzogiorno due altre. Ripetè il terremoto il giorno 17 alle 4 della mattina e con maggior violenza si fe sentire alle 2 della mattina del giorno 18. La maggior parte di questi terremoti fu sensibile solo nei paesi vicini al Vesuvio ...». Breislak & Winspeare (1794).

Tutta la notte del 15 fu caratterizzata da continuo tremore facendo temere il crollo delle abitazioni. Va, tra l’altro, osservato che mentre infuriava l’eruzione attraverso le voragini aperte sul fianco esterno del cono, non vi era alcuna manifestazione eruttiva dal cratere principale. E, inoltre, il tempo era perfettamente sereno ed il mare tranquillo.

«... Fin dal momento in cui fu ... squarciata la terra ... cominciò a sentirsi dalla città e ... da luoghi più lontani, un fragore ... e durò sempre con la medesima forza e veemenza fino alle 4 ore e mezza della mattina di Lunedì, che si fermò la lava, e restarono estinte le voragini ... per qualche tempo non si vide comparire che fumo, il quale verso la sera anche cessò ...». Tata (1794).

«... intanto la montagna fremeva al di dentro con fragore ... Tali strepiti ... eran continui ... il fragore fu continuato fino alle ore cinque, senza mai interrompersi neppur di un minuto, sovente accrescevasi, poi si rimetteva, finché alle ore cinque prese tale e tanto vigore, che faceva tremare tutti gli edifizi di Napoli ...». Anonimo (1794 b).

«.... nella sera del di 15 ... la romba si rese così fragorosa, e i muggiti sotterranei crebbero a tal segno, che sembravano un continuo tuono ... Cominciò il fragore a sentirsi fortemente in Napoli verso le ore tre della notte ... e durò a sentirsi senza interruzione fino alla mattina seguente. Codesto fragore era accompagnato, ogni tre o quattro minuti, da scuotimenti così gagliardi, che ... tremavano ... i vetri delle finestre ... (con) timore di qualche abbattimento di edifici ...». Olivieri (1794).

«...In questa luttuosa notte l’aria fu perfettamente serena ed il mare tranquillo ... Nel primo periodo dell’eruzione fuvvi un continuato tremore, ed un moto oscillatorio, il quale si estese a più miglia intorno al vulcano ... il fremito della montagna era si grande che tremavano le abitazioni di Napoli. Si notarono però tre cambiamenti. Nel principio era un continuo tremore accompagnato da un fragore cupo ... (e) un continuo oscillamento nella Montagna ... Verso la mezza notte cessò questo moto oscillatorio ed incominciarono i colpi successivi ma distinti ... Intorno alle 4 i colpi incominciarono ad essere più interpolati ed essendovi tra di loro una maggiore interruzione se ne rendeva sensibile l’intensità e la durata. Non si potrebbero paragonare meglio che a ... tuoni ... In mezzo ad una si grande eruzione la sommità del Vesuvio era tranquilla ne si osservava fenomeno alcuno intorno al cratere ...». Breislak & Winspeare (1794).

«... il romore continuò per tutta la notte, e verso le ore 3 e un quarto pigliò maggiore vigore, sentendosi dalle ore 5 sino quasi alle ore 10 del seguente giorno ... proseguendo dalle ore 10 in poi i soli interrotti rimbombi, ed andando man mano terminando il mugito ...». G.M.C. (1794).

«... Il giorno 15 ... poco dopo le due ore s’intese altro notabile scotimento a cui seguì un repentino scoppio simile ad una cannonata; dopo lo scoppio si vide che alle falde del Vesuvio s’era aperta una voragine; indi a poco se ne osservò un ’altra più sotto, una terza, poi cinque, le quali erano pochissimo discoste tra di loro ... Queste orride bocche di fuoco vomitavano vivissime fiamme con un fragore ed un fremito ... più un continuo tremore di terra e ... scoppi ... Dopo qualche ora si vide la lava caminare con gran velocità .. Durante l’eruzione udivasi un grandissimo mormorio ... e questo continuò tutta la notte ... l’esplosione era sì grande che si vedevano le fiamme elevarsi ad una grandissima altezza con dei strepiti orribili ... Insieme colle fiamme ... si elevava un denso e nero fumo con ... pietre infocate ... che ad una certa altezza ... si risolveva in piccola pioggia con delle ceneri e grossi lapilli. Nel tempo di sì grande eruzione l’apice del cono non versava ne fumo e ne fuoco ...». Barba (1794).

«... Durante l’eruzione si sentiva un grandissimo mormorio ... e questo continuò per tutta la notte e poche ore della mattina seguente ... Oltre questo mormorio, l’eruzione delle ... fiamme era seguito da un fragore interrotto ... Di tanto in tanto poi si ascoltavano delle botte orribili ... Nel tempo di sì grande eruzione l’apice del cono non versava fuoco, ne fumigava. Verso le tre ore comparve un poco di fumo, ed un chiarore ... Da questo si rileva che l’eruzione non fu nel cratere del Vesuvio ...». Scotti (1794).